Il lavoro di ricerca affronta il tema dell’autovalutazione negli ambienti di apprendimento in rete attingendo dalle pratiche educative le problematiche di indagine. La ricerca si sviluppa a partire da alcuni interrogativi che inducono a ripensare agli attuali modelli di e-learning per scoprire le funzioni che essi assumono nel rispondere ai bisogni formativi degli individui e delle organizzazioni nell’attuale scenario di complessità, ma anche per offrire elementi di riflessione e strumenti di innovazione alle tradizionali pratiche di insegnamento e di valutazione. Emerge in modo evidente la necessità di presidiare la correlazione tra concezioni dell’apprendimento, pratiche valutative, metodologie didattiche e contesti formativi: elementi chiave di ogni progetto formativo che spesso faticano a costruire tra loro un necessario “sistema di coerenze”, riconoscibile quest’ultimo, come il vero aspetto innovativo che permette di “pilotare” l’inarrestabile sviluppo tecnologico all’interno di una cornice di senso di natura formativa. Si presenta così l’opportunità di ripensare alle modalità con cui organizzare e sostenere i processi di apprendimento, sviluppare i contenuti, progettare gli strumenti di valutazione che consentano di attestare l’acquisizione di competenze in modo efficace rispetto agli obiettivi formativi perseguiti. La chiave di volta risiede nel ruolo sempre più attivo che assume il discente nei percorsi formativi in rete: dalla centralità del mediatore didattico il focus si sposta alla centralità del soggetto in apprendimento e ai suoi processi autoregolativi. Ci si interroga su quali strumenti di valutazione supportino processi di autovalutazione in ambienti di apprendimento in rete e la riflessione si focalizza in particolare sul portfolio formativo, riconosciuto come strumento di valutazione che vive nell’intersezione tra dimensione formativa, professionale e di vita personale. La ricerca empirica, di natura qualitativa, si basa sull’analisi di 30 portfolio sviluppati da soggetti adulti frequentanti un percorso formativo a distanza. I dati esaminati fanno riferimento alle caratteristiche del setting formativo considerato, alla tipologia di portfolio formativo progettato e successivamente sviluppato dagli studenti e alle risposte di un questionario somministrato ex post. Per l’analisi qualitativa dei dati ci si è avvalsi del software Atlas.ti. utilizzando come punto di riferimento una griglia di analisi con indicatori tratti dalla letteratura, integrando all’approccio “top down” quello “bottom-up”, al fine di valorizzare gli elementi emergenti e creativi non direttamente correlabili alle categorie di analisi tratte dalle teorie di riferimento. Lo studio ha permesso di verificare le ipotesi di partenza secondo cui, l’autovalutazione in un ambiente di apprendimento in rete concorre a modificare modelli e rappresentazioni mentali sui concetti di apprendimento (da trasmissivo a costruttivo) e di valutazione (da valutazione di prodotto eterovalutato, a valutazione di processo autoregolato). Le trasformazioni più significative che avvengono nell’apprendimento riguardano dunque le prospettive di significato (Mezirow, 2003). Emerge inoltre come il senso di appartenenza ad una comunità di apprendimento ed il confronto tra pari influisca sull’acquisizione di competenze di natura autoregolativa: proietta in forme di intelligenza collettiva (Levy) in cui il confronto tra prospettive diverse e l’esplicita mobilitazione di conoscenze consente ai soggetti di ripensare il proprio mondo attraverso approcci nuovi e decentrati. Si esamina infine la ricaduta di un percorso di natura autovalutativa sullo sviluppo professionale e personale dei discenti.

Autovalutazione in rete. Uso del portfolio nella formazione post lauream

NADIN, ANNA
2009

Abstract

Il lavoro di ricerca affronta il tema dell’autovalutazione negli ambienti di apprendimento in rete attingendo dalle pratiche educative le problematiche di indagine. La ricerca si sviluppa a partire da alcuni interrogativi che inducono a ripensare agli attuali modelli di e-learning per scoprire le funzioni che essi assumono nel rispondere ai bisogni formativi degli individui e delle organizzazioni nell’attuale scenario di complessità, ma anche per offrire elementi di riflessione e strumenti di innovazione alle tradizionali pratiche di insegnamento e di valutazione. Emerge in modo evidente la necessità di presidiare la correlazione tra concezioni dell’apprendimento, pratiche valutative, metodologie didattiche e contesti formativi: elementi chiave di ogni progetto formativo che spesso faticano a costruire tra loro un necessario “sistema di coerenze”, riconoscibile quest’ultimo, come il vero aspetto innovativo che permette di “pilotare” l’inarrestabile sviluppo tecnologico all’interno di una cornice di senso di natura formativa. Si presenta così l’opportunità di ripensare alle modalità con cui organizzare e sostenere i processi di apprendimento, sviluppare i contenuti, progettare gli strumenti di valutazione che consentano di attestare l’acquisizione di competenze in modo efficace rispetto agli obiettivi formativi perseguiti. La chiave di volta risiede nel ruolo sempre più attivo che assume il discente nei percorsi formativi in rete: dalla centralità del mediatore didattico il focus si sposta alla centralità del soggetto in apprendimento e ai suoi processi autoregolativi. Ci si interroga su quali strumenti di valutazione supportino processi di autovalutazione in ambienti di apprendimento in rete e la riflessione si focalizza in particolare sul portfolio formativo, riconosciuto come strumento di valutazione che vive nell’intersezione tra dimensione formativa, professionale e di vita personale. La ricerca empirica, di natura qualitativa, si basa sull’analisi di 30 portfolio sviluppati da soggetti adulti frequentanti un percorso formativo a distanza. I dati esaminati fanno riferimento alle caratteristiche del setting formativo considerato, alla tipologia di portfolio formativo progettato e successivamente sviluppato dagli studenti e alle risposte di un questionario somministrato ex post. Per l’analisi qualitativa dei dati ci si è avvalsi del software Atlas.ti. utilizzando come punto di riferimento una griglia di analisi con indicatori tratti dalla letteratura, integrando all’approccio “top down” quello “bottom-up”, al fine di valorizzare gli elementi emergenti e creativi non direttamente correlabili alle categorie di analisi tratte dalle teorie di riferimento. Lo studio ha permesso di verificare le ipotesi di partenza secondo cui, l’autovalutazione in un ambiente di apprendimento in rete concorre a modificare modelli e rappresentazioni mentali sui concetti di apprendimento (da trasmissivo a costruttivo) e di valutazione (da valutazione di prodotto eterovalutato, a valutazione di processo autoregolato). Le trasformazioni più significative che avvengono nell’apprendimento riguardano dunque le prospettive di significato (Mezirow, 2003). Emerge inoltre come il senso di appartenenza ad una comunità di apprendimento ed il confronto tra pari influisca sull’acquisizione di competenze di natura autoregolativa: proietta in forme di intelligenza collettiva (Levy) in cui il confronto tra prospettive diverse e l’esplicita mobilitazione di conoscenze consente ai soggetti di ripensare il proprio mondo attraverso approcci nuovi e decentrati. Si esamina infine la ricaduta di un percorso di natura autovalutativa sullo sviluppo professionale e personale dei discenti.
gen-2009
Italiano
autovalutazione, autoregolazione, e-learning
Università degli studi di Padova
221
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/118275
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-118275