Le razze Valdostana Castana e Pezzata nera tradizionalmente si contraddistinguono per una spiccata belligeranza che emerge al momento del pascolo, quando gli animali provenienti da mandrie diverse si incontrano e combattono per definire nuove gerarchie sociali. Allo scopo di riproporre tale comportamento ad un pubblico più vasto, gli allevatori valdostani organizzano da secoli una caratteristica competizione che prende il nome di “Batailles de reines” e vede annualmente migliaia di esemplari contendersi il titolo di “Regina dell’anno”. Annualmente, la manifestazione consiste in 20 giornate di eliminatorie ed in un torneo finale a cui è consentito prendere parte soltanto alle bovine provenienti dalla Valle d’Aosta. I risultati dei combattimenti disputati nel corso degli anni sono divenuti materia di ricerca nel presente lavoro di tesi, allo scopo di studiare alcuni aspetti, sia genetici che comportamentali, dell’attitudine al combattimento nelle bovine valdostane. Il carattere in questione è stato studiato seguendo 4 passaggi successivi, condotti con metodologie diverse e volti a mettere in luce aspetti differenti del comportamento combattivo. La prima analisi si è focalizzata sulla dinamica delle interazioni agonistiche tra bovine combattenti, preoccupandosi di capire quali fattori possano incidere nel tipo di combattimento che viene espresso e sul suo eventuale esito. Allo scopo, sono stati considerati 168 combattimenti registrati mediante videocamera nel corso di quattro tornei svoltisi nella stagione 2009. Il dataset per le analisi è stato largamente ampliato nello studio successivo, allargato ai dati raccolti nel corso di sei anni di competizioni (dal 2001 al 2006, circa 16.000 record appartenenti a 6.000 esemplari), e volto a delineare un punteggio fenotipico (Placement Score) ben rappresentativo delle performance dei partecipanti. Tale punteggio è stato quindi utilizzato come variabile dipendente in un modello genetico volto a stimare le componenti di varianza ed i parametri genetici per l’attitudine al combattimento. Tale punteggio è stato quindi inserito come fenotipo in un modello genetico volto a stimare le componenti di varianza e i parametri genetici inerenti al carattere studiato. Un’ulteriore analisi (terzo passaggio), si è invece focalizzata sullo studio degli effetti genetici indiretti (IGEs) dovuti all’incidenza dei partner sociali nel fenotipo dell’individuo. Quale criterio di indagine, si è provveduto a confrontare modelli genetici privi dell’effetto dei conpecifici (i.e., membri della stessa specie), con modelli comprendenti invece l’avversario, alternativamente introdotto nel fenotipo (Competitive Placement Score) e nel modello genetico. Quale quarto e finale passaggio, è stato condotto uno studio di popolazione sul livello di inbreeding nelle due razze studiate, in grado di stimare coefficienti di parentela individuali. Tali coefficienti sono stati quindi inseriti nei modelli genetici (descritti in precedenza) allo scopo di determinare l’incidenza dell’inbreeding sulle stime dei parametri genetici per la combattività, nonché sul valore genetico degli individui consanguinei. Per quest’analisi si è reso disponibile un dataset più ampio, comprendente un ammontare di 24,000 record relativi ad oltre 8,200 esemplari. I risultati ottenuti a seguito di tutte le analisi condotte, dimostrano che i combattimenti tra bovine seguono le tipiche dinamiche della lotta scalata, costituita da valutazioni successive degli avversari con esibizioni ad intensità crescente. Quali risultano fattori chiave nello delineare l’esito dei conflitti e le dinamiche in cui essi si svolgono sono emersi l’età dei contendenti, il loro peso, e, soprattutto, le precedenti esperienze di combattimento. Analogamente, anche la componente genetica della combattività rivestire un ruolo significativo nell’influenzare l’esito dei conflitti. Le analisi statistiche e genetiche condotte su tale carattere hanno permesso di riconoscere come significativi fattori quali il