Il compito di Simon è uno dei paradigmi della psicologia cognitiva più utilizzato per studiare il controllo cognitivo, inteso come la nostra abilità a selezionare le informazioni rilevanti per i compiti che stiamo svolgendo, filtrando quelle irrilevanti. Nella condizione classica ai soggetti è richiesto di discriminare gli stimoli in base ad una caratteristica non spaziale premendo dei tasti lateralizzati. Nonostante la posizione di comparsa dello stimolo sia irrilevante, le risposte sono più veloci ed accurate quando stimolo e risposta sono spazialmente corrispondenti. Studi recenti hanno dimostrato che tale vantaggio, chiamato effetto Simon, è influenzato sia dalla natura della prova precedente (effetti sequenziali) sia dal mapping stimolo-risposta praticato in un compito precedente (effetto della pratica). Il seguente lavoro ha l’obiettivo di indagare, attraverso la risonanza magnetica funzionale, i meccanismi neurali alla base delle modulazioni dell’effetto Simon descritte sopra e le eventuali correlazioni tra parametri morfovolumetrici e prestazione. Materiali e Metodi Sono stati testati 36 adulti (18maschi e 18 femmine), con anamnesi negativa per patologie neurologiche, di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, destrimani e con acuità visiva normale o corretta. I soggetti sono stati assegnati in modo causale ad una di due condizioni sperimentali (pratica spaziale compatibile vs. incompatibile). Sei soggetti sono stati esclusi dalle analisi a causa di artefatti. Entrambi i gruppi eseguivano in RMf il compito di Simon, prima (sessione di baseline) e dopo (sessione di transfer) aver eseguito un compito di compatibilità spaziale (sessione di pratica). Nel compito di Simon i soggetti dovevano rispondere in base al colore di uno stimolo rappresentato da un quadrato rosso o blu presentato su sfondo nero a sinistra o a destra di una croce centrale, ignorando la posizione di comparsa. Nel compito di pratica, dovevano rispondere in base alla posizione di comparsa dello stimolo rappresentato da un quadrato bianco. Il gruppo di pratica spaziale compatibile era istruito a rispondere premendo il tasto omolaterale alla posizione di comparsa dello stimolo, mentre il gruppo di pratica spaziale incompatibile doveva rispondere premendo il tasto controlaterale alla posizione di comparsa dello stimolo. In entrambi i compiti, le risposte erano emesse premendo con la mano sinistra o destra uno di due pulsanti posti a sinistra o destra del partecipante. Gli stimoli sono stati proiettati su di uno schermo posto ai piedi del lettino di risonanza. La presentazione degli stimoli e l’acquisizione delle risposte è stata controllata dal software Presentation. Sono state acquisite inoltre sequenze volumetriche, trattografiche, flair, e di resting states funzionale. I dati comportamentali, tempi di reazione e accuratezza, sono stati analizzati tramite software statistico SPSS v16.0, i dati volumetrici tramite software freesurfer v6.5, i dati funzionali tramite software FSL v3.5. Risultati In linea con studi precedenti, l’analisi dei tempi di risposta corretti ha mostrato un annullamento dell’effetto Simon in seguito ad un prova non corrispondente ed in seguito ad una pratica spaziale incompatibile. Le modulazioni sequenziali sono state presenti in entrambe le sessioni e sono risultate indipendenti dal compito di pratica. I risultati di RMf non hanno mostrato alcuna differenza tra i due gruppi, nella sessione di baseline. Il gruppo che ha eseguito la pratica incompatibile ha mostrato un’attivazione inferiore nella sessione di transfer rispetto alla sessione di pratica in aree corticali concentrate prevalentemente nel lobo frontale, laterale e temporale. Le mappe generate dalla correlazione fra i volumi corticali/sottocorticali e l’effetto Simon, hanno mostrato una correlazione positiva tra effetto Simon e volume. Tali aree sono risultate concentrate soprattutto nei lobi temporali, laterali e frontali.

