Sono state condotte indagini di laboratorio sugli acari predatori Amblyseius andersoni, Typhlodromus pyri e Kampimodromus aberrans. Una prima indagine ha riguardato l’influenza di diverse fonti alimentari sui parametri demografici delle tre specie. Queste sono state allevate e monitorate, dalla deposizione dell’uovo alla morte, fornendo diversi tipi di alimenti: gli acari Tetranichidi Panonychus ulmi e Eotetranychus carpini, l’eriofide Colomerus vitis, una possibile preda alternativa (Tydeus caudatus), il polline di Typha latifolia e il micelio del fungo patogeno Plasmopara viticola. Sono stati calcolati i seguenti parametri: durata degli stadi di sviluppo, sopravvivenza, sex-ratio e fecondità. T. caudatus non rappresenta un alimento per le tre specie. K. aberrans ha esibito una sopravvivenza molto bassa su P. viticola e anche per T. pyri il numero dei sopravissuti sul patogeno è significativamente inferiore a quello dei sopravissuti sugli altri alimenti. Per A. andersoni non sono stati osservati differenze nel confronto tra il polline e le prede per la maggior parte dei parametri, mentre l’alimentazione su P. viticola ha conseguito un tasso di ovideposizione più contenuto. T. pyri ha evidenziato un tasso intrinseco di accrescimento della popolazione più elevato su polline e C. vitis che su P. ulmi; E. carpini è stato associato a valori intermedi, P. viticola ai valori più bassi. Per K. aberrans il polline risulta un alimento ottimale, E. capini è preferito a P. ulmi, mentre l’eriofide induce prestazioni simili a quelle viste su E. carpini. Il micelio di P.viticola non consente la riproduzione di K. aberrans. Indipendentemente dall’alimento fornito, A. andersoni mostra tendenzialmente tempi di sviluppo più brevi e fecondità più elevate rispetto a T. pyri e K. aberrans. Una seconda indagine ha riguardato il comportamento alimentare delle femmine svernanti degli acari predatori. I predatori sono stati raccolti a fine inverno e allevati individualmente su polline di Carpinus betulus o su femmine svernanti di E. carpini. La preda è stata offerta a densità crescenti (1, 2, 4 e 8 E. carpini al giorno). In assenza di alimenti le femmine svernanti sono sopravvissute per pochi giorni e non hanno ovideposto. L’interruzione della diapausa è risultata più precoce nelle femmine che hanno avuto a disposizione un maggior numero di prede. Le femmine alimentate con polline hanno iniziato a ovideporre contemporaneamente a quelle allevate con ampie densità di preda. La longevità di A. andersoni si è ridotta al diminuire della disponibilità di preda. La fecondità è influenzata dall’apporto di preda. Il consumo di preda cresce con il numero di prede fornite. L’efficienza di conversione delle prede in uova è stata più elevata a basse densità di preda in K. aberrans e T. pyri e a moderate densità per A. andersoni. Un’ulteriore indagine di laboratorio ha riguardato la risposta degli acari Fitoseidi agli stimoli olfattivi provenienti da foglie infestate da acari Tetranichidi (E. carpini e P. ulmi) o infette dal patogeno Plasmopara viticola. La risposta è stata studiata utilizzando un olfattometro a Y. K. aberrans ha risposto agli stimoli emessi dalle foglie infestate da E. carpini. A. andersoni e T. pyri hanno risposto agli stimoli provenienti dalle foglie infestate da P. ulmi e da E. carpini nonché a quelli provenienti dalle foglie infette da P. viticola. Nella scelta tra i diversi stimoli, A. andersoni e T. pyri hanno preferito P. ulmi a P. viticola. Sono state condotte indagini di campo finalizzate a valutare l’effetto dell’immissione di specie diverse di acari Fitoseidi sul controllo degli acari fitofagi. A tale scopo sono stati selezionati due siti. Nel primo erano presenti quattro vigneti della medesima cultivar (Glera) allevati a Sylvoz, cordone libero, doppia cortina e pergola. I vigneti erano caratterizzati da pullulazioni ricorrenti di acari Tetranichidi e dalla presenza di A. andersoni. Nel secondo sito è stato individuato un vigneto infestato da E. carpini nonostante la presenza di Phytoseius finitimus e A. andersoni. In entrambi i vigneti sono stati immessi T. pyri e K. aberrans, sia singolarmente che congiuntamente e a diverse densità di immissione. Entrambe le specie hanno contribuito al controllo biologico degli acari Tetranichidi. Tuttavia nel primo sito gli effetti dell’immissione sono apparsi significativi solo nell’anno successivo alla stessa. I predatori naturalmente presenti sono apparsi inefficaci. In numerose parcelle A. andersoni ha raggiunto densità inferiori nelle tesi in cui erano presenti T. pyri e K. aberrans che nel testimone. Ph. finitimus ha sofferto meno di A. andersoni la presenza dei competitori. T. pyri ha subito più di K. aberrans l’effetto del competitore.
