Negli ultimi anni la predisposizione di piattaforme GIS all’interno dei progetti di ricerca è aumentata notevolmente. Ne sono una prova l’elevato numero di pubblicazioni edite dal 2000 ad oggi che fanno ritenere le statistiche prodotte nel 1999 da Khalid Gourad, sull’utenza GIS in archeologia, oramai superate . Tale incremento è dovuto a due fattori principali: la consapevolezza dell’impossibilità di gestire in modo tradizionale l’enorme mole di dati prodotti e l’acquisizione da parte della comunità archeologica di un know how interdisciplinare, in grado di far fronte in modo adeguato alla progettazione di basi di dati territoriali . Inoltre ultimamente si è registrata un’evoluzione delle applicazioni software, capaci ormai di impiegare molteplici funzioni di processamento dei dati, utilizzando interfacce user friendly a costi pressoché contenuti. Tutto ciò ha consentito di sperimentare maggiormente le applicazioni del GIS nei diversi contesti in cui opera l’archeologo, quali lo scavo archeologico, il territorio e l’architettura. Il mio lavoro di dottorato si è basato per l’appunto sulla realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale per l’analisi del centro storico di Padova, all’interno di un progetto di ricerca denominato ARMEP (Architetture Residenziali Medievali di Padova). Ho quindi affrontato le problematiche inerenti lo studio del territorio urbano come la gestione delle evidenze archeologiche, la lettura delle stratigrafie conservate in elevato, la predisposizione di cartografie storiche e delle iconografie finalizzate a restituire l’immagine della città attraverso i secoli. Tuttavia la tipologia dei dati ha fin da subito evidenziato delle divergenze rispetto alle tradizionali fonti impiegate nei comuni Sistemi Informativi Territoriali, quali ad esempio la tridimensionalità delle architetture e la mappatura delle informazioni provenienti dai documenti storici. Queste tematiche sono state elaborate al fine di una corretta traduzione informatica in linea con l’obiettivo primario a cui è chiamata la piattaforma: la ricerca storica. Sulla base dei presupposti evidenziati la tesi si sviluppa in quattro parti: I) Introduzione al progetto ARMEP e finalità della ricerca. II) Struttura del geodatabase, in cui viene illustrata la tecnologia impiegata nella realizzazione del GIS e il modello dati creato per immagazzinare e gestire le informazioni raccolte. III) Il GIS e in particolare l’organizzazione dei piani di lavoro, la mappatura delle evidenze, le query logiche e topologiche e infine la predisposizione del web GIS per la comunicazione on line dei risultati. IV) L’analisi storica e nello specifico uno studio preliminare sulle lottizzazioni medievali che impiega la fonte storica, il dato planimetrico e l’analisi degli elevati. Il presente lavoro segue nella successione dei capitoli l’ordine di comprensione della piattaforma. Nei capitoli II e III vengono così affrontati gli aspetti più tecnici del lavoro, definendo prima la tecnologia impiegata, i dati e le relative specifiche e successivamente illustrando il modello dati all’interno del software. L’ampia trattazione degli archivi è finalizzata alla comprensione della logica del sistema informativo ed è sempre argomentata alla luce delle esigenze della ricerca archeologica, al fine di motivare e rendere chiare le scelte compiute sulla modellazione dei dati. In ultimo la tesi si conclude dando dimostrazione delle funzionalità degli archivi affrontando il tema della lottizzazione medievale, attraverso un analisi del tessuto urbano su un’area campione di tre vie della città di Padova: via Sperone Speroni, via del Vescovado e via Dante. L’analisi dei lotti ha comportato l’impiego di tutti gli archivi e ha implicato una visione dello spazio urbano che partendo dalla fonte storica, ne ha verificato la permanenza nella cartografia storica, nelle planimetrie e negli elevati. In tal modo il GIS diventa un potente strumento di elaborazione, in cui misurare oggetti, analizzare la distribuzione nello spazio e combinare dati tra loro, al fine di crearne di nuovi in grado di supportare con validità l’elaborazione di un modello storico e non si riduce ad un mero contenitore di informazioni organizzate.
Gestione GIS delle architetture residenziali medievali. Modellazione, analisi e comunicazione web del dato.
