Un’adeguata strategia di conservazione e gestione di una specie si basa sull’impiego di conoscenze scientifiche, e sulla valutazione dell’efficacia delle misure adottate attraverso un appropriato monitoraggio. Secondo il principio della gestione adattativa, infatti, è necessario infatti acquisire una solida base scientifica che consenta di migliorare l’efficacia della gestione nel tempo. Conoscere le caratteristiche biologiche (quali la life history, la dinamica di popolazione, e le esigenze ecologiche) tipiche di una specie è fondamentale per poterla gestire correttamente. Tuttavia ogni popolazione è soggetta a specifiche pressioni biotiche a abiotiche e può differire dalle altre in termini di comportamento, dinamica e selezione delle risorse. Lo studio degli specifici adattamenti delle singole popolazioni al loro contesto ambientale riveste perciò un’importanza considerevole. In questa tesi ho considerato diversi aspetti dell’ecologia della colonia di stambecco alpino (Capra ibex ibex, Linnaeus 1758) del gruppo della Marmolada (46°26'13'' N; 11°51'54''E, Dolomiti orientali). Questa popolazione è stata colpita nell’inverno 2003/2004 da un’epizoozia di rogna sarcoptica e ha subito una drastica riduzione degli effettivi. Di conseguenza, è stata oggetto di diversi interventi gestionali e programmi di monitoraggio, nel corso dei quali una proporzione significativa della popolazione è stata marcata e/o dotata di radio-collare, e studiata per 7 anni. Nel 2003-2006 è stato condotto un programma di monitoraggio radiotelemetrico e visivo, mirato all’acquisizione di conoscenze sulla demografia, lo status sanitario e la distribuzione spaziale della colonia. Nel 2004 e 2005, è stato attivato un piano di trattamento farmacologico per contrastare l’epizoozia, e 58 stambecchi affetti da rogna sarcoptica sono stati catturati e trattati con ivermectina, un medicinale acaricida. Nel 2006-2007 è stato avviato un progetto di restocking nel corso del quale 14 stambecchi provenienti dalla colonia dei massicci Jôf-Fuart- Montasio (Alpi Giulie) sono stati traslocati nel gruppo della Marmolada. Gli animali traslocati e la colonia ricevente sono stati monitorati regolarmente fino all’estate 2009. L’elevato numero di dati acquisiti ha fornito l’opportunità di approfondire le conoscenze su questa colonia e allo stesso tempo di fornire una valutazione scientifica degli interventi gestionali operati. Gli obiettivi di questa tesi sono infatti: fornire indicazioni utili per migliorare la qualità dei conteggi; migliorare le conoscenze sulla distribuzione, comportamento spaziale e selezione dell’habitat degli stambecchi della Marmolada; comprendere l’influenza della rogna e di altri fattori limitanti sulla mortalità; valutare le conseguenze della traslocazione sul comportamento spaziale dei maschi di stambecco. In primo luogo ho descritto la struttura demografica della popolazione, attraverso un utilizzo critico dei dati forniti dai conteggi. Questi dati si sono rivelati in gran parte inaffidabili, e tendono a sottostimare la popolazione. Stime più precise e accurate possono essere effettuate ripetendo più sessioni di conteggio e annotando ogni volta gli animali marcati avvistati. In una fase successiva ho esaminato l’andamento dei tassi di sopravvivenza età e sesso specifici, utilizzando la tecnica del CMR, e ho testato l’effetto sulla sopravvivenza di diverse variabili connesse al crollo demografico, incluse la presenza di rogna, la severità invernale e il trattamento con ivermectina. Come atteso, il tasso di sopravvivenza ha mostrato un drastico calo nel 2004, quando la diffusione dell’epizoozia di rogna sarcoptica ha raggiunto il suo massimo, e i maschi senescenti sono stati il segmento di popolazione maggiormente colpito. La severità invernale non sembrerebbe spiegare invece l’elevato tasso di mortalità, ma questo risultato potrebbe essere legato al fatto che è complesso separare efficacemente le diverse fonti di mortalità in un intervallo temporale relativamente breve, come quello a mia disposizione. Nella seconda parte della tesi ho esaminato i fattori che determinano l’utilizzo dello spazio (in termini di home range) e la selezione dell’habitat dei maschi e ho studiato il processo di adattamento al nuovo ambiente da parte degli stambecchi traslocati. Gli stambecchi della Marmolada mostrano un’elevata stabilità dell’utilizzo dello spazio: le dimensioni degli home range hanno mostrano una modesta fluttuazione stagionale, ad eccezione dell’inverno in cui le aree occupate si registra una contrazione delle aree occupate, probabilmente