In ambito di ricerca di formazione degli insegnanti un crescente interesse è dimostrato nei confronti del tema dell’identità professionale. Korthagen (2004, Korthagen & Verkuyl, 2007) considera l’identità professionale come dimensione particolarmente rilevante nella ricerca dell’essenza del “buon insegnante”. Alsup (2005) ritiene che formare un’identità professionale sia un processo centrale per assumere pienamente l’habitus d’insegnante. Gli insegnanti perciò necessitano di una formazione che offra loro opportunità per sviluppare soddisfacenti identità professionali: essi devono prendersi cura di sé, prima di poter meglio farsi carico degli altri. Per questo i formatori degli insegnanti dovrebbero porre le tematiche relative all’identità professionale al centro delle proprie proposte formative. Essi dovrebbero inoltre fare chiarezza con i formandi, sulle difficoltà che comporta raggiungere una soddisfacente e consapevole identità professionale. Assumendo una prospettiva discorsiva costruzionista (Holstein, Gubrium, 2008), si ritiene che raccontando e condividendo le proprie storie, gli insegnanti costruiscano e mostrino le loro identità. Narrare la propria storia è un processo che coinvolge la “riflessione su”, la selezione e l’adattamento degli eventi in maniera da renderli significativi per colui che narra e per cercare di persuadere della loro significatività colui che ascolta. Raccontare storie è perciò un importante lavoro di costruzione identitaria (Watson, 2006). La comprensione più profonda di sé come insegnanti conduce ad un’auto-trasformazione che rappresenta una forma di empowerment professionale (Zembylas, 2003). In questa prospettiva, l’identità risulta un costrutto narrativo e discorsivo che prende forma all’interno delle istituzioni, attraverso le risorse narrative disponibili in certi setting. (Holstein, Gubrium, 2000; Søreide, 2007). Questa costruzione si realizza come continuo processo di posizionamento nel discorso (Davies, Harré, 1990). Harré e van Langenhove (1999) sottolineano che l’individuo emerge, attraverso il processo d’interazione sociale, non come prodotto più o meno stabile, ma come costruito e ricostruito attraverso una varietà di pratiche discorsive alle quali egli partecipa. L’obiettivo della ricerca è quello di esplorare come l’identità professionale può essere costruita attraverso l’uso delle risorse narrative disponibili nel contesto di discussione on line. Specificamente si vogliono esaminare quali risorse narrative usano i partecipanti e come essi si posizionano all’interno del contesto, mentre sono impegnati nel processo di costruzione identitaria professionale. I partecipanti alla ricerca sono stati 13 insegnanti di scuola primaria o dell’infanzia, frequentanti il laboratorio on line di Tecnologie dell’istruzione nell’ambito del CL in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Padova. I soggetti sono stati divisi in 2 gruppi individuati in base all’età di servizio: il gruppo A formato dalle insegnanti con 8-10 anni di servizio nella scuola (insegnanti esperti) e il gruppo B formato dalle insegnanti con 4-5 anni di servizio nella scuola (insegnanti qualificati). I partecipanti hanno interagito fra di loro esclusivamente on line, in modalità testuale e asincrona, utilizzando una piattaforma specificamente realizzata. Le attività, che si sono svolte durante un lasso di tempo di circa tre mesi e sono state suddivise in una fase individuale, durante le quale essi hanno prodotto una presentazione di sé e descritto la propria visione del “buon insegnante”, e una di gruppo in cui hanno condiviso la propria scelta e i propri vissuti professionali. I dati hanno compreso gli scritti dei due gruppi: a) i testi che ciascuno studente ha scritto individualmente; b) le sequenze dei messaggi in forum. Utilizzando la Positioning Theory (Harré, van Langenhove, 1999), è stata condotta un’analisi del discorso con l’ausilio del software di analisi qualitative AtlasTi: Nei 4 corpora d’analisi le partecipanti hanno fatto riferimento a una moltitudine di posizioni soggettive, a sottolineare i differenti aspetti della comprensione di sé e del proprio lavoro. Attraverso l’analisi dei processi d'identificazione e distanziamento dalle posizioni soggettive espresse dai pari, sono andate emergendo le identità che sembrano avere avuto maggiore significatività per le insegnanti partecipanti al laboratorio. Sono stati individuati 5 costrutti identitari: - l’insegnante in relazione, costrutto identitario forte, emergente dalle narrazioni delle partecipanti di entrambi i gruppi A e B, sia in fase individuale, che in