L’applicazione di strategie di restrizione alimentare nei conigli in accrescimento si focalizza su due obiettivi principali: 1) il miglioramento dello stato di salute con la riduzione di mortalità e morbilità causate da patologie digestive; 2) l’aumento dell’efficienza globale delle aziende con l’ottimizzazione dell’indice di conversione e la diminuzione dei costi legati alla somministrazione di antibiotici. Entrambi questi temi sono di grande interesse al fine di garantire la sostenibilità economica per gli allevatori e rispettare le normative Europee in tema di scurezza alimentare. Per questi motivi, nel corso degli ultimi decenni, gli effetti delle strategie di restrizione alimentare nei conigli in accrescimento sono stati ampiamente studiati. Nella maggior parte degli studi, il razionamento è stato attuato durante le prime tre o quattro settimane successive allo svezzamento, con l’obiettivo di ottenere livelli di alimentazione compresi tra il 60% e il 90% dell’ingestione ad libitum, seguito da un periodo di alimentazione a volontà durante le ultime fasi dell’ingrasso (da una a tre settimane). Restrizioni quantitative sono state ottenute direttamente, riducendo la quantità di mangime somministrato agli animali, o indirettamente, limitando il tempo di accesso al cibo o all'acqua. Inoltre, restrizioni qualitative sono state ottenute riducendo il contenuto energetico delle diete fornite agli animali. La scelta del metodo per applicare la restrizione alimentare deve tenere in considerazione le attrezzature disponibili in allevamento, le condizioni ambientali e di stabulazione nonché l’impatto sul benessere degli animali. La letteratura scientifica riporta che i programmi di razionamento rappresentano un valido strumento per ridurre l’incidenza dei problemi digestivi, aumentare l’utilizzazione digestiva delle diete e migliorare l’efficienza alimentare nei conigli in accrescimento. Tuttavia, l’effetto protettivo del razionamento sulla salute intestinale degli animali si limita alla fase di restrizione, mentre il rischio per i conigli precedentemente razionati di contrarre malattie digestive spesso aumenta durante la fase di re–alimentazione. Pertanto, la gestione di quest’ultima fase rappresenta un punto critico, ma pochi studi hanno trattato questa problematica. Inoltre, l’origine multifattoriale dell’enteropatia epizootica del coniglio rende difficile l’interpretazione dei risultati diversi e talora contraddittori ottenuti nei vari studi. Se da un lato il miglioramento dell’indice di conversione sembra essere un effetto abbastanza ripetibile, i vantaggi in termini economici potrebbero essere limitati considerando la necessità di allungare la fase di ingrasso per permettere un completo recupero delle performance produttive (pesi vivi finali) ed evitare considerevoli diminuzioni delle rese di macellazione. Infatti, gli aspetti economici legati all'utilizzo di strategie di riduzione alimentare nella produzione del coniglio da carne devono essere attentamente valutati, specialmente nei paesi dove il mercato richiede pesi di macellazione elevati come l’Italia. La presente tesi ha avuto lo scopo di definire programmi di razionamento efficaci nel migliorare l’efficienza alimentare e la salute intestinale nei conigli in accrescimento, senza compromettere i risultati di macellazione, le caratteristiche della carcassa e la qualità della carne. Lo scopo è stato perseguito focalizzandosi su tre obiettivi principali: (i) valutare l’effetto di un sistema di restrizione quantitativo in conigli alloggiati individualmente; (ii) sviluppare un’adeguata restrizione basata sul tempo di accesso al cibo in conigli stabulati in recinti collettivi; (iii) ottimizzare la gestione della fase di re–alimentazione. Questi punti sono stati affrontati in quattro contributi sperimentali la cui organizzazione e principali risultati sono riassunti di seguito: Primo contributo: Effetto del sistema di restrizione alimentare e dell’età di macellazione in conigli in accrescimento L’effetto del sistema di alimentazione (AL: ad libitum vs. D: sistema di razionamento progressivo con variazioni giornaliere vs. W: sistema di razionamento scalare con variazioni settimanali) su efficienza digestiva, stato di salute, performance produttive, caratteristiche della carcassa e bilancio dell’azoto è stato valutato utilizzando 282 conigli ibridi commerciali allevati in gabbie monocellulari dallo svezzamento (36 d di età) alla macellazione avvenuta a due età (73 vs. 80 d). La restrizione alimentare era basata sulla somministrazione di ridotte quantità di mangime crescenti dall'80% del consumo AL allo svezzamento al 100% alla fine della terza settimana dopo lo svezzamento in funzione di due curve di alimentazione caratterizzate da piccoli incrementi giornalieri (+4 g/d; gruppo D) o da grandi aumenti settimanali (+23 g/settimana in media; gruppo W). Dall'inizio della quarta settimana la quantità