La ricerca analizza – con un impianto di storia culturale – il discorso elaborato dal mondo cattolico italiano sulla sessualità, dal 1951 (svolta di Pio XII sulla “continenza periodica”) al 1981 (alba del pontificato “biopolitico” di Giovanni Paolo II). Nel panorama storiografico italiano, a fronte di alcuni recenti studi focalizzati su singoli problemi – come la regolazione delle nascite – e sulla sola dottrina magisteriale in materia sessuale, manca ancora un'attenzione alla ricezione diffusa di quella dottrina da parte della “base”, del laicato, capace di cogliere anche le elaborazioni teologiche, le proposte pastorali e politiche autonome, prodotte “dal basso” e in relazione con le profonde trasformazioni socioculturali che coinvolsero l'Italia dal dopoguerra agli anni di piombo. La ricerca si propone di iniziare a colmare questo vuoto. Con “mondo cattolico italiano” si intende l'universo rappresentato dall'editoria, dalle riviste di ogni orientamento e di ogni taglio, dalle grandi associazioni di massa, dai movimenti laicali di base, osservati in relazione ai pronunciamenti (e ai silenzi) dell'episcopato italiano e del magistero papale in materia sessuale. Le vicende che coinvolgono questi attori nazionali vengono studiate con un'attenzione al quadro internazionale, per verificare lo scarto tra il dibattito interno, quello di “importazione” e quello esterno. Con “sessualità” si intendono numerose problematiche, analizzate nel loro intrecciarsi sincronico e nel loro sviluppo diacronico nel discorso cattolico: la morale sessuale coniugale, il controllo delle nascite; la verginità, la castità e il celibato; l'educazione sessuale; il costume sessuale, la prostituzione, la pornografia e l'erotismo nella produzione artistica, culturale e di consumo. Le fonti utilizzate consentono di ricostruire da una parte il punto di vista del magistero e della gerarchia (encicliche, discorsi, esortazioni apostoliche, lettere pastorali); dall'altra le principali voci teologiche, intellettuali e politiche (spoglio di circa 30 riviste e dei cataloghi delle case editrici cattoliche); e ancora, i posizionamenti delle grandi associazioni di massa come Azione Cattolica (Isacem, Istituto per la storia di Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia) e come gli scout di Agi, Asci poi Agesci (Centro Documentazione Agesci); e il discorso prodotto dal mondo del “dissenso”, dei “gruppi spontanei” e delle “comunità di base” (Archivio Circolo J. Maritain; Archivio Comunità dell'Isolotto; interviste ad alcune esponenti del “femminismo cattolico”). Attraverso lo studio incrociato delle fonti, la ricerca dimostra che dagli anni '50 agli anni '70 il sesso uscì dai confessionali e per la prima volta entrò – cautamente, poi prepotentemente – nel discorso pubblico, intellettuale e politico dei cattolici italiani, tra le pagine dei giornali, nelle preoccupazioni educative e in quelle editoriali. Per quanto non sempre in maniera esplicita, la morale sessuale assunse – specie dopo il Vaticano II – un peso simbolico sempre maggiore, fino a diventare una realtà sulla quale fondare la specificità dell'identità cattolica, in una fase di grande crisi per la Chiesa. In questo scenario, il discorso del cattolicesimo italiano sulle questioni sessuali – di impianto antropologico, teologico, pastorale, o politico – fu certamente meno intenso e meno profondo rispetto a quello di altri contesti europei, ma indubbiamente più complesso e diversificato, anche più conflittuale, di quanto talvolta il “senso comune storico” e le urgenze politiche del presente vogliano vedere.

Chiesa e sessualità. Il dibattito nel mondo cattolico italiano (1951-1981)

2017

Abstract

La ricerca analizza – con un impianto di storia culturale – il discorso elaborato dal mondo cattolico italiano sulla sessualità, dal 1951 (svolta di Pio XII sulla “continenza periodica”) al 1981 (alba del pontificato “biopolitico” di Giovanni Paolo II). Nel panorama storiografico italiano, a fronte di alcuni recenti studi focalizzati su singoli problemi – come la regolazione delle nascite – e sulla sola dottrina magisteriale in materia sessuale, manca ancora un'attenzione alla ricezione diffusa di quella dottrina da parte della “base”, del laicato, capace di cogliere anche le elaborazioni teologiche, le proposte pastorali e politiche autonome, prodotte “dal basso” e in relazione con le profonde trasformazioni socioculturali che coinvolsero l'Italia dal dopoguerra agli anni di piombo. La ricerca si propone di iniziare a colmare questo vuoto. Con “mondo cattolico italiano” si intende l'universo rappresentato dall'editoria, dalle riviste di ogni orientamento e di ogni taglio, dalle grandi associazioni di massa, dai movimenti laicali di base, osservati in relazione ai pronunciamenti (e ai silenzi) dell'episcopato italiano e del magistero papale in materia sessuale. Le vicende che coinvolgono questi attori nazionali vengono studiate con un'attenzione al quadro internazionale, per verificare lo scarto tra il dibattito interno, quello di “importazione” e quello esterno. Con “sessualità” si intendono numerose problematiche, analizzate nel loro intrecciarsi sincronico e nel loro sviluppo diacronico nel discorso cattolico: la morale sessuale coniugale, il controllo delle nascite; la verginità, la castità e il celibato; l'educazione sessuale; il costume sessuale, la prostituzione, la pornografia e l'erotismo nella produzione artistica, culturale e di consumo. Le fonti utilizzate consentono di ricostruire da una parte il punto di vista del magistero e della gerarchia (encicliche, discorsi, esortazioni apostoliche, lettere pastorali); dall'altra le principali voci teologiche, intellettuali e politiche (spoglio di circa 30 riviste e dei cataloghi delle case editrici cattoliche); e ancora, i posizionamenti delle grandi associazioni di massa come Azione Cattolica (Isacem, Istituto per la storia di Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia) e come gli scout di Agi, Asci poi Agesci (Centro Documentazione Agesci); e il discorso prodotto dal mondo del “dissenso”, dei “gruppi spontanei” e delle “comunità di base” (Archivio Circolo J. Maritain; Archivio Comunità dell'Isolotto; interviste ad alcune esponenti del “femminismo cattolico”). Attraverso lo studio incrociato delle fonti, la ricerca dimostra che dagli anni '50 agli anni '70 il sesso uscì dai confessionali e per la prima volta entrò – cautamente, poi prepotentemente – nel discorso pubblico, intellettuale e politico dei cattolici italiani, tra le pagine dei giornali, nelle preoccupazioni educative e in quelle editoriali. Per quanto non sempre in maniera esplicita, la morale sessuale assunse – specie dopo il Vaticano II – un peso simbolico sempre maggiore, fino a diventare una realtà sulla quale fondare la specificità dell'identità cattolica, in una fase di grande crisi per la Chiesa. In questo scenario, il discorso del cattolicesimo italiano sulle questioni sessuali – di impianto antropologico, teologico, pastorale, o politico – fu certamente meno intenso e meno profondo rispetto a quello di altri contesti europei, ma indubbiamente più complesso e diversificato, anche più conflittuale, di quanto talvolta il “senso comune storico” e le urgenze politiche del presente vogliano vedere.
25-mag-2017
Italiano
M-STO/04
BOTTI ALFONSO
CALABRESE STEFANO
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/144821
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMORE-144821