Quali pratiche educative vengono agite e co-costruite nell’atelier di riuso creativo come mediazione all’auto-impresa con donne e uomini che stanno vivendo una situazione di svantaggio? Questa la domanda da cui ha preso avvio il processo auto-etnografico e fenomenologico, che mi ha portata a descrivere, attraverso il coinvolgimento di imprenditrici e artigiani, il modello educativo capacitante degli atelier di riuso creativo. Il punto privilegiato di osservazione è stato D-Hub, contesto di ricerca-azione nato a Verona all’inizio del percorso, con un focus su altre realtà del territorio veronese, poste in dialogo con laboratori di altre città italiane. Da qui, la domanda di ricerca si è poi declinata ulteriormente in: che tipo di trasformazioni genera questo strumento nella vita delle persone, nelle comunità e nel sistema di cura istituzionale? Attraverso le lenti della pedagogia critica, dell’auto-etnografia e della differenza sessuale, propongo una narrazione delle pratiche pedagogiche degli atelier come risposta a una diffusa sensazione di stasi del sistema di welfare canonico, per ciò che riguarda il tema dell’inserimento lavorativo e l’educazione degli adulti e delle adulte, e come sguardo trasformativo della realtà.
Dallo scarto al pieno a rendere. L'atelier di riuso creativo come mediazione all'auto-impresa e contesto formativo con donne e uomini in situazione di svantaggio
BERGAMASCO, MARIA ANTONIETTA
2017
Abstract
Quali pratiche educative vengono agite e co-costruite nell’atelier di riuso creativo come mediazione all’auto-impresa con donne e uomini che stanno vivendo una situazione di svantaggio? Questa la domanda da cui ha preso avvio il processo auto-etnografico e fenomenologico, che mi ha portata a descrivere, attraverso il coinvolgimento di imprenditrici e artigiani, il modello educativo capacitante degli atelier di riuso creativo. Il punto privilegiato di osservazione è stato D-Hub, contesto di ricerca-azione nato a Verona all’inizio del percorso, con un focus su altre realtà del territorio veronese, poste in dialogo con laboratori di altre città italiane. Da qui, la domanda di ricerca si è poi declinata ulteriormente in: che tipo di trasformazioni genera questo strumento nella vita delle persone, nelle comunità e nel sistema di cura istituzionale? Attraverso le lenti della pedagogia critica, dell’auto-etnografia e della differenza sessuale, propongo una narrazione delle pratiche pedagogiche degli atelier come risposta a una diffusa sensazione di stasi del sistema di welfare canonico, per ciò che riguarda il tema dell’inserimento lavorativo e l’educazione degli adulti e delle adulte, e come sguardo trasformativo della realtà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/114894
URN:NBN:IT:UNIVR-114894