L'elaborazione dell'espressione facciale emozionale in un campione monitorato per l'ansia sociale dall'infanzia all'adolescenza. La capacità di identificare le emozioni espresse dai volti compare precocemente nella vita degli individui ed assume un ruolo cruciale sia per una adeguata comunicazione sociale sia per lo sviluppo delle relazioni interpersonali. Ogni emozione del volto veicola infatti uno specifico messaggio di natura sociale: un'espressione di gioia indica accettazione sociale, quella di rabbia è tipicamente riferita al rifiuto/rigetto interpersonale e l'espressione neutra è generalmente classificata come ambigua o mediamente ostile. La maggior parte degli studi sull'elaborazione delle emozioni hanno indagato le caratteristiche che rendono gli individui tra loro simili più¹ che le differenze individuali. Tuttavia esistono numerose evidenze che hanno mostrato un'influenza di variabili personologiche e psicopatologiche su tale processo. In particolare un processo disfunzionale sembra essere particolarmente evidente in soggetti adulti con Ansia Sociale. Risultati analoghi sono stati riscontrati in popolazioni in età evolutiva: bambini con alti livelli di una predisposizione temperamentale all'Ansia Sociale commettono un elevato numero di errori nella decodifica delle espressioni facciali rispetto ai loro coetanei. Le manifestazioni psicopatologiche in età evolutiva, inclusa l'Ansia Sociale, risultano spesso complesse da studiare a livello fenotipico, sia perchè sono inaffidabili dal punto di vista psicometrico sia perchè risultano eziologicamente multifattoriali. Per tali ragioni markers biologici strutturalmente più¹ semplici- i cosiddetti endofenotipi- sono stati studiati con grande interesse. Gli endofenotipi sono definiti come costrutti che sono in relazione forte e diretta con le fonti delle differenze individuali (tra cui i geni) che influenzano i fenotipi. L'analisi dell'attività cerebrale, mappata sia in termini elettrocorticali che di specifiche aree cerebrali, può pertanto aiutare a rintracciare le fonti delle differenze individuali nell'elaborazione delle emozioni espresse dai volti. Diverse ricerche hanno rilevato i pattern di attivazione e deattivazione delle regioni cerebrali implicate nell'elaborazione di stimoli emozionali in soggetti con alti livelli di Ansia Sociale. Da molti di questi studi emerge un coinvolgimento dell'amigdala. Diversi studi hanno infine indagato l'associazione tra alcuni polimorfismi genetici e specifici pattern di attivazione cerebrale a fronte di stimoli rappresentati da espressioni facciali. In particolare emerge una correlazione molto forte tra il numero degli alleli s del 5-HTTLPR (5-HT Transporter gene linked polymorphic region), e la soglia di eccitabilità dell'amigdala. Lo stesso polimorfismo genetico è risultato ampiamente associato alle manifestazioni di Ansia Sociale, sia in termini temperamentali che in termini clinici. Il presente lavoro di tesi si articola su due progetti volti ad indagare pattern di elaborazione delle emozioni veicolate dalle espressioni dei volti in bambini e adolescenti, e di associare questi pattern ai livelli di Ansia Sociale. Gli studi si sono incentrati su: a) l'abilità di decodificare le espressioni facciali fondamentali, b) markers di suscettibilità biologici che possano essere considerati degli indicatori precoci di rischio per la Fobia Sociale in adolescenza; c) la possibile influenza di polimorfismi genetici alla base di questi meccanismi. Studio 1: attraverso un compito di identificazione delle emozioni espresse dai volti (EoE), presentate in sequenze cinematiche di volti in evoluzione ad un campione di bambini, lo studio si è proposto di rispondere ai seguenti quesiti: l'accuratezza nella decodifica delle emozioni espresse dai volti differisce tra le diverse emozioni? Tale accuratezza risulta in qualche modo associata e/o influenzata dalla rapidità nel processo di decodifica? Differenti dimensioni d'ansia in età evolutiva possono influenzare tale processo? 