La valutazione della qualità delle acque e le operazioni di monitoraggio ambientale richiedono spesso la caratterizzazione dei processi di trasporto e ritenzione di soluti nei sistemi fluviali. La propagazione a valle delle sostanze disciolte in un corso d'acqua, come nutrienti e contaminanti, è influenzata da scambi di massa tra corrente principale, dove le velocità sono relativamente elevate, e circostanti zone d'immagazzinamento temporaneo, tipicamente zone vegetate, sacche di ritenzione laterali e substrato permeabile, dove le velocità sono sensibilmente inferiori. Anche la vegetazione sommersa e, su piccola scala spaziale, i biofilm microbici costituiscono domini di ritenzione addizionali che possono condizionare sensibilmente il destino delle sostanze trasportate. Nel Capitolo 1 di questa tesi viene presentata una panoramica dei processi di trasporto attivi nei corsi d'acqua su diverse scale spaziali e temporali, evidenziando in particolare il loro contributo nell'equazione di bilancio di massa di un soluto. Il Capitolo 2 offre una rassegna dei principali modelli monodimensionali di trasporto ed immagazzinamento temporaneo proposti in letteratura. Nel Capitolo 3 viene presentato il modello di trasporto monodimensionale STIR (Solute Transport In Rivers). Tale modello si basa su un approccio stocastico che permette di esprimere la concentrazione di un soluto nel canale principale in funzione della distribuzione del tempo di residenza nei domini d'immagazzinamento. La formulazione a distribuzione generale del tempo di residenza rende STIR un modello flessibile e modulare che può essere usato sia come modello di calibrazione sia come strumento predittivo. Quando utilizzato come modello di calibrazione, la stima dei parametri si basa su dati di concentrazione ottenuti mediante prove con tracciante in sito. Si procede dunque assumendo una certa forma funzionale per la distribuzione del tempo di residenza nelle zone d'immagazzinamento e determinando i relativi parametri in modo da minimizzare le differenze tra simulazioni e dati sperimentali. Quando siano disponibili sufficienti informazioni sulle proprietà di un corso d'acqua, specifiche chiusure modellistiche possono essere incorporate nel modello STIR per rappresentare separatamente particolari processi di ritenzione e valutare in modo predittivo la risposta del sistema all'immissione di un soluto. Nel Capitolo 4 viene presenta un'applicazione del modello STIR a prove con tracciante in tre corsi d'acqua con caratteristiche molto diverse in termini di portata, substrato e vegetazione. Distinte forme della distribuzione del tempo di residenza nelle zone d'immagazzinamento sono assunte per valutare la capacità del modello di riprodurre le curve osservate. I risultati mostrano che, quando la distribuzione dei tempi d'immagazzinamento è espressa da una media pesata di due distribuzioni esponenziali, il modello fornisce un'ottima approssimazione dei dati sperimentali in tutti i tratti di studio esaminati ed un'utile separazione concettuale delle scale temporali caratteristiche dei processi di ritenzione. L'interpretazione fisica dei parametri può tuttavia presentare delle incertezze, in conseguenza del fatto che le distribuzioni di concentrazione nei corsi d'acqua risultano da una complessa interazione tra processi di trasporto nella corrente principale e processi di scambio con i domini di ritenzione. In particolare, se i parametri del trasporto superficiale non sono fissati a priori, essi dipendono dalla forma specifica assunta per la distribuzione dei tempi d'immagazzinamento. Questa limitazione non può essere superata attraverso tradizionali prove con tracciante, se non integrando i dati sperimentali con un'accurata modellazione idrodinamica del corso d'acqua. Nel caso di prove con tracciante eseguite in canaletta, dove le condizioni idrauliche sono in genere strettamente controllate, l'effetto di particolari processi di ritenzione può essere isolato, sotto specifiche assunzioni, prendendo come riferimento una configurazione di base del sistema in cui tali processi non siano attivi. Questa metodologia viene illustrata nel Capitolo 5 con un'applicazione del modello STIR volta a caratterizzare l'effetto ritentivo di biofilm microbici mediante esperimenti in canaletta. Negli studi di vulnerabilità di sistemi fluviali è utile distinguere tra processi d'immagazzinamento superficiale e sotto-superficiale. Risulta importante, in particolare, caratterizzare la ritenzione di soluti nella regione del letto, nota come zona iporeica, che è direttamente influenzata dalla concentrazione nella corrente superficiale. Essa costituisce infatti un importante ambiente di transizione e riveste un ruolo fondamentale per l'evoluzione di un ecosistema fluviale. Lo scambio tra la corrente e la sottostante zona iporeica è primariamente dovuto a processi convettivi che si sviluppano su diverse scale spaziali a causa dell'interazione fra corrente e irregolarità dell'alveo, quali forme di fondo, barre alternate e meandri. Nei Capitoli 6 e 7 sono derivate specifiche chiusure modellistiche per lo scambio iporeico indotto da forme di fondo in letti omogenei e stratificati che estendono precedenti studi in materia. Tali chiusure modellistiche possono essere incorporate in un modello di trasporto come STIR per stimare in modo predittivo l'effetto dello scambio iporeico indotto da forme di fondo sulla concentrazione di un soluto nell'acqua superficiale o, almeno potenzialmente, per stimare i parametri dell'immagazzinamento iporeico mediante un approccio inverso.

