Il presente lavoro di ricerca è volto ad indagare il fenomeno dell’oggettivazione sessuale femminile (Bartky, 1990; Frederickson & Roberts, 1997). Quando oggettivata, una donna è ridotta al proprio corpo o alle sue parti sessuali perdendo la propria individualità e personalità. Il processo di oggettivazione è stato indagato prendendo in considerazione sia le conseguenze cognitive che l’oggettivazione rivolta al sé o auto-oggettivazione può avere sulla percezione che una donna ha di sé, sia le possibili motivazioni che spingono le donne a considerare modelli di donna sessualmente oggettivati come non completamente esseri umani, o de-umanizzarli. Nel Capitolo 2 abbiamo verificato se l’uso di makeup possa essere considerato una pratica auto-oggettivante che in quanto tale può avere un effetto negativo sulla competenza auto percepita di una donna. In una serie di due studi abbiamo mostrato come modificare le caratteristiche del proprio volto attraverso l’uso di makeup è associato ad una tendenza ad auto-oggettivarsi, aumentando le preoccupazioni espresse da partecipanti femminili per il proprio aspetto fisico, in particolare legato al proprio volto. Inoltre, abbiamo ipotizzato che l’effetto negativo derivante dall’uso di makeup possa dipendere dal contesto normativo in cui makeup viene utilizzato. In accordo con quest’ipotesi, è stato mostrato come solamente nel caso in cui partecipanti femminili erano poste in un contesto in cui la competenza veniva resa saliente l’intenzione di usare makeup portava queste stesse partecipanti a percepirsi come meno competenti. Nel loro insieme, questi studi ampliano la nostra conoscenza sul processo di auto-oggettivazione in quanto mostrano per la prima volta che anche il proprio volto oltre al corpo nel suo insieme può essere una fonte di auto-oggettivazione. A dispetto del suo largo uso, questi studi mostrano come l’uso di makeup sia un’abitudine potenzialmente auto-oggettivante. Nel Capitolo 3 sono state indagate le possibili motivazioni che portano le donne a de-umanizzare modelli di donne sessualmente oggettivate. Abbiamo considerato le caratteristiche di chi subisce l’oggettivazione, ovvero della donna oggetto e di chi la pone in essere, ovvero le altre donne separatamente, ipotizzando che questi due aspetti siano importanti nel processo indagato. Nello Studio 3 abbiamo mostrato come cambiando il significato sociale associato ad un modello di oggettivazione sessuale femminile, evidenziando cioè il ruolo di potenziale promotrice oppure di vittima della donna di una cultura che oggettivizza i corpi femminili, cambi anche il modo in cui partecipanti femminili percepiscono questi modelli in termini umani. Solo nella condizione in cui veniva evidenziato il possibile ruolo di promotrici di una cultura che pone l’aspetto fisico come prioritario, le donne non attribuivano loro un grado di umanità diverso da quello attribuito ad un topic di controllo. Infine, nello Studio 4 il fenomeno di de-umanizzazione di modelli di donna oggetto da parte di altre donne, è stato indagato prendendo in considerazione le caratteristiche di personalità di partecipanti femminili considerate significative nel contesto dell’oggettivazione femminile. L’obiettivo era quello di comprendere quale tipologia di donna ha maggiori probabilità di reagire negativamente a questi modelli femminili. Questo studio ha mostrato come sono in particolare le donne motivate ad attrarre membri dell’altro sesso a prendere le distanze da modelli di donna sessualmente oggettivati poiché vedono in questi modelli delle potenziali rivali.

A feminine look at female objectification: Makeup and self-objectification, sexy women and their dehumanization

PUVIA, ELISA
2011

Abstract

Il presente lavoro di ricerca è volto ad indagare il fenomeno dell’oggettivazione sessuale femminile (Bartky, 1990; Frederickson & Roberts, 1997). Quando oggettivata, una donna è ridotta al proprio corpo o alle sue parti sessuali perdendo la propria individualità e personalità. Il processo di oggettivazione è stato indagato prendendo in considerazione sia le conseguenze cognitive che l’oggettivazione rivolta al sé o auto-oggettivazione può avere sulla percezione che una donna ha di sé, sia le possibili motivazioni che spingono le donne a considerare modelli di donna sessualmente oggettivati come non completamente esseri umani, o de-umanizzarli. Nel Capitolo 2 abbiamo verificato se l’uso di makeup possa essere considerato una pratica auto-oggettivante che in quanto tale può avere un effetto negativo sulla competenza auto percepita di una donna. In una serie di due studi abbiamo mostrato come modificare le caratteristiche del proprio volto attraverso l’uso di makeup è associato ad una tendenza ad auto-oggettivarsi, aumentando le preoccupazioni espresse da partecipanti femminili per il proprio aspetto fisico, in particolare legato al proprio volto. Inoltre, abbiamo ipotizzato che l’effetto negativo derivante dall’uso di makeup possa dipendere dal contesto normativo in cui makeup viene utilizzato. In accordo con quest’ipotesi, è stato mostrato come solamente nel caso in cui partecipanti femminili erano poste in un contesto in cui la competenza veniva resa saliente l’intenzione di usare makeup portava queste stesse partecipanti a percepirsi come meno competenti. Nel loro insieme, questi studi ampliano la nostra conoscenza sul processo di auto-oggettivazione in quanto mostrano per la prima volta che anche il proprio volto oltre al corpo nel suo insieme può essere una fonte di auto-oggettivazione. A dispetto del suo largo uso, questi studi mostrano come l’uso di makeup sia un’abitudine potenzialmente auto-oggettivante. Nel Capitolo 3 sono state indagate le possibili motivazioni che portano le donne a de-umanizzare modelli di donne sessualmente oggettivate. Abbiamo considerato le caratteristiche di chi subisce l’oggettivazione, ovvero della donna oggetto e di chi la pone in essere, ovvero le altre donne separatamente, ipotizzando che questi due aspetti siano importanti nel processo indagato. Nello Studio 3 abbiamo mostrato come cambiando il significato sociale associato ad un modello di oggettivazione sessuale femminile, evidenziando cioè il ruolo di potenziale promotrice oppure di vittima della donna di una cultura che oggettivizza i corpi femminili, cambi anche il modo in cui partecipanti femminili percepiscono questi modelli in termini umani. Solo nella condizione in cui veniva evidenziato il possibile ruolo di promotrici di una cultura che pone l’aspetto fisico come prioritario, le donne non attribuivano loro un grado di umanità diverso da quello attribuito ad un topic di controllo. Infine, nello Studio 4 il fenomeno di de-umanizzazione di modelli di donna oggetto da parte di altre donne, è stato indagato prendendo in considerazione le caratteristiche di personalità di partecipanti femminili considerate significative nel contesto dell’oggettivazione femminile. L’obiettivo era quello di comprendere quale tipologia di donna ha maggiori probabilità di reagire negativamente a questi modelli femminili. Questo studio ha mostrato come sono in particolare le donne motivate ad attrarre membri dell’altro sesso a prendere le distanze da modelli di donna sessualmente oggettivati poiché vedono in questi modelli delle potenziali rivali.
30-gen-2011
Inglese
Oggettivazione femminile, auto-oggettivazione, uso di makeup, de-umanizzazione / Female objectification, self-objectification, makeup use, dehumanization
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/111035
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-111035