Questa ricerca è il risultato di un'accurata indagine di un segmento dell'opera del pittore sloveno Zoran Mušič, precisamente del periodo della sua produzione giovanile circoscritta agli anni 1931-1945, quando viveva ancora in Slovenia. Una linea netta divide il lavoro svolto dall'artista prima e dopo il 1945, data in cui, attraverso i disegni di Dachau, apporta una trasformazione radicale al suo fare pittorico. Per questa ragione lo studio delle opere realizzate tra il 1931 e il 1944 si traduce in una scoperta, accresciuta dal fatto che il pittore, nel corso della sua vita, ha cercato di mantenere occultato questo periodo. Una decisione comprensibile, se si considera l'esperienza vissuta nel campo di concentramento di Dachau, la principale causa di un generale cambiamento del suo fare artistico, una cesura che lo conduce verso un approccio più essenziale della realtà è rappresentata nelle sue tele. Le opere realizzate dopo il 1945 hanno poco o nulla in comune con quelle oggi conservate principalmente nelle collezioni pubbliche e private slovene. Tale particolare ubicazione ha comportato una sorta di oblio nei confronti di tali pitture e, nonostante nel corso del 2009, centenario della nascita dell'artista, storici dell'arte e critici sloveni abbiano cercato di porre in rilievo, attraverso mostre e pubblicazioni, l'importanza dei suoi esordi, Mušič nel panorama artistico internazionale continua a 'nascere' nel 1945. Per svolgere questa ricerca è stato necessario ricorrere a due metodologie di lavoro complementari. Un primo percorso di studio è legato alla ricostruzione della sua opera attraverso la documentazione scritta. Le principali fonti sono costituite dai numerosi articoli pubblicati nei quotidiani e nelle riviste slovene, che tra il 1935 e il 1944 hanno riportato dati e notizie sulle mostre allora in corso. In occasione delle numerose manifestazioni organizzate nella capitale Lubiana e nella città  di Maribor, critici e pubblicisti hanno recensito dettagliatamente il lavoro degli artisti, esprimendo in certi casi anche un appropriato giudizio critico. I testi sono per la maggior parte in lingua slovena. Alcuni sono in lingua tedesca mentre è più ristretto invece il numero di articoli in italiano, legati principalmente alle esposizioni tenutesi a Trieste e a Venezia nel 1944. Un ulteriore nucleo di documenti è costituito dai piccoli cataloghi o dai semplici fogli di sala che accompagnavano le mostre organizzate nel decennio in questione. Le descrizioni degli articoli riportati nei periodici rappresentano pertanto una fonte di informazioni più attendibile e completa. La ricerca, infatti, si fonda in gran parte su documenti provenienti dai giornali conservati nelle biblioteche slovene, particolarmente nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Lubiana. I periodici sono stati decisivi anche per la configurazione dell'epoca storico-artistica e per poter tracciare la linea di sviluppo della critica artistica tra le due guerre. Il periodo è circoscritto all'epoca in cui il giovane Mušič è nella fase determinante della sua formazione. L'artista, infatti, vive nel corso della sua giovinezza i diversi cambiamenti, di ordine politico e sociale, che sconvolgono il paese, ma soprattutto assiste all'emancipazione di una piccola nazione, che, dopo la prima guerra mondiale, incomincia progressivamente ad avere una sua autonomia. poiché per secoli la Slovenia è stata costretta a reprimere la propria cultura sotto il dominio straniero. Il secondo nucleo di ricerca è costituito dalle schede relative alle singole opere realizzate dall'artista nei suddetti dieci anni del suo percorso critico. In questo ambito, l'archivio fotografico della Galleria d'Arte Moderna di Lubiana è stato estremamente prezioso. Altre opere sono state scoperte dallo studioso Gojko Zupan il quale, partendo proprio dalle testimonianze dei giornali e dalla ricostruzione dei vari spostamenti effettuati dall'artista nel corso della sua vita, ha cercato di rintracciare i dipinti mancanti all'appello. In alcuni casi, la sua ricerca è stata fortunata e la testimonianza di questi risultati si rende esplicita nelle tre mostre organizzate