La maggior parte degli studi che si sono occupati di bullismo a scuola hanno classificato i protagonisti di tale fenomeno in bulli, vittime, bulli/vittime e non coinvolti (es. Olweus, 1993). Recentemente, molti autori hanno criticato questo approccio, mettendo in evidenza l’importanza di considerare il bullismo come un processo di gruppo (es., Salmivalli et al., 1996; Sutton & Smith, 1999) in cui la maggior parte degli studenti, pur non essendo coinvolta nel fare o subire prepotenze, assume comunque altri ruoli rilevanti all’interno del fenomeno. Una chiara limitazione dell’attuale letteratura sul bullismo riguarda la scarsa attenzione prestata alle caratteristiche individuali dei difensori e, soprattutto degli osservatori passivi, mentre molti studi si sono occupati di indagare le caratteristiche associate ai ruoli di bullo e vittima. Inoltre, si è prestata poca attenzione è stata prestata ai possibili correlati che distinguono il comportamento di difesa da quello di osservazione passiva. Il primo obiettivo del nostro progetto di ricerca è stato di analizzare l’associazione tra alcune caratteristiche individuali degli studenti e diversi tipi di comportamento assunti durante il verificarsi di episodi di prepotenze, nello specifico i comportamenti di difesa della vittima e di osservazione passiva. Inoltre, la letteratura sui Ruoli dei Partecipanti nel bullismo (Salmivalli et al., 1996) si è raramente occupata di indagare il ruolo giocato da variabili contestuali (es. norme di classe ingiuntive e descrittive) nell’influenzare il comportamento individuale. Qundi, il secondo obiettivo di questo progetto di ricerca è stato testare se la variabilità tra classi dei comportamenti di difesa e di osservazione passiva potesse essere spiegata facendo ricorso a variabili a livello di classe, come le norme di classe ingiuntive e descrittive relative a ciascun comportamento. Hanno preso parte alla ricerca 797 bambini di scuola primaria (18 scuole, classi quarte e quinte) e 1028 ragazzi di scuola media (12 scuole, classi seconde e terze). Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a una serie di misure self-report atte ad indagare i loro comportamenti durante episodi di bullismo (agire prepotenze, difendere la vittima, osservare passivamente, essere vittime di bullismo), gli atteggiamenti nei confronti del bullismo (Salmivalli & Voeten, 2004), responsabilità personale per l’intervento, strategie di coping adottate di fronte a episodi di bullismo (Causey & Dubow, 1992) and la pressione percepita ad intervenire in aiuto della vittima da parte di genitori, pari e insegnanti. Nello Studio 1, utilizzando un modello di equazioni strutturali, abbiamo testato un modello basato parzialmente su quello proposto da Latané e Darley (1970)per spiegare il comportamento degli spettatori di fronte a situazioni di emergenza. Inoltre, abbiamo analizzato il ruolo giocato dalle aspettative percepite da parte di genitori, apri e insegnanti. In generale, i risultati hanno confermato il modello ipotizzato. In particolare, gli atteggiamenti anti-bullismo sono risultati positivamente associati alla responsabilità personale per l’intervento. Inoltre, sono risultati predire positivamente la scelta di strategie di coping di approccio (es. problem solving) e negativamente il ricorso a strategie di distanziamento. Entrambe queste relazioni tra atteggiamenti e strategie di coping sono risultate parzialmente mediate dalla responsabilità personale. Inoltre, è emerso un legame positivo tra strategie di coping di approccio e comportamento di difesa e tra strategie di distanziamento e la tendenza a comportarsi come osservatori passivi. Infine, i risultati di questo studio hanno messo in luce l’importante ruolo giocato dalla pressione percepita da parte di pari e genitori (ma non degli insegnanti) nell’influenzare gran parte delle variabili prese in esame. Questo modello si è dimostrato valido in entrambi i gruppi d’età (studenti di scuola primaria e media) e sono emerse solo poche differenze per quanto concerne la forza dei legami. Nello Studio 2 abbiamo esaminato alcune caratteristiche del contesto classe legate ai comportamenti individuali di difesa e osservazione passiva attraverso modelli lineari