L’attività scientifica ha riguardato lo studio degli effetti dei prodotti fitosanitari sulle comunità di acari della vite, con particolare riferimento agli acari appartenenti alla famiglia dei Phytoseiidae. Lo studio si è articolato in una serie di esperimenti effettuati sia in laboratorio sia in pieno campo, di cui vengono di seguito esposti i principali risultati. Resistenza in Tetranychus urticae in Italia L’acaro fitofago T. urticae è stato scelto come primo modello di studio. Su diverse popolazioni dell’acaro tetranichide sono stati svolti dei test per valutare la tossicità acuta di alcuni acaricidi. I test hanno dimostrato che la resistenza agli acaricidi è diffusa e può manifestarsi anche nei confronti di formulati di recente introduzione. E’ stato possibile individuare popolazioni resistenti e sensibili dell’acaro su cui effettuare una serie di saggi biochimici atti a valutare l’attività di diversi enzimi detossificanti potenzialmente correlati con la resistenza ai prodotti fitosanitari. Effetti di prodotti fungicidi sulle comunità di acari in pieno campo In questa seconda ricerca si sono valutati gli effetti di alcuni fungicidi (propineb, metiram, mancozeb, folpet e idrossido di rame) su una popolazione dell’acaro predatore Kampimodromus aberrans introdotta ex-novo in un vigneto in cui era già presente una popolazione autoctona di Amblyseius andersoni. L’acaro è stato inoculato nel vigneto sperimentale all’inizio della stagione vegetativa tramite l’apporto di femminelle prelevate da un vigneto “donatore”. I fungicidi testati non sono apparsi selettivi nei confronti del predatore Amblyseius andersoni, probabilmente a causa dell’alta incidenza della peronospora nel testimone. La peronospora infatti rappresenta un alimento alternativo per tale predatore che ha dimostrato maggiori possibilità di sviluppo su piante non trattate. A differenza di A. andersoni, K. aberrans non è risultato influenzato dalla presenza della peronospora. Alcuni fungicidi (mancozeb e propineb) hanno esercitato effetti negativi significativi sulle popolazioni di K. aberrans a differenza di quanto verificato durante precedenti indagini su popolazioni stabili della stessa specie. Effetto di insetticidi su Kampimodromus aberrans Utilizzando materiale proveniente da diversi vigneti, sono stati allestiti allevamenti di K. aberrans in laboratorio. Su questi ceppi si è valutato l’effetto di alcuni insetticidi scelti sulla base del loro diverso modo di azione. In particolare si sono testati: esteri fosforici (chlorpyriphos), carbammati (indoxacarb), neonicotinoidi (thiamethoxam), chitino-inibitori (flufenoxuron), MAC (methoxyfenozide), fenossiderivati (etofenprox), spinosine (spinosad). Le femmine dell’acaro predatore sono state sottoposte ad applicazioni di insetticidi alla dose di campo per valutare gli effetti su mortalità e fecondità delle femmine e schiusura delle uova deposte. L’impiego di etofenprox e spinosad è stato associato a effetti significativi sulla sopravvivenza e sulla fecondità di K. aberrans. Thiamethoxam ha causato una riduzione significativa della fecondità. Resistenza di Kampimodromus aberrans a chlorpyriphos Osservazioni condotte a Monteforte d’Alpone, S. Polo di Piave e S. Michele all’Adige hanno consentito di appurare un’elevata sopravvivenza nei confronti di chlorpyriphos da parte di K. aberrans. In seguito a tali osservazioni sono stati calcolati i parametri di tossicità acuta in queste popolazioni a confronto con altre non esposte a trattamenti insetticidi. Il calcolo dei parametri di tossicità acuta (DL50, DL90) è stato eseguito su due popolazioni raccolte su vite (Monteforte d’Alpone e S. Polo di Piave), su una popolazione raccolta su melo (S. Michele all’Adige) e su una popolazione prelevata su piante di bagolaro mai trattate con insetticidi. Quest’ultima ha esibito un’elevata sensibilità nei confronti di chlorpyriphos. Al contrario, i valori dei parametri di tossicità acuta