Lisa Dalla Valeria Il principio del “terzo escluso” nella «Metafisica» di Aristotele L’argomento della dissertazione riguarda il principio del terzo escluso nella Metafisica di Aristotele, opera in cui esso, come è noto, è per la prima volta così formulato: «Ma neppure può esserci nulla di intermedio di una contraddizione (a)lla_ mh_n ou)de_ metacu_ a)ntifa/sewv e)nde/xetai ei]nai ou)qe/n), bensì è necessario o affermare o negare una sola cosa di una sola cosa, qualunque essa sia (a)ll’a)na/gkh h2 fa/nai h2 a)pofa/nai e4n kaq’e9no_v o9tiou=n)» (Metaph. ? 7, 1011 b 23-24). Poiché la denominazione con cui tale principio viene indicato, non risale ad Aristotele, ma a Baumgarten, è stato scelto di mettere fra virgolette la denominazione “terzo escluso”. In effetti, nella formulazione aristotelica si parla piuttosto dell’esclusione di un medio. Oltre a questa notissima formulazione, Aristotele dedica al principio, subito in sequenza, una serie di argomentazioni volte a dimostrarne la validità per confutazione (Metaph. ? 7, 1011 b 25 - 1012 a 17), in seguito indica quali filosofi hanno sostenuto dottrine contrarie a tale principio e confuta le tesi che da esse se ne ricavano(Metaph. ? 7, 1012 a 17 - 8, 1012 b 31). Se è vero, però, che questa trattazione del principio può essere considerata quella principale contenuta nella Metafisica, è anche vero che quasi sempre essa è stata ritenuta una sorta di appendice alle molto più consistenti argomentazioni dedicate da Aristotele al principio di non contraddizione. Inoltre, vi sono altri passi nella Metafisica che possono essere riferiti in modo più o meno esplicito al principio del terzo escluso. Anzi, se si considera la Metafisica nel suo complesso, il principio viene citato esplicitamente per la prima volta nel libro B, e precisamente nell’ambito della seconda aporia, la quale tratta appunto degli assiomi, ma viene sempre ricordata solo per il principio di non contraddizione. D’altra parte, i concetti che sono coinvolti in Metafisica ? 7-8, sezione relativa al principio, quali per esempio metacu/ (Metaph. I 7), a0nti/fasij (Metaph. I 4), kata/fasij e a0po/fasij, vero e falso (Metaph. E 4, ? 10), mutamento (Metaph. ?), opposizione (Metaph. I), sono in qualche modo tematizzati da Aristotele nella Metafisica stessa, vale a dire in un contesto strettamente filosofico. Tale è del resto la prospettiva nella quale sono state affrontate, in questa sede, le argomentazioni relative al principio, peraltro estremamente note, svolte da Aristotele in Metafisica ? 7-8. Con ciò non si è eluso quanto Aristotele stesso osserva in Metafisica ? 3 (1005 b 2-5), ossia che se si vuole condurre una trattazione sugli assiomi in ambito filosofico, non si possono comunque ignorare gli Analitici (e, per quanto riguarda la mia dissertazione, si possono aggiungere le Categorie e il De interpretatione); ma nemmeno si vuole riproporre una lettura delle argomentazioni sul principio da un punto di vista logico-analitico (come per esempio J. ?ukasiewicz, L.E.J. Brower e A. Heyting) o logico-filosofico (per esempio G. Calogero, C.A. Viano, E. Riondato, I. Didileuscu, T.V. Upton, M. Mignucci, W. Cavini), come è stato fatto per altre finalità interpretative. Del resto, per quanto riguarda gli studi di carattere prettamente filosofico già svolti (si vedano per esempio E. Severino, G. Cenacchi, E. Berti), non si riscontra un particolare interesse per questo principio. La struttura della presente ricerca, che intende porsi, come già si è sottolineato, in una prospettiva di tipo strettamente filosofico – come è del resto quella in cui si situa Aristotele in Metafisica ? 7-8 –, mantiene per essa la sequenza argomentativa che lo stesso filosofo propone. In tal senso la ricerca è articolata in tre parti. La prima coincide con l’analisi della formulazione vera e propria del principio. La seconda con l’analisi delle prove tese a dimostrare per confutazione il principio. La terza con l’analisi delle dottrine sostenute da alcuni filosofi che sono contrarie al principio e alla confutazione delle tesi da esse ricavabili, in particolare le tesi “tutto è vero” “tutto è falso” e “tutto è in quiete” “tutto è in moto”.
