Negli ultimi anni, la sensibilità dei consumatori non solo verso la qualità dei prodotti di origine animale ma anche dell’intero processo produttivo, ha determinato l’esigenza di dirigere l’allevamento verso tecniche sempre più rispettose dell’ambiente e del benessere animale; per questo motivo l’interesse per allevamenti zootecnici di tipo biologico è andato aumentando. La normativa italiana per l’allevamento biologico (Reg. CE 834/2007 e Reg. CE 889/2008) prevede specifiche misure di allevamento e un massimo di due trattamenti antiparassitari annui con farmaci di sintesi. Questo studio è nato dalla necessità di verificare la situazione parassitaria negli allevamenti biologici di ruminanti in Veneto e di valutare l’efficacia di metodi alternativi nel controllo delle parassitosi. In totale sono stati indagati 28 allevamenti (14 di bovini, 11 di caprini 3 di ovini) e 776 campioni fecali prelevati da altrettanti animali (449 caprini, 97 ovini, 230 bovini). Tutti i campioni sono stati analizzati mediante esame coprologico qualitativo (positività: 85,2% nei bovini; 97,7% nei caprini; 90,7% negli ovini) e quantitativo. In generale, l’uso del pascolo risulta essere un fattore di rischio per gli strongili gastro-intestinali, con un incremento dei valori di prevalenza nel periodo autunnale. ;Altri fattori quali razza, altitudine e differenti tipi di trattamento non sembrano influenzare la situazione parassitaria degli allevamenti. Nessuno degli allevamenti indagati è risultato positivo per strongili bronco-polmonari ed ectoparassiti. Nel corso dell’indagine sono stati prelevati 72 campioni di sangue bovino per la ricerca di Babesia spp. mediante test di immunofluorescenza indiretta (sieropositività del 73,9% per Babesia bovis e dell’8,2% per B. bigemina) e PCR (su coaugoli risultati tutti negativi). Inoltre sono stati esaminati 11 fegati di vitelli, provenienti da un allevamento positivo per Fasciola hepatica agli accertamenti coprologici, individuando la presenza di parassiti adulti in 6 (54,5%) fegati. Infine è stata eseguita una prova con un prodotto fitoterapico commerciale (Privirum - GreenVet) in un allevamento di capre per valutarne l’efficacia contro i nematodi (FECR <80%). Dall’indagine è emerso che le parassitosi non sono un problema particolarmente sentito dagli allevatori. Sebbene la situazione parassitaria riscontrata negli allevamenti indagati non sembri preoccupante, essa necessita di un continuo monitoraggio e, in alcuni casi, di indispensabili misure di controllo. Ulteriori indagini devono essere eseguite al fine di valutare la reale efficacia di trattamenti non convenzionali, considerato che la normativa attualmente in vigore ne consiglia l’uso
Malattie parassitarie in ruminanti allevati con metodo biologico in Veneto
ZANUTTO, SILVIA
2011
Abstract
Negli ultimi anni, la sensibilità dei consumatori non solo verso la qualità dei prodotti di origine animale ma anche dell’intero processo produttivo, ha determinato l’esigenza di dirigere l’allevamento verso tecniche sempre più rispettose dell’ambiente e del benessere animale; per questo motivo l’interesse per allevamenti zootecnici di tipo biologico è andato aumentando. La normativa italiana per l’allevamento biologico (Reg. CE 834/2007 e Reg. CE 889/2008) prevede specifiche misure di allevamento e un massimo di due trattamenti antiparassitari annui con farmaci di sintesi. Questo studio è nato dalla necessità di verificare la situazione parassitaria negli allevamenti biologici di ruminanti in Veneto e di valutare l’efficacia di metodi alternativi nel controllo delle parassitosi. In totale sono stati indagati 28 allevamenti (14 di bovini, 11 di caprini 3 di ovini) e 776 campioni fecali prelevati da altrettanti animali (449 caprini, 97 ovini, 230 bovini). Tutti i campioni sono stati analizzati mediante esame coprologico qualitativo (positività: 85,2% nei bovini; 97,7% nei caprini; 90,7% negli ovini) e quantitativo. In generale, l’uso del pascolo risulta essere un fattore di rischio per gli strongili gastro-intestinali, con un incremento dei valori di prevalenza nel periodo autunnale. ;Altri fattori quali razza, altitudine e differenti tipi di trattamento non sembrano influenzare la situazione parassitaria degli allevamenti. Nessuno degli allevamenti indagati è risultato positivo per strongili bronco-polmonari ed ectoparassiti. Nel corso dell’indagine sono stati prelevati 72 campioni di sangue bovino per la ricerca di Babesia spp. mediante test di immunofluorescenza indiretta (sieropositività del 73,9% per Babesia bovis e dell’8,2% per B. bigemina) e PCR (su coaugoli risultati tutti negativi). Inoltre sono stati esaminati 11 fegati di vitelli, provenienti da un allevamento positivo per Fasciola hepatica agli accertamenti coprologici, individuando la presenza di parassiti adulti in 6 (54,5%) fegati. Infine è stata eseguita una prova con un prodotto fitoterapico commerciale (Privirum - GreenVet) in un allevamento di capre per valutarne l’efficacia contro i nematodi (FECR <80%). Dall’indagine è emerso che le parassitosi non sono un problema particolarmente sentito dagli allevatori. Sebbene la situazione parassitaria riscontrata negli allevamenti indagati non sembri preoccupante, essa necessita di un continuo monitoraggio e, in alcuni casi, di indispensabili misure di controllo. Ulteriori indagini devono essere eseguite al fine di valutare la reale efficacia di trattamenti non convenzionali, considerato che la normativa attualmente in vigore ne consiglia l’usoFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110777
URN:NBN:IT:UNIPD-110777