LE CHIESE DELLA METAMORFOSIS A REPETISTA E DI SANT'ATANASIO AD ANO PARAKALAMOS. Svolgimenti pittorici a Palià Pogdoriani nell'area Epirota, dal XV secolo al 1546. Le chiese della Metamorfosis a Repetista e di Sant'Atanasio ad Ano Parakalamos sono ubicate a nord di Ioannina, capitale dell'Epiro, nella presumibile area d'estensione dell'antica cittadina di Pogdoriani, ipotizzando che si tratti dei monumenti ecclesiastici più antichi nell'area, decorati con affreschi. Nello studio si considerano, principalmente, gli affreschi della Metamorfosis, conservati nella conca absidale e sul muro est della prothesis, ed il ciclo pitttorico della chiesa originaria di Sant'Atanasio, risalente secondo l'iscrizione al 1546, per seguire i svolgimenti pittorici nella piccola cittadina, dal XV secolo al 1546. Iniziando dall'investigazione del tessuto storico-culturale della regione epirota, dalla fondazione del "Despotato d'Epiro" ai due primi secoli dell'occupazione ottomana, lo studio va continuato con l'esame delle due chiese. Gli elementi architettonici e morfologici della chiesa della Metamorfosis, di tipologia che adotta la variante A3 delle chiese con tetti congiunti a croce, incrociati con l'iconografia e lo stile della decorazione pittorica, confermerebbero la datazione dell'edificio alla prima metà del XV secolo. Gli affreschi conservati nell'interno della chiesa comprendono la Vergine con Gesù, nel tipo di Vlachernitissa con sotto quattro padri officianti, nella conca absidale, e il protomartire Stefano, sul muro est della prothesis. L'iconografia e lo stile delle pitture rinviano all'arte del periodo paleologo, con magiori riscontri in cicli pittorici a Kastorià , a Ocrida, al lago di Prespa. Maggiori affinità iconografiche e stilistiche, invece, si ritrovano in brani presenti in tre cicli pittorici. Di essi due sono in Epiro-nel katholikon del monastero di Santa Paraskevi a Monodendri (1413-1414) e nella chiesa di San Nicola a Malouni (prima metà del XV secolo)-, mentre, il terzo, nell'eremitaggio di Panaghia Eleousa (1410), ubicato nel lago di Prespa. Si ipotizza, pertanto, che la decorazione pittorica della Metamorfosis sia posteriore di quella di Santa Paraskevi. Quindi si avanza l'ipotesi di una ragionevole datazione post quem l'anno 1414 e ante quem il 1430, anno dell'occupazione di Ioannina dagli ottomani. La chiesa originaria di Sant'Atanasio era ad unica navata con tetto a due spioventi. L'anno 1550-1551, testimoniato dall'iscrizione sul frontone della facciata ovest del monumento, il piccolo edificio è stato innalzato, ampliato verso ovest e coperto con volta a botte longitudinale. L'interno della chiesa attuale conserva, quasi, intero il ciclo pittorico originario, risalente al 1546, secondo l'iscrizione sul muro sud del bema. Il resto delle pitture sono posteriori e si datano al XVII secolo. IL programma originario comprende 13 scene evangeliche e una tratta dal Vecchio Testamento, raffigurate sul registro superiore nel naos e nella parte est del nartece, mentre sotto sono rappresentati 11 santi in piede, sant'Atanasio in trono e la Deesis. Altri brani della decorazione originaria si distinguono nel bema e nella fascia sopra le scene evangeliche, in parte coperta da pitture posteriori. In essa presumibilmente erano raffigurati profeti in busto, ricostruita da altri esempi analoghi del XVI secolo in Macedonia, ad Ocrida, in Serbia, in Epiro. Dalle scene evangeliche in origine, prima della ricostruzione dell'iconostasio, si trovavano nel bema: l'Ascensione, sul frontone sopra la conca absidale, la Natività , sul muro meridionale, e ad essa antistante la Discesa agli Inferi. Il programma continuava nel naos con sei scene distribuite sul registro superiore nelle pareti laterali: Presentazione di Gesù al Tempio, Resurrezione di Lazzaro e Ingresso di Gesù a Gerusalemme, a sud, e Tradimento, Crocifissione, e Compianto, sulla parte opposta. L'ultima composizione nel naos, la Dormizione della Vergine, occupa il frontone occidentale della chiesa originaria. Il programma del naos va integrato con la riffigurazione dei santi Atanasio, Nicola, Antonio ed Eutimio, sul muro meridionale, dei santi militari Teodoro il tiro, Demetrio, Giorgio e la Deesis, sulla parete settentrionale. Nel programma iconografico del nartece si inseriscono temi, i quali tradizionalmente vanno rappresentati nel bema: l'Annunciazione e l'Ospitalità d'Abramo, sul frontone sopra l'arco posteriore di rinforzo. Sulla parete sud sopra è rappresentata la Trasfigurazione e, sotto, i santi Gioannicio, Efremo il siro e Simeone lo stilita. Infine sulla parete settentrionale esiste la scena della Lavanda e nel registro sottostante