di mangime fornito in entrambi i gruppi razionati è stata aumentata di 4 g/d per 9 giorni consecutivi al fine di prevenire bruschi picchi di ingestione alimentare, dopodiché tutti i conigli sono stati alimentati a volontà fino alla macellazione commerciale. Nessun trattamento antibiotico è stato effettuato durante la prova. I coefficienti di digeribilità apparente della dieta da post–svezzamento sono stati misurati su 36 conigli (12 per sistema di alimentazione) da 49 a 53 d di età (ultima settimana di restrizione), mentre i coefficienti di digeribilità della dieta da ingrasso sono stati misurati su 36 conigli (12 per sistema di alimentazione) da 64 a 68 d di età (durante la fase di consumo volontario). Considerato il periodo di realizzazione della prova di digeribilità, quanto il livello nutritivo era pari al 95% del ad libitum, solo la digeribilità della proteina grezza è stata aumentata (P<0,001) nei gruppi razionati. Durante il secondo periodo, nessun effetto residuo del precedente trattamento di restrizione è stato osservato sulla digeribilità della dieta. Nell'intero periodo di prova, mortalità, morbilità e rischio sanitario hanno raggiunto rispettivamente 12,7%, 11,3% e 24,0% in media. Mortalità e rischio sanitario sono stati significativamente (P<0,05) inferiori nei conigli razionati rispetto a quelli alimentati ad libitum ( 12,0 punti percentuali), in particolare quando è stato applicato il sistema progressivo ( 14,2 punti percentuali). Nelle prime tre settimane, il livello di restrizione è stato pari al 91% nel gruppo D e al 93% nel gruppo W; l’accrescimento giornaliero è diminuito in entrambi i gruppi razionati ( 7,5% rispetto al gruppo AL) mentre l’indice di conversione non è stato modificato dal sistema di alimentazione. Nel secondo periodo, solo il gruppo W ha mostrato consumi (+4,2%) e accrescimenti (+14,2%) superiori e migliori indici di conversione ( 3,2%) rispetto al gruppo AL. Il peso vivo finale (2748 g in media), l’indice di conversione (3,07), la resa di macellazione (59,8%) e le caratteristiche della carcassa non sono stati influenzati dal trattamento alimentare. L’escrezione giornaliera di azoto è stata ridotta ( 0.08 g/d per coniglio; P<0.05) nel gruppo D. L’aumento dell’età di macellazione da 73 a 80 d di età ha significativamente aumentato pesi vivi finali (+7,5%; P<0.001) e consumi (+4 g/d; P<0.05); ha ridotto gli accrescimenti ( 3,1 g/d; P<0.001) e peggiorato gli indici di conversione (2,92 vs. 3,22; P<0.001) degli animali. Le caratteristiche della carcassa sono state fortemente (P<0.01) modificate ritardando la macellazione di una settimana: il peso medio delle carcasse è aumentato (da 1563 g a 1705 g) così come la resa di macellazione (da 59,3% a 60,5%), l’adiposità e la muscolosità, mentre l’incidenza dell’intestino pieno è diminuita ( 0,7 punti percentuali). L’escrezione di azoto è aumentata con l’età di macellazione (+0.21 g/d per coniglio). In conclusione, la restrizione alimentare ha migliorato lo stato d salute senza compromettere le performance produttive e le caratteristiche della carcassa. La curva di razionamento progressiva ha rispecchiato in modo migliore il comportamento alimentare dei conigli rispetto alla curva scalare, permettendo di ottenere un livello alimentare in linea con quello atteso. Tuttavia, l’applicazione di questo tipo di programmi di razionamento alimentare appare difficile nelle aziende commerciali in quanto richiede molto tempo e lavoro quando non sono presenti sistemi di alimentazione automatici e potrebbe non essere adeguato per conigli allevati in colonia. L’aumento dell’età di macellazione ha incrementato la resa in carcassa, ma ha peggiorato la conversione alimentare ed aumentato l’escrezione di azoto. Secondo contributo: Restrizione alimentare basata sul tempo e composizione del gruppo in base al sesso: effetti su prestazioni produttive, comportamento alimentare e qualità della carne in conigli in accrescimento L’effetto del sistema alimentare (AL: ad libitum vs. R: razionamento) e della composizione del gruppo in base al sesso (X: sole femmine vs. Y: soli maschi vs. Z: sessi misti) su prestazioni produttive, comportamento alimentare, risultati di macellazione e qualità della carne è stato valutato su 288 conigli ibridi (144 femmine e 144 maschi), allevati dallo svezzamento (33 d di età) alla macellazione (75 d) in 18 recinti collettivi (1 m2; 16 animali per recinto). La restrizione basata sul tempo è stata realizzata aumentando il tempo di accesso alle mangiatoie (principalmente durante le ore di buio) in modo graduale (+1 h ogni 3–4 d) da 10 h/d a 16 h/d nelle prime tre settimane. Dopodiché, il tempo di alimentazione è stato aumentato gradualmente (+1 h/d) fino al raggiungimento del libero accesso al cibo. Durante le prime tre settimane, è stato ottenuto un livello di restrizione mediamente pari al 95% dell’ingestione ad libitum. Nel primo periodo di prova, il consumo è