Introduzione. La near-infrared spectroscopy è una tecnica non invasiva che misura in modo continuo la saturazione regionale (rSO2) analizzando lo stato di ossigenazione dei cromofori (emoglobina e citocromo ossidasi). Il suo utilizzo è stato validato nel monitoraggio della perfusione cerebrale specie nei bambini sottoposti a interventi cardiochirurgici, mentre sono scarse le applicazioni nella valutazione della perfusione degli organi splancnici. Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio prospettico è stato di valutare il ruolo della NIRS nel monitoraggio della perfusione del rene trapiantato nelle prime 72 ore dal trapianto stesso, una fase critica in cui la precoce identificazione di complicanze vascolari può consentire l’attuazione di un tempestivo intervento medico e/o chirurgico. Materiali e metodi. Sono stati inclusi tutti i pazienti pediatrici sottoposti a trapianto renale da donatore vivente o non-vivente nel periodo compreso tra aprile 2010 ed agosto 2011, cui il sensore NIRS è stato applicato già in sala operatoria in corrispondenza della proiezione cutanea del rene trapiantato. Sono stati analizzati i trend di rSO2 e la loro correlazione con markers di perfusione/ossigenazione renale: - clinici: diuresi oraria; - biochimici: creatininemia ed urinary neutrophil gelatinase-associated lipocalin (U-NGAL); - strumentali: ecografia color e power Doppler per la valutazione della perfusione renale globale e Doppler pulsato per il calcolo degli indici resistivi intraparenchimali. I parametri clinici e biochimici sono stati analizzati ogni 12 ore, mentre i rilievi strumentali sono stati eseguiti ogni 24 ore per 3 giorni consecutivi. Risultati. Nello studio sono stati inclusi 24 pazienti, 6 sottoposti a trapianto da vivente e 18 da donatore non-vivente. Al momento del trapianto, la mediana dell’età era di 12.5 anni (range 1.0-17.8) e la mediana del peso era di 37 kg (range 9.5-72). L’immunosoppressione è stata indotta con steroidi e basiliximab, e proseguita nel mantenimento con steroidi, tacrolimus e micofenolato mofetile. Quattro pazienti hanno mostrato una ritardata ripresa di funzione dell’organo trapiantato. In tutti i pazienti, l’ecografia renale eseguita quotidianamente ha mostrato vascolarizzazione ed indici di resistività normali (valore mediano: 0.63). La rSO2 basale media è risultata di 69.84+11.95%, significativamente più bassa rispetto al valore rilevato al termine del periodo di monitoraggio (82.92+8.17%; p<0.0001). Nonostante i diversi tempi di ischemia fredda, non sono emerse rilevanti differenze tra i pattern di ossigenazione documentati dalla NIRS nei trapianti da donatore vivente e non-vivente. Durante le 72 ore di monitoraggio, l’andamento della rSO2 ha mostrato una correlazione significativa con creatininemia (r=-0.58; p<0.05) e clearance della creatinina (r=0.54; p <0.05), mentre non è stata dimostrato un’associazione con la diuresi. Nei 4 pazienti con ritardata ripresa di funzione dell’organo trapiantato, la NIRS ha consentito di dimostrare un trend in aumento della rSO2 indipendentemente da mancata ripresa della diuresi e mancato calo della creatininemia. In tutti i casi, l’U-NGAL ha mostrato un trend in riduzione dal valore basale, correlando in modo significativo con la rSO2 sia nei trapianti da donatore non-vivente (r=-0.96; p<0.05) che in quelli da donatore vivente (r=-0.89; p<0.05). Conclusioni. I nostri risultati indicano che la NIRS rappresenta un metodo adeguato ed affidabile di monitoraggio continuo della perfusione renale nelle prime ore post-trapianto d’organo, quando è fondamentale assicurare al graft un apporto ematico regolare e soddisfacente.

