La tesi del dott. Spano prende in esame la prima stagione poetica di Alessandro Parronchi, ma tralasciando la raccolta d’esordio, I giorni sensibili (1941), che è un capitolo autonomo nel suo itinerario, e considerando il decennio intercorso tra la pubblicazione dei Visi (1943) e quella di Per strade di bosco e di città (1954). Questo periodo è certamente il più fervido da un punto di vista creativo: Parronchi muove infatti da un sostrato simbolistico verso una poetica più aperta e colloquiale, rappresentata dall’intimismo di Un’attesa (1949), per approdare allo sperimentalismo dei poemetti del ’54. Nello stadio preliminare al lavoro il dott. Spano ha recuperato gli autografi delle liriche, conservati presso il Fondo Bonsanti dell’Archivio G. P. Vieusseux di Firenze e tra le carte superstiti nella casa fiorentina del poeta, e ha ricostruito le diverse fasi nella gestazione dei testi. Questi materiali costituiscono la parte filologica della tesi, realizzata attraverso un confronto puntuale tra la lezione definitiva e gli avantesti, ricchi di varianti e correzioni, e attraverso la riproposizione di frammenti scartati o rifiutati, raccolti nelle Appendici dei singoli capitoli. L’indagine nel cantiere privato del poeta giova a testimoniare l’incertezza di questo periodo e suggerisce degli spunti molteplici a integrazione dell’analisi critica. Lo studio delle raccolte affronta in primo luogo la genesi delle liriche e si sofferma in un secondo momento sui tratti peculiari delle singole poesie, sugli aspetti linguistici e sui temi, riservando la seconda parte all’analisi delle varianti e della prassi correttoria di Parronchi. Se per I visi il dott. Spano valuta lo scarto rispetto al bagaglio simbolistico della raccolta d’esordio, per Un’attesa procede considerando ciascuna delle sezioni, rintracciando i motivi dominanti nei diversi nuclei tematici e riflettendo sulle scelte stilistiche. L’analisi dei poemetti raccolti in Per strade di bosco e di città non può prescindere, invece, da un’indagine sulle ragioni e sui modi di questo sperimentare anomalo, per concentrarsi poi sul linguaggio e sull’intricata vicenda compositiva dei testi. L’ultimo capitolo verte sul raffinato Autocommento a Un’attesa, il libro del ’62 in cui Parronchi raccoglieva la sua produzione giovanile: una testimonianza inedita reperita fortunosamente tra i faldoni conservati nella casa del poeta. Il ricco commento, progettato negli anni Settanta per accompagnare le liriche, ma presto accantonato, il dott. Spano lo pubblica integralmente, corredandolo di un fitto apparato di note che chiarisce i numerosi riferimenti e le diverse citazioni che il poeta faceva in quelle pagine. La tesi è incorniciata da una Premessa, che ha il compito di fornire una visione d’insieme sull’intera stagione poetica in argomento, e da una Conclusione, che soppesa il ruolo di questi libri in relazione agli ulteriori sviluppi dell’opera di Parronchi; mentre la Bibliografia, focalizzata su questo periodo, documenta anche gli interventi di Parronchi in campo critico. Lo scopo della tesi del dott. Spano, efficacemente conseguito, era quello di ricostruire analiticamente un decennio in cui si verifica una graduale frattura nell’immagine giovanile di Parronchi. Egli si affida a una, sia pur fragile, sperimentazione vòlta a superare, anche intrecciando generi e codici differenti, l’innegabile crisi che la sua lirica patisce e avverte intorno al 1950.
Alessandro Parronchi. Un decennio difficile e incerto (1943-1954)
Emanuele Andrea, Spano
2011
Abstract
La tesi del dott. Spano prende in esame la prima stagione poetica di Alessandro Parronchi, ma tralasciando la raccolta d’esordio, I giorni sensibili (1941), che è un capitolo autonomo nel suo itinerario, e considerando il decennio intercorso tra la pubblicazione dei Visi (1943) e quella di Per strade di bosco e di città (1954). Questo periodo è certamente il più fervido da un punto di vista creativo: Parronchi muove infatti da un sostrato simbolistico verso una poetica più aperta e colloquiale, rappresentata dall’intimismo di Un’attesa (1949), per approdare allo sperimentalismo dei poemetti del ’54. Nello stadio preliminare al lavoro il dott. Spano ha recuperato gli autografi delle liriche, conservati presso il Fondo Bonsanti dell’Archivio G. P. Vieusseux di Firenze e tra le carte superstiti nella casa fiorentina del poeta, e ha ricostruito le diverse fasi nella gestazione dei testi. Questi materiali costituiscono la parte filologica della tesi, realizzata attraverso un confronto puntuale tra la lezione definitiva e gli avantesti, ricchi di varianti e correzioni, e attraverso la riproposizione di frammenti scartati o rifiutati, raccolti nelle Appendici dei singoli capitoli. L’indagine nel cantiere privato del poeta giova a testimoniare l’incertezza di questo periodo e suggerisce degli spunti molteplici a integrazione dell’analisi critica. Lo studio delle raccolte affronta in primo luogo la genesi delle liriche e si sofferma in un secondo momento sui tratti peculiari delle singole poesie, sugli aspetti linguistici e sui temi, riservando la seconda parte all’analisi delle varianti e della prassi correttoria di Parronchi. Se per I visi il dott. Spano valuta lo scarto rispetto al bagaglio simbolistico della raccolta d’esordio, per Un’attesa procede considerando ciascuna delle sezioni, rintracciando i motivi dominanti nei diversi nuclei tematici e riflettendo sulle scelte stilistiche. L’analisi dei poemetti raccolti in Per strade di bosco e di città non può prescindere, invece, da un’indagine sulle ragioni e sui modi di questo sperimentare anomalo, per concentrarsi poi sul linguaggio e sull’intricata vicenda compositiva dei testi. L’ultimo capitolo verte sul raffinato Autocommento a Un’attesa, il libro del ’62 in cui Parronchi raccoglieva la sua produzione giovanile: una testimonianza inedita reperita fortunosamente tra i faldoni conservati nella casa del poeta. Il ricco commento, progettato negli anni Settanta per accompagnare le liriche, ma presto accantonato, il dott. Spano lo pubblica integralmente, corredandolo di un fitto apparato di note che chiarisce i numerosi riferimenti e le diverse citazioni che il poeta faceva in quelle pagine. La tesi è incorniciata da una Premessa, che ha il compito di fornire una visione d’insieme sull’intera stagione poetica in argomento, e da una Conclusione, che soppesa il ruolo di questi libri in relazione agli ulteriori sviluppi dell’opera di Parronchi; mentre la Bibliografia, focalizzata su questo periodo, documenta anche gli interventi di Parronchi in campo critico. Lo scopo della tesi del dott. Spano, efficacemente conseguito, era quello di ricostruire analiticamente un decennio in cui si verifica una graduale frattura nell’immagine giovanile di Parronchi. Egli si affida a una, sia pur fragile, sperimentazione vòlta a superare, anche intrecciando generi e codici differenti, l’innegabile crisi che la sua lirica patisce e avverte intorno al 1950.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/121187
URN:NBN:IT:UNIPD-121187