diminuito (128 g/d vs. 122 g/d; P<0,01) e l’indice di conversione migliorato (2,40 vs. 2,29; P<0,001) nei conigli razionati rispetto a quelli alimentati a volontà. Nel secondo periodo di prova, i conigli razionati hanno mostrato un peggiore indice di conversione (2.70 vs. 2.83; P<0,001) rispetto i conigli AL. Nell'intero periodo, le prestazioni produttive non sono state influenzate dal sistema alimentare. Diversamente, la restrizione ha fortemente modificato il comportamento alimentare dei conigli R, che mostravano un consumo medio orario superiore rispetto ai conigli AL per tutto il periodo di accesso all'alimento. Tuttavia, una volta raggiunto il libero accesso alle mangiatoie, nell'arco di pochi giorni, i conigli R hanno adottato un comportamento alimentare simile a quello degli animali sempre alimentati a volontà. Il razionamento non ha modificato il peso di macellazione (2860 g in media), la resa di macellazione (61,0%) e la qualità della carne dei conigli. Il sesso degli animali non ha influenzato le prestazioni produttive nel primo periodo, mentre nel secondo periodo i recinti con sole femmine o a sessi misti hanno mostrato accrescimenti superiori rispetto a quelli di soli maschi (47,0 g/d vs. 43,8 g/d vs. 46,1 g/d per i gruppi X, Y e Z rispettivamente; P<0,01). Allo stesso tempo, l’indice di conversione è diminuito nei recinti X e Z rispetto ai recinti Y (3,66 vs. 3,91 vs. 3,72; P<0,01). Considerando l’intero periodo, accrescimenti, consumi ed indici di conversione non sono cambiati in funzione della composizione del gruppo e tutti gli animali hanno raggiunti pesi vivi simili alla fine della prova. Le perdite di trasporto sono risultate superiori nei gruppi X rispetto ai gruppi Y e Z (3,00% vs. 2,45% vs. 2,80%; P<0,01), mentre la resa di macellazione (60,2% vs. 61,8% vs. 61,0%; P<0,001) e l’incidenza della testa (7,41% vs. 7,65% vs. 7,60%; P<0,05) sono risultate più alte nei maschi. Il pH della carne, le perdite di scongelamento e lo sforzo di taglio misurati sul muscolo l. lumborum sono state significativamente (0,05<P<0,01) più bassi nei gruppi Y e Z rispetto ai gruppi X. La frequenza di ferite riscontrate alla fine della prova è aumentata nei recinti di soli maschi e, in misura inferiore, in quelli a sesso misto (5,2% vs. 18,3% vs. 13,3%; P<0,05). In conclusione, prestazioni produttive, risultati di macellazione e qualità della carne non sono state influenzate dal sistema di alimentazione. Il progressivo aumento delle ore di accesso alle mangiatoie da 10 h/d a 16 h/d nelle prime tre settimane non ha permesso un controllo preciso del livello di restrizione in quanto i conigli sono stati in grado di adattare molto rapidamente la loro capacità di ingestione alimentare al periodo di accesso alle mangiatoie. Le prestazioni produttive, i risultati di macellazione e qualità della carne non sono cambiati in funzione della composizione del gruppo in base al sesso. Tuttavia, alloggiare i conigli in gruppi di soli maschi ha aumentato l’incidenza di ferite al termine della prova. Terzo contributo: Effetto del programma alimentare e della numerosità del gruppo su prestazioni produttive, stato d salute e qualità della carne in conigli in accrescimento L’effetto del programma alimentare (AL: ad libitum vs. R: razionamento) e della numerosità del gruppo (8 vs. 16 vs. 32 conigli per recinto) su prestazioni produttive, stato di salute, caratteristiche della carcassa e qualità della carne è stato valutato su 320 conigli ibridi (160 femmine e 160 maschi) allevati dallo svezzamento (31 d di età) alla macellazione (73 d) in 20 recinti collettivi a pari densità (16 animali/m2). Il programma di razionamento ha previsto una progressiva diminuzione del tempo di accesso alle mangiatoie durante la prima settimana (da 14 h/d a 8 h/d), una fase stabile a 8 h/d durante la seconda settimana e un progressivo aumento (+1 h/d) durante la terza e la quarta settimana (fase di re–alimentazione), al fine di ottenere un livello di restrizione pari al 85% del ad libitum nel primo periodo di prova. Nelle ultime due settimane, tutti i conigli hanno avuto libero acceso all'alimento. La restrizione alimentare ha significativamente (P<0,001) ridotto il consumo ( 15%) e l’indice di conversione ( 12%) nelle prime tre settimane. Nelle ultime tre settimane, i conigli precedentemente razionati hanno mostrato accrescimenti superiori rispetto ai conigli AL (47,2 g/d vs. 48,8 g/d; P<0,05), mentre consumi e indici di conversione non differivano a livello statistico tra i gruppi AL ed R. Nell'intero periodo, l’indice di conversione è stato significativamente migliore nel gruppo R rispetto al gruppo AL (3,05 vs. 2,93; P<0,001). I problemi digestivi sono apparsi nei conigli AL nelle prime settimane di prova, nonostante la somministrazione di una dieta medicata nel primo periodo. Durante la fase di re–alimentazione, la morbilità è aumentata nei conigli precedentemente razionati. Alla