Il concetto di intersoggettività non compare con preminenza nell’opera di Merleau-Ponty, forse anche per la brusca interruzione all’apice del suo sviluppo. Ciononostante, esso corrisponde a una tematica per niente marginale nell’economia della sua filosofia, in quanto si situa al crocevia delle grandi problematiche ivi affrontate. Questa ricerca si è proposta di rilevarne il ruolo dal punto di vista ontologico, ripercorrendo le tappe dialettiche che ne giustificano la presenza e l’importanza. L’ecceità del mondo e la considerazione della soggettività in termini di “corpo proprio” permettono l’accesso all’altro, al livello dell’intercorporeità. Grazie alla riconsiderazione del linguaggio come chiasma di corporeità della lingua e pre-senso originario, di dicibilità e indicibilità, diventa possibile la “deiscenza” all’altro. Nel quadro generale di un’ontologia che si arricchisce delle caratteristiche dell’“Essere verticale” o “selvaggio”, a cui fanno riferimento il non-sapere e il non-essere, la trama carnale che lega tutti gli enti non può fare a meno dell’intersoggettività, intesa come relazione costitutiva dell’essere umano incarnato e innestato nel mondo. I confini identitari e narcisistici del soggetto vengono ridefiniti nel rapporto di reciprocità che avviene ancor più al livello comunicativo che a quello corporeo. Merleau-Ponty riesce, dunque, nell’intento di mostrare il coinvolgimento dell’intersoggettività nell’ontogenesi, sulla base della costitutiva e dinamica apertura degli enti nella carne dell’Essere.
La portata ontologica del concetto di intersoggettività in Merleau-Ponty
NICOLAE, TEODORA LUCIA
2011
Abstract
Il concetto di intersoggettività non compare con preminenza nell’opera di Merleau-Ponty, forse anche per la brusca interruzione all’apice del suo sviluppo. Ciononostante, esso corrisponde a una tematica per niente marginale nell’economia della sua filosofia, in quanto si situa al crocevia delle grandi problematiche ivi affrontate. Questa ricerca si è proposta di rilevarne il ruolo dal punto di vista ontologico, ripercorrendo le tappe dialettiche che ne giustificano la presenza e l’importanza. L’ecceità del mondo e la considerazione della soggettività in termini di “corpo proprio” permettono l’accesso all’altro, al livello dell’intercorporeità. Grazie alla riconsiderazione del linguaggio come chiasma di corporeità della lingua e pre-senso originario, di dicibilità e indicibilità, diventa possibile la “deiscenza” all’altro. Nel quadro generale di un’ontologia che si arricchisce delle caratteristiche dell’“Essere verticale” o “selvaggio”, a cui fanno riferimento il non-sapere e il non-essere, la trama carnale che lega tutti gli enti non può fare a meno dell’intersoggettività, intesa come relazione costitutiva dell’essere umano incarnato e innestato nel mondo. I confini identitari e narcisistici del soggetto vengono ridefiniti nel rapporto di reciprocità che avviene ancor più al livello comunicativo che a quello corporeo. Merleau-Ponty riesce, dunque, nell’intento di mostrare il coinvolgimento dell’intersoggettività nell’ontogenesi, sulla base della costitutiva e dinamica apertura degli enti nella carne dell’Essere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/111041
URN:NBN:IT:UNIPD-111041