Lo scopo del presente lavoro è stato quello di approfondire diversi aspetti del panorama zootecnico nazionale focalizzando l’attenzione sul ruolo e l’importanza dei controlli funzionali svolti, su tutte le specie e razze di interesse zootecnico, dall’Associazione Italiana Allevatori. Le informazioni e i dati provenienti dai controlli funzionali hanno permesso poi di ampliare lo scenario dello studio analizzando da un lato gli aspetti riconducibili alla salvaguardia delle razze bovine autoctone iscritte al registro anagrafico (R.A.B.) e non sottoposte ad un piano nazionale di selezione e dall’altro le attività inerenti il miglioramento genetico delle razze autoctone dotate di Libro genealogico, soffermando l’attenzione sulla razza autoctona Valdostana Pezzata Rossa. Nel primo contributo viene presentata la distribuzione geografica dei capi e del latte prodotto sul territorio nazionale per l’anno 2011. E’ stata analizzata l’evoluzione di alcuni parametri produttivi e riproduttivi per tutte le razze controllate di maggiore rilevanza. In questo lavoro è stata poi identificata la struttura di (co)varianza in grado di interpretare meglio serie temporali di dati di controllo funzionale analizzando infine i trend fenotipici entro razza nel periodo 2004-2011. Da questo contributo i principali risultati emersi sono stati la forte concentrazione dell’attività di controllo per il latte al nord del Paese (79% delle aziende e 86-87% di bovine sotto controllo e latte prodotto), la forte differenziazione produttiva della Frisona sulle altre razze, quella su piano qualitativo del latte della Jersey e, a seguire, della Bruna e Pezzata Rossa, mentre per quanto riguarda i dati di fertilità sempre la razza Frisona ha messo in luce le peggiori performance, riconducibili sicuramente alla maggiore propensione produttiva. Dal quadro generale è emersa sopratutto la tipologia meticcia che, pur non essendo ben identificata nel tipo di incrocio praticato, sulla base dei dati produttivi e riproduttivi, sembra molto probabilmente più vicina alla Frisona che ad altri tipi genetici. Nel secondo contributo è stata condotta un’indagine sulla variabilità genetica delle sedici razze bovine autoctone italiane iscritte al registro anagrafico (R.A.B.) con l’intento di analizzare la diversità genetica delle singole popolazioni attraverso lo studio di indicatori di popolazione (ad esempio numero di fondatori, numero di antenati, parentela media tra individui ecc) nonché valutare l’andamento dell’inbreeding utilizzando una suddivisione in classi predefinite ed ampiamente accettate in letteratura allo scopo di valutare l’efficacia delle azioni attuate nella gestione della singole razze da parte dell’Associazione Italiana Allevatori. Da questo lavoro sono emerse delle situazioni piuttosto diversificate in termini di completezza dei pedigree nelle singole razze. In particolare sono stati evidenziati pedigree piuttosto incompleti nelle razze sarde (Sarda e Sardo Bruna) e nella razza Agerolese mentre pedigree più robusti sono presenti nelle razze toscane (Calvana, Garfagnina, Mucca Pisana e Pontremolese) e nelle razze Varzese e Burlina. Per quanto riguarda il grado di parentela medio di ciascuna razza si è visto che in quelle a maggiore numerosità (Sardo, Sardo Bruna, Sardo Modicana e Modicana) si hanno valori di average relatedness (AR %) piuttosto elevati entro allevamento ma bassi entro razza a causa della scarsa tendenza degli allevatori allo scambio di riproduttori. Il lavoro del terzo contributo ha riguardato la messa a punto di un modello test-day per le valutazioni genetiche della razza autoctona Valdostana Pezzata Rossa con l’intento di rivedere l’attuale metodo di valutazione a lattazione con un metodo più sofisticato ed accurato in grado di rispondere in maniera più efficace alle esigenze di selezione. In particolare il lavoro ha riguardato l’applicazione pratica di due diversi modelli test day, dei quali uno è stato sviluppato con l’Università di Padova mentre l’altro con l’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A). Nel dettaglio per entrambi gli approcci sono stati messi