fine della prova, la mortalità è stata tendenzialmente superiore nei conigli R (6,3% vs. 11,9%; P<0,10). Peso di macellazione (2734 g in media), resa di macellazione (61,3%), caratteristiche della carcassa e qualità della carne non sono stati influenzati dal programma alimentare. Nessuna differenza rilevante sulle prestazioni produttive, i risultati di macellazione e la qualità della carne è stata osservata in funzione della numerosità del gruppo. Tuttavia, i conigli stabulati in gruppi di maggiori dimensioni sono stati esposti ad un rischio sanitario più elevato rispetto a quelli accasati in gruppi più piccoli (6,3% vs. 14,8% vs. 18,0% per i gruppi da 8, 16 e 32 animali/recinto rispettivamente; P<0.05). In conclusione, l’applicazione di un programma di razionamento caratterizzato da una progressiva riduzione del tempo di accesso al cibo durante la prima settimana, una fase di accesso costante durante la seconda e un progressivo aumento durante la terza e la quarta settimana ha permesso di raggiungere il livello di restrizione atteso nel primo periodo di prova (85% del ad libitum). Il razionamento alimentare ha significativamente migliorato l’indice d conversione senza modificare il peso vivo finale, i risultati di macellazione e la qualità del prodotto finale. Tuttavia, nonostante la re–alimentazione progressiva, il tasso di mortalità è aumentato nei conigli precedentemente razionati durante il secondo periodo di prova. La stabulazione degli animali in gruppi numerosi ha peggiorato le condizioni sanitarie. Quarto contributo: Effetto di differenti programmi di restrizione e re–alimentazione su prestazioni produttive, fisiologia digestiva, stato di salute, risultati di macellazione e qualità della carne in conigli allevati in colonia L’effetto del sistema di alimentazione (AL: ad libitum vs. R: razionamento) e del metodo di razionamento (accesso al cibo diurno vs. notturno) su prestazioni produttive, fisiologia digestiva, stato di salute, risultati di macellazione e qualità della carne è stato valutato su 400 conigli ibridi allevati dallo svezzamento (28 d di età) alla macellazione (70 d) in recinti collettivi (8 conigli per recinto, densità 16 animali/m2). Inoltre, sono stati valutati gli effetti della velocità di re–alimentazione (veloce: +4 h/d vs. lenta: +1/+2 h/d di accesso al cibo) e della tecnica di re–alimentazione (completa: fino a 24 h/d vs. incompleta: fino a 12 h/d di accesso al cibo). I seguenti gruppi sperimentali sono stati formati: ad libitum (AL); razionamento diurno con re–alimentazione veloce e completa (DF); razionamento notturno con re–alimentazione veloce e completa (NF); razionamento notturno con re–alimentazione lenta e completa (NS); razionamento notturno con re–alimentazione molto lenta ed incompleta (NI). I programmi di razionamento hanno previsto una fase di riduzione del tempo di accesso alle mangiatoie durante la prima settimana (da 14 a 9 h/d), una fase stabile durante la seconda settimana (8 h/d) e un periodo di re–alimentazione variabile a partire dalla quarta settimana (fase di re-alimentazione). Il razionamento diurno (ossia l’accesso diurno alle mangiatoie) ha inizialmente comportato un livello di restrizione più severo rispetto a quello ottenuto con i programmi di razionamento notturno (accesso alle mangiatoie durante le ore di buio), ma dopo una settimana di adattamento i conigli D hanno raggiunto i livelli di ingestione dei conigli N. La riduzione del tempo di alimentazione (fino a 8 h/d) nelle prime due settimane ha diminuito il consumo alimentare ( 24%) e l’accrescimento medio giornaliero ( 7%), portando a pesi vivi significativamente inferiori alla fine della terza settimana negli animali razionati rispetto a quelli alimentati a volontà (1761 g vs. 1671 g; P<0,001). I conigli razionati hanno mostrato un indice di conversione migliore rispetto agli ad libitum (2,11 vs. 1,95; P<0,001) nel primo periodo di prova. Infatti, la prova di digeribilità effettuata durante la seconda settimana, ha evidenziato un significativo (0,01<P<0,001) aumento della digeribilità della sostanza secca (+3,5%) e della maggior parte dei nutrienti della dieta nei conigli razionati rispetto a quelli ad libitum, indipendentemente dal metodo di restrizione adottato. A 43 d di età, il pH del contenuto ciecale era inferiore nei conigli razionati rispetto ai conigli alimentati a volontà (5,46 vs. 5,34 in media; P<0,01). In accordo, la produzione totale di acidi grassi volatili (AGV) era superiore nei conigli razionati (+15% rispetto al gruppo ad libitum), mentre l’azoto ammoniacale è diminuito nei gruppi razionati ( 29%). Nel secondo periodo di prova, a seguito della fase di re–alimentazione, l’accrescimento giornaliero è significativamente aumentato nei conigli precedentemente razionati rispetto ai conigli AL (47,1 g/d vs. 51,1 g/d; P<0,001) come conseguenza dell’aumento del consumo alimentare (157 g/d vs. 165 g/d per i gruppi AL e