Il lavoro di tesi ha interessato la produzione delle piante officinali e nasce dall'osservazione che il materiale presente sul mercato è, nella maggior parte dei casi di importazione e non sempre di buona qualità, per questo motivo la produzione italiana deve essere sostenuta e condotta mediante l’utilizzo di tecniche colturali atte a produrre droghe di miglior qualità. Le piante officinali sono soggette a svariati usi; tra questi l’impiego diretto sottoforma di infuso è stato preso in considerazione in questo lavoro. Lo studio ha interessato Mentha spicata, Melissa officinalis, Lippia citriodora e Monarda citriodora. Le prime due specie sono un ingrediente molto comune nelle tisane, hanno spiccate caratteristiche aromatiche e a differenza di alcune piante come la belladonna, non hanno una forte azione e possono essere tranquillamente utilizzate senza controindicazioni. Le altre due specie, lippia e monarda, sono meno frequenti, la prima dal gusto delicato e dolce di limone è un ottimo correttivo del gusto, mentre la seconda è una specie poco conosciuta ed è stata studiata nell’ambito della ricerca di nuovi ingredienti. Il seguente lavoro di tesi può essere suddiviso in tre sezioni; lo scopo della prima parte del lavoro è stato quello di individuare la fase fenologica migliore per effettuare lo sfalcio, in termini di biomassa e di qualità degli infusi (quantificazione del contenuto in fenoli totali e dell’attività antiossidante dell’estratto). La fase successiva è stata concentrata su Melissa officinalis, una specie molto richiesta dal mercato, impiegata in numerosi prodotti molto diversi tra loro, dal taglio tisana, alla crema contro l’Herpes simplex, alla tintura madre, al liquore digestivo. I fattori presi in esame sono stati il sesto d’impianto (3 e 5 piante*m-2), la gestione degli sfalci (normale e intensiva) e la fertilizzazione (alta e bassa), al fine di individuare la migliore combinazione per ottenere un elevata produzione in biomassa totale e in foglie. Durante l’anno 2009 sono stati, inoltre, prelevati settimanalmente dei campioni di foglie sui quali è stato dosato l’acido rosmarinico (acido fenolico maggiormente presente nella droga) per studiarne l’andamento della concentrazione in funzione dell’accrescimento della pianta. Nell’ultima parte del lavoro è stato sviluppato un modello di accrescimento basato sull’accrescimento di melissa, rilevato in campo; modello semplificato, per questo utile anche a fini previsionali produttivi e probabilmente, adattabile ad altre specie officinali. Per questo scopo sono state studiate due fasi: 1. Accrescimento di piante dopo il trapianto; 2. Accrescimento di piante in produzione. Tutte le informazioni raccolte sono state impiegate nella costruzione di un modello di tipo deterministico/empirico.

Produzione e qualità di piante officinali

Sara Gabriella, Sandrini
2010

Abstract

Il lavoro di tesi ha interessato la produzione delle piante officinali e nasce dall'osservazione che il materiale presente sul mercato è, nella maggior parte dei casi di importazione e non sempre di buona qualità, per questo motivo la produzione italiana deve essere sostenuta e condotta mediante l’utilizzo di tecniche colturali atte a produrre droghe di miglior qualità. Le piante officinali sono soggette a svariati usi; tra questi l’impiego diretto sottoforma di infuso è stato preso in considerazione in questo lavoro. Lo studio ha interessato Mentha spicata, Melissa officinalis, Lippia citriodora e Monarda citriodora. Le prime due specie sono un ingrediente molto comune nelle tisane, hanno spiccate caratteristiche aromatiche e a differenza di alcune piante come la belladonna, non hanno una forte azione e possono essere tranquillamente utilizzate senza controindicazioni. Le altre due specie, lippia e monarda, sono meno frequenti, la prima dal gusto delicato e dolce di limone è un ottimo correttivo del gusto, mentre la seconda è una specie poco conosciuta ed è stata studiata nell’ambito della ricerca di nuovi ingredienti. Il seguente lavoro di tesi può essere suddiviso in tre sezioni; lo scopo della prima parte del lavoro è stato quello di individuare la fase fenologica migliore per effettuare lo sfalcio, in termini di biomassa e di qualità degli infusi (quantificazione del contenuto in fenoli totali e dell’attività antiossidante dell’estratto). La fase successiva è stata concentrata su Melissa officinalis, una specie molto richiesta dal mercato, impiegata in numerosi prodotti molto diversi tra loro, dal taglio tisana, alla crema contro l’Herpes simplex, alla tintura madre, al liquore digestivo. I fattori presi in esame sono stati il sesto d’impianto (3 e 5 piante*m-2), la gestione degli sfalci (normale e intensiva) e la fertilizzazione (alta e bassa), al fine di individuare la migliore combinazione per ottenere un elevata produzione in biomassa totale e in foglie. Durante l’anno 2009 sono stati, inoltre, prelevati settimanalmente dei campioni di foglie sui quali è stato dosato l’acido rosmarinico (acido fenolico maggiormente presente nella droga) per studiarne l’andamento della concentrazione in funzione dell’accrescimento della pianta. Nell’ultima parte del lavoro è stato sviluppato un modello di accrescimento basato sull’accrescimento di melissa, rilevato in campo; modello semplificato, per questo utile anche a fini previsionali produttivi e probabilmente, adattabile ad altre specie officinali. Per questo scopo sono state studiate due fasi: 1. Accrescimento di piante dopo il trapianto; 2. Accrescimento di piante in produzione. Tutte le informazioni raccolte sono state impiegate nella costruzione di un modello di tipo deterministico/empirico.
28-gen-2010
Italiano
piante officinali, qulità, olio essenziale, acido rosmarinico, gc, coltivazione
Università degli studi di Padova
301
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/120882
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-120882