dalla Galleria Zala di Lubiana. Un'altra esposizione, dedicata alle vedute cittadine, ha consentito di integrare nuove schede e di verificare direttamente lavori specifici. Si tratta della manifestazione organizzata dalla Galleria d'Arte di Maribor, la quale riuniva una ventina di tele provenienti principalmente da collezioni private. Le mostre organizzate in Slovenia nel corso del centenario della nascita dell'artista hanno rappresentato una grande opportunità per vedere riunite opere che altrimenti avrei dovuto recuperare singolarmente tra i numerosi collezionisti privati. Un altro gruppo di lavori è ubicato in tre piccole chiesette del Collio, a Drežnica, Grahovo e Gradno, dove sono conservati gli affreschi e le tele che Mušič realizza assieme all'amico Avgust Černigoj e Lojze Spacal nel 1942. Questi lavori, pur essendo delle esecuzioni mediocri, rappresentano comunque una tappa inedita della carriera pittorica del giovane artista. Le opere non sono state mai oggetto di uno studio accurato da parte della critica slovena e non esiste pertanto una documentazione fotografica e tanto meno critica. Ciò spiega perché, oltre ad aver realizzato personalmente le riproduzioni degli affreschi e delle tele, ho cercato di identificare con attenzione le singole mani degli artisti nelle esecuzioni ad affresco di Grahovo e Drežnica, suggerendo delle ipotesi. Pur essendo il cardine dei lavori conservato in Slovenia, alcuni di essi si trovano anche in Italia. Le due mostre del 1944, una a Trieste e l'altra a Venezia, avevano dato all'artista l'opportunità di vendere dei pezzi, conservati ora in collezioni private. Tutta la documentazione raccolta è stata poi confrontata con i materiali conservati nell'archivio dell'artista e con la testimonianza della moglie Ida Cadorin Mušič. Il lavoro è stato sviluppato in due volumi. Il primo incentrato sull'analisi storico artistica, mentre il secondo sulle opere e le rispettive schede tecniche.

L'opera giovanile di Anton Zoran Mušič

Aurora, Fonda
2011

Abstract

Questa ricerca è il risultato di un'accurata indagine di un segmento dell'opera del pittore sloveno Zoran Mušič, precisamente del periodo della sua produzione giovanile circoscritta agli anni 1931-1945, quando viveva ancora in Slovenia. Una linea netta divide il lavoro svolto dall'artista prima e dopo il 1945, data in cui, attraverso i disegni di Dachau, apporta una trasformazione radicale al suo fare pittorico. Per questa ragione lo studio delle opere realizzate tra il 1931 e il 1944 si traduce in una scoperta, accresciuta dal fatto che il pittore, nel corso della sua vita, ha cercato di mantenere occultato questo periodo. Una decisione comprensibile, se si considera l'esperienza vissuta nel campo di concentramento di Dachau, la principale causa di un generale cambiamento del suo fare artistico, una cesura che lo conduce verso un approccio più essenziale della realtà è rappresentata nelle sue tele. Le opere realizzate dopo il 1945 hanno poco o nulla in comune con quelle oggi conservate principalmente nelle collezioni pubbliche e private slovene. Tale particolare ubicazione ha comportato una sorta di oblio nei confronti di tali pitture e, nonostante nel corso del 2009, centenario della nascita dell'artista, storici dell'arte e critici sloveni abbiano cercato di porre in rilievo, attraverso mostre e pubblicazioni, l'importanza dei suoi esordi, Mušič nel panorama artistico internazionale continua a 'nascere' nel 1945. Per svolgere questa ricerca è stato necessario ricorrere a due metodologie di lavoro complementari. Un primo percorso di studio è legato alla ricostruzione della sua opera attraverso la documentazione scritta. Le principali fonti sono costituite dai numerosi articoli pubblicati nei quotidiani e nelle riviste slovene, che tra il 1935 e il 1944 hanno riportato dati e notizie sulle mostre allora in corso. In occasione delle numerose manifestazioni organizzate nella capitale Lubiana e nella città  di Maribor, critici e pubblicisti hanno recensito dettagliatamente il lavoro degli artisti, esprimendo in certi casi anche un appropriato giudizio critico. I testi sono per la maggior parte in lingua slovena. Alcuni