L'argomento di questa tesi è un confronto tra i costrutti predicativi di tipo frasale nelle diverse varietà romanze. Mentre le pseudorelative sono diffuse pressoché in tutta la Romània, con qualche variazione parametrica minore, i gerundi predicativi e gli infiniti preposizionali sono usati solo in alcune varietà. Negli studi linguistici sull'argomento è mancata finora l'ottica comparativa, sia tra varietà diverse, sia tra costrutti predicativi diversi. Il mio lavoro si prefissa lo scopo di colmare questa lacuna, senza ignorare però i costrutti percettivi composti da un infinito semplice, che da parte della letteratura sono stati paragonati alle strutture predicative delle pseudorelative. Infine, tratterò anche dei gerundi e infiniti preposizionali delle varietà ladine: si tratta di un uso conservativo, perché nelle varietà italoromanze attigue quest'uso si è perso molto tempo fa. Questo lavoro si propone di analizzare le pseudorelative, i gerundi predicativi e gli infiniti preposizionali come Frasi Ridotte con funzione predicativa; questi costrutti possono avere tre strutture sintattiche diverse, a seconda dei contesti in cui sono inseriti, come propone Cinque (1992) e come è dimostrato da numerosi test. La corrispondenza strutturale è particolarmente stretta tra i gerundi e gli infiniti preposizionali: l'unica differenza è data dal movimento del verbo, che nelle gerundive sale alla sinistra di una preposizione foneticamente nulla, che si incorpora nel verbo dando origine alla forma del gerundio; quando il verbo non può muoversi fino alla preposizione, invece, si ha un infinito dove la preposizione è realizzata. Da questo quadro sono esclusi però i gerundi e infiniti preposizionali del ladino, che presentano una serie di tratti divergenti rispetto ai corrispondenti costrutti delle altre varietà: queste divergenze li accomunano invece agli infiniti semplici dei costrutti percettivi. Per questo motivo, propongo che in queste varietà i costrutti siano delle strutture definite tradizionalmente 'ECM', come gli infiniti semplici. Le conclusioni a cui giungo in questa tesi sono di interesse per la ricerca romanistica comparativa, dove non si è mai proposto un confronto tra i vari costrutti predicativi. Inoltre, questo lavoro offre degli argomenti aggiuntivi per mostrare come le varietà ladine delle Dolomiti siano anche sintatticamente conservative. Ulteriori spunti interessanti, in vista di possibili sviluppi futuri, sono forniti dall'analisi – inedita all'interno del modello generativista – dei gerundi (non solo predicativi) come infiniti che incorporano una preposizione, e dal comportamento degli infiniti semplici, la cui struttura andrebbe rianalizzata scartando l'analisi tradizionale di tipo ECM, che non appare adeguata per cogliere tutte le caratteristiche dei costrutti infinitivi romanzi.
Pseudorelative, gerundi e infiniti nelle varietà romanze: affinità (solo) superficiali e corrispondenze strutturali
CASALICCHIO, JAN
2013
Abstract
L'argomento di questa tesi è un confronto tra i costrutti predicativi di tipo frasale nelle diverse varietà romanze. Mentre le pseudorelative sono diffuse pressoché in tutta la Romània, con qualche variazione parametrica minore, i gerundi predicativi e gli infiniti preposizionali sono usati solo in alcune varietà. Negli studi linguistici sull'argomento è mancata finora l'ottica comparativa, sia tra varietà diverse, sia tra costrutti predicativi diversi. Il mio lavoro si prefissa lo scopo di colmare questa lacuna, senza ignorare però i costrutti percettivi composti da un infinito semplice, che da parte della letteratura sono stati paragonati alle strutture predicative delle pseudorelative. Infine, tratterò anche dei gerundi e infiniti preposizionali delle varietà ladine: si tratta di un uso conservativo, perché nelle varietà italoromanze attigue quest'uso si è perso molto tempo fa. Questo lavoro si propone di analizzare le pseudorelative, i gerundi predicativi e gli infiniti preposizionali come Frasi Ridotte con funzione predicativa; questi costrutti possono avere tre strutture sintattiche diverse, a seconda dei contesti in cui sono inseriti, come propone Cinque (1992) e come è dimostrato da numerosi test. La corrispondenza strutturale è particolarmente stretta tra i gerundi e gli infiniti preposizionali: l'unica differenza è data dal movimento del verbo, che nelle gerundive sale alla sinistra di una preposizione foneticamente nulla, che si incorpora nel verbo dando origine alla forma del gerundio; quando il verbo non può muoversi fino alla preposizione, invece, si ha un infinito dove la preposizione è realizzata. Da questo quadro sono esclusi però i gerundi e infiniti preposizionali del ladino, che presentano una serie di tratti divergenti rispetto ai corrispondenti costrutti delle altre varietà: queste divergenze li accomunano invece agli infiniti semplici dei costrutti percettivi. Per questo motivo, propongo che in queste varietà i costrutti siano delle strutture definite tradizionalmente 'ECM', come gli infiniti semplici. Le conclusioni a cui giungo in questa tesi sono di interesse per la ricerca romanistica comparativa, dove non si è mai proposto un confronto tra i vari costrutti predicativi. Inoltre, questo lavoro offre degli argomenti aggiuntivi per mostrare come le varietà ladine delle Dolomiti siano anche sintatticamente conservative. Ulteriori spunti interessanti, in vista di possibili sviluppi futuri, sono forniti dall'analisi – inedita all'interno del modello generativista – dei gerundi (non solo predicativi) come infiniti che incorporano una preposizione, e dal comportamento degli infiniti semplici, la cui struttura andrebbe rianalizzata scartando l'analisi tradizionale di tipo ECM, che non appare adeguata per cogliere tutte le caratteristiche dei costrutti infinitivi romanzi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/118100
URN:NBN:IT:UNIPD-118100