a confronto due diverse tipologie di TDm-Ripetibilità e due diversi tipologie di TDm-Random Regression con l’intento di valutare quale modello e quale tipologia rispondesse meglio alle caratteristiche della razza e, di conseguenza, potesse essere proposto per l’utilizzo all’Associazione Nazionale Allevatori competente (A.Na.Bo.Ra.Va.). Questi quattro livelli di confronto sono stati analizzati in termini di stima delle componenti di varianza e covarianza, quindi dell’ereditabilità per i caratteri quantità di latte, % grasso, % proteine e conteggio delle cellule somatiche (SCS) ed in termini di correlazione degli indici genetici ottenuti con i diversi modelli studiati (Rank Correlation). Dal lavoro è emerso come i modelli random regression possano a fatica adattarsi alla realtà della razza Valdostana, caratterizzata da un elevato livello di stagionalità e dalla presenza dell’alpeggio estivo, che pone in problema dei pochi controlli sulle code di lattazione. Pur adottando modelli diversi di interpretazione della curva di lattazione, entrambi hanno palesato difficoltà di stima agli estremi. Il modello Ali-Shaeffer infatti ha prodotto una forte sovrastima all’inizio della lattazione per tutti i caratteri, mentre il modello basato sul polinomio di legendre verso la fine delle lattazioni. Al contrario i modelli a ripetibilità hanno permesso di ottenere stime compatibili tra loro e con quelle riportate in bibliografia per latte (18-21% di h2), grasso percentuale (18%), proteine percentuale (34-36%) e scs (10-12%). Le correlazioni tra i rank dei tori o delle vacche con maggiore accuratezza dell’indice sono risultate piuttosto buone per grasso, proteine e indice selettivo (IRC), basato sui precedenti due indici (87-94%), un po’ più deboli per l’indice genetico latte (81-82%), richiedendo una più accurata e approfondita analisi di confronto per questo tipo di indice.

Sviluppo di metodi per la gestione di razze autoctone italiane

Manolo, Cappelloni
2013

Abstract

Lo scopo del presente lavoro è stato quello di approfondire diversi aspetti del panorama zootecnico nazionale focalizzando l’attenzione sul ruolo e l’importanza dei controlli funzionali svolti, su tutte le specie e razze di interesse zootecnico, dall’Associazione Italiana Allevatori. Le informazioni e i dati provenienti dai controlli funzionali hanno permesso poi di ampliare lo scenario dello studio analizzando da un lato gli aspetti riconducibili alla salvaguardia delle razze bovine autoctone iscritte al registro anagrafico (R.A.B.) e non sottoposte ad un piano nazionale di selezione e dall’altro le attività inerenti il miglioramento genetico delle razze autoctone dotate di Libro genealogico, soffermando l’attenzione sulla razza autoctona Valdostana Pezzata Rossa. Nel primo contributo viene presentata la distribuzione geografica dei capi e del latte prodotto sul territorio nazionale per l’anno 2011. E’ stata analizzata l’evoluzione di alcuni parametri produttivi e riproduttivi per tutte le razze controllate di maggiore rilevanza. In questo lavoro è stata poi identificata la struttura di (co)varianza in grado di interpretare meglio serie temporali di dati di controllo funzionale analizzando infine i trend fenotipici entro razza nel periodo 2004-2011. Da questo contributo i principali risultati emersi sono stati la forte concentrazione dell’attività di controllo per il latte al nord del Paese (79% delle aziende e 86-87% di bovine sotto controllo e latte prodotto), la forte differenziazione produttiva della Frisona sulle altre razze, quella su piano qualitativo del latte della Jersey e, a seguire, della Bruna e Pezzata Rossa, mentre per quanto riguarda i dati di fertilità sempre la razza Frisona ha messo in luce le peggiori performance, riconducibili sicuramente alla maggiore propensione produttiva. Dal quadro generale è emersa sopratutto la tipologia meticcia che, pur non essendo ben identificata nel tipo di incrocio praticato, sulla base dei dati produttivi e riproduttivi, sembra molto probabilmente più vicina alla Frisona che ad altri tipi genetici. Nel secondo contributo è stata condotta un’indagine