228 bambini di 8-11 anni, appartenenti alla popolazione generale, sono stati testati attraverso un compito di identificazione delle espressioni facciali. Il compito è stato presentato sotto forma di videogioco in 10 sequenze nelle quali un' espressione neutra gradualmente, attraverso 14 fotogrammi, si trasforma in una delle 5 emozioni presentate: gioia, rabbia, paura, disgusto e sorpresa. I bambini erano liberi di fermare l'animazione a qualsiasi punto della sequenza quando ritenevano di aver identificato l'emozione presentata. Per ogni bambino i dati sono stati acquisiti automaticamente attraverso un programma apposito. Sono stati registrati: a) il numero di errori commessi prima di raggiungere la risposta corretta all'interno di ogni sequenza e b) il numero di step richiesti per completare la sequenza. Ogni bambino è stato inoltre valutato per quattro dimensioni dell'ansia (panico, ansia generalizzata, ansia da separazione e fobia sociale) attraverso la versione italiana della Screen for Child Anxiety Related Emotional Disorders (SCARED) compilata dagli insegnanti. Un'analisi della varianza ha mostrato che il numero di errori nell'identificazione era significativamente diverso per le differenti categorie emozionali, in particolare i bambini commettevano un maggior numero di errori nel classificare l'espressione di rabbia rispetto a qualsiasi altra emozione. I confronti effettuati attraverso la funzione di Kaplan-Meier hanno dimostrato che anche il numero di step impiegati nelle sequenze cinematiche differiva in modo significativo tra le 5 EoE, rilevando che il numero di step necessari per la corretta identificazione dell'emozione aumentava a partire dalla sorpresa, gioia, paura, disgusto fino alla rabbia. Ciò conferma che le ultime due emozioni sono le più impegnative da classificare per i bambini. Inoltre le analisi di sopravvivenza hanno mostrato che le performances accurate e inaccurate sembrano seguire il medesimo compromesso tra velocità e accuratezza, ossia le performances accurate richiedevano un minor numero di step rispetto a quelle inaccurate. Infine una funzione di Coxâs dell'analisi di sopravvivenza ha rilevato che l'Ansia Sociale era l'unica tra le dimensioni d'ansia a predire un rallentamento nella identificazione della rabbia. Questi risultati replicano quanto riportato in letteratura rispetto all'elaborazione delle espressioni facciali in età evolutiva: nei bambini l'espressione di gioia, presentata in sequenze cinematiche, è quella che viene classificata più accuratamente, mentre la rabbia è la più¹ difficile tra le EoE. I risultati relativi alle performances accuratee inaccurate suggeriscono l'assenza di un errore sistematico nello stile di processazione, quale per esempio la tendenza a tirare ad indovinare nelle prestazioni inaccurate. Infine, e più rilevante per gli obiettivi di questo studio, l'Ansia Sociale, in quanto forma di ansia che riguarda in modo diretto e specifico la dimensione delle relazioni sociali, è l'unica delle dimensioni dell'ansia a predire in modo significativo una modalità di decodifica compromessa per l'emozione di rabbia, una EoE che tipicamente viene interpretata come un segnale di ostilità e rifiuto interpersonale. Studio 2: l'obiettivo del secondo esperimento è stato quello di valutare, in adolescenti appartenenti ad una coorte longitudinale ed estratti dalla popolazione generale, la possibile associazione tra manifestazioni di Ansia Sociale, specifici polimorfismi genetici e l'attivazione dell'amigdala a fronte delle espressioni facciali. 21 adolescenti (14±1.1 anni) sono stati valutati per la presenza di Fobia Sociale e sono stati sottoposti ad un compito di elaborazione implicita delle espressioni facciali, presentate in un disegno a blocchi randomizzati. Il compito è stato realizzato per valutare l'influenza delle differenze individuali sull'attività cerebrale, in particolare dell'amigdala, registrata attraverso la tecnica fMRI in risposta a 3 espressioni (gioia, rabbia e neutra). La Fobia Sociale è stata misurata attraverso un'intervista clinica strutturata (K-SADS, Schedule for Affective Disorder and Schizophrenia) ideata per classificare i disturbi previsti dal DSM-IV. In due fasi precedenti della valutazione longitudinale, gli stessi soggetti sono stati caratterizzati per il polimorfismo 5-HTTLPR e per la dimensione di Ansia Sociale. Inoltre dall'attività elettrocorticale dei medesimi partecipanti è stata registrata attraverso la tecnica dei Potenziali Evocati visivi in risposta all'elaborazione implicita delle emozioni espresse dai volti. Queste variabili sono state incluse nel presente studio come possibili predittori