Introduzione: Il programma dello screening di preparticipazione per gli atleti ha il ruolo dell’identificazione precoce di malattie cardiovascolari non prima sospettate e la squalificazione dell’atleta dall’attività competitive. La più frequente condizione di squalifica sono le anomalie di ritmo e conduzione (circa 40%.) Scopo e metodi lo studio con esami non invasivi cardiaci, i giovani atleti che sono scoperti di avere aritmie ventricolari durante il programma dello screening di preparticipazione. Un totale di 145 giovani atleti (>35 anni) sono studiati (età media 17.3±5.3 anni, M/F=106/39=2.7), valutati nell’ambulatorio “genetica clinica e molecolare delle cardiomiopatie” del Dipartimento della Cardiologia del Università di Padova dagli anni 2007-2010. Tutti i soggetti sono stati rivolti al nostro ambulatorio per aritmie ventricolari rilevate durante lo screening preparticipazione per la presenza di BEV all’ECG, durante la prova da sforzo o all’ECG-Holter delle 24 ore. Il protocollo di studio comprendeva: storia familiare e personale, ECG a 12 derivazioni, ecocardiogramma-Doppler, ECG-Holter, prova da sforzo, ricerca dei potenziali tardivi (SAECG), risonanza magnetica (RMC). In casi selezionati esami invasivi e studio genetico è stato eseguito. Quando disponibile è stato eseguito anche il follow-up. Risultati Nel 15% degli atleti l’ECG era patologico. Onde T negative dopo V2 erano presenti in 2.1% ed erano associate con cardiopatia organica. I potenziali tardivi erano presenti solo nel 6.8%. Frequenti alterazioni ecocardiografiche erano la dilatazione del ventricolo destro e sinistro, il prolasso valvolare mitralico e lieve insufficienza delle valvole atrioventricolari. Cardiopatie congenite sono identificate nel 2.7%. Inoltre forme sospette di cardiomiopatia sono identificate nel 2.1%. I battiti ectopici ventricolari (BEV) erano più frequentemente monomorfi (88%), isolati (57%). Tachicardia ventricolare veloce era rara (2.7%). Durante la prova da sforzo i BEV scomparivano nel 55.7%, erano presenti solo nel recupero nel 11.5%, persistevano nel 8.6% ed erano indotti dall’esercizio nel 13.7%. La più frequente morfologia era tipo BBsn con asse inferiore. La presenza di anomalie segmentarie nella RMC, presenti in circa la metà degli atleti sottoposti all’esame, non è sempre facile d’interpretare e serve follow-up. Il 30% degli atleti sono stati giudicati di avere potenzialmente pericolose aritmie e nel 10% terapia antiaritmica è stata instaurata. Un totale di 44% atleti sono messi in defaticamento o sono stati squalificati. Conclusione: Lo screening preparticipazione identifica atleti con aritmie ventricolari, dei quali il 30% sono giudicate potenzialmente pericolose. L’ECG e la prova da sforzo sotto massimale sono dei test fondamentali per l’identificazione di aritmie per gli sport competitivi e la prova da sforzo sottomassimale dovrebbe sempre accompagnare l’ECG come valutazione di primo livello negli atleti. Lo screening cardiologico con esami non invasivi è fondamentale per lo studio di atleti giovani con cardiopatia organica misconosciuta, il sospetto di cannalopatia o aritmie idiopatiche potenzialmente pericolose, dove l’esercizio può essere dannoso o come progressione di malattia o come morte aritmica. Lo studio di follow-up ha dimostrato che l’identificazione delle aritmie negli atleti, la terapia farmacologica o la squalificazione può prevenire la morte improvvisa. La collaborazione della medicina dello sport e della cardiologia permette l’identificazione di atleti con aritmie ventricolari e la prevenzione della morte improvvisa. La stratificazione del rischio rimane difficile anche dopo uno studio cardiaco approfondito con tutte le tecniche a disposizione.
Ventricular arrhythmias at risk of sudden cardiac death in young athletes. Non invasive cardiac examinations during preparticipation screening for sport eligibility.