sulla variabilità genetica delle sedici razze bovine autoctone italiane iscritte al registro anagrafico (R.A.B.) con l’intento di analizzare la diversità genetica delle singole popolazioni attraverso lo studio di indicatori di popolazione (ad esempio numero di fondatori, numero di antenati, parentela media tra individui ecc) nonché valutare l’andamento dell’inbreeding utilizzando una suddivisione in classi predefinite ed ampiamente accettate in letteratura allo scopo di valutare l’efficacia delle azioni attuate nella gestione della singole razze da parte dell’Associazione Italiana Allevatori. Da questo lavoro sono emerse delle situazioni piuttosto diversificate in termini di completezza dei pedigree nelle singole razze. In particolare sono stati evidenziati pedigree piuttosto incompleti nelle razze sarde (Sarda e Sardo Bruna) e nella razza Agerolese mentre pedigree più robusti sono presenti nelle razze toscane (Calvana, Garfagnina, Mucca Pisana e Pontremolese) e nelle razze Varzese e Burlina. Per quanto riguarda il grado di parentela medio di ciascuna razza si è visto che in quelle a maggiore numerosità (Sardo, Sardo Bruna, Sardo Modicana e Modicana) si hanno valori di average relatedness (AR %) piuttosto elevati entro allevamento ma bassi entro razza a causa della scarsa tendenza degli allevatori allo scambio di riproduttori. Il lavoro del terzo contributo ha riguardato la messa a punto di un modello test-day per le valutazioni genetiche della razza autoctona Valdostana Pezzata Rossa con l’intento di rivedere l’attuale metodo di valutazione a lattazione con un metodo più sofisticato ed accurato in grado di rispondere in maniera più efficace alle esigenze di selezione. In particolare il lavoro ha riguardato l’applicazione pratica di due diversi modelli test day, dei quali uno è stato sviluppato con l’Università di Padova mentre l’altro con l’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A). Nel dettaglio per entrambi gli approcci sono stati messi a confronto due diverse tipologie di TDm-Ripetibilità e due diversi tipologie di TDm-Random Regression con l’intento di valutare quale modello e quale tipologia rispondesse meglio alle caratteristiche della razza e, di conseguenza, potesse essere proposto per l’utilizzo all’Associazione Nazionale Allevatori competente (A.Na.Bo.Ra.Va.). Questi quattro livelli di confronto sono stati analizzati in termini di stima delle componenti di varianza e covarianza, quindi dell’ereditabilità per i caratteri quantità di latte, % grasso, % proteine e conteggio delle cellule somatiche (SCS) ed in termini di correlazione degli indici genetici ottenuti con i diversi modelli studiati (Rank Correlation). Dal lavoro è emerso come i modelli random regression possano a fatica adattarsi alla realtà della razza Valdostana, caratterizzata da un elevato livello di stagionalità e dalla presenza dell’alpeggio estivo, che pone in problema dei pochi controlli sulle code di lattazione. Pur adottando modelli diversi di interpretazione della curva di lattazione, entrambi hanno palesato difficoltà di stima agli estremi. Il modello Ali-Shaeffer infatti ha prodotto una forte sovrastima all’inizio della lattazione per tutti i caratteri, mentre il modello basato sul polinomio di legendre verso la fine delle lattazioni. Al contrario i modelli a ripetibilità hanno permesso di ottenere stime compatibili tra loro e con quelle riportate in bibliografia per latte (18-21% di h2), grasso percentuale (18%), proteine percentuale (34-36%) e scs (10-12%). Le correlazioni tra i rank dei tori o delle vacche con maggiore accuratezza dell’indice sono risultate piuttosto buone per grasso, proteine e indice selettivo (IRC), basato sui precedenti due indici (87-94%), un po’ più deboli per l’indice genetico latte (81-82%), richiedendo una più accurata e approfondita analisi di confronto per questo tipo di indice.
30-gen-2013
Italiano
razze bovine autoctone/autochtonous cattle breeds modello test dayl/test day model controlli funzionali/performance recording
MANTOVANI, ROBERTO
MANTOVANI, ROBERTO
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-121190