razionati rispettivamente; P<0,001). I conigli sottoposti a re–alimentazione incompleta hanno mostrato una maggiore efficienza alimentare rispetto a quelli completamente re–alimentati (P<0,05). Infatti, alla fine della fase di re–alimentazione (51 d di età), la digeribilità dell’energia lorda e della proteina grezza è risultata superiore nel gruppo NI rispetto ai gruppi sottoposti a re–alimentazione completa (0,05<P<0,01). Alla stessa età, la produzione totale di VFA era ancora maggiore nei conigli ancora sottoposti a razionamento rispetto a quelli ad libitum (+19% in media; P<0.001) ed aumentava con la diminuzione della velocità di re–alimentazione (P<0.01). Lo stato di salute degli animali non è stato influenzato né dal sistema di alimentazione né dal metodo di razionamento o dal programma di re–alimentazione. I pesi di macellazione (2607 g in media), le rese di macellazione (60,2%), le caratteristiche della carcassa e la qualità della carne non sono stati modificati dal programma alimentare. In conclusione, un programma di razionamento notturno che preveda la graduale diminuzione del tempo di accesso alle mangiatoie nella prima settimana del post–svezzamento e di aumentare lentamente il tempo di alimentazione a partire dalla quarta settimana fino a raggiungere un massimo di 12 h/d di accesso alla mangiatoia potrebbe rappresentare la strategia migliore per ottimizzare l’efficienza alimentare nei conigli in accrescimento senza influenzare negativamente le prestazioni produttive, i risultati di macellazione e la qualità della carne. Tuttavia, nemmeno l’applicazione di un programma di razionamento con re–alimentazione incompleta è risultata efficace nel controllo dello stato di salute. I livelli di restrizione alimentare testati nelle nostre prove (85 90% del ad libitum durante le prime tre settimane dopo lo svezzamento) sono stati adottati per trovare un equilibrio tra i supposti effetti positivi sulla salute digestiva e quelli negativi riscontrati spesso da vari autori sulle prestazioni produttive. In generale, una restrizione alimentare severa (≤80% del ad libitum) applicata durante la fase di post–svezzamento permette di ottenere un importante miglioramento dello stato di salute degli animali che rimane evidente anche quando si considera l’intero periodo di allevamento; tuttavia restrizioni simili possono compromettere le prestazioni complessive dei conigli diminuendo il peso vivo finale e la resa di macellazione e peggiorando le caratteristiche della carcassa. Nel primo contributo sperimentale, con conigli stabulati individualmente, il tasso di complessivo mortalità è stato significativamente ridotto applicando un livello di restrizione attorno al 90% durante il post svezzamento, in particolare quando è stata adottata la curva di restrizione progressiva con variazioni giornaliere. È possibile perciò ipotizzare che anche un razionamento non troppo spinto potrebbe esercitare un effetto protettivo sulla salute intestinale quando i contatti tra animali siano limitati dalla stabulazione individuale (o in bicellulare). D’altra parte, nel terzo contributo, un programma di restrizione più severo ha salvaguardato lo stato di salute degli animali, ma tale effetto è sparito quando i conigli razionati hanno iniziato la fase di re–alimentazione. In questo modo, l’adozione di programmi di razionamento potrebbe avere addirittura un effetto negativo sullo stato di salute dei conigli, determinando ad un aumento di morbilità e mortalità durante la fase di ingrasso (quando avviene la re–alimentazione) con un incremento dell’impatto economico delle perdite dovute agli animali morti e scartati dalla macellazione. Nemmeno l’utilizzo di una re–alimentazione molto lenta ed incompleta (fino a un massimo di 12 h/d di accesso all'alimento) si è dimostrato efficace nel limitare l’incidenza di patologie enteriche una volta terminata la copertura del trattamento antibiotico somministrato nella dieta da post–svezzamento. Nelle prime due sperimentazioni, nessuna differenza in termini di efficienza alimentare è stata rilevata tra animali razionati o alimentati ad libitum, in quanto il lieve miglioramento osservato nel periodo di razionamento veniva annullato dal peggioramento dell’efficienza alimentare del secondo periodo di re–alimentazione. Diversamente, nel terzo e nel quarto contributo, l’adozione di programmi di razionamento più severi rispetto a quelli testati nelle prime due prove, ha diminuito l’accrescimento degli animali nel primo periodo, ma alla fine della prova i conigli razionali hanno raggiunto pesi vivi simili a quelli dei conigli alimentati a volontà, grazie agli accrescimenti compensativi che si sono verificati durante la fase di re–alimentazione. Inoltre è stata rilevata una significativa riduzione dell’indice di conversione nei conigli razionati, sia nel primo che nell'intero periodo di prova, soprattutto quando è stata applicata una re–alimentazione