I complessi metallici ricoprono un ruolo rilevante nella terapia anticancro. Il cisplatino è riconosciuto come uno dei farmaci più attivi, anche se sia la sua tossicità che lo sviluppo di resistenza limitano fortemente il suo impiego clinico. Negli ultimi anni, quindi, la ricerca si è indirizzata verso lo sviluppo di nuovi complessi metallici come potenziali agenti antitumorali, al fine di ottenere composti che presentino maggior efficacia e posseggano una minore tossicità ed un più ampio spettro d’azione. La varietà di funzioni biologiche svolte dagli ioni metallici ha notevolmente stimolato in particolare lo sviluppo di complessi metallici contenenti metalli diversi dal platino, allo scopo di ottenere composti che agiscano attraverso un meccanismo d’azione diverso. In tale ambito, questo lavoro è stato dedicato allo studio gli effetti a livello cellulare, subcellulare e molecolare indotti da complessi fosfinici di oro(I) e rame(I). Per quanto concerne i complessi fosfinici di oro(I), è stato messo in luce la loro capacità di interagire a livello il selenoenzima tioredossina reduttasi, creando condizioni fisiopatologiche in grado di stimolare la via mitocondriale dell’apoptosi in cellule tumorali. I complessi di oro(I), agendo come potenti e selettivi inibitori della tioredossina reduttasi determinano una alterazione dello stato redox cellulare che a sua volta porta all’aumento della produzione cellulare di perossido di idrogeno oltre che all’ossidazione dei componenti del sistema tioredossinico. Questo sbilancio dell’omeostasi cellulare determina induzione della morte cellulare per apoptosi. Diversamente, l’attività antitumorale indotta dai complessi di rame(I) è stata correlata alla loro capacità di indurre una morte cellulare programmata atipica. Infatti, essi inibiscono la crescita cellulare tumorale mediante induzione di paraptosi, un meccanismo di morte cellulare caratterizzato dalla massiccia formazione di vacuoli e da un conseguente stress del reticolo endoplasmatico. L’induzione di morte cellulare mediante un meccanismo diverso da quello dell’apoptosi appare particolarmente interessante poiché questi complessi di rame(I) potrebbero essere impiegati nel trattamento di cellule tumorali che hanno sviluppato numerosi meccanismi al fine di eludere l’induzione di apoptosi.

Metal complexes as potential anticancer agents

GANDIN, VALENTINA
2009

Abstract

I complessi metallici ricoprono un ruolo rilevante nella terapia anticancro. Il cisplatino è riconosciuto come uno dei farmaci più attivi, anche se sia la sua tossicità che lo sviluppo di resistenza limitano fortemente il suo impiego clinico. Negli ultimi anni, quindi, la ricerca si è indirizzata verso lo sviluppo di nuovi complessi metallici come potenziali agenti antitumorali, al fine di ottenere composti che presentino maggior efficacia e posseggano una minore tossicità ed un più ampio spettro d’azione. La varietà di funzioni biologiche svolte dagli ioni metallici ha notevolmente stimolato in particolare lo sviluppo di complessi metallici contenenti metalli diversi dal platino, allo scopo di ottenere composti che agiscano attraverso un meccanismo d’azione diverso. In tale ambito, questo lavoro è stato dedicato allo studio gli effetti a livello cellulare, subcellulare e molecolare indotti da complessi fosfinici di oro(I) e rame(I). Per quanto concerne i complessi fosfinici di oro(I), è stato messo in luce la loro capacità di interagire a livello il selenoenzima tioredossina reduttasi, creando condizioni fisiopatologiche in grado di stimolare la via mitocondriale dell’apoptosi in cellule tumorali. I complessi di oro(I), agendo come potenti e selettivi inibitori della tioredossina reduttasi determinano una alterazione dello stato redox cellulare che a sua volta porta all’aumento della produzione cellulare di perossido di idrogeno oltre che all’ossidazione dei componenti del sistema tioredossinico. Questo sbilancio dell’omeostasi cellulare determina induzione della morte cellulare per apoptosi. Diversamente, l’attività antitumorale indotta dai complessi di rame(I) è stata correlata alla loro capacità di indurre una morte cellulare programmata atipica. Infatti, essi inibiscono la crescita cellulare tumorale mediante induzione di paraptosi, un meccanismo di morte cellulare caratterizzato dalla massiccia formazione di vacuoli e da un conseguente stress del reticolo endoplasmatico. L’induzione di morte cellulare mediante un meccanismo diverso da quello dell’apoptosi appare particolarmente interessante poiché questi complessi di rame(I) potrebbero essere impiegati nel trattamento di cellule tumorali che hanno sviluppato numerosi meccanismi al fine di eludere l’induzione di apoptosi.
2009
Inglese
metal complexes, anticancer agents
Università degli studi di Padova
165
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-111215