della diagnosi di Fobia Sociale in adolescenza. In primo luogo un'ANOVA fattoriale, in cui la variabile dipendente era rappresentata dall'attivazione cerebrale voxel per voxel, mentre il fattore dalla condizione sperimentale su 4 livelli (Gioia, Neutra, Rabbia e Fissazione), ha mostrato che l'elaborazione delle espressioni del volto rispetto alla condizione di fissazione predice un incremento nell'attivazione dell'amigdala, dell'ippocampo e dei giri paraippocampali, del giro fusiforme e della corteccia prefrontale. Una regressione multipla ha dimostrato inoltre che la presenza dell'allele s del polimorfismo 5-HHTLPR e l'ampiezza della componente ERP (N400) evocata dall'espressione di rabbia, rilevate all'età di 8-9 anni, erano le uniche variabili in grado di predire la diagnosi di Fobia Sociale durante l'adolescenza. Infine le analisi di brain imaging hanno rilevato che la diagnosi di Fobia Sociale predice un'iperattivazione dell'amigdala in risposta alle espressioni facciali, con una tendenza specifica in relazione all'emozione di rabbia. Questi risultati suggeriscono che la Fobia Sociale a 14-15 anni è predetta dalla presenza dell'allele s del 5-HHTLPR e dall'ampiezza dei Potenziali Evocati visivi evocati dall'espressione di rabbia durante l'infanzia. Queste associazioni supportano l'utilizzo di markers biologici come indicatori di condizioni cliniche che possono manifestarsi nel corso del tempo. DISCUSSIONI I risultati di questi due studi replicano in primo luogo quanto riportato in letteratura nell'ambito dell'elaborazione delle emozioni espresse dai volti rispetto alla presenza di un bias nell'identificazione di messaggi di natura sociale in bambini caratterizzati da Ansia Sociale. Questo bias rappresenta solo uno degli aspetti che caratterizzano il fenotipo complesso dell'Ansia Sociale. I risultati confermano l'ipotesi di un'associazione tra un fenotipo complesso con specifici polimorfismo genetici e specifici endofenotipi registrati con tecniche ERP e fMRI.

L' elaborazione dell espressione facciale emozionale in un campione monitorato per l ansia sociale dall infanzia all adolescenza.

Annalisa, Zanoni
2010

Abstract

L'elaborazione dell'espressione facciale emozionale in un campione monitorato per l'ansia sociale dall'infanzia all'adolescenza. La capacità di identificare le emozioni espresse dai volti compare precocemente nella vita degli individui ed assume un ruolo cruciale sia per una adeguata comunicazione sociale sia per lo sviluppo delle relazioni interpersonali. Ogni emozione del volto veicola infatti uno specifico messaggio di natura sociale: un'espressione di gioia indica accettazione sociale, quella di rabbia è tipicamente riferita al rifiuto/rigetto interpersonale e l'espressione neutra è generalmente classificata come ambigua o mediamente ostile. La maggior parte degli studi sull'elaborazione delle emozioni hanno indagato le caratteristiche che rendono gli individui tra loro simili più¹ che le differenze individuali. Tuttavia esistono numerose evidenze che hanno mostrato un'influenza di variabili personologiche e psicopatologiche su tale processo. In particolare un processo disfunzionale sembra essere particolarmente evidente in soggetti adulti con Ansia Sociale. Risultati analoghi sono stati riscontrati in popolazioni in età evolutiva: bambini con alti livelli di una predisposizione temperamentale all'Ansia Sociale commettono un elevato numero di errori nella decodifica delle espressioni facciali rispetto ai loro coetanei. Le manifestazioni psicopatologiche in età evolutiva, inclusa l'Ansia Sociale, risultano spesso complesse da studiare a livello fenotipico, sia perchè sono inaffidabili dal punto di vista psicometrico sia perchè risultano eziologicamente multifattoriali. Per tali ragioni markers biologici strutturalmente più¹ semplici- i cosiddetti endofenotipi- sono stati studiati con grande interesse. Gli endofenotipi sono definiti come costrutti che sono in relazione forte e diretta con le fonti delle differenze individuali (tra cui i geni) che influenzano i fenotipi. L'analisi dell'attività cerebrale, mappata sia in termini elettrocorticali che di specifiche aree cerebrali, può pertanto aiutare a rintracciare le fonti delle differenze individuali nell'elaborazione delle emozioni espresse dai volti. Diverse ricerche hanno rilevato