Questa ricerca si propone di approfondire – con specifico riferimento alla categoria dell’interpretazione giuridica – l’antinomia esistente tra la “geometria legale” e la “dialettica giuridica”. Il lavoro prende le mosse proprio da una possibile diversità metodologica: da una parte l’indirizzo formalista, secondo cui l’oggettività di un testo giuridico può essere scoperta soltanto attraverso le tecniche stabilite dalla stessa legge; dall’altra uello realista secondo cui, invece, il significato di un testo normativo è generato (anche) dalla cultura e dai valori dell’interprete. L’oramai costante problematizzazione di questa ancora attuale alternativa, ha finito per produrre benefici trasversali, tanto per il “sapere” quanto per il “saper fare”. Lumeggiando la validità e spendibilità di entrambe le prospettive, a patto di non renderle estreme e, di conseguenza, isolate. La tesi si dipana in due parti: nella prima, attraverso una classificazione in ordine ai soggetti, ai mezzi e a i risultati dell’interpretazione, si è cercato di descrivere analiticamente l’oggetto della ricerca proponendo, nel contempo, riflessioni potenzialmente in grado di stimolare vecchi e nuovi dibattiti: vero scopo di queste pagine, che non nutrono la sciocca pretesa di creare un sistema, bensì ambiscono a concorrere ad una sua possibile, quanto necessaria, vivificazione. Dopo aver delineato la nostra ideale figura di interprete, che non considera esclusivamente il diritto positivo, né innerva il suo argomentare attraverso un mero approccio sociologico o solo astrattamente morale, nella parte seconda – con tre riflessioni a margine – si è cercato di approfondire in maniera più concreta, specialmente attraverso l’utilizzo di alcune pronunce giurisprudenziali, quanto in precedenza mostrato: descrivendo le conseguenze del formalismo giuridico; criticando l’utilizzo incontrollato del parametro della cosiddetta ragionevolezza; e, infine, analizzando il concetto stesso di diritto, che ci è sembrato possibile meglio cogliere attraverso la descrizione della sua patologia.
I limiti legali dell'interpretazione giuridica: tra geometria e dialettica.
Gianluca, Tracuzzi
2011
Abstract
Questa ricerca si propone di approfondire – con specifico riferimento alla categoria dell’interpretazione giuridica – l’antinomia esistente tra la “geometria legale” e la “dialettica giuridica”. Il lavoro prende le mosse proprio da una possibile diversità metodologica: da una parte l’indirizzo formalista, secondo cui l’oggettività di un testo giuridico può essere scoperta soltanto attraverso le tecniche stabilite dalla stessa legge; dall’altra uello realista secondo cui, invece, il significato di un testo normativo è generato (anche) dalla cultura e dai valori dell’interprete. L’oramai costante problematizzazione di questa ancora attuale alternativa, ha finito per produrre benefici trasversali, tanto per il “sapere” quanto per il “saper fare”. Lumeggiando la validità e spendibilità di entrambe le prospettive, a patto di non renderle estreme e, di conseguenza, isolate. La tesi si dipana in due parti: nella prima, attraverso una classificazione in ordine ai soggetti, ai mezzi e a i risultati dell’interpretazione, si è cercato di descrivere analiticamente l’oggetto della ricerca proponendo, nel contempo, riflessioni potenzialmente in grado di stimolare vecchi e nuovi dibattiti: vero scopo di queste pagine, che non nutrono la sciocca pretesa di creare un sistema, bensì ambiscono a concorrere ad una sua possibile, quanto necessaria, vivificazione. Dopo aver delineato la nostra ideale figura di interprete, che non considera esclusivamente il diritto positivo, né innerva il suo argomentare attraverso un mero approccio sociologico o solo astrattamente morale, nella parte seconda – con tre riflessioni a margine – si è cercato di approfondire in maniera più concreta, specialmente attraverso l’utilizzo di alcune pronunce giurisprudenziali, quanto in precedenza mostrato: descrivendo le conseguenze del formalismo giuridico; criticando l’utilizzo incontrollato del parametro della cosiddetta ragionevolezza; e, infine, analizzando il concetto stesso di diritto, che ci è sembrato possibile meglio cogliere attraverso la descrizione della sua patologia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/120706
URN:NBN:IT:UNIPD-120706