CRITICITA’ DELLO SCREENING UDITIVO NEONATALE: PROSPETTIVE RAZIONALI DELLO SCREENING GENETICO DELL’IPOACUSIA Introduzione: L’ipoacusia è il deficit neurosensoriale più comune alla nascita, la sua prevalenza è stimata 1-3 ogni 1000 nati vivi. Da studi recenti emerge come vi sia un periodo critico per l’acquisizione del linguaggio, tale evidenza ha sostenuto l’adozione dello screening uditivo neonatale universale (Universal Newborn Hearing Screening, UNHS) in molti paesi. In Italia lo UNHS è stato introdotto per la prima volta nel 1997; in 2002, alcuni ospedali della regione Veneto hanno aderito a un progetto pilota sullo UNHS e oggi la quasi totalità dei centri nascita veneti lo ha adottato. Parallelamente all’adozione dei programmi di UNHS e all’identificazione precoce dei casi di ipoacusia, si è verificato un corrispondente ampliamento delle conoscenze nel campo della genetica dell’ipoacusia preverbale. In alcune popolazioni, più della metà dei casi di deficit uditivo è dovuta a mutazioni unicamente a carico di GJB2 e GJB6, poste sul locus DFNB1. Il fatto che mutazioni dei geni GJB2 e GJB6 rendono conto di almeno il 50% delle perdite uditive autosomiche recessive (chiamate DFNB1 sensorineural hearing loss, DFNB1 SNHL), benché con variazioni di prevalenza e variazioni nella frequenza di mutazioni specifiche nelle diverse popolazioni studiate, ha indotto a considerare che l’associazione dello screening genetico di DFNB1 a UNHS può presentare numerosi vantaggi da un punto di vista clinico ed economico-sanitario. Molti studi hanno valutato l’opportunità di affiancare lo screening genetico di DFNB1 a UNHS, ma vi sono ancora molte questioni non risolte: che tipo di test andrebbe eseguito: la ricerca delle mutazioni più comuni o il sequenziamento completo? Come verrebbero interpretati determinati risultati (nel caso, per esempio lo screening genetico individuasse solo una mutazione di GJB2) Il rapporto costo beneficio è favorevole? Scopo: lo scopo di questa tesi è di analizzare la modalità di esecuzione di UNHS in cinque centri nascita della regione Veneto e di valutare il razionale dell’eventuale attuazione dello screening genetico di DFNB1 SNHL. Metodi: tra il 2008 e iI 2010, è stata condotta un’indagine in 5 punti nascita della regione Veneto al fine di valutare se le modalità di esecuzione di UNHS rispondevano ai criteri stabiliti dalle linee guida internazionali stese dal Joint Committee on Infant Hearing (JCIH) e di identificare le criticità del programma di UNHS. In particolare sono stati valutati i seguenti parametri: copertura dello screening, tipo di protocollo per l’esecuzione di UNHS, numero di soggetti con ipoacusia neurosensoriale identificati e casi di DFNB1 SNHL, percentuale di pazienti che non hanno interrotto l’iter di valutazioni audiologiche (lost to follow up). I centri nascita coinvolti nello studio sono stati Padova, Thiene (VI), Castelfranco Veneto (TV), Abano Terme (PD) and Monselice (PD). Il programma di UNHS in questi ospedali è così organizzato: presso ciascun centro di accoglienza neonatale, il personale paramedico eseguiva lo screening su tutti i neonati mediante le emissioni otocusiche transienti automatiche (A-TEOAEs), coloro che risultano REFER vengono sottoposti al test dei potenziali evocati uditivi del tronco (A-ABR) presso gli ambulatori della Clinica Pediatrica di Padova entro i tre mesi di vita, se questo test conferma il sospetto di un deficit uditivo, attorno al quinto mese di vita, il bambino esegue una valutazione audiologica presso il servizio di Audiologia pediatrica dell’Ospedale di Padova. I casi di ipoacusia identificati vengono inviati al Laboratorio di Malattie Rare della Clinica Pediatrica di Padova per eseguire il test genetico che consiste nel sequenziamento completo di GJB2 e GJB6. Risultati: