La tesi è strutturata in due parti ben distinte: la prima, riguarda i metodi di indagine applicati alla climatologia storica, mentre la seconda parte riguarda i metodi di indagine atti alla ricerca, su scala globale, di siti che possiedano le migliori condizioni per le osservazioni astronomiche. Nella prima parte si trattano i metodi per l’analisi e la ricostruzione delle serie storiche di temperatura e si espongono i risultati ottenuti sia localmente, per l’Italia, che su scala globale, per l’area Mediterranea. Nella ricostruzione del clima storico si utilizzano due tipologie di dati: i ‘proxy’ di tipo documentario e gli strumentali. I dati di tipo documentario vengono utilizzati per ricostruire la frequenza di eventi termici estremi nel periodo di tempo antecedente l’invenzione dei primi termometri trasformando le informazioni contenute nei documenti scritti in indici numerici. Tali indici sono definiti sulla base della valutazione della causa fisica e dell’effetto riportato sulla cronaca e statisticamente, con la calibrazione e validazione su un comune periodo di dati strumentali di temperatura. Allo stesso modo, la ricostruzione di una serie strumentale di temperatura necessita di un lungo ed attento lavoro di ricerca, validazione ed analisi statistica delle osservazioni che assicuri l’eliminazione di errori e discontinuità. I risultati ottenuti da queste serie strumentali, statisticamente omogenee e di alta qualità anche dal punto di vista dello studio dei metadati, offrono un notevole miglioramento sia per la qualità del dato presentato sia in termini di copertura temporale che, superando i 360 anni, diviene la più lunga esistente al mondo. Il miglioramento nella conoscenza dell’andamento termico in Italia e nell’area del Mediterraneo risale quindi al 1654, nel mezzo della piccola età glaciale (LIA) ed è notevole se confrontato con l’intervallo temporale presentato nel noto report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC 2007) che si arresta al 1850. Inoltre, se si aggiungono i risultati ottenuti dall’analisi dei dati documentari, i risultati riguardanti l’andamento di temperatura nel Nord-Centro Italia, presentati in questa tesi, arrivano a coprire gli ultmi 500 anni. Questo intervallo temporale plurisecolare aggiunge nuova luce alle attuali conoscenze soprattutto se analizzato in termini di riscaldamento globale. Grande attenzione rivestono in questa prima parte della tesi anche le prime osservazioni strumentali, effettuate dai discepoli di Galileo con il piccolo termometro fiorentino che fu il primo strumento della storia in grado di registrare in modo fisicamente attendibile la temperatura dell’aria. Queste osservazioni, analizzate e presentate qui per la prima volta, nacquero all’interno della Rete Medicea (1654-1670) che fu la prima rete meteorologica esistente al mondo, nata sotto l’egida del Granduca di toscana Ferdinando II. Infine, aggiungendo altri 60 anni di dati di temperatura (1716-1774) alla ricostruzione della serie strumentale storica di Padova, si è ottenuto un risultato particolarmente importante per la storia della nostra specola. Questa serie strumentale, ad oggi ininterrotta, è infatti una delle più lunghe e complete d’Italia, e ci è giunta grazie alle osservazioni effettuate da astronomi quali Toaldo, Chiminello, Santini succedutisi come direttori dell’osservatorio astronomico di Padova. La seconda parte della tesi riguarda l’analisi di dati satellitari e della tecnica in remote sensing per la ricerca di siti che presentino condizioni ottimali per osservazioni astronomiche. Dal punto di vista climatico, l’uso di piattaforme satellitari di tipo sun-syncronous, grazie alla copertura quasi totale della superfice terrestre sono il mezzo attualmente più efficace per il monitoraggio di parametri atmosferici di aree in cui sono presenti osservatori astronomici già attivi da anni e divengono al contempo un mezzo molto potente