sono in lingua tedesca mentre è più ristretto invece il numero di articoli in italiano, legati principalmente alle esposizioni tenutesi a Trieste e a Venezia nel 1944. Un ulteriore nucleo di documenti è costituito dai piccoli cataloghi o dai semplici fogli di sala che accompagnavano le mostre organizzate nel decennio in questione. Le descrizioni degli articoli riportati nei periodici rappresentano pertanto una fonte di informazioni più attendibile e completa. La ricerca, infatti, si fonda in gran parte su documenti provenienti dai giornali conservati nelle biblioteche slovene, particolarmente nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Lubiana. I periodici sono stati decisivi anche per la configurazione dell'epoca storico-artistica e per poter tracciare la linea di sviluppo della critica artistica tra le due guerre. Il periodo è circoscritto all'epoca in cui il giovane Mušič è nella fase determinante della sua formazione. L'artista, infatti, vive nel corso della sua giovinezza i diversi cambiamenti, di ordine politico e sociale, che sconvolgono il paese, ma soprattutto assiste all'emancipazione di una piccola nazione, che, dopo la prima guerra mondiale, incomincia progressivamente ad avere una sua autonomia. poiché per secoli la Slovenia è stata costretta a reprimere la propria cultura sotto il dominio straniero. Il secondo nucleo di ricerca è costituito dalle schede relative alle singole opere realizzate dall'artista nei suddetti dieci anni del suo percorso critico. In questo ambito, l'archivio fotografico della Galleria d'Arte Moderna di Lubiana è stato estremamente prezioso. Altre opere sono state scoperte dallo studioso Gojko Zupan il quale, partendo proprio dalle testimonianze dei giornali e dalla ricostruzione dei vari spostamenti effettuati dall'artista nel corso della sua vita, ha cercato di rintracciare i dipinti mancanti all'appello. In alcuni casi, la sua ricerca è stata fortunata e la testimonianza di questi risultati si rende esplicita nelle tre mostre organizzate dalla Galleria Zala di Lubiana. Un'altra esposizione, dedicata alle vedute cittadine, ha consentito di integrare nuove schede e di verificare direttamente lavori specifici. Si tratta della manifestazione organizzata dalla Galleria d'Arte di Maribor, la quale riuniva una ventina di tele provenienti principalmente da collezioni private. Le mostre organizzate in Slovenia nel corso del centenario della nascita dell'artista hanno rappresentato una grande opportunità per vedere riunite opere che altrimenti avrei dovuto recuperare singolarmente tra i numerosi collezionisti privati. Un altro gruppo di lavori è ubicato in tre piccole chiesette del Collio, a Drežnica, Grahovo e Gradno, dove sono conservati gli affreschi e le tele che Mušič realizza assieme all'amico Avgust Černigoj e Lojze Spacal nel 1942. Questi lavori, pur essendo delle esecuzioni mediocri, rappresentano comunque una tappa inedita della carriera pittorica del giovane artista. Le opere non sono state mai oggetto di uno studio accurato da parte della critica slovena e non esiste pertanto una documentazione fotografica e tanto meno critica. Ciò spiega perché, oltre ad aver realizzato personalmente le riproduzioni degli affreschi e delle tele, ho cercato di identificare con attenzione le singole mani degli artisti nelle esecuzioni ad affresco di Grahovo e Drežnica, suggerendo delle ipotesi. Pur essendo il cardine dei lavori conservato in Slovenia, alcuni di essi si trovano anche in Italia. Le due mostre del 1944, una a Trieste e l'altra a Venezia, avevano dato all'artista l'opportunità di vendere dei pezzi, conservati ora in collezioni private. Tutta la documentazione raccolta è stata poi confrontata con i materiali conservati nell'archivio dell'artista e con la testimonianza della moglie Ida Cadorin Mušič. Il lavoro è stato sviluppato in due volumi. Il primo incentrato sull'analisi storico artistica, mentre il secondo sulle opere e le rispettive schede tecniche.
27-gen-2011
Italiano
Zoran Muà ¡ià  Zoran Music
Università degli studi di Padova
582
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/120578
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-120578