i pattern di attivazione e deattivazione delle regioni cerebrali implicate nell'elaborazione di stimoli emozionali in soggetti con alti livelli di Ansia Sociale. Da molti di questi studi emerge un coinvolgimento dell'amigdala. Diversi studi hanno infine indagato l'associazione tra alcuni polimorfismi genetici e specifici pattern di attivazione cerebrale a fronte di stimoli rappresentati da espressioni facciali. In particolare emerge una correlazione molto forte tra il numero degli alleli s del 5-HTTLPR (5-HT Transporter gene linked polymorphic region), e la soglia di eccitabilità dell'amigdala. Lo stesso polimorfismo genetico è risultato ampiamente associato alle manifestazioni di Ansia Sociale, sia in termini temperamentali che in termini clinici. Il presente lavoro di tesi si articola su due progetti volti ad indagare pattern di elaborazione delle emozioni veicolate dalle espressioni dei volti in bambini e adolescenti, e di associare questi pattern ai livelli di Ansia Sociale. Gli studi si sono incentrati su: a) l'abilità di decodificare le espressioni facciali fondamentali, b) markers di suscettibilità biologici che possano essere considerati degli indicatori precoci di rischio per la Fobia Sociale in adolescenza; c) la possibile influenza di polimorfismi genetici alla base di questi meccanismi. Studio 1: attraverso un compito di identificazione delle emozioni espresse dai volti (EoE), presentate in sequenze cinematiche di volti in evoluzione ad un campione di bambini, lo studio si è proposto di rispondere ai seguenti quesiti: l'accuratezza nella decodifica delle emozioni espresse dai volti differisce tra le diverse emozioni? Tale accuratezza risulta in qualche modo associata e/o influenzata dalla rapidità nel processo di decodifica? Differenti dimensioni d'ansia in età evolutiva possono influenzare tale processo? 228 bambini di 8-11 anni, appartenenti alla popolazione generale, sono stati testati attraverso un compito di identificazione delle espressioni facciali. Il compito è stato presentato sotto forma di videogioco in 10 sequenze nelle quali un' espressione neutra gradualmente, attraverso 14 fotogrammi, si trasforma in una delle 5 emozioni presentate: gioia, rabbia, paura, disgusto e sorpresa. I bambini erano liberi di fermare l'animazione a qualsiasi punto della sequenza quando ritenevano di aver identificato l'emozione presentata. Per ogni bambino i dati sono stati acquisiti automaticamente attraverso un programma apposito. Sono stati registrati: a) il numero di errori commessi prima di raggiungere la risposta corretta all'interno di ogni sequenza e b) il numero di step richiesti per completare la sequenza. Ogni bambino è stato inoltre valutato per quattro dimensioni dell'ansia (panico, ansia generalizzata, ansia da separazione e fobia sociale) attraverso la versione italiana della Screen for Child Anxiety Related Emotional Disorders (SCARED) compilata dagli insegnanti. Un'analisi della varianza ha mostrato che il numero di errori nell'identificazione era significativamente diverso per le differenti categorie emozionali, in particolare i bambini commettevano un maggior numero di errori nel classificare l'espressione di rabbia rispetto a qualsiasi altra emozione. I confronti effettuati attraverso la funzione di Kaplan-Meier hanno dimostrato che anche il numero di step impiegati nelle sequenze cinematiche differiva in modo significativo tra le 5 EoE, rilevando che il numero di step necessari per la corretta identificazione dell'emozione aumentava a partire dalla sorpresa, gioia, paura, disgusto fino alla rabbia. Ciò conferma che le ultime due emozioni sono le più impegnative da classificare per i bambini. Inoltre le analisi di sopravvivenza hanno mostrato che le performances accurate e inaccurate sembrano seguire il medesimo compromesso tra velocità e accuratezza, ossia le performances accurate richiedevano un minor numero di step rispetto a quelle inaccurate. Infine una funzione di Coxâs dell'analisi di sopravvivenza ha rilevato che l'Ansia Sociale era l'unica tra le dimensioni d'ansia a predire un rallentamento nella identificazione della rabbia. Questi risultati replicano quanto riportato in letteratura rispetto all'elaborazione delle espressioni facciali in età evolutiva: nei bambini l'espressione di gioia, presentata in sequenze cinematiche, è