La presente tesi di dottorato comprende una raccolta di ricerche su una categoria interpretativa del meraviglioso – inteso come tutto ciò che causa stupore in un determinato interlocutore, sia per un fenomeno naturale che per un evento percepito come soprannaturale – detto ‘scientifico’, in quanto comprendente le diverse forme di sapere, le arti meccaniche e l’interpretazione della natura. Tale categoria si inserisce nel quadro delle classificazioni e delle teorie del meraviglioso, delle quali cerca di essere ulteriore tassello interpretativo. La tesi si compone di un’introduzione, tre capitoli, conclusioni e appendice; nell’introduzione si chiarisce il ruolo dell’artificio e della creazione artificiale nel quadro del meraviglioso, con particolare riferimento al mutamento della concezione della natura tra XII e XIII secolo, ipotizzando che questo cambiamento possa avere influito anche sulla percezione del lavoro meccanico. Il primo capitolo mostra una panoramica generale del tema. Nel primo paragrafo si presenta il problema del passaggio tra una natura non più metafora morale e allegoria della Creazione Divina, ma realtà fenomenica, da indagare, sovrapponendo questa nuova concezione alla considerazione del lavoro umano; nel secondo paragrafo si offre uno stato dell’arte delle ricerche sul meraviglioso, anche fornendo le coordinate semantiche delle sue diverse articolazioni e una proposta di periodizzazione; il terzo paragrafo analizza alcune ‘strutture antropologiche’ dell’immaginario medievale, relativo al meraviglioso, unitamente ad alcune costanti stilistiche nella presentazione di questi oggetti (descrizione – statica e cinetica – e la digressione). Il secondo capitolo si concentra sugli automi, oggetti meccanici capaci di muoversi autonomamente, senza che ne sia chiara la causa. Il primo paragrafo espone il tema nelle sue linee generali, individu i tratti ricorrenti di questo particolare tipo di mirabilia e presenta i testi del corpus scelto, che comprendono i romans d'antiquité, il Voyage de Charlemagne, il Girart de Rossillon, la letteratura di viaggio e i testi compilativo-enciclopedici. Il secondo paragrafo è incentrato su un primo tipo di automi: quelli presenti dentro i palazzi, e istituisce una correlazione tra gli automi, le loro componenti e funzionamento e la rappresentazione stessa del potere. Il terzo paragrafo riguarda una tipologia di automi particolari: quelli che raffigurano la figura umana. Si propone una diversa interpretazione di questi ultimi – rispetto agli automi in genere – che si distacca dalla consueta immagine del ‘guardiano’, per avanzare ipotesi maggiormente legate alla considerazione della statuaria. Il terzo capitolo amplia l’indagine, ponendo una correlazione tra trattamento dell’immagine artificiale negli automi e le tecniche stilistiche legate alla descrizione di opere, come l’ecfrasi. Il primo paragrafo esplicita questa correlazione, considerando il rapporto tra immagine e tecnica stilistica; nel secondo si forniscono alcuni esempi di queste immagini, come catalizzatrici del meraviglioso verso altre forme di sapere, prendendo in esame le ecfrasi presenti in alcuni testi. Il terzo paragrafo è dedicato alle figure degli artefici, motivando, alla luce delle precedenti considerazioni, la differenza di trattamento tra la figura di Virgilio mago e quella di Gerbert d’Aurillac, secondo una diversa contestualizzazione. Le conclusioni vertono sul passaggio dal concetto di nigromance a quello di science dell’homme in volgare per spiegare l’artificio meccanico all’interno dei luoghi di potere. Si parte da una generale confusione tra XII e XIII secolo, con un atteggiamento ambivalente nei confronti degli artefici – tra timore e ammirazione – per arrivare a una progressiva razionalizzazione della considerazione delle arti meccaniche. Si ipotizza che questo passaggio coincida con il cambiamento di mentalità tra XII e XIII secolo, che consiste con una maggiore apertura verso Oriente, considerazione dell’individuo e più approfondita indagine dei fenomeni meravigliosi non come eventi casuali, ma ricorrenti in natura. L’appendice è dedicata a uno dei mirabilia della natura, utilizzati nell’ottica del meraviglioso scientifico, così come esposto nella presente tesi. Si prende in esame la metafora amorosa del ‘magnetismo”, proponendo una spiegazione di due ulteriori implicazioni ermeneutiche: da un lato la spiegazione di eventi meravigliosi e poco comprensibili, attraverso la percezione del fenomeno naturale; dall’altro, l’utilizzo dei mirabilia per la loro valenza conoscitiva intrinseca e al contempo per mostrare una conoscenza maggiore dei classici. La meraviglia in questo caso nasce non per il fenomeno meraviglioso in sé, ma proprio per quella conoscenza superiore delle fonti in merito. Abstract (English): The present PhD thesis collects investigations on an interpretative category of wonder – intended as all that causes amazement in a given addressee, both for a natural phenomenon and for an event which is perceived as supernatural – named ‘scientific’, as it includes the different sciences, mechanical arts and the interpretation of nature. This category is included within the general picture of the classifications and theories of wonder, of which it aims to be a further interpretative element.