Correlati neurali funzionali e volumetrici dell’effetto Simon: effetti della sequenza delle prove e della pratica

2016

Abstract

Il compito di Simon è uno dei paradigmi della psicologia cognitiva più utilizzato per studiare il controllo cognitivo, inteso come la nostra abilità a selezionare le informazioni rilevanti per i compiti che stiamo svolgendo, filtrando quelle irrilevanti. Nella condizione classica ai soggetti è richiesto di discriminare gli stimoli in base ad una caratteristica non spaziale premendo dei tasti lateralizzati. Nonostante la posizione di comparsa dello stimolo sia irrilevante, le risposte sono più veloci ed accurate quando stimolo e risposta sono spazialmente corrispondenti. Studi recenti hanno dimostrato che tale vantaggio, chiamato effetto Simon, è influenzato sia dalla natura della prova precedente (effetti sequenziali) sia dal mapping stimolo-risposta praticato in un compito precedente (effetto della pratica). Il seguente lavoro ha l’obiettivo di indagare, attraverso la risonanza magnetica funzionale, i meccanismi neurali alla base delle modulazioni dell’effetto Simon descritte sopra e le eventuali correlazioni tra parametri morfovolumetrici e prestazione. Materiali e Metodi Sono stati testati 36 adulti (18maschi e 18 femmine), con anamnesi negativa per patologie neurologiche, di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, destrimani e con acuità visiva normale o corretta. I soggetti sono stati assegnati in modo causale ad una di due condizioni sperimentali (pratica spaziale compatibile vs. incompatibile). Sei soggetti sono stati esclusi dalle analisi a causa di artefatti. Entrambi i gruppi eseguivano in RMf il compito di Simon, prima (sessione di baseline) e dopo (sessione di transfer) aver eseguito un compito di compatibilità spaziale (sessione di pratica). Nel compito di Simon i soggetti dovevano rispondere in base al colore di uno stimolo rappresentato da un quadrato rosso o blu presentato su sfondo nero a sinistra o a destra di una croce centrale, ignorando la posizione di comparsa. Nel compito di pratica, dovevano rispondere in base alla posizione di comparsa dello stimolo rappresentato da un quadrato bianco. Il gruppo di pratica spaziale compatibile era istruito a rispondere premendo il tasto omolaterale alla posizione di comparsa dello stimolo, mentre il gruppo di pratica spaziale incompatibile doveva rispondere premendo il tasto controlaterale alla posizione di comparsa dello stimolo. In entrambi i compiti, le risposte erano emesse premendo con la mano sinistra o destra uno di due pulsanti posti a sinistra o destra del partecipante. Gli stimoli sono stati proiettati su di uno schermo posto ai piedi del lettino di risonanza. La presentazione degli stimoli e l’acquisizione delle risposte è stata controllata dal software Presentation. Sono state acquisite inoltre sequenze volumetriche, trattografiche, flair, e di resting states funzionale. I dati comportamentali, tempi di reazione e accuratezza, sono stati analizzati tramite software statistico SPSS v16.0, i dati volumetrici tramite software freesurfer v6.5, i dati funzionali tramite software FSL v3.5. Risultati In linea con studi precedenti, l’analisi dei tempi di risposta corretti ha mostrato un annullamento dell’effetto Simon in seguito ad un prova non corrispondente ed in seguito ad una pratica spaziale incompatibile. Le modulazioni sequenziali sono state presenti in entrambe le sessioni e sono risultate indipendenti dal compito di pratica. I risultati di RMf non hanno mostrato alcuna differenza tra i due gruppi, nella sessione di baseline. Il gruppo che ha eseguito la pratica incompatibile ha mostrato un’attivazione inferiore nella sessione di transfer rispetto alla sessione di pratica in aree corticali concentrate prevalentemente nel lobo frontale, laterale e temporale. Le mappe generate dalla correlazione fra i volumi corticali/sottocorticali e l’effetto Simon, hanno mostrato una correlazione positiva tra effetto Simon e volume. Tali aree sono risultate concentrate soprattutto nei lobi temporali, laterali e frontali.
16-mar-2016
Italiano
M-PSI/02
IANI CRISTINA
ZOLI MICHELE
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/141285
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMORE-141285