incompleta. Il miglioramento dell’efficienza alimentare nei conigli razionati può essere legato ad un aumento dell’utilizzazione digestiva dei nutrienti. Tuttavia, questo effetto avviene solamente durante la fase di restrizione. Infatti, solo l’applicazione di una re–alimentazione incompleta ha permesso ai conigli di mantenere una maggiore efficienza digestiva durante il secondo periodo di allevamento. Non va poi dimenticato l’effetto della restrizione alimentare sulla composizione corporea, con una tendenziale riduzione dell’accrescimento lipidico e un miglioramento della ritenzione proteica. Nessuno dei programmi di razionamento testati nelle quattro prove sperimentali ha modificato in modo sostanziale e con ricadute commerciali i risultati macellazione, le caratteristiche della carcassa e la qualità della carne di coniglio. I moderati livelli di razionamento applicati e la lunga durata della fase di re–alimentazione posso spiegare i risultati ottenuti. Il comportamento alimentare dei conigli cambia in modo considerevole quando gli animali sono sottoposti a programmi di razionamento. Tuttavia, nelle nostre condizioni, i conigli hanno ripreso un comportamento alimentare simile a quello degli animali ad libitum entro pochi giorni dal raggiungimento del libero accesso all’alimento. Un accesso al cibo permesso durante le ore di luce ha comportato cambiamenti più profondi nel comportamento alimentare dei conigli, che hanno impiegato circa una settimana per raggiungere i livelli di ingestione degli animali alimentati durante il periodo di buio. In conclusione, i nostri risultati confermano la possibilità di applicare programmi di razionamento alimentare anche nel sistema produttivo italiano con l’obiettivo principale di migliorare l’efficienza alimentare. Al contrario, il controllo dello stato di salute appare ancora difficile da ottenere e la relazione tra restrizione alimentare e salute digestiva necessita di ulteriori approfondimenti. Una restrizione alimentare temporale, caratterizzata da un tempo di alimentazione inferiore a 10 h/d durante le prime tre settimane di post–svezzamento e seguita da una re–alimentazione incompleta (fino a 12 h/d) potrebbe essere il metodo più efficace e nello stesso tempo più facile da applicare in campo e il più adeguato per conigli allevati in gruppo. La valutazione di possibili relazioni sinergiche tra programmi di restrizione alimentare e diverse composizioni delle diete come pure le relazioni con la genetica animale (sesso, tipo genetico) potrebbero essere oggetto di ulteriori studi.

Role of feed restriction programs on enhancing gut health, feed efficiency and meat quality in growing rabbits

BIROLO, MARCO
2016

Abstract

L’applicazione di strategie di restrizione alimentare nei conigli in accrescimento si focalizza su due obiettivi principali: 1) il miglioramento dello stato di salute con la riduzione di mortalità e morbilità causate da patologie digestive; 2) l’aumento dell’efficienza globale delle aziende con l’ottimizzazione dell’indice di conversione e la diminuzione dei costi legati alla somministrazione di antibiotici. Entrambi questi temi sono di grande interesse al fine di garantire la sostenibilità economica per gli allevatori e rispettare le normative Europee in tema di scurezza alimentare. Per questi motivi, nel corso degli ultimi decenni, gli effetti delle strategie di restrizione alimentare nei conigli in accrescimento sono stati ampiamente studiati. Nella maggior parte degli studi, il razionamento è stato attuato durante le prime tre o quattro settimane successive allo svezzamento, con l’obiettivo di ottenere livelli di alimentazione compresi tra il 60% e il 90% dell’ingestione ad libitum, seguito da un periodo di alimentazione a volontà durante le ultime fasi dell’ingrasso (da una a tre settimane). Restrizioni quantitative sono state ottenute direttamente, riducendo la quantità di mangime somministrato agli animali, o indirettamente, limitando il tempo di accesso al cibo o all'acqua. Inoltre, restrizioni qualitative sono state ottenute riducendo il contenuto energetico delle diete fornite agli animali. La scelta del metodo per applicare la restrizione alimentare deve tenere in considerazione le attrezzature disponibili in allevamento, le condizioni ambientali e di stabulazione nonché l’impatto sul benessere degli animali. La letteratura scientifica riporta che i programmi di razionamento rappresentano un valido strumento per ridurre l’incidenza dei problemi digestivi, aumentare l’utilizzazione digestiva delle diete e migliorare l’efficienza alimentare nei conigli in accrescimento. Tuttavia, l’effetto protettivo del razionamento sulla salute intestinale degli animali si limita alla fase di restrizione, mentre il rischio per i conigli precedentemente razionati di contrarre malattie digestive spesso aumenta durante la fase di re–alimentazione. Pertanto, la gestione di quest’ultima fase