«PAR ART MOVER.» INCROCI TRA MERAVIGLIOSO E SAPERE IN TESTI ROMANZI DEL TARDO MEDIOEVO

2019

Abstract

La presente tesi di dottorato comprende una raccolta di ricerche su una categoria interpretativa del meraviglioso – inteso come tutto ciò che causa stupore in un determinato interlocutore, sia per un fenomeno naturale che per un evento percepito come soprannaturale – detto ‘scientifico’, in quanto comprendente le diverse forme di sapere, le arti meccaniche e l’interpretazione della natura. Tale categoria si inserisce nel quadro delle classificazioni e delle teorie del meraviglioso, delle quali cerca di essere ulteriore tassello interpretativo. La tesi si compone di un’introduzione, tre capitoli, conclusioni e appendice; nell’introduzione si chiarisce il ruolo dell’artificio e della creazione artificiale nel quadro del meraviglioso, con particolare riferimento al mutamento della concezione della natura tra XII e XIII secolo, ipotizzando che questo cambiamento possa avere influito anche sulla percezione del lavoro meccanico. Il primo capitolo mostra una panoramica generale del tema. Nel primo paragrafo si presenta il problema del passaggio tra una natura non più metafora morale e allegoria della Creazione Divina, ma realtà fenomenica, da indagare, sovrapponendo questa nuova concezione alla considerazione del lavoro umano; nel secondo paragrafo si offre uno stato dell’arte delle ricerche sul meraviglioso, anche fornendo le coordinate semantiche delle sue diverse articolazioni e una proposta di periodizzazione; il terzo paragrafo analizza alcune ‘strutture antropologiche’ dell’immaginario medievale, relativo al meraviglioso, unitamente ad alcune costanti stilistiche nella presentazione di questi oggetti (descrizione – statica e cinetica – e la digressione). Il secondo capitolo si concentra sugli automi, oggetti meccanici capaci di muoversi autonomamente, senza che ne sia chiara la causa. Il primo paragrafo espone il tema nelle sue linee generali, individu i tratti ricorrenti di questo particolare tipo di mirabilia e presenta i testi del corpus scelto, che comprendono i romans d'antiquité, il Voyage de Charlemagne, il Girart de Rossillon, la letteratura di viaggio e i testi compilativo-enciclopedici. Il secondo paragrafo è incentrato su un primo tipo di automi: quelli presenti dentro i palazzi, e istituisce una correlazione tra gli automi, le loro componenti e funzionamento e la rappresentazione stessa del potere. Il terzo paragrafo riguarda una tipologia di automi particolari: quelli che raffigurano la figura umana. Si propone una diversa interpretazione di questi ultimi – rispetto agli automi in genere – che si distacca dalla consueta immagine del ‘guardiano’, per avanzare ipotesi maggiormente legate alla considerazione della statuaria. Il terzo capitolo amplia l’indagine, ponendo una correlazione tra trattamento dell’immagine artificiale negli automi e le tecniche stilistiche legate alla descrizione di opere, come l’ecfrasi. Il primo paragrafo esplicita questa correlazione, considerando il rapporto tra immagine e tecnica stilistica; nel secondo si forniscono alcuni esempi di queste immagini, come catalizzatrici del meraviglioso verso altre forme di sapere, prendendo in esame le ecfrasi presenti in alcuni testi. Il terzo paragrafo è dedicato alle figure degli artefici, motivando, alla luce delle precedenti considerazioni, la differenza di trattamento tra la figura di Virgilio mago e quella di Gerbert d’Aurillac, secondo una diversa contestualizzazione. Le conclusioni vertono sul passaggio dal concetto di nigromance a quello di science dell’homme in volgare per spiegare l’artificio meccanico all’interno dei luoghi di potere. Si parte da una generale confusione tra XII e XIII secolo, con un atteggiamento ambivalente nei confronti degli artefici – tra timore e ammirazione – per arrivare a una progressiva razionalizzazione della considerazione delle arti meccaniche. Si ipotizza che questo passaggio coincida con il cambiamento di mentalità tra XII e XIII secolo, che consiste con una maggiore apertura verso Oriente, considerazione dell’individuo e più approfondita indagine dei fenomeni meravigliosi non come eventi casuali, ma ricorrenti in natura. L’appendice è dedicata a uno dei mirabilia della natura, utilizzati nell’ottica del meraviglioso scientifico, così come esposto nella presente tesi. Si prende in esame la metafora amorosa del ‘magnetismo”, proponendo una spiegazione di due ulteriori implicazioni ermeneutiche: da un lato la spiegazione di eventi meravigliosi e poco comprensibili, attraverso la percezione del fenomeno naturale; dall’altro, l’utilizzo dei mirabilia per la loro valenza conoscitiva intrinseca e al contempo per mostrare una conoscenza maggiore dei classici. La meraviglia in questo caso nasce non per il fenomeno meraviglioso in sé, ma proprio per quella conoscenza superiore delle fonti in merito. Abstract (English): The present PhD thesis collects investigations on an interpretative category of wonder – intended as all that causes amazement in a given addressee, both for a natural phenomenon and for an event which is perceived as supernatural – named ‘scientific’, as it includes the different sciences, mechanical arts and the interpretation of nature. This category is included within the general picture of the classifications and theories of wonder, of which it aims to be a further interpretative element.
2019
Italiano
Università degli Studi di Macerata
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/131658
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMC-131658