legata alla consistenza del manto nevoso, che ne limita gli spostamenti. La dimensione degli home range è risultata essere negativamente correlata con la percentuale di prateria in esso compresa, indicando che la presenza di adeguate risorse trofiche influenza il comportamento spaziale dei maschi. Le praterie alpine sono infatti fonte di foraggiamento e sono positivamente selezionate dai maschi nel corso di tutte le stagioni, come testimoniato dalle analisi di selezione dell’habitat. La selezione dell’habitat degli stambecchi traslocati è stata studiata a diverse scale spaziali. Gli stambecchi rilasciati hanno selezionato risorse diverse dagli animali locali nel corso del primo anno, tuttavia questa differenza emerge solo al II livello di selezione, mentre nessuna difformità è emersa al III livello. Questo indica che all’interno del proprio home range la selezione delle risorse è la stessa per tutti gli individui, ma all’interno dell’area di studio gli stambecchi traslocati selezionano ambienti diversi da quelli selezionati dai locali. Infatti, una volta rilasciati nel nuovo ambiente, gli stambecchi necessitano di movimenti esplorativi per poter localizzare le risorse ottimali. Gli animali traslocati hanno mostrato un’elevata instabilità spaziale e hanno occupato home range più estesi di quelli degli animali locali. I risultati mostrano che il processo di ambientamento post-rilascio può prolungarsi per almeno due anni, anche se è influenzato da altri fattori quali l’eterogeneità individuale, e l’ integrazione sociale nella nuova colonia. Questo conferma la necessità di monitorare regolarmente gli animali traslocati per almeno tre anni. Inoltre ulteriori studi andrebbero effettuati sull’effettivo ruolo rivestito dalle interazioni sociali nell’adattamento a un nuovo ambiente. In conclusione, questa tesi dimostra la necessità di un monitoraggio a lungo termine per la verifica degli interventi gestionali attuati, e l’importanza di condurre studi comportamentali per migliorare la gestione e la conservazione degli ungulati selvatici.

Ecology of alpine ibex (Capra ibex ibex, Linnaeus 1758) in relation to management actions in the Marmolada massif, Italy

Laura, Scillitani
2011

Abstract

Un’adeguata strategia di conservazione e gestione di una specie si basa sull’impiego di conoscenze scientifiche, e sulla valutazione dell’efficacia delle misure adottate attraverso un appropriato monitoraggio. Secondo il principio della gestione adattativa, infatti, è necessario infatti acquisire una solida base scientifica che consenta di migliorare l’efficacia della gestione nel tempo. Conoscere le caratteristiche biologiche (quali la life history, la dinamica di popolazione, e le esigenze ecologiche) tipiche di una specie è fondamentale per poterla gestire correttamente. Tuttavia ogni popolazione è soggetta a specifiche pressioni biotiche a abiotiche e può differire dalle altre in termini di comportamento, dinamica e selezione delle risorse. Lo studio degli specifici adattamenti delle singole popolazioni al loro contesto ambientale riveste perciò un’importanza considerevole. In questa tesi ho considerato diversi aspetti dell’ecologia della colonia di stambecco alpino (Capra ibex ibex, Linnaeus 1758) del gruppo della Marmolada (46°26'13'' N; 11°51'54''E, Dolomiti orientali). Questa popolazione è stata colpita nell’inverno 2003/2004 da un’epizoozia di rogna sarcoptica e ha subito una drastica riduzione degli effettivi. Di conseguenza, è stata oggetto di diversi interventi gestionali e programmi di monitoraggio, nel corso dei quali una proporzione significativa della popolazione è stata marcata e/o dotata di radio-collare, e studiata per 7 anni. Nel 2003-2006 è stato condotto un programma di monitoraggio radiotelemetrico e visivo, mirato all’acquisizione di conoscenze sulla demografia, lo status sanitario e la distribuzione spaziale della colonia. Nel 2004 e 2005, è stato attivato un piano di trattamento farmacologico per contrastare l’epizoozia, e 58 stambecchi affetti da rogna sarcoptica sono stati catturati e trattati con ivermectina, un medicinale acaricida. Nel 2006-2007 è stato avviato un progetto di restocking nel corso del quale 14 stambecchi provenienti dalla colonia dei massicci Jôf-Fuart- Montasio (Alpi Giulie) sono stati traslocati nel gruppo della Marmolada. Gli animali traslocati e la colonia ricevente sono stati monitorati regolarmente fino all’estate 2009. L’elevato numero di dati acquisiti ha fornito l’opportunità di approfondire le conoscenze su questa colonia e allo stesso tempo di fornire una valutazione scientifica