per rilevare nuovi siti che possiedano le condizioni ottimali richieste dalle osservazioni. Lo scopo di questa seconda parte, è in primis quello di esplorare l’uso di altri rivelatori diversi dal Total Ozone Monitoring Spectrometer a bordo del satellite Earth Probe (Bertolin, 2005), con una miglior risoluzione spaziale, per studiare la correlazione tra il contenuto di aerosol e l’estinzione atmosferica all’osservatorio Roque de Los Muchachos nell’isola di La Palma (Canarie, Spagna). In secondo luogo, il fine è quello di valutare quanto la risoluzione spaziale degli strumenti satellitari influenzi la qualità del dato utilizzato e conseguentemente i risultati ottenuti per la caratterizzazione di un sito astronomico. Per questo intento si sono utilizzati due tipi di dati: dati di livello 2 ad alta risoluzione e dati di livello 3 a più bassa risoluzione spaziale. Importanti risultati si sono ottenuti dall’analisi di questi ultimi dati. Questo tipo di studio in remote sensing è stato rivolto, parallelamente, su quattro tra i siti astronomici di eccelenza al mondo: La Silla e Paranal in Cile, La Palma e Tenerife nelle isole Canarie ed analogamente è stato testato anche per studiare le caratteristiche di un sito completamente nuovo indicato per poter ospitare il futuro extremely large telescope: Tolonchar. I risultati hanno portato a definire per ogni area presa in esame le principali caratteristiche del contenuto aerosol (profondità ottica degli aerosol, altezza dello strato di particelle aerosol, albedo della singola interazione di diffusione con la particella aerosol) e della copertura nuvolosa. Lo scopo di tale confronto è stato quello di verificare se le caratteristiche di qualità del cielo fossero rimaste inalterate negli anni e di cercare tecniche di analisi appropriate a rivelare le proprietà climatiche delle aree in esame. A questo proposito, per la prima volta è stato effettuato un attento monitoraggio da satellite, su un database di 6 anni per il sito di Tolonchar. I risultati ottenuti hanno presentato conclusioni molto importanti. Sopra quest’area la presenza di nubi infatti si è dimostrata molto limitata e per la prima volta è stato possibile studiare e specificare la presenza e le caratteristiche degli aerosol. I maggiori risultati riguardanti lo studio della nuvolosità sono stati ottenuti sia da un punto di vista climatico, in termini di percentuale di copertura nuvolosa, che da un punto di vista astronomico come trend a lungo termine del numero di notti fotometriche. La ricerca di periodicità, effettuata con la wavelet analysis, su oltre un trentennio di dati satellitari, ha messo in evidenza, per il sito astronomico di La Silla, un’anticorrelazione tra l’aumento medio della frazione di nubi e la diminuzione media del Southern Oscillation Index e viceversa. Un risultato analogo si è raggiunto anche studiando la relazione che intercorre tra la variazione del numero di notti fotometriche ed i picchi positivi e negative del SOI. Come dimostra il caso esemplificativo di La Silla, la differenza percentuale tra le peggiori e migliori condizioni in termini di numero di notti fotometriche è rilevante per le osservazioni astronomiche. Questo fatto ha portato a correlare l’anomalia di copertura nuvolosa (cioè la deviazione relativa del numero medio di notti fotometriche) ottenuto dalle misure in situ con un valore analogo recuperato da misure satellitari. L’obiettivo di tale analisi è la ricerca di una possibile correlazione tra queste due variabili per utilizzare i dati satellitari di percentuale di nuvolosità come mezzo per ricostruire una statistica di dati fotometrici su una scala temporale più ampia. Il metodo testato sull’area di La Silla e Paranal ha alcune limitazioni che non permettono di estenderlo ad altri siti astronomici con informazioni fotometriche per ricostruire in modo più completo l’andamento delle loro condizioni osservative negli anni.

