La nozione di capitale sociale (CS), nell’ambito della governance forestale, comprende tutte quelle reti, norme e valori delle comunità locali fondamentali per generare cooperazione e per contribuire al loro sviluppo. Le differenti norme che le comunità usano per relazionarsi influiscono sul processo d’implementazione di strumenti di politica forestale; inoltre contribuiscono ad esplicitare su quali variabili i decisori politici ed i professionisti di settore debbano focalizzarsi per non limitarsi ad utilizzare i tradizionali fattori tecnici o incentivi individuali. Per poter meglio concettualizzare tali variabili, é stato proposto un modello dinamico e nidificato lungo il ciclo normativo, che possa evidenziare i modelli rilevanti di governance forestale e tutte quelle variabili relative al CS che evidenziano contesti con un’elevata cooperazione locale. Le istituzioni (ovvero le norme) e le reti sono concepite come elementi ponte per ridurre il divario tra CS e governance forestale. Tale modello è stato applicato con successo ad un caso studio reale, consistente nell’introduzione di un sistema di permessi per disciplinare la raccolta di funghi nella zona protetta di Poblet (localizzata nella Spagna nordoccidentale). L’allineamento delle conoscenze tradizionali ecologiche tra raccoglitori di funghi e decisori politici sembrerebbe indicare un comune bisogno di una riforma della governance. L'analisi delle reti sociali dei decisori politici riassume l’evoluzione del processo decisionale, dall’ideazione della normativa fino alla sua implementazione. Le dinamiche strutturali del CS, insieme alle influenti connessioni con i raccoglitori locali di funghi, denotano un’accurata trasmissione delle preferenze dei raccoglitori nella fase di formulazione normativa. Inoltre, la scarsa fiducia verso i raccoglitori stranieri (non locali) bene illustra la positiva discriminazione dei locali nel sistema di permessi, poiché i raccoglitori stranieri sono considerati essere fuori dal raggio di azione dei mezzi esecutivi informali della comunità. Questo suggerisce che un sistema di permessi può servire per riallineare il comportamento dei raccoglitori stranieri con quello dei locali, quest’ultimo generalmente percepito come maggiormente sostenibile. La sinergia tra le varie dimensioni di CS probabilmente può essere tradotta in un’ampia approvazione con il sistema di permessi nei suoi primi anni d’implementazione. Pur essendo applicato nell’ambito di prodotti forestali non legnosi (la raccolta di funghi), questo modello può essere esteso a tutte quelle politiche forestali che esigano una cooperazione tra gli utilizzatori delle risorse o che necessitino di una forte coordinazione dei proprietari forestali per la gestione di esternalità contigue o per aumentarne il valore. In secondo luogo, la percezione di diritti di proprietà sulla raccolta dei funghi e di disturbi legati al comportamento dei raccoglitori (sia intangibili che tangibili), modifica il posizionamento dei proprietari forestali in riguardo alle politiche di gestione della raccolta dei funghi. I proprietari forestali domandano fortemente l’introduzione di una regolamentazione ad hoc a livello regionale: la maggioranza di questi é in favore ad una tassa sulla raccolta che sia successivamente reinvestita nella gestione forestale; metà degli intervistati risulta essere in favore alla realizzazione di una zona di riserva micologica con la collaborazione dei proprietari contigui. Variabili socioeconomiche ed ecologiche, come l’occupazione del proprietario nel settore primario, la vicinanza a grossi nuclei urbani e la produttività micologica del bosco, contribuiscono ad influenzare addizionalmente le loro preferenze finali.

Social capital in rural areas and governance of economic instruments for Non-Wood Forest Products: the case of mushrooms in Catalonia

Elena Elvira, Gorriz Mifsud
2017

Abstract

La nozione di capitale sociale (CS), nell’ambito della governance forestale, comprende tutte quelle reti, norme e valori delle comunità locali fondamentali per generare cooperazione e per contribuire al loro sviluppo. Le differenti norme che le comunità usano per relazionarsi influiscono sul processo d’implementazione di strumenti di politica forestale; inoltre contribuiscono ad esplicitare su quali variabili i decisori politici ed i professionisti di settore debbano focalizzarsi per non limitarsi ad utilizzare i tradizionali fattori tecnici o incentivi individuali. Per poter meglio concettualizzare tali variabili, é stato proposto un modello dinamico e nidificato lungo il ciclo normativo, che possa evidenziare i modelli rilevanti di governance forestale e tutte quelle variabili relative al CS che evidenziano contesti con un’elevata cooperazione locale. Le istituzioni (ovvero le norme) e le reti sono concepite come elementi ponte per ridurre il divario tra CS e governance forestale. Tale modello è stato applicato con successo ad un caso studio reale, consistente nell’introduzione di un sistema di permessi per disciplinare la raccolta di funghi nella zona protetta di Poblet (localizzata nella Spagna nordoccidentale). L’allineamento delle conoscenze tradizionali ecologiche tra raccoglitori di funghi e decisori politici sembrerebbe indicare un comune bisogno di una riforma della governance. L'analisi delle reti sociali dei decisori politici riassume l’evoluzione del processo decisionale, dall’ideazione della normativa fino alla sua implementazione. Le dinamiche strutturali del CS, insieme alle influenti connessioni con i raccoglitori locali di funghi, denotano un’accurata trasmissione delle preferenze dei raccoglitori nella fase di formulazione normativa. Inoltre, la scarsa fiducia verso i raccoglitori stranieri (non locali) bene illustra la positiva discriminazione dei locali nel sistema di permessi, poiché i raccoglitori stranieri sono considerati essere fuori dal raggio di azione dei mezzi esecutivi informali della comunità. Questo suggerisce che un sistema di permessi può servire per riallineare il comportamento dei raccoglitori stranieri con quello dei locali, quest’ultimo generalmente percepito come maggiormente sostenibile. La sinergia tra le varie dimensioni di CS probabilmente può essere tradotta in un’ampia approvazione con il sistema di permessi nei suoi primi anni d’implementazione. Pur essendo applicato nell’ambito di prodotti forestali non legnosi (la raccolta di funghi), questo modello può essere esteso a tutte quelle politiche forestali che esigano una cooperazione tra gli utilizzatori delle risorse o che necessitino di una forte coordinazione dei proprietari forestali per la gestione di esternalità contigue o per aumentarne il valore. In secondo luogo, la percezione di diritti di proprietà sulla raccolta dei funghi e di disturbi legati al comportamento dei raccoglitori (sia intangibili che tangibili), modifica il posizionamento dei proprietari forestali in riguardo alle politiche di gestione della raccolta dei funghi. I proprietari forestali domandano fortemente l’introduzione di una regolamentazione ad hoc a livello regionale: la maggioranza di questi é in favore ad una tassa sulla raccolta che sia successivamente reinvestita nella gestione forestale; metà degli intervistati risulta essere in favore alla realizzazione di una zona di riserva micologica con la collaborazione dei proprietari contigui. Variabili socioeconomiche ed ecologiche, come l’occupazione del proprietario nel settore primario, la vicinanza a grossi nuclei urbani e la produttività micologica del bosco, contribuiscono ad influenzare addizionalmente le loro preferenze finali.
10-mag-2017
Inglese
social capital; rural sociology; forest governance; forest resources; non-wood forest products
SECCO, LAURA
PETTENELLA, DAVIDE MATTEO
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/121086
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-121086