la copertura in tutti i centri raggiunge circa il 100%. Ogni ospedale ha redatto un protocollo per l’esecuzione del UNHS basandosi sulle linee guida internazionali del JCIH e adattandole alle peculiarità della propria realtà (natalità, personale addetto all’esecuzione di UNHS, livello di terapia intensiva neonatale). La prevalenza di ipoacusia è stata stimata 0,8%. Circa la metà dei soggetti si è sottoposta al test genetico per mutazioni di DFNB1. La percentule di pazienti che non ha seguito l’iter delle valutazioni audiologiche è circa del 30% nella popolazione nata presso la Clinica Pediatrica di Padova e di circa il 46% di coloro che provengono dai centri di Thiene e Castelfranco Veneto Conclusioni: tutti i centri eseguono UNHS secondo le linee guida interazionali di JCIH, la prevalenza di ipoacusia rilevata è nel range di quella riportata in alcuni lavori sulla popolazione italiana. Anche le caratteristiche della perdita uditiva in termini di entità del deficit e bilateralità sono concordi con quanto riportato in letteratura. Per quanto riguarda i soggetti affetti da DFNB1 SNHL, possiamo affermare che, come riportato in numerosi studi vi è variabilità fenotipica per quanto concerne la gravità della perdita. La percentuale di pazienti che interrompono il percorso diagnostico-terapeutico è importante ma minore rispetto a quella rilevata nella realtà americana. L’introduzione dello screening genetico neonatale potrebbe ridurre tale percentuale. Tuttavia, poiché le questioni precedentemente sollevate in merito allo screening genetico di DFNB1 SNHL non hanno ancora ottenuto risposte univoche, prima della sua attuazione, sono necessari ulteriori studi.

Criticità dello screening uditivo neonatale: prospettive razionali dello screening genetico dell'ipoacusia

MORANDO, CARLA
2011

Abstract

CRITICITA’ DELLO SCREENING UDITIVO NEONATALE: PROSPETTIVE RAZIONALI DELLO SCREENING GENETICO DELL’IPOACUSIA Introduzione: L’ipoacusia è il deficit neurosensoriale più comune alla nascita, la sua prevalenza è stimata 1-3 ogni 1000 nati vivi. Da studi recenti emerge come vi sia un periodo critico per l’acquisizione del linguaggio, tale evidenza ha sostenuto l’adozione dello screening uditivo neonatale universale (Universal Newborn Hearing Screening, UNHS) in molti paesi. In Italia lo UNHS è stato introdotto per la prima volta nel 1997; in 2002, alcuni ospedali della regione Veneto hanno aderito a un progetto pilota sullo UNHS e oggi la quasi totalità dei centri nascita veneti lo ha adottato. Parallelamente all’adozione dei programmi di UNHS e all’identificazione precoce dei casi di ipoacusia, si è verificato un corrispondente ampliamento delle conoscenze nel campo della genetica dell’ipoacusia preverbale. In alcune popolazioni, più della metà dei casi di deficit uditivo è dovuta a mutazioni unicamente a carico di GJB2 e GJB6, poste sul locus DFNB1. Il fatto che mutazioni dei geni GJB2 e GJB6 rendono conto di almeno il 50% delle perdite uditive autosomiche recessive (chiamate DFNB1 sensorineural hearing loss, DFNB1 SNHL), benché con variazioni di prevalenza e variazioni nella frequenza di mutazioni specifiche nelle diverse popolazioni studiate, ha indotto a considerare che l’associazione dello screening genetico di DFNB1 a UNHS può presentare numerosi vantaggi da un punto di vista clinico ed economico-sanitario. Molti studi hanno valutato l’opportunità di affiancare lo screening genetico di DFNB1 a UNHS, ma vi sono ancora molte questioni non risolte: che tipo di test andrebbe eseguito: la ricerca delle mutazioni più comuni o il sequenziamento completo? Come verrebbero interpretati determinati risultati (nel caso, per esempio lo screening genetico individuasse solo una mutazione di GJB2) Il rapporto costo beneficio è favorevole? Scopo: lo scopo