quella di gruppo. E’ l’identità dell’insegnante impegnato in una serie articolate di relazioni con i diversi componenti della realtà scolastica; - l’insegnante materna, costrutto meno articolato e complesso del precedente, ma emergente in modo diffuso negli scritti delle partecipanti; è l’identità dell’insegnante che intende il rapporto educativo come un “prendersi cura” dei bambini, i quali rappresentano la bussola della sua azione didattica; - l’insegnante professionista, un’identità che prende forma in modo nettamente più chiaro e definito nei due corpora dei testi individuali; è un’identità caratterizzata da molteplici dimensioni, di cui le più rilevanti e comuni ai due gruppi, sono quelle legate alla capacità di collaborare e di motivare gli allievi; - l’insegnante in crisi, che emerge dalle narrazioni condivise del gruppo A (fra i due, quello composto dagli insegnanti con più anni di servizio), e in particolare dal corpus del forum; è l’identità dell’insegnante in pericolo di burnout, stanco e logorato dalla propria attività lavorativa; - l’insegnante-persona, definita da numero minimo di diverse posizioni soggettive, ma emergente con particolare “urgenza” e bisogno di manifestarsi. E’ l’identità che prende forma nello spazio fluttuante, instabile e ambiguo che si crea fra la propria identità personale e la professionalità. A tutte queste identità, ciascuna partecipante ha fatto in qualche modo riferimento, da tutte vi si è, in qualche modo, distanziata. Il processo di costruzione individuale dell’identità professionale si è realizzato come processo di posizionamento e di negoziazione fra le varie possibili identità emergenti nel contesto discorsivo. Si è giunti inoltre a verificare come le identità emergenti abbiano spazi di sovrapposizione l’una all’altra. La possibilità di capire i processi e le strutture attraverso le quali tali costruzioni avvengono e quali immagini, credenze, pratiche, riflessioni vi siano comprese rappresenta un’importante potenzialità e uno strumento di lavoro per coloro che sono impegnati nel campo della formazione degli insegnanti, così come in quello dell’amministrazione e della politica scolastiche. In tal senso la ricerca getta luce su possibili modelli formativi per gli insegnanti in servizio. Focalizzando sulle risorse e sui processi di costruzione narrativa dell’identità professionale dell’insegnante in servizio, la ricerca ha mostrato altre importanti implicazioni. I risultati confermano, innanzitutto, l’idea, già espressa da molti ricercatori e ampiamente discussa nei precedenti capitoli di questo lavoro, che non abbia senso proporre agli insegnanti in formazione un modello preconfezionato e universale di identità professionale cui aderire, poiché il costrutto identitario professionale risulta flessibile, continuamente costruito e ricostruito, sempre situato. In secondo luogo essi contribuiscono ad offrirci uno squarcio, seppure limitato, ma pur sempre significativo, sull’odierna realtà scolastica, permettendo l’emergere di approcci teorici, credenze diffuse, pratiche, significati, che rappresentano i sistemi valoriali dominanti nell’attuale istituzione scuola, o meglio, nelle quotidianità scolastiche vissute dai partecipanti alla ricerca. Una lettura dei dati dal punto di vista più strettamente pedagogico conduce a rilevare che entrambe le attività proposte nel laboratorio on line, quella individuale e quella di gruppo, possono essere considerate significative poiché hanno permesso alle partecipanti di esplicitare ed esplorare, a livello narrativo, i propri vissuti professionali e personali in una crescente consapevolezza di sé come insegnanti. Va messo in luce il valore strategico del forum come luogo/strumento collettivo privilegiato alla realizzazione di processi orientati ad una più profonda consapevolezza della propria identità professionale. Va rilevato inoltre che i risultati della ricerca hanno mostrato una sorta di evoluzione delle due comunità (gruppi A e B) nel passaggio fra l’attività di narrazione individuale a quella condivisa nel forum. La condivisione narrativa conduce le partecipanti ad abbandonare alcune posizioni, probabilmente le meno significative per loro, e a focalizzarsi su un numero minore di aspetti maggiormente condivisi. L’interazione in forum - arricchita a volte da dinamiche di tipo oppositivo che hanno contribuito a mettere in discussione costrutti poco esplorati, affermazioni date per scontate - favorisce invece una maggiore elaborazione dei costrutti e perciò una migliore esplorazione di ciascuna posizione soggettiva e definizione del costrutto identitario.