i santi Artemio e Mena. L'elemento distintivo nel ciclo pittorico di Sant'Atanasio è l'uso degli epigrammi che accompagnano tutte le immagini, tratti dal calendario giambico di Cristoforo Mitileneo, commentati puntualmente, il quale rinvia alla tradizione macedone e serba del XIV secolo (San Nicola Orfanos a Salonicco e Dormizione della Vergine a Trescavac ). Il frescante ignoto delle pitture di Sant'Atanasio, ancorato alla tradizione, si ispira e trae i suoi temi da prototipi anteriori oppure coevi di concezione conservativa. In generale, la tipologia usata dal pittore sia quella formata nell'ultimo periodo paleologo in Macedonia, a Ocrida, in Serbia, in Epiro, impiegata anche nella seconda metà del XV secolo a Kastorià e alle Meteore, dal cosidetto atelier di Kastorià . Ugualmente l'analisi stilistica ha portato ad individuare un linguaggio ancorato al periodo paleologo, esente da influssi diretti di opere pittoriche delle scuole cinquecentesche della "Grecia nord-occidentale" e "cretese". Maggiori affinità si osservano con le opere del pittore epirota Eustathios Iakovou che ha eseguito nell'anno 1537 gli affreschi del monastero di Molivdoskepastos e ha dipinto il parekklesion di San Giovanni Teologo nel monastero di Mavriotissa a Kastorià (1550). Il fatto che per iconografia e per stile gli affreschi di Sant'Atanasio presentino alcuni dettagli unici e caratteristici che si ritrovano nell'opera di Eustathios Iakovou suggerisce la questione se si tratti di opere dello stesso pittore, proposta per la prima volta in questo lavoro. Dallo studio dei due cicli pittorici conservati a Palià Pogdoriani si chiarisce come gli svolgimenti pittorici del piccolo centro epirota s'inseriscano nella tradizione paleologa quale si articola nell'ambito culturale e artistico della Macedonia, collegandosi maggiormente con le produzioni artistiche di Kastorià , del lago di Prespa, di Ocrida. Per certi particolari iconografici invece, scelti da entrambi i pittori e presenti in altre imprese pittoriche dell'Epiro, sembra probabile un attaccamento e una continuità con la tradizione locale epirota. Della fisionomia artistica di quest'ultima regione il lavoro chiarisce validamente gli aspetti sinora ignorati dagli studi.
Le chiese della Metamorfosis a Repetista e di Sant'Atanasio ad Ano Parakalamos
Niki, Vassilicu
2011
Abstract
LE CHIESE DELLA METAMORFOSIS A REPETISTA E DI SANT'ATANASIO AD ANO PARAKALAMOS. Svolgimenti pittorici a Palià Pogdoriani nell'area Epirota, dal XV secolo al 1546. Le chiese della Metamorfosis a Repetista e di Sant'Atanasio ad Ano Parakalamos sono ubicate a nord di Ioannina, capitale dell'Epiro, nella presumibile area d'estensione dell'antica cittadina di Pogdoriani, ipotizzando che si tratti dei monumenti ecclesiastici più antichi nell'area, decorati con affreschi. Nello studio si considerano, principalmente, gli affreschi della Metamorfosis, conservati nella conca absidale e sul muro est della prothesis, ed il ciclo pitttorico della chiesa originaria di Sant'Atanasio, risalente secondo l'iscrizione al 1546, per seguire i svolgimenti pittorici nella piccola cittadina, dal XV secolo al 1546. Iniziando dall'investigazione del tessuto storico-culturale della regione epirota, dalla fondazione del "Despotato d'Epiro" ai due primi secoli dell'occupazione ottomana, lo studio va continuato con l'esame delle due chiese. Gli elementi architettonici e morfologici della chiesa della Metamorfosis, di tipologia che adotta la variante A3 delle chiese con tetti congiunti a croce, incrociati con l'iconografia e lo stile della decorazione pittorica, confermerebbero la datazione dell'edificio alla prima metà del XV secolo. Gli affreschi conservati nell'interno della chiesa comprendono la Vergine con Gesù, nel tipo di Vlachernitissa con sotto quattro padri officianti, nella conca absidale, e il protomartire Stefano, sul muro est della prothesis. L'iconografia e lo stile delle pitture rinviano all'arte del periodo paleologo, con magiori riscontri in cicli pittorici a Kastorià , a Ocrida, al lago di Prespa. Maggiori affinità iconografiche e stilistiche, invece, si ritrovano in brani presenti in tre cicli pittorici. Di essi due sono in Epiro-nel katholikon del monastero di Santa Paraskevi a Monodendri (1413-1414) e nella chiesa di San Nicola a Malouni (prima metà del XV secolo)-, mentre, il terzo, nell'eremitaggio di Panaghia Eleousa (1410), ubicato nel lago di Prespa. Si ipotizza, pertanto, che la decorazione pittorica della Metamorfosis sia posteriore di quella di Santa Paraskevi. Quindi si avanza l'ipotesi di una ragionevole datazione post quem l'anno 1414 e ante quem il 1430, anno dell'occupazione