L’aspettativa di vita di un componente sottoposto a ciclo affaticante ha assunto, negli ultimi anni, una importanza sempre crescente soprattutto per l’intensificarsi delle normative inerenti la sicurezza (UNI EN ISO 13849-1/2 ISO 12100). Per poter dare al progettista e al collaudatore metodologie sempre più efficienti, sono in evoluzione metodi progettuali e di verifica quali progettazione a vita sicura (Safe-life), progettazione sicura rispetto al danno (Fail-safe), Failure Modes and Effects Analysis (FMEA) e Main Time To Failure (MTTF); tali metodologie pongono in relazione le sollecitazioni con il numero di cicli affaticanti, al fine di prevedere il comportamento del componente durante la sua vita. La previsione di vita a fatica, però, può divenire difficile quando gli elementi da testare richiedono un grosso impiego di energia (potenze, consumi, pressioni e coppie) e di tempo (cicli intensi, ma di numero elevato). Ereditando l’esperienza delle grandi macchine idrauliche per applicazioni civili, con il lavoro svolto durante questo dottorato si è voluto verificare se un downsizing dei componenti eseguito seguendo i dettami dell’analisi secondo la similitudine idraulica potesse rappresentare un percorso metodologico utile per ottenere indicazioni valide, ai fini della sicurezza a fatica ciclica, ma perseguendo un importante risparmio energetico. L’opportuna selezione di cicli affaticanti, influenza i progettisti per veicolare ai componenti una potenza idraulica pulsante a medio bassa frequenza, ha reso possibile il confronto tra componenti simili per tipologia, geometria e qualità della lavorazione meccanica. Tra i tanti parametri operativi disponibili, la valutazione degli effetti della fatica ciclica sulla prestazione dei componenti è stata condotta in riferimento a grandezze univocamente definite: il rendimento volumetrico per le macchine motrici ed operatrici considerate, il tempo di commutazione per i distributori elettro-idraulici, l’errore di regolazione o la capacità di tenuta per le valvole a sede. L’analisi dei risultati ottenuti dimostra come, indipendentemente dalla dimensione del componente, la perdita di performance abbia una tendenza ricostruibile già dai primi 250000-300000 cicli, mentre i fenomeni che comportano la failure tendono a manifestarsi nei primi 150000-220000 cicli, avvalorando l’ipotesi che il risparmio energetico possa derivare sia dal downsizing del componente, sia da un’opportuna progettazione del ciclo di lavoro affaticante.
Effetti del downsizing sulla determinazione del comportamento di componenti sottoposti a prove accelerate di fatica ciclica
2017
Abstract
L’aspettativa di vita di un componente sottoposto a ciclo affaticante ha assunto, negli ultimi anni, una importanza sempre crescente soprattutto per l’intensificarsi delle normative inerenti la sicurezza (UNI EN ISO 13849-1/2 ISO 12100). Per poter dare al progettista e al collaudatore metodologie sempre più efficienti, sono in evoluzione metodi progettuali e di verifica quali progettazione a vita sicura (Safe-life), progettazione sicura rispetto al danno (Fail-safe), Failure Modes and Effects Analysis (FMEA) e Main Time To Failure (MTTF); tali metodologie pongono in relazione le sollecitazioni con il numero di cicli affaticanti, al fine di prevedere il comportamento del componente durante la sua vita. La previsione di vita a fatica, però, può divenire difficile quando gli elementi da testare richiedono un grosso impiego di energia (potenze, consumi, pressioni e coppie) e di tempo (cicli intensi, ma di numero elevato). Ereditando l’esperienza delle grandi macchine idrauliche per applicazioni civili, con il lavoro svolto durante questo dottorato si è voluto verificare se un downsizing dei componenti eseguito seguendo i dettami dell’analisi secondo la similitudine idraulica potesse rappresentare un percorso metodologico utile per ottenere indicazioni valide, ai fini della sicurezza a fatica ciclica, ma perseguendo un importante risparmio energetico. L’opportuna selezione di cicli affaticanti, influenza i progettisti per veicolare ai componenti una potenza idraulica pulsante a medio bassa frequenza, ha reso possibile il confronto tra componenti simili per tipologia, geometria e qualità della lavorazione meccanica. Tra i tanti parametri operativi disponibili, la valutazione degli effetti della fatica ciclica sulla prestazione dei componenti è stata condotta in riferimento a grandezze univocamente definite: il rendimento volumetrico per le macchine motrici ed operatrici considerate, il tempo di commutazione per i distributori elettro-idraulici, l’errore di regolazione o la capacità di tenuta per le valvole a sede. L’analisi dei risultati ottenuti dimostra come, indipendentemente dalla dimensione del componente, la perdita di performance abbia una tendenza ricostruibile già dai primi 250000-300000 cicli, mentre i fenomeni che comportano la failure tendono a manifestarsi nei primi 150000-220000 cicli, avvalorando l’ipotesi che il risparmio energetico possa derivare sia dal downsizing del componente, sia da un’opportuna progettazione del ciclo di lavoro affaticante.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/143070
URN:NBN:IT:UNIMORE-143070