VALENTE, VINCENZO
2011
Abstract
Negli ultimi anni la predisposizione di piattaforme GIS all’interno dei progetti di ricerca è aumentata notevolmente. Ne sono una prova l’elevato numero di pubblicazioni edite dal 2000 ad oggi che fanno ritenere le statistiche prodotte nel 1999 da Khalid Gourad, sull’utenza GIS in archeologia, oramai superate . Tale incremento è dovuto a due fattori principali: la consapevolezza dell’impossibilità di gestire in modo tradizionale l’enorme mole di dati prodotti e l’acquisizione da parte della comunità archeologica di un know how interdisciplinare, in grado di far fronte in modo adeguato alla progettazione di basi di dati territoriali . Inoltre ultimamente si è registrata un’evoluzione delle applicazioni software, capaci ormai di impiegare molteplici funzioni di processamento dei dati, utilizzando interfacce user friendly a costi pressoché contenuti. Tutto ciò ha consentito di sperimentare maggiormente le applicazioni del GIS nei diversi contesti in cui opera l’archeologo, quali lo scavo archeologico, il territorio e l’architettura. Il mio lavoro di dottorato si è basato per l’appunto sulla realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale per l’analisi del centro storico di Padova, all’interno di un progetto di ricerca denominato ARMEP (Architetture Residenziali Medievali di Padova). Ho quindi affrontato le problematiche inerenti lo studio del territorio urbano come la gestione delle evidenze archeologiche, la lettura delle stratigrafie conservate in elevato, la predisposizione di cartografie storiche e delle iconografie finalizzate a restituire l’immagine della città attraverso i secoli. Tuttavia la tipologia dei dati ha fin da subito evidenziato delle divergenze rispetto alle tradizionali fonti impiegate nei comuni Sistemi Informativi Territoriali, quali ad esempio la tridimensionalità delle architetture e la mappatura delle informazioni provenienti dai documenti storici. Queste tematiche sono state elaborate al fine di una corretta traduzione informatica in linea con l’obiettivo primario a cui è chiamata la piattaforma: la ricerca storica. Sulla base dei presupposti evidenziati la tesi si sviluppa in quattro parti: I) Introduzione al progetto ARMEP e finalità della ricerca. II) Struttura del geodatabase, in cui viene illustrata la tecnologia impiegata nella realizzazione del GIS e il modello dati creato per immagazzinare e gestire le informazioni raccolte. III) Il GIS e in particolare l’organizzazione dei piani di lavoro, la mappatura delle evidenze, le query logiche e topologiche e infine la predisposizione del web GIS per la comunicazione on line dei risultati. IV) L’analisi storica e nello specifico uno studio preliminare sulle lottizzazioni medievali che impiega la fonte storica, il dato planimetrico e l’analisi degli elevati. Il presente lavoro segue nella successione dei capitoli l’ordine di comprensione della piattaforma. Nei capitoli II e III vengono così affrontati gli aspetti più tecnici del lavoro, definendo prima la tecnologia impiegata, i dati e le relative specifiche e successivamente illustrando il modello dati all’interno del software. L’ampia trattazione degli archivi è finalizzata alla comprensione della logica del sistema informativo ed è sempre argomentata alla luce delle esigenze della ricerca archeologica, al fine di motivare e rendere chiare le scelte compiute sulla modellazione dei dati. In ultimo la tesi si conclude dando dimostrazione delle funzionalità degli archivi affrontando il tema della lottizzazione medievale, attraverso un analisi del tessuto urbano su un’area campione di tre vie della città di Padova: via Sperone Speroni, via del Vescovado e via Dante. L’analisi dei lotti ha comportato l’impiego di tutti gli archivi e ha implicato una visione dello spazio urbano che partendo dalla fonte storica, ne ha verificato la permanenza nella cartografia storica, nelle planimetrie e negli elevati. In tal modo il GIS diventa un potente strumento di elaborazione, in cui misurare oggetti, analizzare la distribuzione nello spazio e combinare dati tra loro, al fine di crearne di nuovi in grado di supportare con validità l’elaborazione di un modello storico e non si riduce ad un mero contenitore di informazioni organizzate.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110395
URN:NBN:IT:UNIPD-110395