La ricerca qui condotta ha come obiettivo l'indagine chimico-fisica e mineralogica delle tessere musive vitree provenienti dai sacelli paleocristiani di San Prosdocimo (Padova) e di Santa Maria Mater Domini (Vicenza), mirata a caratterizzarne i materiali e, qualora possibile, trarre informazioni sulle tecnologie di produzione e sulle materie prime. Il mosaico del Sacello di San Prosdocimo, abbattuto nel XVI secolo, è oggi totalmente scomposto in lacerti musivi e tessere sciolte sulle quali la Sovrintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico delle province di Belluno, Padova, Rovigo e Treviso ha concesso l’autorizzazione all’esecuzione di questo studio. Il mosaico del Sacello di Santa Maria Mater Domini è, seppure frammentario, ancora collocato in situ e il suo studio è stato permesso dalla Sovrintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le provincie di Verona, Vicenza e Rovigo. Le oltre 3000 tessere sciolte della campionatura padovana, dopo una preliminare osservazione visiva, sono state suddivise in 23 categorie cromatiche, classificazione successivamente confermata anche da indagini spettrometriche volte ad individuare le coordinate CIELAB di ciascun campione. Per ogni categoria cromatica sono stati scelti più campioni sulla base di caratteri oggettivi (tessitura, tonalità cromatica, eccetera), per un totale di 226 tessere sulle quali si sono concentrate le indagini archeometriche. Alla luce delle categorie cromatiche riconosciute nel ciclo padovano sono state campionate in situ 25 tessere del sacello vicentino, con lo scopo di identificare possibili analogie tra i due cicli musivi, unici esempi dell’arte musiva paleocristiana noti in Veneto. Per individuare la tessitura e la composizione del vetro delle tessere sono state condotte indagini al microscopio elettronico a scansione (SEM) e in microsonda elettronica (EMPA) su tutti i campioni, e su quelli trasparenti incolori sono state eseguite anche analisi in spettrometria di massa ad ablazione laser (LA-ICP-MS), in modo da valutare la composizione della matrice vetrosa e confrontare la campionatura in analisi con i corrispettivi vetri noti in letteratura. Le indagini in diffrattometria a raggi X delle polveri (XRPD) e a cristallo singolo (XRSCD) sono state realizzate sui campioni opachi con l’obiettivo identificare le fasi cristalline opacizzanti e/o pigmentanti. La determinazione degli opacizzanti ha inoltre permesso di ottenere una stima delle condizioni ossido riduttive e dei regimi termici delle fornaci durante la produzione del vetro. L’agente cromoforo responsabile delle tessere è stato caratterizzato mediante analisi SEM, EMPA, e XRPD coniugate ad analisi colorimetriche condotte sulle tessere opache. Sulle tessere trasparenti incolori sono state realizzate analisi EPR finalizzate alla quantificazione degli ioni Fe2+ e Mn3+ presenti nel vetro dei campioni. In aggiunta per indagini sugli stati di ossidazione del rame che si è rivelato essere il principale cromoforo, in numerose categorie cromatiche, sono state effettuate misure spettrometriche in assorbimento di raggi X (XAS). Alla luce dei risultati ottenuti si sono individuate significative relazioni tra i due cicli musivi. In particolare i dati disponibili suffragano forti analogie nelle tecnologie di produzione e nei materiali impiegati; minore rilevanza assumono alcune specificità, anche riconducibili alla diversa numerosità dei reperti delle due campionature. È stata inoltre predisposta una base di dati volta a raccogliere e gestire la grande numerosità di risultati ottenuti.. Il database è stato strutturato in modo da permettere l’accesso in modo veloce e puntuale a tutte le informazioni riguardanti la caratterizzazione della tessera musiva e tutti i dati digitalizzati relativi alle analisi chimiche-fisiche e mineralogiche di cui è indicata la procedura analitica, la precisione e l’accuratezza relativa, sono acquisibili dall’utente. Tale supporto informatico viene quindi proposto come un utile mezzo per lo studio del vetro musivo paleocristiano.
Indagini archeometriche sul mosaico paleocristiano a tessere vitree del Sacello di San Prosdocimo (Padova). Caratterizzazione chimico-fisica e cristallografica dei materiali mediante metodiche analituche micro- e non distruttive.