Near-Infrared Spectroscopy e monitoraggio continuo real-time della perfusione renale post-trapianto

VIDAL, ENRICO
2012

Abstract

Introduzione. La near-infrared spectroscopy è una tecnica non invasiva che misura in modo continuo la saturazione regionale (rSO2) analizzando lo stato di ossigenazione dei cromofori (emoglobina e citocromo ossidasi). Il suo utilizzo è stato validato nel monitoraggio della perfusione cerebrale specie nei bambini sottoposti a interventi cardiochirurgici, mentre sono scarse le applicazioni nella valutazione della perfusione degli organi splancnici. Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio prospettico è stato di valutare il ruolo della NIRS nel monitoraggio della perfusione del rene trapiantato nelle prime 72 ore dal trapianto stesso, una fase critica in cui la precoce identificazione di complicanze vascolari può consentire l’attuazione di un tempestivo intervento medico e/o chirurgico. Materiali e metodi. Sono stati inclusi tutti i pazienti pediatrici sottoposti a trapianto renale da donatore vivente o non-vivente nel periodo compreso tra aprile 2010 ed agosto 2011, cui il sensore NIRS è stato applicato già in sala operatoria in corrispondenza della proiezione cutanea del rene trapiantato. Sono stati analizzati i trend di rSO2 e la loro correlazione con markers di perfusione/ossigenazione renale: - clinici: diuresi oraria; - biochimici: creatininemia ed urinary neutrophil gelatinase-associated lipocalin (U-NGAL); - strumentali: ecografia color e power Doppler per la valutazione della perfusione renale globale e Doppler pulsato per il calcolo degli indici resistivi intraparenchimali. I parametri clinici e biochimici sono stati analizzati ogni 12 ore, mentre i rilievi strumentali sono stati eseguiti ogni 24 ore per 3 giorni consecutivi. Risultati. Nello studio sono stati inclusi 24 pazienti, 6 sottoposti a trapianto da vivente e 18 da donatore non-vivente. Al momento del trapianto, la mediana dell’età era di 12.5 anni (range 1.0-17.8) e la mediana del peso era di 37 kg (range 9.5-72). L’immunosoppressione è stata indotta con steroidi e basiliximab, e proseguita nel mantenimento con steroidi, tacrolimus e micofenolato mofetile. Quattro pazienti hanno mostrato una ritardata ripresa di funzione dell’organo trapiantato. In tutti i pazienti, l’ecografia renale eseguita quotidianamente ha mostrato vascolarizzazione ed indici di resistività normali (valore mediano: 0.63). La rSO2 basale media è risultata di 69.84+11.95%, significativamente più bassa rispetto al valore rilevato al termine del periodo di monitoraggio (82.92+8.17%; p<0.0001). Nonostante i diversi tempi di ischemia fredda, non sono emerse rilevanti differenze tra i pattern di ossigenazione documentati dalla NIRS nei trapianti da donatore vivente e non-vivente. Durante le 72 ore di monitoraggio, l’andamento della rSO2 ha mostrato una correlazione significativa con creatininemia (r=-0.58; p<0.05) e clearance della creatinina (r=0.54; p <0.05), mentre non è stata dimostrato un’associazione con la diuresi. Nei 4 pazienti con ritardata ripresa di funzione dell’organo trapiantato, la NIRS ha consentito di dimostrare un trend in aumento della rSO2 indipendentemente da mancata ripresa della diuresi e mancato calo della creatininemia. In tutti i casi, l’U-NGAL ha mostrato un trend in riduzione dal valore basale, correlando in modo significativo con la rSO2 sia nei trapianti da donatore non-vivente (r=-0.96; p<0.05) che in quelli da donatore vivente (r=-0.89; p<0.05). Conclusioni. I nostri risultati indicano che la NIRS rappresenta un metodo adeguato ed affidabile di monitoraggio continuo della perfusione renale nelle prime ore post-trapianto d’organo, quando è fondamentale assicurare al graft un apporto ematico regolare e soddisfacente.
26-gen-2012
Italiano
Near-infrared spectroscopy, kidney transplantation, children
PERILONGO, GIORGIO
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/110431
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-110431