Il principio del "terzo escluso" nella «Metafisica» di Aristotele
DALLA VALERIA, LISA
2009
Abstract
Lisa Dalla Valeria Il principio del “terzo escluso” nella «Metafisica» di Aristotele L’argomento della dissertazione riguarda il principio del terzo escluso nella Metafisica di Aristotele, opera in cui esso, come è noto, è per la prima volta così formulato: «Ma neppure può esserci nulla di intermedio di una contraddizione (a)lla_ mh_n ou)de_ metacu_ a)ntifa/sewv e)nde/xetai ei]nai ou)qe/n), bensì è necessario o affermare o negare una sola cosa di una sola cosa, qualunque essa sia (a)ll’a)na/gkh h2 fa/nai h2 a)pofa/nai e4n kaq’e9no_v o9tiou=n)» (Metaph. ? 7, 1011 b 23-24). Poiché la denominazione con cui tale principio viene indicato, non risale ad Aristotele, ma a Baumgarten, è stato scelto di mettere fra virgolette la denominazione “terzo escluso”. In effetti, nella formulazione aristotelica si parla piuttosto dell’esclusione di un medio. Oltre a questa notissima formulazione, Aristotele dedica al principio, subito in sequenza, una serie di argomentazioni volte a dimostrarne la validità per confutazione (Metaph. ? 7, 1011 b 25 - 1012 a 17), in seguito indica quali filosofi hanno sostenuto dottrine contrarie a tale principio e confuta le tesi che da esse se ne ricavano(Metaph. ? 7, 1012 a 17 - 8, 1012 b 31). Se è vero, però, che questa trattazione del principio può essere considerata quella principale contenuta nella Metafisica, è anche vero che quasi sempre essa è stata ritenuta una sorta di appendice alle molto più consistenti argomentazioni dedicate da Aristotele al principio di non contraddizione. Inoltre, vi sono altri passi nella Metafisica che possono essere riferiti in modo più o meno esplicito al principio del terzo escluso. Anzi, se si considera la Metafisica nel suo complesso, il principio viene citato esplicitamente per la prima volta nel libro B, e precisamente nell’ambito della seconda aporia, la quale tratta appunto degli assiomi, ma viene sempre ricordata solo per il principio di non contraddizione. D’altra parte, i concetti che sono coinvolti in Metafisica ? 7-8, sezione relativa al principio, quali per esempio metacu/ (Metaph. I 7), a0nti/fasij (Metaph. I 4), kata/fasij e a0po/fasij, vero e falso (Metaph. E 4, ? 10), mutamento (Metaph. ?), opposizione (Metaph. I), sono in qualche modo tematizzati da Aristotele nella Metafisica stessa, vale a dire in un contesto strettamente filosofico. Tale è del resto la prospettiva nella quale sono state affrontate, in questa sede, le argomentazioni relative al principio, peraltro estremamente note, svolte da Aristotele in Metafisica ? 7-8. Con ciò non si è eluso quanto Aristotele stesso osserva in Metafisica ? 3 (1005 b 2-5), ossia che se si vuole condurre una trattazione sugli assiomi in ambito filosofico, non si possono comunque ignorare gli Analitici (e, per quanto riguarda la mia dissertazione, si possono aggiungere le Categorie e il De interpretatione); ma nemmeno si vuole riproporre una lettura delle argomentazioni sul principio da un punto di vista logico-analitico (come per esempio J. ?ukasiewicz, L.E.J. Brower e A. Heyting) o logico-filosofico (per esempio G. Calogero, C.A. Viano, E. Riondato, I. Didileuscu, T.V. Upton, M. Mignucci, W. Cavini), come è stato fatto per altre finalità interpretative. Del resto, per quanto riguarda gli studi di carattere prettamente filosofico già svolti (si vedano per esempio E. Severino, G. Cenacchi, E. Berti), non si riscontra un particolare interesse per questo principio. La struttura della presente ricerca, che intende porsi, come già si è sottolineato, in una prospettiva di tipo strettamente filosofico – come è del resto quella in cui si situa Aristotele in Metafisica ? 7-8 –, mantiene per essa la sequenza argomentativa che lo stesso filosofo propone. In tal senso la ricerca è articolata in tre parti. La prima coincide con l’analisi della formulazione vera e propria del principio. La seconda con l’analisi delle prove tese a dimostrare per confutazione il principio. La terza con l’analisi delle dottrine sostenute da alcuni filosofi che sono contrarie al principio e alla confutazione delle tesi da esse ricavabili, in particolare le tesi “tutto è vero” “tutto è falso” e “tutto è in quiete” “tutto è in moto”.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
DisDallaValeriaL.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.15 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.15 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/111101
URN:NBN:IT:UNIPD-111101