Il lavoro ricostruisce l’evoluzione dell’illuminazione a Roma dalla metà dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento, attraverso le vicende della Società Anglo-Romana per l’Illuminazione di Roma col Gas ed Altri Sistemi. Dopo le origini dell’illuminazione a gas pubblica e privata sotto il pontificato di Pio IX, si passa all’analisi del quindicennio antecedente alla proclamazione di Roma capitale, vero spartiacque nella storia dell’illuminazione a gas e della stessa Società Anglo-Romana. In esso l’impresa pone le basi del suo monopolio naturale e istituzionale, ma stenta a mettere in pratica il principio di sussidiarietà tra consumi pubblici e privati, sullo sfondo di uno stato periferico e arretrato come quello pontificio. Negli anni Settanta e ancor di più nel decennio successivo le fortune dell’Anglo-Romana dipenderanno oltre che dalla condizione di monopolio, anche dalla sua capacità di mantenersi costantemente sulla frontiera tecnologica e di individuare le strategie imprenditoriali funzionali al perseguimento dei propri scopi. Inoltre, l’Anglo-Romana è in grado di inserirsi in un complesso reticolo di relazioni che coinvolge la finanza settentrionale e quella vaticana. Questi fattori le permetteranno almeno fino agli anni Dieci del Novecento di scongiurare qualsiasi pericolo di incursione da parte di potenziali entranti nel settore dell’illuminazione della capitale del giovane stato unitario. Caso più unico che raro in Italia, un’impresa dedita alla distribuzione del gas diversifica la propria attività avviando dagli anni Ottanta dell’Ottocento la produzione di energia elettrica, cogliendo sul nascere le opportunità legate allo sfruttamento idroelettrico dell’Aniene e del sistema Nera-Velino. A ciò si associa un’ulteriore diversificazione dell’offerta, che riserva al gas l’illuminazione pubblica di Roma e destina l’elettricità sia all’illuminazione privata sia alla trazione dei primi trasporti su rotaia urbani ed extraurbani, nonché alla forza motrice all’incipiente industria cittadina. Gli anni Dieci del Novecento sono anche gli anni del fallimentare tentativo dell’amministrazione Nathan di scalfire il monopolio dell’Anglo-Romana attraverso la creazione dell’Azienda Elettrica Municipale. Dopo una digressione sulle ricadute ambientali nell’area Ostiense in cui sorgono le centrali termoelettriche del comune di Roma e della Società Anglo-Romana, la trattazione riprende lo sviluppo cronologico per seguire nel corso degli anni Venti le vicende che da un lato conducono l’impresa a entrare nell’orbita del gruppo finanziario La Centrale e del Credito Italiano, nel contesto della concentrazione oligopolistica del settore elettrico di quegli anni, e dall’altro alla creazione del Consorzio Idroelettrico dell’Aniene attraverso cui si danno le premesse del duopolio asimmetrico stabilito con il comune di Roma. Sempre a fine decennio viene definitivamente alienata la produzione del gas, con cui l’impresa aveva iniziato la propria attività più di settantacinque anni prima.
Storia della società anglo-romana per l'illuminazione di Roma col gas ed altri sistemi (1847-1929)
Andrea, Tappi
2014
Abstract
Il lavoro ricostruisce l’evoluzione dell’illuminazione a Roma dalla metà dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento, attraverso le vicende della Società Anglo-Romana per l’Illuminazione di Roma col Gas ed Altri Sistemi. Dopo le origini dell’illuminazione a gas pubblica e privata sotto il pontificato di Pio IX, si passa all’analisi del quindicennio antecedente alla proclamazione di Roma capitale, vero spartiacque nella storia dell’illuminazione a gas e della stessa Società Anglo-Romana. In esso l’impresa pone le basi del suo monopolio naturale e istituzionale, ma stenta a mettere in pratica il principio di sussidiarietà tra consumi pubblici e privati, sullo sfondo di uno stato periferico e arretrato come quello pontificio. Negli anni Settanta e ancor di più nel decennio successivo le fortune dell’Anglo-Romana dipenderanno oltre che dalla condizione di monopolio, anche dalla sua capacità di mantenersi costantemente sulla frontiera tecnologica e di individuare le strategie imprenditoriali funzionali al perseguimento dei propri scopi. Inoltre, l’Anglo-Romana è in grado di inserirsi in un complesso reticolo di relazioni che coinvolge la finanza settentrionale e quella vaticana. Questi fattori le permetteranno almeno fino agli anni Dieci del Novecento di scongiurare qualsiasi pericolo di incursione da parte di potenziali entranti nel settore dell’illuminazione della capitale del giovane stato unitario. Caso più unico che raro in Italia, un’impresa dedita alla distribuzione del gas diversifica la propria attività avviando dagli anni Ottanta dell’Ottocento la produzione di energia elettrica, cogliendo sul nascere le opportunità legate allo sfruttamento idroelettrico dell’Aniene e del sistema Nera-Velino. A ciò si associa un’ulteriore diversificazione dell’offerta, che riserva al gas l’illuminazione pubblica di Roma e destina l’elettricità sia all’illuminazione privata sia alla trazione dei primi trasporti su rotaia urbani ed extraurbani, nonché alla forza motrice all’incipiente industria cittadina. Gli anni Dieci del Novecento sono anche gli anni del fallimentare tentativo dell’amministrazione Nathan di scalfire il monopolio dell’Anglo-Romana attraverso la creazione dell’Azienda Elettrica Municipale. Dopo una digressione sulle ricadute ambientali nell’area Ostiense in cui sorgono le centrali termoelettriche del comune di Roma e della Società Anglo-Romana, la trattazione riprende lo sviluppo cronologico per seguire nel corso degli anni Venti le vicende che da un lato conducono l’impresa a entrare nell’orbita del gruppo finanziario La Centrale e del Credito Italiano, nel contesto della concentrazione oligopolistica del settore elettrico di quegli anni, e dall’altro alla creazione del Consorzio Idroelettrico dell’Aniene attraverso cui si danno le premesse del duopolio asimmetrico stabilito con il comune di Roma. Sempre a fine decennio viene definitivamente alienata la produzione del gas, con cui l’impresa aveva iniziato la propria attività più di settantacinque anni prima.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/121122
URN:NBN:IT:UNIPD-121122