Methodologies of climatic investigations: historical series in Italy and sky-quality from satellite data

BERTOLIN, CHIARA
2010

Abstract

La tesi è strutturata in due parti ben distinte: la prima, riguarda i metodi di indagine applicati alla climatologia storica, mentre la seconda parte riguarda i metodi di indagine atti alla ricerca, su scala globale, di siti che possiedano le migliori condizioni per le osservazioni astronomiche. Nella prima parte si trattano i metodi per l’analisi e la ricostruzione delle serie storiche di temperatura e si espongono i risultati ottenuti sia localmente, per l’Italia, che su scala globale, per l’area Mediterranea. Nella ricostruzione del clima storico si utilizzano due tipologie di dati: i ‘proxy’ di tipo documentario e gli strumentali. I dati di tipo documentario vengono utilizzati per ricostruire la frequenza di eventi termici estremi nel periodo di tempo antecedente l’invenzione dei primi termometri trasformando le informazioni contenute nei documenti scritti in indici numerici. Tali indici sono definiti sulla base della valutazione della causa fisica e dell’effetto riportato sulla cronaca e statisticamente, con la calibrazione e validazione su un comune periodo di dati strumentali di temperatura. Allo stesso modo, la ricostruzione di una serie strumentale di temperatura necessita di un lungo ed attento lavoro di ricerca, validazione ed analisi statistica delle osservazioni che assicuri l’eliminazione di errori e discontinuità. I risultati ottenuti da queste serie strumentali, statisticamente omogenee e di alta qualità anche dal punto di vista dello studio dei metadati, offrono un notevole miglioramento sia per la qualità del dato presentato sia in termini di copertura temporale che, superando i 360 anni, diviene la più lunga esistente al mondo. Il miglioramento nella conoscenza dell’andamento termico in Italia e nell’area del Mediterraneo risale quindi al 1654, nel mezzo della piccola età glaciale (LIA) ed è notevole se confrontato con l’intervallo temporale presentato nel noto report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC 2007) che si arresta al 1850. Inoltre, se si aggiungono i risultati ottenuti dall’analisi dei dati documentari, i risultati riguardanti l’andamento di temperatura nel Nord-Centro Italia, presentati in questa tesi, arrivano a coprire gli ultmi 500 anni. Questo intervallo temporale plurisecolare aggiunge nuova luce alle attuali conoscenze soprattutto se analizzato in termini di riscaldamento globale. Grande attenzione rivestono in questa prima parte della tesi anche le prime osservazioni strumentali, effettuate dai discepoli di Galileo con il piccolo termometro fiorentino che fu il primo strumento della storia in grado di registrare in modo fisicamente attendibile la temperatura dell’aria. Queste osservazioni, analizzate e presentate qui per la prima volta, nacquero all’interno della Rete Medicea (1654-1670) che fu la prima rete meteorologica esistente al mondo, nata sotto l’egida del Granduca di toscana Ferdinando II. Infine, aggiungendo altri 60 anni di dati di temperatura (1716-1774) alla ricostruzione della serie strumentale storica di Padova, si è ottenuto un risultato particolarmente importante per la storia della nostra specola. Questa serie strumentale, ad oggi ininterrotta, è infatti una delle più lunghe e complete d’Italia, e ci è giunta grazie alle osservazioni effettuate da astronomi quali Toaldo, Chiminello, Santini succedutisi come direttori dell’osservatorio astronomico di Padova. La seconda parte della tesi riguarda l’analisi di dati satellitari e della tecnica in remote sensing per la ricerca di siti che presentino condizioni ottimali per osservazioni astronomiche. Dal punto di vista climatico, l’uso di piattaforme satellitari di tipo sun-syncronous, grazie alla copertura quasi totale della superfice terrestre sono il mezzo attualmente più efficace per il monitoraggio di parametri atmosferici di aree in cui sono presenti osservatori astronomici già attivi da anni e divengono al contempo un mezzo molto potente per rilevare nuovi siti che possiedano le condizioni ottimali