La nostra ricerca, attraverso lo studio sistematico della normativa comunitaria, della prassi della Commissione, della giurisprudenza nazionale e comunitaria e della dottrina relative alle agevolazioni fiscali e agli aiuti di Stato fiscali, ha permesso di stabilire le linee guida che dovrebbero essere seguite dagli Stati membri e dagli enti substatali nella determinazione delle proprie politiche fiscali agevolative. Tali linee guida rilevano indirettamente anche per le imprese, le quali sono interessate al rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato da parte degli enti pubblici (statali e substatali) che stabiliscano a vantaggio di esse delle agevolazioni fiscali, dato il rischio di recupero a posteriori di detti benefici. La materia oggetto di studio è divisa in tre capitoli. Nel Capitolo I analizziamo i limiti alle agevolazioni fiscali derivanti dal diritto interno italiano. Tale capitolo è diviso in tre sezioni dedicate rispettivamente: 1) alla nozione giuridica di agevolazione fiscale; 2) ai principi costituzionali che condizionano la possibilità di stabilire agevolazioni fiscali; 3) alla classificazione delle agevolazioni fiscali. Il Capitolo II, in cui sono trattati i limiti alla potestà di disporre agevolazioni fiscali derivanti dal diritto comunitario, è dedicato fondamentalmente all’analisi del concetto di aiuto di Stato di natura fiscale proibito ai sensi degli artt. 107 e ss. TFUE. Tale capitolo contiene inoltre alcune riflessioni sugli spazi effettivi di autonomia riconosciuti alle Regioni italiane, in particolare nella prospettiva federalista in via di attuazione alla luce della Legge delega sul federalismo fiscale n.42/2009. Nel Capitolo III ci occupiamo anzitutto (nella prima sezione) delle procedure di controllo da parte della Commissione circa la compatibilità con il TFUE degli aiuti di Stato fiscali. Dedichiamo una particolare attenzione alla procedura di controllo relativa agli aiuti di Stato illegali, cioè concessi in violazione degli obblighi che gravano sugli Stati membri di notificare gli aiuti alla Commissione e di non erogare l’aiuto fino alla decisione di autorizzazione dello stesso da parte dalla Commissione (c.d. obbligo di standstill). In questa parte esaminiamo inoltre i rimedi per la tutela dinanzi alle giurisdizioni nazionali di concorrenti e terzi interessati, lesi dall’aiuto di Stato illegale. Nella seconda sezione ci dedichiamo al dovere degli Stati membri di recuperare gli aiuti concessi in violazione di detti obblighi. In tale sede analizziamo, in primo luogo, l’ordine di recupero, la sua natura ed effetti, i limiti alla facoltà della Commissione di ordinare il recupero degli aiuti illegali e le procedure nazionali di recupero (in particolare quella italiana). In secondo luogo, ci soffermiamo sui mezzi di tutela contro la decisione di recupero a disposizione dei beneficiari degli aiuti, sia in ambito comunitario, sia dinanzi ai tribunali nazionali. In terzo luogo, studiamo le conseguenze della mancata esecuzione da parte degli Stati membri della decisione di recupero. La nostra ricerca evidenzia che la Commissione europea e la Corte di Giustizia, attraverso gli articoli 107 e ss. TFUE, dispongono di un vero strumento non solo di controllo e indirizzo delle politiche fiscali di sviluppo degli Stati membri, ma anche di modifica della normativa interna (sostanziale e procedurale) in materia.
Agevolazioni fiscali tra diritto interno e diritto comunitario
GONZALEZ PINEIRO, ROCIO
2011
Abstract
La nostra ricerca, attraverso lo studio sistematico della normativa comunitaria, della prassi della Commissione, della giurisprudenza nazionale e comunitaria e della dottrina relative alle agevolazioni fiscali e agli aiuti di Stato fiscali, ha permesso di stabilire le linee guida che dovrebbero essere seguite dagli Stati membri e dagli enti substatali nella determinazione delle proprie politiche fiscali agevolative. Tali linee guida rilevano indirettamente anche per le imprese, le quali sono interessate al rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato da parte degli enti pubblici (statali e substatali) che stabiliscano a vantaggio di esse delle agevolazioni fiscali, dato il rischio di recupero a posteriori di detti benefici. La materia oggetto di studio è divisa in tre capitoli. Nel Capitolo I analizziamo i limiti alle agevolazioni fiscali derivanti dal diritto interno italiano. Tale capitolo è diviso in tre sezioni dedicate rispettivamente: 1) alla nozione giuridica di agevolazione fiscale; 2) ai principi costituzionali che condizionano la possibilità di stabilire agevolazioni fiscali; 3) alla classificazione delle agevolazioni fiscali. Il Capitolo II, in cui sono trattati i limiti alla potestà di disporre agevolazioni fiscali derivanti dal diritto comunitario, è dedicato fondamentalmente all’analisi del concetto di aiuto di Stato di natura fiscale proibito ai sensi degli artt. 107 e ss. TFUE. Tale capitolo contiene inoltre alcune riflessioni sugli spazi effettivi di autonomia riconosciuti alle Regioni italiane, in particolare nella prospettiva federalista in via di attuazione alla luce della Legge delega sul federalismo fiscale n.42/2009. Nel Capitolo III ci occupiamo anzitutto (nella prima sezione) delle procedure di controllo da parte della Commissione circa la compatibilità con il TFUE degli aiuti di Stato fiscali. Dedichiamo una particolare attenzione alla procedura di controllo relativa agli aiuti di Stato illegali, cioè concessi in violazione degli obblighi che gravano sugli Stati membri di notificare gli aiuti alla Commissione e di non erogare l’aiuto fino alla decisione di autorizzazione dello stesso da parte dalla Commissione (c.d. obbligo di standstill). In questa parte esaminiamo inoltre i rimedi per la tutela dinanzi alle giurisdizioni nazionali di concorrenti e terzi interessati, lesi dall’aiuto di Stato illegale. Nella seconda sezione ci dedichiamo al dovere degli Stati membri di recuperare gli aiuti concessi in violazione di detti obblighi. In tale sede analizziamo, in primo luogo, l’ordine di recupero, la sua natura ed effetti, i limiti alla facoltà della Commissione di ordinare il recupero degli aiuti illegali e le procedure nazionali di recupero (in particolare quella italiana). In secondo luogo, ci soffermiamo sui mezzi di tutela contro la decisione di recupero a disposizione dei beneficiari degli aiuti, sia in ambito comunitario, sia dinanzi ai tribunali nazionali. In terzo luogo, studiamo le conseguenze della mancata esecuzione da parte degli Stati membri della decisione di recupero. La nostra ricerca evidenzia che la Commissione europea e la Corte di Giustizia, attraverso gli articoli 107 e ss. TFUE, dispongono di un vero strumento non solo di controllo e indirizzo delle politiche fiscali di sviluppo degli Stati membri, ma anche di modifica della normativa interna (sostanziale e procedurale) in materia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/110785
URN:NBN:IT:UNIPD-110785