peso, l’età, l’azienda e il torneo dell’esemplare, come pure le componenti genetica indiretta e ambientale. Le analisi condotte sui modelli quantitativi classici hanno permesso di stimare un’ereditabilità per l’attitudine al combattimento dell’8%, mentre le analisi effettuate sui modelli con effetti genetici indiretti hanno riportato valori di ereditabilità dell’11%. Confrontando le due tipologie di modelli, è emerso come l’inclusione degli effetti genetici indiretti porti a valori migliori nelle stime. Tra i vari modelli comprendenti le componenti indirette considerati negli studi, quello il più affidabile risulta includere gli effetti indiretti solo in termini di componente genetica additiva e non ambientale. L’introduzione del coefficiente di parentela nei modelli genetici, sia essi classici che comprendenti effetti indiretti, comporta delle variazioni soltanto lievi nelle stime dell’ereditabilità, dell’ordine del 2% modelli classici, e addirittura non percettibili negli altri. I valori genetici per la combattività sembrano comunque risentire negativamente dell’effetto dell’inbreeding, come suggerito dalla pendenza negativa della retta di regressione lineare ricavata analizzando genealogie di consanguinei con livelli di inbreeding crescenti. È infine interessante notare come, nonostante la mancanza di un’opera selettiva pianificata rivolta al miglioramento del carattere, l’attitudine al combattimento risulti comunque aumentare nel tempo, rivelando un incremento nei valori genetici del 2-3% annuo. Da questa, e dalle precedenti considerazioni effettuate per le precedenti analisi, è possibile concludere che l’attitudine al combattimento nella razza Valdostana può offrire al miglioramento genetico degli spunti di riflessione interessanti per l’analisi dei comportamenti e dei caratteri sociali.
Behavioural and genetic investigation of fighting ability in Valdostana breed
SARTORI, CRISTINA
2011
Abstract
Le razze Valdostana Castana e Pezzata nera tradizionalmente si contraddistinguono per una spiccata belligeranza che emerge al momento del pascolo, quando gli animali provenienti da mandrie diverse si incontrano e combattono per definire nuove gerarchie sociali. Allo scopo di riproporre tale comportamento ad un pubblico più vasto, gli allevatori valdostani organizzano da secoli una caratteristica competizione che prende il nome di “Batailles de reines” e vede annualmente migliaia di esemplari contendersi il titolo di “Regina dell’anno”. Annualmente, la manifestazione consiste in 20 giornate di eliminatorie ed in un torneo finale a cui è consentito prendere parte soltanto alle bovine provenienti dalla Valle d’Aosta. I risultati dei combattimenti disputati nel corso degli anni sono divenuti materia di ricerca nel presente lavoro di tesi, allo scopo di studiare alcuni aspetti, sia genetici che comportamentali, dell’attitudine al combattimento nelle bovine valdostane. Il carattere in questione è stato studiato seguendo 4 passaggi successivi, condotti con metodologie diverse e volti a mettere in luce aspetti differenti del comportamento combattivo. La prima analisi si è focalizzata sulla dinamica delle interazioni agonistiche tra bovine combattenti, preoccupandosi di capire quali fattori possano incidere nel tipo di combattimento che viene espresso e sul suo eventuale esito. Allo scopo, sono stati considerati 168 combattimenti registrati mediante videocamera nel corso di quattro tornei svoltisi nella stagione 2009. Il dataset per le analisi è stato largamente ampliato nello studio successivo, allargato ai dati raccolti nel corso di sei anni di competizioni (dal 2001 al 2006, circa 16.000 record appartenenti a 6.000 esemplari), e volto a delineare un punteggio fenotipico (Placement Score) ben rappresentativo delle performance dei partecipanti. Tale punteggio è stato quindi utilizzato come variabile dipendente in un modello genetico volto a stimare le componenti di varianza ed i parametri genetici per l’attitudine al combattimento. Tale punteggio è stato