nelle tre popolazioni raccolte su vite e melo sono risultati piuttosto elevati. I fattori di resistenza (RR), ottenuti dividendo la DL50 delle popolazioni resistenti per la DL50 della popolazione sensibile sono superiori a 100.000. E’ possibile ipotizzare che i parametri della tossicità acuta si abbassino aumentando l’esposizione a chlorpyriphos (per via topica oltre che per via residuale) ma, in ogni caso, viene dimostrata per la prima volta la resistenza agli esteri fosforici in K. aberrans. I risultati ottenuti sono particolarmente significativi se si considerano le possibili implicazioni pratiche, in quanto le dosi letali superano ampiamente le dosi di pieno campo. Effetti di diverse vie di esposizione a thiamethoxam in T. urticae e P. persimilis Sono stati condotti esperimenti atti a valutare quale possa essere l'effetto degli insetticidi sugli acari in funzione di differenti modalità di esposizione. A tale scopo femmine del fitofago T. urticae e del predatore P. persimilis sono state esposte all’insetticida thiamethoxam per via topica (microimmersione), per via residuale (trattando solo il substrato fogliare) o per ingestione. In quest’ultima modalità, i predatori sono stati alimentati con prede (T. urticae) confinate su foglie di vite contaminate con thiamethoxam tramite applicazione al terreno. Infine, sono stati studiati gli effetti sugli acari delle possibili combinazioni tra i diversi modi di esposizione (topica + ingestione, topica + residuale, ingestione + residuale, topica + ingestione + residuale). La risposta delle diverse specie di acaro è stata valutata calcolando il tasso di sopravvivenza e il tasso di fecondità. In T. urticae e P. persimilis i trattamenti topici non hanno manifestato effetti letali, ma hanno ridotto in modo significativo la fecondità. La combinazione di trattamenti fogliari e radicali ha avuto effetti negativi sia sulla mortalità sia sulla fecondità delle due specie. Effetti di diverse vie di esposizione a thiamethoxam in Tetranychus urticae e Kampimodromus aberrans Nel caso di K. aberrans, thiamethoxam non ha causato effetti negativi significativi a livello di sopravvivenza. Per quanto riguarda la fecondità, l’ingestione di prede contaminate è stata associata a effetti negativi più severi rispetto alle modalità di esposizione residuale e topica. Interazioni tra K. aberrans – polline – insetticidi: prove di laboratorio E’ stata valutata l’influenza dell’apporto pollinico sulla sopravvivenza e sulla fecondità di acari predatori esposti o meno all’effetto di alcuni insetticidi impiegati in viticoltura e in frutticoltura (chlorpyriphos, etofenprox, indoxacarb e spinosad). Nel caso di chlorpyriphos, etofenprox e spinosad la sopravvivenza è stata inferiore rispetto a quella osservata nelle tesi testimone e indoxacarb. Il tasso di fuga è risultato più elevato su spinosad. Gli insetticidi hanno causato una riduzione significativa della fecondità di K. aberrans rispetto al testimone e a indoxacarb. I livelli più bassi di fecondità sono stati osservati nelle tesi etofenprox e spinosad, ma anche chlorpyriphos ha causato riduzioni significative della fecondità. La quantità e la frequenza delle applicazioni polliniche non sono state associate ad effetti significativi sulla sopravvivenza e sul tasso di fuga del predatore. Al contrario, la fecondità è aumentata sia con la dose sia con la frequenza di somministrazione di polline. Infine, è stata riscontrata un’interazione significativa insetticidi*frequenza di applicazione pollinica. A basse frequenze di somministrazione pollinica la fecondità è stata più elevata nel testimone che su chlorpyriphos, mentre a elevate frequenze l’insetticida non ha causato effetti sulla fecondità. Una tendenza simile a questa è stata riscontrata per indoxacarb. In conclusione, la disponibilità di alimenti alternativi può mitigare gli effetti deleteri degli insetticidi con importanti implicazioni di carattere applicativo.