rappresenta un punto critico, ma pochi studi hanno trattato questa problematica. Inoltre, l’origine multifattoriale dell’enteropatia epizootica del coniglio rende difficile l’interpretazione dei risultati diversi e talora contraddittori ottenuti nei vari studi. Se da un lato il miglioramento dell’indice di conversione sembra essere un effetto abbastanza ripetibile, i vantaggi in termini economici potrebbero essere limitati considerando la necessità di allungare la fase di ingrasso per permettere un completo recupero delle performance produttive (pesi vivi finali) ed evitare considerevoli diminuzioni delle rese di macellazione. Infatti, gli aspetti economici legati all'utilizzo di strategie di riduzione alimentare nella produzione del coniglio da carne devono essere attentamente valutati, specialmente nei paesi dove il mercato richiede pesi di macellazione elevati come l’Italia. La presente tesi ha avuto lo scopo di definire programmi di razionamento efficaci nel migliorare l’efficienza alimentare e la salute intestinale nei conigli in accrescimento, senza compromettere i risultati di macellazione, le caratteristiche della carcassa e la qualità della carne. Lo scopo è stato perseguito focalizzandosi su tre obiettivi principali: (i) valutare l’effetto di un sistema di restrizione quantitativo in conigli alloggiati individualmente; (ii) sviluppare un’adeguata restrizione basata sul tempo di accesso al cibo in conigli stabulati in recinti collettivi; (iii) ottimizzare la gestione della fase di re–alimentazione. Questi punti sono stati affrontati in quattro contributi sperimentali la cui organizzazione e principali risultati sono riassunti di seguito: Primo contributo: Effetto del sistema di restrizione alimentare e dell’età di macellazione in conigli in accrescimento L’effetto del sistema di alimentazione (AL: ad libitum vs. D: sistema di razionamento progressivo con variazioni giornaliere vs. W: sistema di razionamento scalare con variazioni settimanali) su efficienza digestiva, stato di salute, performance produttive, caratteristiche della carcassa e bilancio dell’azoto è stato valutato utilizzando 282 conigli ibridi commerciali allevati in gabbie monocellulari dallo svezzamento (36 d di età) alla macellazione avvenuta a due età (73 vs. 80 d). La restrizione alimentare era basata sulla somministrazione di ridotte quantità di mangime crescenti dall'80% del consumo AL allo svezzamento al 100% alla fine della terza settimana dopo lo svezzamento in funzione di due curve di alimentazione caratterizzate da piccoli incrementi giornalieri (+4 g/d; gruppo D) o da grandi aumenti settimanali (+23 g/settimana in media; gruppo W). Dall'inizio della quarta settimana la quantità di mangime fornito in entrambi i gruppi razionati è stata aumentata di 4 g/d per 9 giorni consecutivi al fine di prevenire bruschi picchi di ingestione alimentare, dopodiché tutti i conigli sono stati alimentati a volontà fino alla macellazione commerciale. Nessun trattamento antibiotico è stato effettuato durante la prova. I coefficienti di digeribilità apparente della dieta da post–svezzamento sono stati misurati su 36 conigli (12 per sistema di alimentazione) da 49 a 53 d di età (ultima settimana di restrizione), mentre i coefficienti di digeribilità della dieta da ingrasso sono stati misurati su 36 conigli (12 per sistema di alimentazione) da 64 a 68 d di età (durante la fase di consumo volontario). Considerato il periodo di realizzazione della prova di digeribilità, quanto il livello nutritivo era pari al 95% del ad libitum, solo la digeribilità della proteina grezza è stata aumentata (P<0,001) nei gruppi razionati. Durante il secondo periodo, nessun effetto residuo del precedente trattamento di restrizione è stato osservato sulla digeribilità della dieta. Nell'intero periodo di prova, mortalità, morbilità e rischio sanitario hanno raggiunto rispettivamente 12,7%, 11,3% e 24,0% in media. Mortalità e rischio sanitario sono stati significativamente (P<0,05) inferiori nei conigli razionati rispetto a quelli alimentati ad libitum ( 12,0 punti percentuali), in particolare quando è stato applicato il sistema progressivo ( 14,2 punti percentuali). Nelle prime tre settimane, il livello di restrizione è stato pari al 91% nel gruppo D e al 93% nel gruppo W; l’accrescimento giornaliero è diminuito in entrambi i gruppi razionati ( 7,5% rispetto al gruppo AL) mentre l’indice di conversione non è stato modificato dal sistema di alimentazione. Nel secondo periodo, solo il gruppo W ha mostrato consumi (+4,2%) e accrescimenti (+14,2%) superiori e migliori indici di conversione ( 3,2%) rispetto al gruppo AL. Il peso vivo finale (2748 g in media), l’indice di conversione (3,07), la resa di macellazione (59,8%) e le caratteristiche della carcassa non sono stati influenzati dal trattamento alimentare. L’escrezione giornaliera di azoto è stata ridotta ( 0.08 g/d per coniglio; P<0.05) nel gruppo