Costruire identità professionale in ambienti narrativi on line. Una ricerca sulla formazione di insegnanti in servizio in contesto di CL in SFP
GRION, VALENTINA
2009
Abstract
In ambito di ricerca di formazione degli insegnanti un crescente interesse è dimostrato nei confronti del tema dell’identità professionale. Korthagen (2004, Korthagen & Verkuyl, 2007) considera l’identità professionale come dimensione particolarmente rilevante nella ricerca dell’essenza del “buon insegnante”. Alsup (2005) ritiene che formare un’identità professionale sia un processo centrale per assumere pienamente l’habitus d’insegnante. Gli insegnanti perciò necessitano di una formazione che offra loro opportunità per sviluppare soddisfacenti identità professionali: essi devono prendersi cura di sé, prima di poter meglio farsi carico degli altri. Per questo i formatori degli insegnanti dovrebbero porre le tematiche relative all’identità professionale al centro delle proprie proposte formative. Essi dovrebbero inoltre fare chiarezza con i formandi, sulle difficoltà che comporta raggiungere una soddisfacente e consapevole identità professionale. Assumendo una prospettiva discorsiva costruzionista (Holstein, Gubrium, 2008), si ritiene che raccontando e condividendo le proprie storie, gli insegnanti costruiscano e mostrino le loro identità. Narrare la propria storia è un processo che coinvolge la “riflessione su”, la selezione e l’adattamento degli eventi in maniera da renderli significativi per colui che narra e per cercare di persuadere della loro significatività colui che ascolta. Raccontare storie è perciò un importante lavoro di costruzione identitaria (Watson, 2006). La comprensione più profonda di sé come insegnanti conduce ad un’auto-trasformazione che rappresenta una forma di empowerment professionale (Zembylas, 2003). In questa prospettiva, l’identità risulta un costrutto narrativo e discorsivo che prende forma all’interno delle istituzioni, attraverso le risorse narrative disponibili in certi setting. (Holstein, Gubrium, 2000; Søreide, 2007). Questa costruzione si realizza come continuo processo di posizionamento nel discorso (Davies, Harré, 1990). Harré e van Langenhove (1999) sottolineano che l’individuo emerge, attraverso il processo d’interazione sociale, non come prodotto più o meno stabile, ma come costruito e ricostruito attraverso una varietà di pratiche discorsive alle quali egli partecipa. L’obiettivo della ricerca è quello di esplorare come l’identità professionale può essere costruita attraverso l’uso delle risorse narrative disponibili nel contesto di discussione on line. Specificamente si vogliono esaminare quali risorse narrative usano i partecipanti e come essi si posizionano all’interno del contesto, mentre sono impegnati nel processo di costruzione identitaria professionale. I partecipanti alla ricerca sono stati 13 insegnanti di scuola primaria o dell’infanzia, frequentanti il laboratorio on line di Tecnologie dell’istruzione nell’ambito del CL in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Padova. I soggetti sono stati divisi in 2 gruppi individuati in base all’età di servizio: il gruppo A formato dalle insegnanti con 8-10 anni di servizio nella scuola (insegnanti esperti) e il gruppo B formato dalle insegnanti con 4-5 anni di servizio nella scuola (insegnanti qualificati). I partecipanti hanno interagito fra di loro esclusivamente on line, in modalità testuale e asincrona, utilizzando una piattaforma specificamente realizzata. Le attività, che si sono svolte durante un lasso di tempo di circa tre mesi e sono state suddivise in una fase individuale, durante le quale essi hanno prodotto una presentazione di sé e descritto la propria visione del “buon insegnante”, e una di gruppo in cui hanno condiviso la propria scelta e i propri vissuti professionali. I dati hanno compreso gli scritti dei due gruppi: a) i testi che ciascuno studente ha scritto individualmente; b) le sequenze dei messaggi in forum. Utilizzando la Positioning Theory (Harré, van Langenhove, 1999), è stata condotta un’analisi del discorso con l’ausilio del software di analisi qualitative AtlasTi: Nei 4 corpora d’analisi le partecipanti hanno fatto riferimento a una moltitudine di posizioni soggettive, a sottolineare i differenti aspetti della comprensione di sé e del proprio lavoro. Attraverso l’analisi dei processi d'identificazione e distanziamento dalle posizioni soggettive espresse dai pari, sono andate emergendo le identità che sembrano avere avuto maggiore significatività per le insegnanti partecipanti al laboratorio. Sono stati individuati 5 costrutti identitari: - l’insegnante in relazione, costrutto identitario forte, emergente dalle narrazioni delle partecipanti di entrambi i