Effetti dei prodotti fitosanitari sulle comunità di acari della vite Effects of pesticides on mite communities of grapes
TIRELLO, PAOLA
2011
Abstract
L’attività scientifica ha riguardato lo studio degli effetti dei prodotti fitosanitari sulle comunità di acari della vite, con particolare riferimento agli acari appartenenti alla famiglia dei Phytoseiidae. Lo studio si è articolato in una serie di esperimenti effettuati sia in laboratorio sia in pieno campo, di cui vengono di seguito esposti i principali risultati. Resistenza in Tetranychus urticae in Italia L’acaro fitofago T. urticae è stato scelto come primo modello di studio. Su diverse popolazioni dell’acaro tetranichide sono stati svolti dei test per valutare la tossicità acuta di alcuni acaricidi. I test hanno dimostrato che la resistenza agli acaricidi è diffusa e può manifestarsi anche nei confronti di formulati di recente introduzione. E’ stato possibile individuare popolazioni resistenti e sensibili dell’acaro su cui effettuare una serie di saggi biochimici atti a valutare l’attività di diversi enzimi detossificanti potenzialmente correlati con la resistenza ai prodotti fitosanitari. Effetti di prodotti fungicidi sulle comunità di acari in pieno campo In questa seconda ricerca si sono valutati gli effetti di alcuni fungicidi (propineb, metiram, mancozeb, folpet e idrossido di rame) su una popolazione dell’acaro predatore Kampimodromus aberrans introdotta ex-novo in un vigneto in cui era già presente una popolazione autoctona di Amblyseius andersoni. L’acaro è stato inoculato nel vigneto sperimentale all’inizio della stagione vegetativa tramite l’apporto di femminelle prelevate da un vigneto “donatore”. I fungicidi testati non sono apparsi selettivi nei confronti del predatore Amblyseius andersoni, probabilmente a causa dell’alta incidenza della peronospora nel testimone. La peronospora infatti rappresenta un alimento alternativo per tale predatore che ha dimostrato maggiori possibilità di sviluppo su piante non trattate. A differenza di A. andersoni, K. aberrans non è risultato influenzato dalla presenza della peronospora. Alcuni fungicidi (mancozeb e propineb) hanno esercitato effetti negativi significativi sulle popolazioni di K. aberrans a differenza di quanto verificato durante precedenti indagini su popolazioni stabili della stessa specie. Effetto di insetticidi su Kampimodromus aberrans Utilizzando materiale proveniente da diversi vigneti, sono stati allestiti allevamenti di K. aberrans in laboratorio. Su questi ceppi si è valutato l’effetto di alcuni insetticidi scelti sulla base del loro diverso modo di azione. In particolare si sono testati: esteri fosforici (chlorpyriphos), carbammati (indoxacarb), neonicotinoidi (thiamethoxam), chitino-inibitori (flufenoxuron), MAC (methoxyfenozide), fenossiderivati (etofenprox), spinosine (spinosad). Le femmine dell’acaro predatore sono state sottoposte ad applicazioni di insetticidi alla dose di campo per valutare gli effetti su mortalità e fecondità delle femmine e schiusura delle uova deposte. L’impiego di etofenprox e spinosad è stato associato a effetti significativi sulla sopravvivenza e sulla fecondità di K. aberrans. Thiamethoxam ha causato una riduzione significativa della fecondità. Resistenza di Kampimodromus aberrans a chlorpyriphos Osservazioni condotte a Monteforte d’Alpone, S. Polo di Piave e S. Michele all’Adige hanno consentito di appurare un’elevata sopravvivenza nei confronti di chlorpyriphos da parte di K. aberrans. In seguito a tali osservazioni sono stati calcolati i parametri di tossicità acuta in queste popolazioni a confronto con altre non esposte a trattamenti insetticidi. Il calcolo dei parametri di tossicità acuta (DL50, DL90) è stato eseguito su due popolazioni raccolte su vite (Monteforte d’Alpone e S. Polo di Piave), su una popolazione raccolta su melo (S. Michele all’Adige) e su una popolazione prelevata su piante di bagolaro mai trattate con insetticidi. Quest’ultima ha esibito un’elevata sensibilità nei confronti di chlorpyriphos. Al contrario, i valori