TONIETTO, SERENA
2010
Abstract
La ricerca qui condotta ha come obiettivo l'indagine chimico-fisica e mineralogica delle tessere musive vitree provenienti dai sacelli paleocristiani di San Prosdocimo (Padova) e di Santa Maria Mater Domini (Vicenza), mirata a caratterizzarne i materiali e, qualora possibile, trarre informazioni sulle tecnologie di produzione e sulle materie prime. Il mosaico del Sacello di San Prosdocimo, abbattuto nel XVI secolo, è oggi totalmente scomposto in lacerti musivi e tessere sciolte sulle quali la Sovrintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico delle province di Belluno, Padova, Rovigo e Treviso ha concesso l’autorizzazione all’esecuzione di questo studio. Il mosaico del Sacello di Santa Maria Mater Domini è, seppure frammentario, ancora collocato in situ e il suo studio è stato permesso dalla Sovrintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le provincie di Verona, Vicenza e Rovigo. Le oltre 3000 tessere sciolte della campionatura padovana, dopo una preliminare osservazione visiva, sono state suddivise in 23 categorie cromatiche, classificazione successivamente confermata anche da indagini spettrometriche volte ad individuare le coordinate CIELAB di ciascun campione. Per ogni categoria cromatica sono stati scelti più campioni sulla base di caratteri oggettivi (tessitura, tonalità cromatica, eccetera), per un totale di 226 tessere sulle quali si sono concentrate le indagini archeometriche. Alla luce delle categorie cromatiche riconosciute nel ciclo padovano sono state campionate in situ 25 tessere del sacello vicentino, con lo scopo di identificare possibili analogie tra i due cicli musivi, unici esempi dell’arte musiva paleocristiana noti in Veneto. Per individuare la tessitura e la composizione del vetro delle tessere sono state condotte indagini al microscopio elettronico a scansione (SEM) e in microsonda elettronica (EMPA) su tutti i campioni, e su quelli trasparenti incolori sono state eseguite anche analisi in spettrometria di massa ad ablazione laser (LA-ICP-MS), in modo da valutare la composizione della matrice vetrosa e confrontare la campionatura in analisi con i corrispettivi vetri noti in letteratura. Le indagini in diffrattometria a raggi X delle polveri (XRPD) e a cristallo singolo (XRSCD) sono state realizzate sui campioni opachi con l’obiettivo identificare le fasi cristalline opacizzanti e/o pigmentanti. La determinazione degli opacizzanti ha inoltre permesso di ottenere una stima delle condizioni ossido riduttive e dei regimi termici delle fornaci durante la produzione del vetro. L’agente cromoforo responsabile delle tessere è stato caratterizzato mediante analisi SEM, EMPA, e XRPD coniugate ad analisi colorimetriche condotte sulle tessere opache. Sulle tessere trasparenti incolori sono state realizzate analisi EPR finalizzate alla quantificazione degli ioni Fe2+ e Mn3+ presenti nel vetro dei campioni. In aggiunta per indagini sugli stati di ossidazione del rame che si è rivelato essere il principale cromoforo, in numerose categorie cromatiche, sono state effettuate misure spettrometriche in assorbimento di raggi X (XAS). Alla luce dei risultati ottenuti si sono individuate significative relazioni tra i due cicli musivi. In particolare i dati disponibili suffragano forti analogie nelle tecnologie di produzione e nei materiali impiegati; minore rilevanza assumono alcune specificità, anche riconducibili alla diversa numerosità dei reperti delle due campionature. È stata inoltre predisposta una base di dati volta a raccogliere e gestire la grande numerosità di risultati ottenuti.. Il database è stato strutturato in modo da permettere l’accesso in modo veloce e puntuale a tutte le informazioni riguardanti la caratterizzazione della tessera musiva e tutti i dati digitalizzati relativi alle analisi chimiche-fisiche e mineralogiche di cui è indicata la procedura analitica, la precisione e l’accuratezza relativa, sono acquisibili dall’utente. Tale supporto informatico viene quindi proposto come un utile mezzo per lo studio del vetro musivo paleocristiano.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Studio_archeometrico_tessere_musive.pdf
accesso aperto
Dimensione
15.33 MB
Formato
Adobe PDF
|
15.33 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/118255
URN:NBN:IT:UNIPD-118255