Transport of solutes in streams with transient storage and hyporheic exchange

BOTTACIN BUSOLIN, ANDREA
2010

Abstract

La valutazione della qualità delle acque e le operazioni di monitoraggio ambientale richiedono spesso la caratterizzazione dei processi di trasporto e ritenzione di soluti nei sistemi fluviali. La propagazione a valle delle sostanze disciolte in un corso d'acqua, come nutrienti e contaminanti, è influenzata da scambi di massa tra corrente principale, dove le velocità sono relativamente elevate, e circostanti zone d'immagazzinamento temporaneo, tipicamente zone vegetate, sacche di ritenzione laterali e substrato permeabile, dove le velocità sono sensibilmente inferiori. Anche la vegetazione sommersa e, su piccola scala spaziale, i biofilm microbici costituiscono domini di ritenzione addizionali che possono condizionare sensibilmente il destino delle sostanze trasportate. Nel Capitolo 1 di questa tesi viene presentata una panoramica dei processi di trasporto attivi nei corsi d'acqua su diverse scale spaziali e temporali, evidenziando in particolare il loro contributo nell'equazione di bilancio di massa di un soluto. Il Capitolo 2 offre una rassegna dei principali modelli monodimensionali di trasporto ed immagazzinamento temporaneo proposti in letteratura. Nel Capitolo 3 viene presentato il modello di trasporto monodimensionale STIR (Solute Transport In Rivers). Tale modello si basa su un approccio stocastico che permette di esprimere la concentrazione di un soluto nel canale principale in funzione della distribuzione del tempo di residenza nei domini d'immagazzinamento. La formulazione a distribuzione generale del tempo di residenza rende STIR un modello flessibile e modulare che può essere usato sia come modello di calibrazione sia come strumento predittivo. Quando utilizzato come modello di calibrazione, la stima dei parametri si basa su dati di concentrazione ottenuti mediante prove con tracciante in sito. Si procede dunque assumendo una certa forma funzionale per la distribuzione del tempo di residenza nelle zone d'immagazzinamento e determinando i relativi parametri in modo da minimizzare le differenze tra simulazioni e dati sperimentali. Quando siano disponibili sufficienti informazioni sulle proprietà di un corso d'acqua, specifiche chiusure modellistiche possono essere incorporate nel modello STIR per rappresentare separatamente particolari processi di ritenzione e valutare in modo predittivo la risposta del sistema all'immissione di un soluto. Nel Capitolo 4 viene presenta un'applicazione del modello STIR a prove con tracciante in tre corsi d'acqua con caratteristiche molto diverse in termini di portata, substrato e vegetazione. Distinte forme della distribuzione del tempo di residenza nelle zone d'immagazzinamento sono assunte per valutare la capacità del modello di riprodurre le curve osservate. I risultati mostrano che, quando la distribuzione dei tempi d'immagazzinamento è espressa da una media pesata di due distribuzioni esponenziali, il modello fornisce un'ottima approssimazione dei dati sperimentali in tutti i tratti di studio esaminati ed un'utile separazione concettuale delle scale temporali caratteristiche dei processi di ritenzione. L'interpretazione fisica dei parametri può tuttavia presentare delle incertezze, in conseguenza del fatto che le distribuzioni di concentrazione nei corsi d'acqua risultano da una complessa interazione tra processi di trasporto nella corrente principale e processi di scambio con i domini di ritenzione. In particolare, se i parametri del trasporto superficiale non sono fissati a priori, essi dipendono dalla forma specifica assunta per la distribuzione dei tempi d'immagazzinamento. Questa limitazione non può essere superata attraverso tradizionali prove con tracciante, se non integrando i dati sperimentali con un'accurata modellazione idrodinamica del corso d'acqua. Nel caso di prove con tracciante eseguite in canaletta, dove le condizioni idrauliche sono in genere strettamente controllate, l'effetto di particolari processi di ritenzione può essere isolato, sotto specifiche assunzioni, prendendo come riferimento una configurazione di base del sistema in cui tali processi non siano attivi. Questa metodologia viene illustrata nel Capitolo 5 con un'applicazione del modello STIR volta a caratterizzare l'effetto ritentivo di biofilm microbici mediante esperimenti in canaletta. Negli studi di vulnerabilità di sistemi fluviali è utile distinguere tra processi d'immagazzinamento superficiale e sotto-superficiale. Risulta importante, in particolare, caratterizzare la ritenzione di soluti nella regione del letto, nota come zona iporeica, che è direttamente influenzata dalla concentrazione nella corrente superficiale. Essa costituisce infatti un importante ambiente di transizione e riveste un ruolo fondamentale per l'evoluzione di un ecosistema fluviale. Lo scambio tra la corrente e la sottostante zona iporeica è primariamente dovuto a processi convettivi che si sviluppano su diverse scale spaziali a causa dell'interazione fra corrente e irregolarità dell'alveo, quali forme di fondo, barre alternate e meandri. Nei Capitoli 6 e 7 sono derivate specifiche chiusure modellistiche per lo scambio iporeico indotto da forme di fondo in letti omogenei e stratificati che estendono precedenti studi in materia. Tali chiusure modellistiche possono essere incorporate in un modello di trasporto come STIR per stimare in modo predittivo l'effetto dello scambio iporeico indotto da forme di fondo sulla concentrazione di un soluto nell'acqua superficiale o, almeno potenzialmente, per stimare i parametri dell'immagazzinamento iporeico mediante un approccio inverso.
25-gen-2010
Inglese
solute transport, retention processes, transient storage, dead zones, hyporheic zone, hyporheic exchange, stream-subsurface interactions, pumping model, STIR
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-110726