quindi inserito come fenotipo in un modello genetico volto a stimare le componenti di varianza e i parametri genetici inerenti al carattere studiato. Un’ulteriore analisi (terzo passaggio), si è invece focalizzata sullo studio degli effetti genetici indiretti (IGEs) dovuti all’incidenza dei partner sociali nel fenotipo dell’individuo. Quale criterio di indagine, si è provveduto a confrontare modelli genetici privi dell’effetto dei conpecifici (i.e., membri della stessa specie), con modelli comprendenti invece l’avversario, alternativamente introdotto nel fenotipo (Competitive Placement Score) e nel modello genetico. Quale quarto e finale passaggio, è stato condotto uno studio di popolazione sul livello di inbreeding nelle due razze studiate, in grado di stimare coefficienti di parentela individuali. Tali coefficienti sono stati quindi inseriti nei modelli genetici (descritti in precedenza) allo scopo di determinare l’incidenza dell’inbreeding sulle stime dei parametri genetici per la combattività, nonché sul valore genetico degli individui consanguinei. Per quest’analisi si è reso disponibile un dataset più ampio, comprendente un ammontare di 24,000 record relativi ad oltre 8,200 esemplari. I risultati ottenuti a seguito di tutte le analisi condotte, dimostrano che i combattimenti tra bovine seguono le tipiche dinamiche della lotta scalata, costituita da valutazioni successive degli avversari con esibizioni ad intensità crescente. Quali risultano fattori chiave nello delineare l’esito dei conflitti e le dinamiche in cui essi si svolgono sono emersi l’età dei contendenti, il loro peso, e, soprattutto, le precedenti esperienze di combattimento. Analogamente, anche la componente genetica della combattività rivestire un ruolo significativo nell’influenzare l’esito dei conflitti. Le analisi statistiche e genetiche condotte su tale carattere hanno permesso di riconoscere come significativi fattori quali il peso, l’età, l’azienda e il torneo dell’esemplare, come pure le componenti genetica indiretta e ambientale. Le analisi condotte sui modelli quantitativi classici hanno permesso di stimare un’ereditabilità per l’attitudine al combattimento dell’8%, mentre le analisi effettuate sui modelli con effetti genetici indiretti hanno riportato valori di ereditabilità dell’11%. Confrontando le due tipologie di modelli, è emerso come l’inclusione degli effetti genetici indiretti porti a valori migliori nelle stime. Tra i vari modelli comprendenti le componenti indirette considerati negli studi, quello il più affidabile risulta includere gli effetti indiretti solo in termini di componente genetica additiva e non ambientale. L’introduzione del coefficiente di parentela nei modelli genetici, sia essi classici che comprendenti effetti indiretti, comporta delle variazioni soltanto lievi nelle stime dell’ereditabilità, dell’ordine del 2% modelli classici, e addirittura non percettibili negli altri. I valori genetici per la combattività sembrano comunque risentire negativamente dell’effetto dell’inbreeding, come suggerito dalla pendenza negativa della retta di regressione lineare ricavata analizzando genealogie di consanguinei con livelli di inbreeding crescenti. È infine interessante notare come, nonostante la mancanza di un’opera selettiva pianificata rivolta al miglioramento del carattere, l’attitudine al combattimento risulti comunque aumentare nel tempo, rivelando un incremento nei valori genetici del 2-3% annuo. Da questa, e dalle precedenti considerazioni effettuate per le precedenti analisi, è possibile concludere che l’attitudine al combattimento nella razza Valdostana può offrire al miglioramento genetico degli spunti di riflessione interessanti per l’analisi dei comportamenti e dei caratteri sociali.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
PhD_Thesis_Cristina_Sartori.pdf
accesso aperto
Dimensione
2.26 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.26 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/110177
URN:NBN:IT:UNIPD-110177