La corretta resa dei colori con cui appaiono gli oggetti denota la buona qualità di progettazione di un impianto di illuminazione, soprattutto in ambienti particolari quali musei e gallerie d'arte dove la percezione cromatica è fondamentale per l'interpretazione dell'opera. Contemporaneamente, le sorgenti luminose devono essere scelte in modo da non arrecare danno agli oggetti che illuminano e preservare la loro tinta originaria. Nel primo caso è necessario effettuare una caratterizzazione spettroradiometrica delle superfici ottenuta tramite appositi strumenti che però attualmente consentono la misura solo in modo puntuale, rendendo l'operazione lunga e laboriosa per i soggetti policromi. La seconda condizione richiede che si conoscano le sensibilità dei materiali all'esposizione prolungata alla luce, ma per tante categorie non sono state ancora definite come anche i modelli per stabilire il grado di dannosità di una sorgente. Il presente lavoro di tesi si sviluppa su due linee parallele nel tentativo di esaminare entrambi i suddetti aspetti nel problema di progettazione di un impianto di illuminazione. Da un lato si è definito un sistema che consenta una caratterizzazione spettroradiometrica di ampie superfici policrome rapida, ma al contempo precisa ed accurata. Prendendo spunto da tecniche diagnostiche utilizzate nell'ambito dei beni culturali, è stato messo a punto un dispositivo di misura, composto da una fotocamera a CCD ed un banco di filtri interferenziali sintonizzabili, caratterizzato da un'elevata risoluzione sia spettrale sia spaziale. Dall'altro lato è stata approfondita la teoria riguardante il fenomeno del fotodegrado e si è voluto cercare, in particolare, una procedura che sia sistematica per determinare la fotosensibilità caratteristica di uno specifico materiale. Per questo motivo è stato riprodotto sperimentalmente in laboratorio il processo di viraggio del colore per esposizione alla luce su campioni di inchiostro da stampa inseriti dentro un'apposita camera di invecchiamento.
Interazione tra luce e materia: colorimetria e fotodegrado in ambito illuminotecnico
Elena, Pedrotti
2010
Abstract
La corretta resa dei colori con cui appaiono gli oggetti denota la buona qualità di progettazione di un impianto di illuminazione, soprattutto in ambienti particolari quali musei e gallerie d'arte dove la percezione cromatica è fondamentale per l'interpretazione dell'opera. Contemporaneamente, le sorgenti luminose devono essere scelte in modo da non arrecare danno agli oggetti che illuminano e preservare la loro tinta originaria. Nel primo caso è necessario effettuare una caratterizzazione spettroradiometrica delle superfici ottenuta tramite appositi strumenti che però attualmente consentono la misura solo in modo puntuale, rendendo l'operazione lunga e laboriosa per i soggetti policromi. La seconda condizione richiede che si conoscano le sensibilità dei materiali all'esposizione prolungata alla luce, ma per tante categorie non sono state ancora definite come anche i modelli per stabilire il grado di dannosità di una sorgente. Il presente lavoro di tesi si sviluppa su due linee parallele nel tentativo di esaminare entrambi i suddetti aspetti nel problema di progettazione di un impianto di illuminazione. Da un lato si è definito un sistema che consenta una caratterizzazione spettroradiometrica di ampie superfici policrome rapida, ma al contempo precisa ed accurata. Prendendo spunto da tecniche diagnostiche utilizzate nell'ambito dei beni culturali, è stato messo a punto un dispositivo di misura, composto da una fotocamera a CCD ed un banco di filtri interferenziali sintonizzabili, caratterizzato da un'elevata risoluzione sia spettrale sia spaziale. Dall'altro lato è stata approfondita la teoria riguardante il fenomeno del fotodegrado e si è voluto cercare, in particolare, una procedura che sia sistematica per determinare la fotosensibilità caratteristica di uno specifico materiale. Per questo motivo è stato riprodotto sperimentalmente in laboratorio il processo di viraggio del colore per esposizione alla luce su campioni di inchiostro da stampa inseriti dentro un'apposita camera di invecchiamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/119621
URN:NBN:IT:UNIPD-119621