quella che viene classificata più accuratamente, mentre la rabbia è la più¹ difficile tra le EoE. I risultati relativi alle performances accuratee inaccurate suggeriscono l'assenza di un errore sistematico nello stile di processazione, quale per esempio la tendenza a tirare ad indovinare nelle prestazioni inaccurate. Infine, e più rilevante per gli obiettivi di questo studio, l'Ansia Sociale, in quanto forma di ansia che riguarda in modo diretto e specifico la dimensione delle relazioni sociali, è l'unica delle dimensioni dell'ansia a predire in modo significativo una modalità di decodifica compromessa per l'emozione di rabbia, una EoE che tipicamente viene interpretata come un segnale di ostilità e rifiuto interpersonale. Studio 2: l'obiettivo del secondo esperimento è stato quello di valutare, in adolescenti appartenenti ad una coorte longitudinale ed estratti dalla popolazione generale, la possibile associazione tra manifestazioni di Ansia Sociale, specifici polimorfismi genetici e l'attivazione dell'amigdala a fronte delle espressioni facciali. 21 adolescenti (14±1.1 anni) sono stati valutati per la presenza di Fobia Sociale e sono stati sottoposti ad un compito di elaborazione implicita delle espressioni facciali, presentate in un disegno a blocchi randomizzati. Il compito è stato realizzato per valutare l'influenza delle differenze individuali sull'attività cerebrale, in particolare dell'amigdala, registrata attraverso la tecnica fMRI in risposta a 3 espressioni (gioia, rabbia e neutra). La Fobia Sociale è stata misurata attraverso un'intervista clinica strutturata (K-SADS, Schedule for Affective Disorder and Schizophrenia) ideata per classificare i disturbi previsti dal DSM-IV. In due fasi precedenti della valutazione longitudinale, gli stessi soggetti sono stati caratterizzati per il polimorfismo 5-HTTLPR e per la dimensione di Ansia Sociale. Inoltre dall'attività elettrocorticale dei medesimi partecipanti è stata registrata attraverso la tecnica dei Potenziali Evocati visivi in risposta all'elaborazione implicita delle emozioni espresse dai volti. Queste variabili sono state incluse nel presente studio come possibili predittori della diagnosi di Fobia Sociale in adolescenza. In primo luogo un'ANOVA fattoriale, in cui la variabile dipendente era rappresentata dall'attivazione cerebrale voxel per voxel, mentre il fattore dalla condizione sperimentale su 4 livelli (Gioia, Neutra, Rabbia e Fissazione), ha mostrato che l'elaborazione delle espressioni del volto rispetto alla condizione di fissazione predice un incremento nell'attivazione dell'amigdala, dell'ippocampo e dei giri paraippocampali, del giro fusiforme e della corteccia prefrontale. Una regressione multipla ha dimostrato inoltre che la presenza dell'allele s del polimorfismo 5-HHTLPR e l'ampiezza della componente ERP (N400) evocata dall'espressione di rabbia, rilevate all'età di 8-9 anni, erano le uniche variabili in grado di predire la diagnosi di Fobia Sociale durante l'adolescenza. Infine le analisi di brain imaging hanno rilevato che la diagnosi di Fobia Sociale predice un'iperattivazione dell'amigdala in risposta alle espressioni facciali, con una tendenza specifica in relazione all'emozione di rabbia. Questi risultati suggeriscono che la Fobia Sociale a 14-15 anni è predetta dalla presenza dell'allele s del 5-HHTLPR e dall'ampiezza dei Potenziali Evocati visivi evocati dall'espressione di rabbia durante l'infanzia. Queste associazioni supportano l'utilizzo di markers biologici come indicatori di condizioni cliniche che possono manifestarsi nel corso del tempo. DISCUSSIONI I risultati di questi due studi replicano in primo luogo quanto riportato in letteratura nell'ambito dell'elaborazione delle emozioni espresse dai volti rispetto alla presenza di un bias nell'identificazione di messaggi di natura sociale in bambini caratterizzati da Ansia Sociale. Questo bias rappresenta solo uno degli aspetti che caratterizzano il fenotipo complesso dell'Ansia Sociale. I risultati confermano l'ipotesi di un'associazione tra un fenotipo complesso con specifici polimorfismo genetici e specifici endofenotipi registrati con tecniche ERP e fMRI.
28-gen-2010
Italiano
ansia sociale, espressioni del volto, 5-HTTLPR, fMRI
Università degli studi di Padova
77
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-120628