di questa tesi è di analizzare la modalità di esecuzione di UNHS in cinque centri nascita della regione Veneto e di valutare il razionale dell’eventuale attuazione dello screening genetico di DFNB1 SNHL. Metodi: tra il 2008 e iI 2010, è stata condotta un’indagine in 5 punti nascita della regione Veneto al fine di valutare se le modalità di esecuzione di UNHS rispondevano ai criteri stabiliti dalle linee guida internazionali stese dal Joint Committee on Infant Hearing (JCIH) e di identificare le criticità del programma di UNHS. In particolare sono stati valutati i seguenti parametri: copertura dello screening, tipo di protocollo per l’esecuzione di UNHS, numero di soggetti con ipoacusia neurosensoriale identificati e casi di DFNB1 SNHL, percentuale di pazienti che non hanno interrotto l’iter di valutazioni audiologiche (lost to follow up). I centri nascita coinvolti nello studio sono stati Padova, Thiene (VI), Castelfranco Veneto (TV), Abano Terme (PD) and Monselice (PD). Il programma di UNHS in questi ospedali è così organizzato: presso ciascun centro di accoglienza neonatale, il personale paramedico eseguiva lo screening su tutti i neonati mediante le emissioni otocusiche transienti automatiche (A-TEOAEs), coloro che risultano REFER vengono sottoposti al test dei potenziali evocati uditivi del tronco (A-ABR) presso gli ambulatori della Clinica Pediatrica di Padova entro i tre mesi di vita, se questo test conferma il sospetto di un deficit uditivo, attorno al quinto mese di vita, il bambino esegue una valutazione audiologica presso il servizio di Audiologia pediatrica dell’Ospedale di Padova. I casi di ipoacusia identificati vengono inviati al Laboratorio di Malattie Rare della Clinica Pediatrica di Padova per eseguire il test genetico che consiste nel sequenziamento completo di GJB2 e GJB6. Risultati: la copertura in tutti i centri raggiunge circa il 100%. Ogni ospedale ha redatto un protocollo per l’esecuzione del UNHS basandosi sulle linee guida internazionali del JCIH e adattandole alle peculiarità della propria realtà (natalità, personale addetto all’esecuzione di UNHS, livello di terapia intensiva neonatale). La prevalenza di ipoacusia è stata stimata 0,8%. Circa la metà dei soggetti si è sottoposta al test genetico per mutazioni di DFNB1. La percentule di pazienti che non ha seguito l’iter delle valutazioni audiologiche è circa del 30% nella popolazione nata presso la Clinica Pediatrica di Padova e di circa il 46% di coloro che provengono dai centri di Thiene e Castelfranco Veneto Conclusioni: tutti i centri eseguono UNHS secondo le linee guida interazionali di JCIH, la prevalenza di ipoacusia rilevata è nel range di quella riportata in alcuni lavori sulla popolazione italiana. Anche le caratteristiche della perdita uditiva in termini di entità del deficit e bilateralità sono concordi con quanto riportato in letteratura. Per quanto riguarda i soggetti affetti da DFNB1 SNHL, possiamo affermare che, come riportato in numerosi studi vi è variabilità fenotipica per quanto concerne la gravità della perdita. La percentuale di pazienti che interrompono il percorso diagnostico-terapeutico è importante ma minore rispetto a quella rilevata nella realtà americana. L’introduzione dello screening genetico neonatale potrebbe ridurre tale percentuale. Tuttavia, poiché le questioni precedentemente sollevate in merito allo screening genetico di DFNB1 SNHL non hanno ancora ottenuto risposte univoche, prima della sua attuazione, sono necessari ulteriori studi.
22-nov-2011
Italiano
ipoacusia/hearing loss screening uditivo neonatale/newborn hearing screening screening genetico dell'ipoacusia/genetic screening for hearing loss
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/110225
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-110225