richieste dalle osservazioni. Lo scopo di questa seconda parte, è in primis quello di esplorare l’uso di altri rivelatori diversi dal Total Ozone Monitoring Spectrometer a bordo del satellite Earth Probe (Bertolin, 2005), con una miglior risoluzione spaziale, per studiare la correlazione tra il contenuto di aerosol e l’estinzione atmosferica all’osservatorio Roque de Los Muchachos nell’isola di La Palma (Canarie, Spagna). In secondo luogo, il fine è quello di valutare quanto la risoluzione spaziale degli strumenti satellitari influenzi la qualità del dato utilizzato e conseguentemente i risultati ottenuti per la caratterizzazione di un sito astronomico. Per questo intento si sono utilizzati due tipi di dati: dati di livello 2 ad alta risoluzione e dati di livello 3 a più bassa risoluzione spaziale. Importanti risultati si sono ottenuti dall’analisi di questi ultimi dati. Questo tipo di studio in remote sensing è stato rivolto, parallelamente, su quattro tra i siti astronomici di eccelenza al mondo: La Silla e Paranal in Cile, La Palma e Tenerife nelle isole Canarie ed analogamente è stato testato anche per studiare le caratteristiche di un sito completamente nuovo indicato per poter ospitare il futuro extremely large telescope: Tolonchar. I risultati hanno portato a definire per ogni area presa in esame le principali caratteristiche del contenuto aerosol (profondità ottica degli aerosol, altezza dello strato di particelle aerosol, albedo della singola interazione di diffusione con la particella aerosol) e della copertura nuvolosa. Lo scopo di tale confronto è stato quello di verificare se le caratteristiche di qualità del cielo fossero rimaste inalterate negli anni e di cercare tecniche di analisi appropriate a rivelare le proprietà climatiche delle aree in esame. A questo proposito, per la prima volta è stato effettuato un attento monitoraggio da satellite, su un database di 6 anni per il sito di Tolonchar. I risultati ottenuti hanno presentato conclusioni molto importanti. Sopra quest’area la presenza di nubi infatti si è dimostrata molto limitata e per la prima volta è stato possibile studiare e specificare la presenza e le caratteristiche degli aerosol. I maggiori risultati riguardanti lo studio della nuvolosità sono stati ottenuti sia da un punto di vista climatico, in termini di percentuale di copertura nuvolosa, che da un punto di vista astronomico come trend a lungo termine del numero di notti fotometriche. La ricerca di periodicità, effettuata con la wavelet analysis, su oltre un trentennio di dati satellitari, ha messo in evidenza, per il sito astronomico di La Silla, un’anticorrelazione tra l’aumento medio della frazione di nubi e la diminuzione media del Southern Oscillation Index e viceversa. Un risultato analogo si è raggiunto anche studiando la relazione che intercorre tra la variazione del numero di notti fotometriche ed i picchi positivi e negative del SOI. Come dimostra il caso esemplificativo di La Silla, la differenza percentuale tra le peggiori e migliori condizioni in termini di numero di notti fotometriche è rilevante per le osservazioni astronomiche. Questo fatto ha portato a correlare l’anomalia di copertura nuvolosa (cioè la deviazione relativa del numero medio di notti fotometriche) ottenuto dalle misure in situ con un valore analogo recuperato da misure satellitari. L’obiettivo di tale analisi è la ricerca di una possibile correlazione tra queste due variabili per utilizzare i dati satellitari di percentuale di nuvolosità come mezzo per ricostruire una statistica di dati fotometrici su una scala temporale più ampia. Il metodo testato sull’area di La Silla e Paranal ha alcune limitazioni che non permettono di estenderlo ad altri siti astronomici con informazioni fotometriche per ricostruire in modo più completo l’andamento delle loro condizioni osservative negli anni.
20-gen-2010
Inglese
Historical climatology, florentine thermometer, temperature, aerosol, cloud coverage, photometric nights, satellite data
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/111078
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-111078