multilivello. In particolare, abbiamo preso in considerazione le norme ingiuntive da parte di pari e insegnanti (norme che si riferiscono alle aspettative degli altri rispetto al comportamento dell’individuo; Cialdini et al., 1991) all’interno della classe e le norme descrittive (la frequenza con cui un certo comportamento è presente in un gruppo; Chang, 2004) relative al comportamento dei pari. Le norme ingiuntive sono state calcolate come la media di classe della pressione normativa percepita da parte di apri e insegnanti, mentre le norme descrittive sono state misurate come la media di classe dei comportamenti di difesa e di osservazione passiva. I risultati delle analisi multilivello hanno evidenziato che, controllando per il livello di vittimizzazione di classe, le norme ingiuntive e descrittive orientate all’intervento in favore delle vittime di bullismo predicevano positivamente il comportamento di difesa individuale, andandosi ad aggiungere alle caratteristiche individuali (età, genere, comportamento di bullismo, vittimizzazione e pressione normativa percepita da parte di apri e insegnanti). Similarmente, le norme ingiuntive e descrittive orientate all’intervento sono emerse come predittori negativi del comportamento di osservazione passiva. In conclusione, i risultati dei due studi evidenziano come i comportamenti di difesa e osservazione passiva siano il risultato sia di caratteristiche individuali che contestuali (Ladd, 2005). Coerentemente con un approccio child by environment (Ladd, 2003), questi risultati possono essere considerate un esempio di come le caratteristiche individuali, gli stati motivazionali e il contesto sociale (in particolare nei termini di relazioni e esperienze condivise coi pari) possano interagire andando ad influenzare il comportamento individuale. Inoltre, questi risultati possono avere importanti implicazioni per i programmi di prevenzione e intervento sul bullismo.

School bullyng: defending the victim or looking the other way? The role of personal correlates and class norms in primary and middle school

POZZOLI, TIZIANA
2010

Abstract

La maggior parte degli studi che si sono occupati di bullismo a scuola hanno classificato i protagonisti di tale fenomeno in bulli, vittime, bulli/vittime e non coinvolti (es. Olweus, 1993). Recentemente, molti autori hanno criticato questo approccio, mettendo in evidenza l’importanza di considerare il bullismo come un processo di gruppo (es., Salmivalli et al., 1996; Sutton & Smith, 1999) in cui la maggior parte degli studenti, pur non essendo coinvolta nel fare o subire prepotenze, assume comunque altri ruoli rilevanti all’interno del fenomeno. Una chiara limitazione dell’attuale letteratura sul bullismo riguarda la scarsa attenzione prestata alle caratteristiche individuali dei difensori e, soprattutto degli osservatori passivi, mentre molti studi si sono occupati di indagare le caratteristiche associate ai ruoli di bullo e vittima. Inoltre, si è prestata poca attenzione è stata prestata ai possibili correlati che distinguono il comportamento di difesa da quello di osservazione passiva. Il primo obiettivo del nostro progetto di ricerca è stato di analizzare l’associazione tra alcune caratteristiche individuali degli studenti e diversi tipi di comportamento assunti durante il verificarsi di episodi di prepotenze, nello specifico i comportamenti di difesa della vittima e di osservazione passiva. Inoltre, la letteratura sui Ruoli dei Partecipanti nel bullismo (Salmivalli et al., 1996) si è raramente occupata di indagare il ruolo giocato da variabili contestuali (es. norme di classe ingiuntive e descrittive) nell’influenzare il comportamento individuale. Qundi, il secondo obiettivo di questo progetto di ricerca è stato testare se la variabilità tra classi dei comportamenti di difesa e di osservazione passiva potesse essere spiegata facendo ricorso a variabili a livello di classe, come le norme di classe ingiuntive e descrittive relative a ciascun comportamento. Hanno preso parte alla ricerca 797 bambini di scuola primaria (18 scuole, classi quarte e quinte) e 1028 ragazzi di scuola media (12 scuole, classi seconde e terze). Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a una serie di misure self-report atte ad indagare i loro comportamenti durante episodi di bullismo (agire prepotenze, difendere la vittima, osservare passivamente, essere vittime di bullismo), gli atteggiamenti nei confronti del bullismo (Salmivalli & Voeten, 2004), responsabilità personale per l’intervento, strategie di coping adottate di fronte a episodi di bullismo (Causey & Dubow, 1992) and la pressione percepita ad intervenire in aiuto della vittima da parte di genitori, pari e insegnanti. Nello Studio 1, utilizzando un modello di equazioni strutturali, abbiamo testato un modello basato parzialmente su quello proposto da Latané e Darley (1970)per spiegare il comportamento degli spettatori di fronte a situazioni di emergenza. Inoltre, abbiamo analizzato il ruolo giocato dalle aspettative percepite da parte di genitori, apri e insegnanti. In generale, i risultati hanno confermato il modello ipotizzato. In particolare, gli atteggiamenti anti-bullismo sono risultati positivamente associati alla responsabilità personale per l’intervento. Inoltre, sono risultati predire positivamente la scelta di strategie di coping di approccio (es. problem solving) e negativamente il ricorso a strategie di distanziamento. Entrambe queste relazioni tra atteggiamenti e strategie di coping sono risultate parzialmente mediate dalla responsabilità personale. Inoltre, è emerso un legame positivo tra strategie di coping di approccio e comportamento di difesa e tra strategie di distanziamento e la tendenza a comportarsi come osservatori passivi. Infine, i risultati di questo studio hanno messo in luce l’importante ruolo giocato dalla pressione percepita da parte di pari e genitori (ma non degli insegnanti) nell’influenzare gran parte delle variabili prese in esame. Questo modello si è dimostrato valido in entrambi i gruppi d’età (studenti di scuola primaria e media) e sono emerse solo poche differenze per quanto concerne la forza dei legami. Nello Studio 2 abbiamo esaminato alcune caratteristiche del contesto classe legate ai comportamenti individuali di difesa e osservazione passiva attraverso modelli lineari multilivello. In particolare, abbiamo preso in considerazione le norme ingiuntive da parte di pari e insegnanti (norme che si riferiscono alle aspettative degli altri rispetto al comportamento dell’individuo; Cialdini et al., 1991) all’interno della classe e le norme descrittive (la frequenza con cui un certo comportamento è presente in un gruppo; Chang, 2004) relative al comportamento dei pari. Le norme ingiuntive sono state calcolate come la media di classe della pressione normativa percepita da parte di apri e insegnanti, mentre le norme descrittive sono state misurate come la media di classe dei comportamenti di difesa e di osservazione passiva. I risultati delle analisi multilivello hanno evidenziato che, controllando per il livello di vittimizzazione di classe, le norme ingiuntive e descrittive orientate all’intervento in favore delle vittime di bullismo predicevano positivamente il comportamento di difesa individuale, andandosi ad aggiungere alle caratteristiche individuali (età, genere, comportamento di bullismo, vittimizzazione e pressione normativa percepita da parte di apri e insegnanti). Similarmente, le norme ingiuntive e descrittive orientate all’intervento sono emerse come predittori negativi del comportamento di osservazione passiva. In conclusione, i risultati dei due studi evidenziano come i comportamenti di difesa e osservazione passiva siano il risultato sia di caratteristiche individuali che contestuali (Ladd, 2005). Coerentemente con un approccio child by environment (Ladd, 2003), questi risultati possono essere considerate un esempio di come le caratteristiche individuali, gli stati motivazionali e il contesto sociale (in particolare nei termini di relazioni e esperienze condivise coi pari) possano interagire andando ad influenzare il comportamento individuale. Inoltre, questi risultati possono avere importanti implicazioni per i programmi di prevenzione e intervento sul bullismo.
2010
Inglese
bullismo, difesa e osservazione passiva, norme di classe ingiuntive e descrittive, atteggiamenti, responsabilità, strategie di coping
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-110521