di Ioannina dagli ottomani. La chiesa originaria di Sant'Atanasio era ad unica navata con tetto a due spioventi. L'anno 1550-1551, testimoniato dall'iscrizione sul frontone della facciata ovest del monumento, il piccolo edificio è stato innalzato, ampliato verso ovest e coperto con volta a botte longitudinale. L'interno della chiesa attuale conserva, quasi, intero il ciclo pittorico originario, risalente al 1546, secondo l'iscrizione sul muro sud del bema. Il resto delle pitture sono posteriori e si datano al XVII secolo. IL programma originario comprende 13 scene evangeliche e una tratta dal Vecchio Testamento, raffigurate sul registro superiore nel naos e nella parte est del nartece, mentre sotto sono rappresentati 11 santi in piede, sant'Atanasio in trono e la Deesis. Altri brani della decorazione originaria si distinguono nel bema e nella fascia sopra le scene evangeliche, in parte coperta da pitture posteriori. In essa presumibilmente erano raffigurati profeti in busto, ricostruita da altri esempi analoghi del XVI secolo in Macedonia, ad Ocrida, in Serbia, in Epiro. Dalle scene evangeliche in origine, prima della ricostruzione dell'iconostasio, si trovavano nel bema: l'Ascensione, sul frontone sopra la conca absidale, la Natività , sul muro meridionale, e ad essa antistante la Discesa agli Inferi. Il programma continuava nel naos con sei scene distribuite sul registro superiore nelle pareti laterali: Presentazione di Gesù al Tempio, Resurrezione di Lazzaro e Ingresso di Gesù a Gerusalemme, a sud, e Tradimento, Crocifissione, e Compianto, sulla parte opposta. L'ultima composizione nel naos, la Dormizione della Vergine, occupa il frontone occidentale della chiesa originaria. Il programma del naos va integrato con la riffigurazione dei santi Atanasio, Nicola, Antonio ed Eutimio, sul muro meridionale, dei santi militari Teodoro il tiro, Demetrio, Giorgio e la Deesis, sulla parete settentrionale. Nel programma iconografico del nartece si inseriscono temi, i quali tradizionalmente vanno rappresentati nel bema: l'Annunciazione e l'Ospitalità d'Abramo, sul frontone sopra l'arco posteriore di rinforzo. Sulla parete sud sopra è rappresentata la Trasfigurazione e, sotto, i santi Gioannicio, Efremo il siro e Simeone lo stilita. Infine sulla parete settentrionale esiste la scena della Lavanda e nel registro sottostante i santi Artemio e Mena. L'elemento distintivo nel ciclo pittorico di Sant'Atanasio è l'uso degli epigrammi che accompagnano tutte le immagini, tratti dal calendario giambico di Cristoforo Mitileneo, commentati puntualmente, il quale rinvia alla tradizione macedone e serba del XIV secolo (San Nicola Orfanos a Salonicco e Dormizione della Vergine a Trescavac ). Il frescante ignoto delle pitture di Sant'Atanasio, ancorato alla tradizione, si ispira e trae i suoi temi da prototipi anteriori oppure coevi di concezione conservativa. In generale, la tipologia usata dal pittore sia quella formata nell'ultimo periodo paleologo in Macedonia, a Ocrida, in Serbia, in Epiro, impiegata anche nella seconda metà del XV secolo a Kastorià e alle Meteore, dal cosidetto atelier di Kastorià . Ugualmente l'analisi stilistica ha portato ad individuare un linguaggio ancorato al periodo paleologo, esente da influssi diretti di opere pittoriche delle scuole cinquecentesche della "Grecia nord-occidentale" e "cretese". Maggiori affinità si osservano con le opere del pittore epirota Eustathios Iakovou che ha eseguito nell'anno 1537 gli affreschi del monastero di Molivdoskepastos e ha dipinto il parekklesion di San Giovanni Teologo nel monastero di Mavriotissa a Kastorià (1550). Il fatto che per iconografia e per stile gli affreschi di Sant'Atanasio presentino alcuni dettagli unici e caratteristici che si ritrovano nell'opera di Eustathios Iakovou suggerisce la questione se si tratti di opere dello stesso pittore, proposta per la prima volta in questo lavoro. Dallo studio dei due cicli pittorici conservati a Palià Pogdoriani si chiarisce come gli svolgimenti pittorici del piccolo centro epirota s'inseriscano nella tradizione paleologa quale si articola nell'ambito culturale e artistico della Macedonia, collegandosi maggiormente con le produzioni artistiche di Kastorià , del lago di Prespa, di Ocrida. Per certi particolari iconografici invece, scelti da entrambi i pittori e presenti in altre imprese pittoriche dell'Epiro, sembra probabile un attaccamento e una continuità con la tradizione locale epirota. Della fisionomia artistica di quest'ultima regione il lavoro chiarisce validamente gli aspetti sinora ignorati dagli studi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/121332
URN:NBN:IT:UNIPD-121332