degli interventi gestionali operati. Gli obiettivi di questa tesi sono infatti: fornire indicazioni utili per migliorare la qualità dei conteggi; migliorare le conoscenze sulla distribuzione, comportamento spaziale e selezione dell’habitat degli stambecchi della Marmolada; comprendere l’influenza della rogna e di altri fattori limitanti sulla mortalità; valutare le conseguenze della traslocazione sul comportamento spaziale dei maschi di stambecco. In primo luogo ho descritto la struttura demografica della popolazione, attraverso un utilizzo critico dei dati forniti dai conteggi. Questi dati si sono rivelati in gran parte inaffidabili, e tendono a sottostimare la popolazione. Stime più precise e accurate possono essere effettuate ripetendo più sessioni di conteggio e annotando ogni volta gli animali marcati avvistati. In una fase successiva ho esaminato l’andamento dei tassi di sopravvivenza età e sesso specifici, utilizzando la tecnica del CMR, e ho testato l’effetto sulla sopravvivenza di diverse variabili connesse al crollo demografico, incluse la presenza di rogna, la severità invernale e il trattamento con ivermectina. Come atteso, il tasso di sopravvivenza ha mostrato un drastico calo nel 2004, quando la diffusione dell’epizoozia di rogna sarcoptica ha raggiunto il suo massimo, e i maschi senescenti sono stati il segmento di popolazione maggiormente colpito. La severità invernale non sembrerebbe spiegare invece l’elevato tasso di mortalità, ma questo risultato potrebbe essere legato al fatto che è complesso separare efficacemente le diverse fonti di mortalità in un intervallo temporale relativamente breve, come quello a mia disposizione. Nella seconda parte della tesi ho esaminato i fattori che determinano l’utilizzo dello spazio (in termini di home range) e la selezione dell’habitat dei maschi e ho studiato il processo di adattamento al nuovo ambiente da parte degli stambecchi traslocati. Gli stambecchi della Marmolada mostrano un’elevata stabilità dell’utilizzo dello spazio: le dimensioni degli home range hanno mostrano una modesta fluttuazione stagionale, ad eccezione dell’inverno in cui le aree occupate si registra una contrazione delle aree occupate, probabilmente legata alla consistenza del manto nevoso, che ne limita gli spostamenti. La dimensione degli home range è risultata essere negativamente correlata con la percentuale di prateria in esso compresa, indicando che la presenza di adeguate risorse trofiche influenza il comportamento spaziale dei maschi. Le praterie alpine sono infatti fonte di foraggiamento e sono positivamente selezionate dai maschi nel corso di tutte le stagioni, come testimoniato dalle analisi di selezione dell’habitat. La selezione dell’habitat degli stambecchi traslocati è stata studiata a diverse scale spaziali. Gli stambecchi rilasciati hanno selezionato risorse diverse dagli animali locali nel corso del primo anno, tuttavia questa differenza emerge solo al II livello di selezione, mentre nessuna difformità è emersa al III livello. Questo indica che all’interno del proprio home range la selezione delle risorse è la stessa per tutti gli individui, ma all’interno dell’area di studio gli stambecchi traslocati selezionano ambienti diversi da quelli selezionati dai locali. Infatti, una volta rilasciati nel nuovo ambiente, gli stambecchi necessitano di movimenti esplorativi per poter localizzare le risorse ottimali. Gli animali traslocati hanno mostrato un’elevata instabilità spaziale e hanno occupato home range più estesi di quelli degli animali locali. I risultati mostrano che il processo di ambientamento post-rilascio può prolungarsi per almeno due anni, anche se è influenzato da altri fattori quali l’eterogeneità individuale, e l’ integrazione sociale nella nuova colonia. Questo conferma la necessità di monitorare regolarmente gli animali traslocati per almeno tre anni. Inoltre ulteriori studi andrebbero effettuati sull’effettivo ruolo rivestito dalle interazioni sociali nell’adattamento a un nuovo ambiente. In conclusione, questa tesi dimostra la necessità di un monitoraggio a lungo termine per la verifica degli interventi gestionali attuati, e l’importanza di condurre studi comportamentali per migliorare la gestione e la conservazione degli ungulati selvatici.
28-gen-2011
Inglese
Stambecco/Alpine ibex, sopravvivenza/survival, rogna sarcoptica/sarcoptic mange, home range/home range, traslocazione/translocation, selezione dell'habitat/habitat selection
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/120587
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-120587