gruppi A e B, sia in fase individuale, che in quella di gruppo. E’ l’identità dell’insegnante impegnato in una serie articolate di relazioni con i diversi componenti della realtà scolastica; - l’insegnante materna, costrutto meno articolato e complesso del precedente, ma emergente in modo diffuso negli scritti delle partecipanti; è l’identità dell’insegnante che intende il rapporto educativo come un “prendersi cura” dei bambini, i quali rappresentano la bussola della sua azione didattica; - l’insegnante professionista, un’identità che prende forma in modo nettamente più chiaro e definito nei due corpora dei testi individuali; è un’identità caratterizzata da molteplici dimensioni, di cui le più rilevanti e comuni ai due gruppi, sono quelle legate alla capacità di collaborare e di motivare gli allievi; - l’insegnante in crisi, che emerge dalle narrazioni condivise del gruppo A (fra i due, quello composto dagli insegnanti con più anni di servizio), e in particolare dal corpus del forum; è l’identità dell’insegnante in pericolo di burnout, stanco e logorato dalla propria attività lavorativa; - l’insegnante-persona, definita da numero minimo di diverse posizioni soggettive, ma emergente con particolare “urgenza” e bisogno di manifestarsi. E’ l’identità che prende forma nello spazio fluttuante, instabile e ambiguo che si crea fra la propria identità personale e la professionalità. A tutte queste identità, ciascuna partecipante ha fatto in qualche modo riferimento, da tutte vi si è, in qualche modo, distanziata. Il processo di costruzione individuale dell’identità professionale si è realizzato come processo di posizionamento e di negoziazione fra le varie possibili identità emergenti nel contesto discorsivo. Si è giunti inoltre a verificare come le identità emergenti abbiano spazi di sovrapposizione l’una all’altra. La possibilità di capire i processi e le strutture attraverso le quali tali costruzioni avvengono e quali immagini, credenze, pratiche, riflessioni vi siano comprese rappresenta un’importante potenzialità e uno strumento di lavoro per coloro che sono impegnati nel campo della formazione degli insegnanti, così come in quello dell’amministrazione e della politica scolastiche. In tal senso la ricerca getta luce su possibili modelli formativi per gli insegnanti in servizio. Focalizzando sulle risorse e sui processi di costruzione narrativa dell’identità professionale dell’insegnante in servizio, la ricerca ha mostrato altre importanti implicazioni. I risultati confermano, innanzitutto, l’idea, già espressa da molti ricercatori e ampiamente discussa nei precedenti capitoli di questo lavoro, che non abbia senso proporre agli insegnanti in formazione un modello preconfezionato e universale di identità professionale cui aderire, poiché il costrutto identitario professionale risulta flessibile, continuamente costruito e ricostruito, sempre situato. In secondo luogo essi contribuiscono ad offrirci uno squarcio, seppure limitato, ma pur sempre significativo, sull’odierna realtà scolastica, permettendo l’emergere di approcci teorici, credenze diffuse, pratiche, significati, che rappresentano i sistemi valoriali dominanti nell’attuale istituzione scuola, o meglio, nelle quotidianità scolastiche vissute dai partecipanti alla ricerca. Una lettura dei dati dal punto di vista più strettamente pedagogico conduce a rilevare che entrambe le attività proposte nel laboratorio on line, quella individuale e quella di gruppo, possono essere considerate significative poiché hanno permesso alle partecipanti di esplicitare ed esplorare, a livello narrativo, i propri vissuti professionali e personali in una crescente consapevolezza di sé come insegnanti. Va messo in luce il valore strategico del forum come luogo/strumento collettivo privilegiato alla realizzazione di processi orientati ad una più profonda consapevolezza della propria identità professionale. Va rilevato inoltre che i risultati della ricerca hanno mostrato una sorta di evoluzione delle due comunità (gruppi A e B) nel passaggio fra l’attività di narrazione individuale a quella condivisa nel forum. La condivisione narrativa conduce le partecipanti ad abbandonare alcune posizioni, probabilmente le meno significative per loro, e a focalizzarsi su un numero minore di aspetti maggiormente condivisi. L’interazione in forum - arricchita a volte da dinamiche di tipo oppositivo che hanno contribuito a mettere in discussione costrutti poco esplorati, affermazioni date per scontate - favorisce invece una maggiore elaborazione dei costrutti e perciò una migliore esplorazione di ciascuna posizione soggettiva e definizione del costrutto identitario.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/111208
URN:NBN:IT:UNIPD-111208