dei parametri di tossicità acuta nelle tre popolazioni raccolte su vite e melo sono risultati piuttosto elevati. I fattori di resistenza (RR), ottenuti dividendo la DL50 delle popolazioni resistenti per la DL50 della popolazione sensibile sono superiori a 100.000. E’ possibile ipotizzare che i parametri della tossicità acuta si abbassino aumentando l’esposizione a chlorpyriphos (per via topica oltre che per via residuale) ma, in ogni caso, viene dimostrata per la prima volta la resistenza agli esteri fosforici in K. aberrans. I risultati ottenuti sono particolarmente significativi se si considerano le possibili implicazioni pratiche, in quanto le dosi letali superano ampiamente le dosi di pieno campo. Effetti di diverse vie di esposizione a thiamethoxam in T. urticae e P. persimilis Sono stati condotti esperimenti atti a valutare quale possa essere l'effetto degli insetticidi sugli acari in funzione di differenti modalità di esposizione. A tale scopo femmine del fitofago T. urticae e del predatore P. persimilis sono state esposte all’insetticida thiamethoxam per via topica (microimmersione), per via residuale (trattando solo il substrato fogliare) o per ingestione. In quest’ultima modalità, i predatori sono stati alimentati con prede (T. urticae) confinate su foglie di vite contaminate con thiamethoxam tramite applicazione al terreno. Infine, sono stati studiati gli effetti sugli acari delle possibili combinazioni tra i diversi modi di esposizione (topica + ingestione, topica + residuale, ingestione + residuale, topica + ingestione + residuale). La risposta delle diverse specie di acaro è stata valutata calcolando il tasso di sopravvivenza e il tasso di fecondità. In T. urticae e P. persimilis i trattamenti topici non hanno manifestato effetti letali, ma hanno ridotto in modo significativo la fecondità. La combinazione di trattamenti fogliari e radicali ha avuto effetti negativi sia sulla mortalità sia sulla fecondità delle due specie. Effetti di diverse vie di esposizione a thiamethoxam in Tetranychus urticae e Kampimodromus aberrans Nel caso di K. aberrans, thiamethoxam non ha causato effetti negativi significativi a livello di sopravvivenza. Per quanto riguarda la fecondità, l’ingestione di prede contaminate è stata associata a effetti negativi più severi rispetto alle modalità di esposizione residuale e topica. Interazioni tra K. aberrans – polline – insetticidi: prove di laboratorio E’ stata valutata l’influenza dell’apporto pollinico sulla sopravvivenza e sulla fecondità di acari predatori esposti o meno all’effetto di alcuni insetticidi impiegati in viticoltura e in frutticoltura (chlorpyriphos, etofenprox, indoxacarb e spinosad). Nel caso di chlorpyriphos, etofenprox e spinosad la sopravvivenza è stata inferiore rispetto a quella osservata nelle tesi testimone e indoxacarb. Il tasso di fuga è risultato più elevato su spinosad. Gli insetticidi hanno causato una riduzione significativa della fecondità di K. aberrans rispetto al testimone e a indoxacarb. I livelli più bassi di fecondità sono stati osservati nelle tesi etofenprox e spinosad, ma anche chlorpyriphos ha causato riduzioni significative della fecondità. La quantità e la frequenza delle applicazioni polliniche non sono state associate ad effetti significativi sulla sopravvivenza e sul tasso di fuga del predatore. Al contrario, la fecondità è aumentata sia con la dose sia con la frequenza di somministrazione di polline. Infine, è stata riscontrata un’interazione significativa insetticidi*frequenza di applicazione pollinica. A basse frequenze di somministrazione pollinica la fecondità è stata più elevata nel testimone che su chlorpyriphos, mentre a elevate frequenze l’insetticida non ha causato effetti sulla fecondità. Una tendenza simile a questa è stata riscontrata per indoxacarb. In conclusione, la disponibilità di alimenti alternativi può mitigare gli effetti deleteri degli insetticidi con importanti implicazioni di carattere applicativo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110362
URN:NBN:IT:UNIPD-110362