D. L’aumento dell’età di macellazione da 73 a 80 d di età ha significativamente aumentato pesi vivi finali (+7,5%; P<0.001) e consumi (+4 g/d; P<0.05); ha ridotto gli accrescimenti ( 3,1 g/d; P<0.001) e peggiorato gli indici di conversione (2,92 vs. 3,22; P<0.001) degli animali. Le caratteristiche della carcassa sono state fortemente (P<0.01) modificate ritardando la macellazione di una settimana: il peso medio delle carcasse è aumentato (da 1563 g a 1705 g) così come la resa di macellazione (da 59,3% a 60,5%), l’adiposità e la muscolosità, mentre l’incidenza dell’intestino pieno è diminuita ( 0,7 punti percentuali). L’escrezione di azoto è aumentata con l’età di macellazione (+0.21 g/d per coniglio). In conclusione, la restrizione alimentare ha migliorato lo stato d salute senza compromettere le performance produttive e le caratteristiche della carcassa. La curva di razionamento progressiva ha rispecchiato in modo migliore il comportamento alimentare dei conigli rispetto alla curva scalare, permettendo di ottenere un livello alimentare in linea con quello atteso. Tuttavia, l’applicazione di questo tipo di programmi di razionamento alimentare appare difficile nelle aziende commerciali in quanto richiede molto tempo e lavoro quando non sono presenti sistemi di alimentazione automatici e potrebbe non essere adeguato per conigli allevati in colonia. L’aumento dell’età di macellazione ha incrementato la resa in carcassa, ma ha peggiorato la conversione alimentare ed aumentato l’escrezione di azoto. Secondo contributo: Restrizione alimentare basata sul tempo e composizione del gruppo in base al sesso: effetti su prestazioni produttive, comportamento alimentare e qualità della carne in conigli in accrescimento L’effetto del sistema alimentare (AL: ad libitum vs. R: razionamento) e della composizione del gruppo in base al sesso (X: sole femmine vs. Y: soli maschi vs. Z: sessi misti) su prestazioni produttive, comportamento alimentare, risultati di macellazione e qualità della carne è stato valutato su 288 conigli ibridi (144 femmine e 144 maschi), allevati dallo svezzamento (33 d di età) alla macellazione (75 d) in 18 recinti collettivi (1 m2; 16 animali per recinto). La restrizione basata sul tempo è stata realizzata aumentando il tempo di accesso alle mangiatoie (principalmente durante le ore di buio) in modo graduale (+1 h ogni 3–4 d) da 10 h/d a 16 h/d nelle prime tre settimane. Dopodiché, il tempo di alimentazione è stato aumentato gradualmente (+1 h/d) fino al raggiungimento del libero accesso al cibo. Durante le prime tre settimane, è stato ottenuto un livello di restrizione mediamente pari al 95% dell’ingestione ad libitum. Nel primo periodo di prova, il consumo è diminuito (128 g/d vs. 122 g/d; P<0,01) e l’indice di conversione migliorato (2,40 vs. 2,29; P<0,001) nei conigli razionati rispetto a quelli alimentati a volontà. Nel secondo periodo di prova, i conigli razionati hanno mostrato un peggiore indice di conversione (2.70 vs. 2.83; P<0,001) rispetto i conigli AL. Nell'intero periodo, le prestazioni produttive non sono state influenzate dal sistema alimentare. Diversamente, la restrizione ha fortemente modificato il comportamento alimentare dei conigli R, che mostravano un consumo medio orario superiore rispetto ai conigli AL per tutto il periodo di accesso all'alimento. Tuttavia, una volta raggiunto il libero accesso alle mangiatoie, nell'arco di pochi giorni, i conigli R hanno adottato un comportamento alimentare simile a quello degli animali sempre alimentati a volontà. Il razionamento non ha modificato il peso di macellazione (2860 g in media), la resa di macellazione (61,0%) e la qualità della carne dei conigli. Il sesso degli animali non ha influenzato le prestazioni produttive nel primo periodo, mentre nel secondo periodo i recinti con sole femmine o a sessi misti hanno mostrato accrescimenti superiori rispetto a quelli di soli maschi (47,0 g/d vs. 43,8 g/d vs. 46,1 g/d per i gruppi X, Y e Z rispettivamente; P<0,01). Allo stesso tempo, l’indice di conversione è diminuito nei recinti X e Z rispetto ai recinti Y (3,66 vs. 3,91 vs. 3,72; P<0,01). Considerando l’intero periodo, accrescimenti, consumi ed indici di conversione non sono cambiati in funzione della composizione del gruppo e tutti gli animali hanno raggiunti pesi vivi simili alla fine della prova. Le perdite di trasporto sono risultate superiori nei gruppi X rispetto ai gruppi Y e Z (3,00% vs. 2,45% vs. 2,80%; P<0,01), mentre la resa di macellazione (60,2% vs. 61,8% vs. 61,0%; P<0,001) e l’incidenza della testa (7,41% vs. 7,65% vs. 7,60%; P<0,05) sono risultate più alte nei maschi. Il pH della carne, le perdite di scongelamento e lo sforzo di taglio misurati sul muscolo l. lumborum sono state significativamente (0,05
2016
Inglese
feed restriction, growing rabbits, digestive health, feed efficiency
CORICH, VIVIANA
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-110067