Finalità principale della presente tesi di dottorato è stata la ricostruzione critica di un quadro dell’origine e dello sviluppo degli studi dei testi medievali, a cominciare dalla prima edizione a stampa del Conde Lucanor di Don Juan Manuel, per poi approfondire le prospettive della stampa e dell’edizione dei testi, della critica testuale e dell’ecdotica che si sono imposte nel panorama spagnolo dal Cinquecento al Settecento, quando si sono avviate e sviluppate le proposte di un metodo di interpretazione critica dei testi che troveranno un coronamento e un equilibrio più maturo nel corso dell’Ottocento e del Novecento. La ricerca prende in esame, in particolare, il contesto storico-culturale del XVI secolo, il periodo delle origini della filologia ispanica, quando in Spagna comincia a formarsi una coscienza filologica, grazie all’influenza dell’umanesimo europeo e alla diffusione della stampa. La parte iniziale della tesi si concentra soprattutto sull’edizione del Conde Lucanor curata da Argote de Molina e sull’analisi di un importante testo che l’editore inserisce nella sua edizione e nel quale si occupa di storia letteraria, il Discurso sobre la poesía castellana. In un secondo momento, la ricerca si allarga allo studio delle figure dei primi due studiosi spagnoli che operano con un metodo che si può definire più propriamente filologico nella loro edizione delle poesie di Garcilaso de la Vega: le Anotaciones di Francisco Sánchez de las Brozas e quelle di Fernando de Herrera. Successivamente, il lavoro si rivolge all’analisi del Discurso sobre la lengua castellana di Ambrosio de Morales, che può essere considerato come uno dei più importanti testi teorici sulla valutazione della lingua letteraria castigliana del Cinquecento, e del prologo alle Anotaciones di Herrera realizzato da Francisco de Medina, entrambi esaminati e messi a confronto tra loro in funzione di un paragone con la teoria letteraria herreriana. La ricerca si focalizza poi su alcune opere imprescindibili nell’ambito dello studio della filologia ispanica, il De origen y principio de a lengua castellana o romance di Bernardo de Aldrete, l’edizione della poesia di Garcilaso di José Nicolás de Azara e la Colección de poesías castellanas anteriores al siglo XV di Tomás Antonio Sánchez, con particolare attenzione al testo del Cantar de Mio Cid. Si configura, così, un quadro ricco e problematico delle ipotesi e dei presupposti sui quali si basa il lavoro della tesi, delineando un’introduzione agli studi scientificamente più solidi dei filologi spagnoli otto-novecenteschi.
Inizi e sviluppi della filologia ispanica e degli studi romanzi in Spagna
PERON, SILVIA
2010
Abstract
Finalità principale della presente tesi di dottorato è stata la ricostruzione critica di un quadro dell’origine e dello sviluppo degli studi dei testi medievali, a cominciare dalla prima edizione a stampa del Conde Lucanor di Don Juan Manuel, per poi approfondire le prospettive della stampa e dell’edizione dei testi, della critica testuale e dell’ecdotica che si sono imposte nel panorama spagnolo dal Cinquecento al Settecento, quando si sono avviate e sviluppate le proposte di un metodo di interpretazione critica dei testi che troveranno un coronamento e un equilibrio più maturo nel corso dell’Ottocento e del Novecento. La ricerca prende in esame, in particolare, il contesto storico-culturale del XVI secolo, il periodo delle origini della filologia ispanica, quando in Spagna comincia a formarsi una coscienza filologica, grazie all’influenza dell’umanesimo europeo e alla diffusione della stampa. La parte iniziale della tesi si concentra soprattutto sull’edizione del Conde Lucanor curata da Argote de Molina e sull’analisi di un importante testo che l’editore inserisce nella sua edizione e nel quale si occupa di storia letteraria, il Discurso sobre la poesía castellana. In un secondo momento, la ricerca si allarga allo studio delle figure dei primi due studiosi spagnoli che operano con un metodo che si può definire più propriamente filologico nella loro edizione delle poesie di Garcilaso de la Vega: le Anotaciones di Francisco Sánchez de las Brozas e quelle di Fernando de Herrera. Successivamente, il lavoro si rivolge all’analisi del Discurso sobre la lengua castellana di Ambrosio de Morales, che può essere considerato come uno dei più importanti testi teorici sulla valutazione della lingua letteraria castigliana del Cinquecento, e del prologo alle Anotaciones di Herrera realizzato da Francisco de Medina, entrambi esaminati e messi a confronto tra loro in funzione di un paragone con la teoria letteraria herreriana. La ricerca si focalizza poi su alcune opere imprescindibili nell’ambito dello studio della filologia ispanica, il De origen y principio de a lengua castellana o romance di Bernardo de Aldrete, l’edizione della poesia di Garcilaso di José Nicolás de Azara e la Colección de poesías castellanas anteriores al siglo XV di Tomás Antonio Sánchez, con particolare attenzione al testo del Cantar de Mio Cid. Si configura, così, un quadro ricco e problematico delle ipotesi e dei presupposti sui quali si basa il lavoro della tesi, delineando un’introduzione agli studi scientificamente più solidi dei filologi spagnoli otto-novecenteschi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110517
URN:NBN:IT:UNIPD-110517