STERIOTIS, ALEXANDROS KLUDIOS
2011
Abstract
Introduzione: Il programma dello screening di preparticipazione per gli atleti ha il ruolo dell’identificazione precoce di malattie cardiovascolari non prima sospettate e la squalificazione dell’atleta dall’attività competitive. La più frequente condizione di squalifica sono le anomalie di ritmo e conduzione (circa 40%.) Scopo e metodi lo studio con esami non invasivi cardiaci, i giovani atleti che sono scoperti di avere aritmie ventricolari durante il programma dello screening di preparticipazione. Un totale di 145 giovani atleti (>35 anni) sono studiati (età media 17.3±5.3 anni, M/F=106/39=2.7), valutati nell’ambulatorio “genetica clinica e molecolare delle cardiomiopatie” del Dipartimento della Cardiologia del Università di Padova dagli anni 2007-2010. Tutti i soggetti sono stati rivolti al nostro ambulatorio per aritmie ventricolari rilevate durante lo screening preparticipazione per la presenza di BEV all’ECG, durante la prova da sforzo o all’ECG-Holter delle 24 ore. Il protocollo di studio comprendeva: storia familiare e personale, ECG a 12 derivazioni, ecocardiogramma-Doppler, ECG-Holter, prova da sforzo, ricerca dei potenziali tardivi (SAECG), risonanza magnetica (RMC). In casi selezionati esami invasivi e studio genetico è stato eseguito. Quando disponibile è stato eseguito anche il follow-up. Risultati Nel 15% degli atleti l’ECG era patologico. Onde T negative dopo V2 erano presenti in 2.1% ed erano associate con cardiopatia organica. I potenziali tardivi erano presenti solo nel 6.8%. Frequenti alterazioni ecocardiografiche erano la dilatazione del ventricolo destro e sinistro, il prolasso valvolare mitralico e lieve insufficienza delle valvole atrioventricolari. Cardiopatie congenite sono identificate nel 2.7%. Inoltre forme sospette di cardiomiopatia sono identificate nel 2.1%. I battiti ectopici ventricolari (BEV) erano più frequentemente monomorfi (88%), isolati (57%). Tachicardia ventricolare veloce era rara (2.7%). Durante la prova da sforzo i BEV scomparivano nel 55.7%, erano presenti solo nel recupero nel 11.5%, persistevano nel 8.6% ed erano indotti dall’esercizio nel 13.7%. La più frequente morfologia era tipo BBsn con asse inferiore. La presenza di anomalie segmentarie nella RMC, presenti in circa la metà degli atleti sottoposti all’esame, non è sempre facile d’interpretare e serve follow-up. Il 30% degli atleti sono stati giudicati di avere potenzialmente pericolose aritmie e nel 10% terapia antiaritmica è stata instaurata. Un totale di 44% atleti sono messi in defaticamento o sono stati squalificati. Conclusione: Lo screening preparticipazione identifica atleti con aritmie ventricolari, dei quali il 30% sono giudicate potenzialmente pericolose. L’ECG e la prova da sforzo sotto massimale sono dei test fondamentali per l’identificazione di aritmie per gli sport competitivi e la prova da sforzo sottomassimale dovrebbe sempre accompagnare l’ECG come valutazione di primo livello negli atleti. Lo screening cardiologico con esami non invasivi è fondamentale per lo studio di atleti giovani con cardiopatia organica misconosciuta, il sospetto di cannalopatia o aritmie idiopatiche potenzialmente pericolose, dove l’esercizio può essere dannoso o come progressione di malattia o come morte aritmica. Lo studio di follow-up ha dimostrato che l’identificazione delle aritmie negli atleti, la terapia farmacologica o la squalificazione può prevenire la morte improvvisa. La collaborazione della medicina dello sport e della cardiologia permette l’identificazione di atleti con aritmie ventricolari e la prevenzione della morte improvvisa. La stratificazione del rischio rimane difficile anche dopo uno studio cardiaco approfondito con tutte le tecniche a disposizione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110420
URN:NBN:IT:UNIPD-110420