Reti trofiche nelle comunità di acari della vite: implicazioni per il controllo biologico Food webs in mite communities of grape: implications for biological control
LORENZON, MAURO
2011
Abstract
Sono state condotte indagini di laboratorio sugli acari predatori Amblyseius andersoni, Typhlodromus pyri e Kampimodromus aberrans. Una prima indagine ha riguardato l’influenza di diverse fonti alimentari sui parametri demografici delle tre specie. Queste sono state allevate e monitorate, dalla deposizione dell’uovo alla morte, fornendo diversi tipi di alimenti: gli acari Tetranichidi Panonychus ulmi e Eotetranychus carpini, l’eriofide Colomerus vitis, una possibile preda alternativa (Tydeus caudatus), il polline di Typha latifolia e il micelio del fungo patogeno Plasmopara viticola. Sono stati calcolati i seguenti parametri: durata degli stadi di sviluppo, sopravvivenza, sex-ratio e fecondità. T. caudatus non rappresenta un alimento per le tre specie. K. aberrans ha esibito una sopravvivenza molto bassa su P. viticola e anche per T. pyri il numero dei sopravissuti sul patogeno è significativamente inferiore a quello dei sopravissuti sugli altri alimenti. Per A. andersoni non sono stati osservati differenze nel confronto tra il polline e le prede per la maggior parte dei parametri, mentre l’alimentazione su P. viticola ha conseguito un tasso di ovideposizione più contenuto. T. pyri ha evidenziato un tasso intrinseco di accrescimento della popolazione più elevato su polline e C. vitis che su P. ulmi; E. carpini è stato associato a valori intermedi, P. viticola ai valori più bassi. Per K. aberrans il polline risulta un alimento ottimale, E. capini è preferito a P. ulmi, mentre l’eriofide induce prestazioni simili a quelle viste su E. carpini. Il micelio di P.viticola non consente la riproduzione di K. aberrans. Indipendentemente dall’alimento fornito, A. andersoni mostra tendenzialmente tempi di sviluppo più brevi e fecondità più elevate rispetto a T. pyri e K. aberrans. Una seconda indagine ha riguardato il comportamento alimentare delle femmine svernanti degli acari predatori. I predatori sono stati raccolti a fine inverno e allevati individualmente su polline di Carpinus betulus o su femmine svernanti di E. carpini. La preda è stata offerta a densità crescenti (1, 2, 4 e 8 E. carpini al giorno). In assenza di alimenti le femmine svernanti sono sopravvissute per pochi giorni e non hanno ovideposto. L’interruzione della diapausa è risultata più precoce nelle femmine che hanno avuto a disposizione un maggior numero di prede. Le femmine alimentate con polline hanno iniziato a ovideporre contemporaneamente a quelle allevate con ampie densità di preda. La longevità di A. andersoni si è ridotta al diminuire della disponibilità di preda. La fecondità è influenzata dall’apporto di preda. Il consumo di preda cresce con il numero di prede fornite. L’efficienza di conversione delle prede in uova è stata più elevata a basse densità di preda in K. aberrans e T. pyri e a moderate densità per A. andersoni. Un’ulteriore indagine di laboratorio ha riguardato la risposta degli acari Fitoseidi agli stimoli olfattivi provenienti da foglie infestate da acari Tetranichidi (E. carpini e P. ulmi) o infette dal patogeno Plasmopara viticola. La risposta è stata studiata utilizzando un olfattometro a Y. K. aberrans ha risposto agli stimoli emessi dalle foglie infestate da E. carpini. A. andersoni e T. pyri hanno risposto agli stimoli provenienti dalle foglie infestate da P. ulmi e da E. carpini nonché a quelli provenienti dalle foglie infette da P. viticola. Nella scelta tra i diversi stimoli, A. andersoni e T. pyri hanno preferito P. ulmi a P. viticola. Sono state condotte indagini di campo finalizzate a valutare l’effetto dell’immissione di specie diverse di acari Fitoseidi sul controllo degli acari fitofagi. A tale scopo sono stati selezionati due siti. Nel primo erano presenti quattro vigneti della medesima cultivar (Glera) allevati a Sylvoz, cordone libero, doppia cortina e pergola. I vigneti erano caratterizzati da pullulazioni ricorrenti di acari Tetranichidi e dalla presenza di A. andersoni. Nel secondo sito è stato individuato un vigneto infestato da E. carpini nonostante la presenza di Phytoseius finitimus e A. andersoni. In entrambi i vigneti sono stati immessi T. pyri e K. aberrans, sia singolarmente che congiuntamente e a diverse densità di immissione. Entrambe le specie hanno contribuito al controllo biologico degli acari Tetranichidi. Tuttavia nel primo sito gli effetti dell’immissione sono apparsi significativi solo nell’anno successivo alla stessa. I predatori naturalmente presenti sono apparsi inefficaci. In numerose parcelle A. andersoni ha raggiunto densità inferiori nelle tesi in cui erano presenti T. pyri e K. aberrans che nel testimone. Ph. finitimus ha sofferto meno di A. andersoni la presenza dei competitori. T. pyri ha subito più di K. aberrans l’effetto del competitore.File | Dimensione | Formato | |
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