Lo studio prodotto nel corso della ricerca ha trattato il tema dell’alternanza e dell’orientamento nelle scuole secondarie di secondo livello, legge 107/2015 e successive modifiche, e come la centralità del ruolo della scuola sia fondamentale nella formazione degli studenti come futuri cittadini, consapevoli, di un mondo che è in una fase di grandi trasformazioni. Orientare i giovani verso le nuove frontiere professionali rendendoli il più possibile consapevoli del come prepararsi al meglio per affrontare le future sfide globali è il filo conduttore su cui la ricerca ha lavorato. La sfida è globale ma anche locale: globale, in quanto si gioca, ormai da tempo, fuori dai propri confini nazionali, ci troviamo agli inizi di una rivoluzione industriale senza precedenti che può offrire opportunità incredibili per il futuro professionale dei nostri giovani nei più diversi ambiti professionali; locale, perché è necessario ripensare un nuovo modello di organizzazione sociale, sostenibile e solidale, in grado di costruire nel proprio territorio un network di persone, enti, istituzioni e stakeholder capaci di produrre e condividere una visione di futuro. La gestione di questo cambiamento richiederà un nuovo modello di educazione, completo di programmi mirati per insegnare ai lavoratori nuove competenze. Rispetto alle precedenti grandi trasformazioni le nuove tecnologie stanno cambiando la dimensione culturale dell’uomo ma anche del lavoro; pertanto, i giovani potranno assicurarsi le precondizioni per l’ingresso nel mondo lavorativo solo se, a scuola, nel corso della loro frequenza ai vari cicli di studio, avranno la possibilità di acquisire conoscenze e competenze spendibili nel futuro mercato del lavoro. In questo senso la Ricerca ha cercato di interpretare al meglio le finalità con cui nasce “La Buona Scuola”, in particolare rispetto ai Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’orientamento, proponendo un percorso strutturato di alternanza scuola-lavoro, guidato dalla scuola, che possa produrre risultati interessanti sul fronte dell’apprendimento e della costruzione di conoscenze e competenze. Il processo ha lavorato sul potenziamento delle soft skills, in particolare sulla comunicazione e sulla capacità relazionale, sulla cittadinanza attiva attraverso la promozione e la valorizzazione del territorio, sulla costruzione di una visione futura rispetto ad un mercato del lavoro in continuo mutamento e sull’orientamento finalizzato ad un progetto di prospettiva personalizzato. Attraverso questo tipo di progettualità, riteniamo di aver raggiunto l’obiettivo della nostra sperimentazione: favorire l’apprendimento situazionale e promuovere l’autoriflessione, intesa come ricerca della dimensione del Sé. In questa prospettiva, gli studenti hanno partecipato ad un ciclo di esperienze significative, integrate in un percorso co-progettato da scuola-studente-stakeholder e supportato da un network sociale, che ha consentito a tutti loro di essere al centro della propria esperienza educativa. Su questo presupposto si è lavorato per integrare i ragazzi coinvolti nella sperimentazione non solo nel territorio in cui ha sede la loro scuola ma li si è coinvolti, in attività organizzate presso contesti situati sia nella zona centrale di Torino che nella periferia sud della città, dove ha sede l’istituto professionale presso il quale le studentesse del liceo di scienze umane hanno svolto una parte delle loro attività. Mettere al “Centro” due realtà scolastiche delle due periferie storiche più importanti della città, Barriera di Milano e Mirafiori sud, ha consentito allo studio di approfondire aspetti che riguardano le nuove generazioni di studenti e alcune delle problematiche che incontrano frequentando la scuola di oggi; dai focus group e dai momenti di rielaborazione dei contenuti prodotti dalle attività è emersa la necessità di approcciarsi agli studenti con una didattica, anche del fare, che ha privilegiato l’uso di metodologie educative di carattere operativo, piuttosto che solo trasmissivo, che ha sviluppato una proposta formativa partendo dai bisogni e dagli interessi dei discenti. Un’azione che ha incentivato la “problematizzazione” del contesto sociale e ambientale in cui gli studenti vivono quotidianamente, che ha dato valore alle esperienze da loro vissute, fornendogli chiavi di lettura rispetto ai fatti della vita quotidiana. Il sapere interdisciplinare visto come integrazione dei diversi saperi, attraverso l’utilizzo della conoscenza in forma esperienziale, a volte anche attraverso la formulazione di unità didattiche di apprendimento (UDA), è stato promotore di attività di lavoro-studio di gruppo durante le quali gli studenti hanno scoperto la dimensione sociale dell’apprendimento. La piattaforma multimediale è stata pensata al fine di poter socializzare le esperienze di PCTO realizzate da ciascuno studente con i compagni della propria scuola o di altre scuole, anche di indirizzo diverso, oltreché nel voler essere fonte di informazione e di formazione sul tema dell’alternanza e Repository di buone pratiche realizzate nelle varie scuole. In ultimo, lo studio ha consentito di rilevare i risultati conseguiti dagli studenti in termini di acquisizione di soft skills e di life skills e della capacità nell’orientarsi rispetto alle scelte future scolastiche e/o professionali, come risultato di un processo di attività di tipo esperienziali integrate e finalizzate a un Percorso per l’acquisizione di Competenze Trasversali e per l’Orientamento.

Orientare verso nuovi profili professionali

2020

Abstract

Lo studio prodotto nel corso della ricerca ha trattato il tema dell’alternanza e dell’orientamento nelle scuole secondarie di secondo livello, legge 107/2015 e successive modifiche, e come la centralità del ruolo della scuola sia fondamentale nella formazione degli studenti come futuri cittadini, consapevoli, di un mondo che è in una fase di grandi trasformazioni. Orientare i giovani verso le nuove frontiere professionali rendendoli il più possibile consapevoli del come prepararsi al meglio per affrontare le future sfide globali è il filo conduttore su cui la ricerca ha lavorato. La sfida è globale ma anche locale: globale, in quanto si gioca, ormai da tempo, fuori dai propri confini nazionali, ci troviamo agli inizi di una rivoluzione industriale senza precedenti che può offrire opportunità incredibili per il futuro professionale dei nostri giovani nei più diversi ambiti professionali; locale, perché è necessario ripensare un nuovo modello di organizzazione sociale, sostenibile e solidale, in grado di costruire nel proprio territorio un network di persone, enti, istituzioni e stakeholder capaci di produrre e condividere una visione di futuro. La gestione di questo cambiamento richiederà un nuovo modello di educazione, completo di programmi mirati per insegnare ai lavoratori nuove competenze. Rispetto alle precedenti grandi trasformazioni le nuove tecnologie stanno cambiando la dimensione culturale dell’uomo ma anche del lavoro; pertanto, i giovani potranno assicurarsi le precondizioni per l’ingresso nel mondo lavorativo solo se, a scuola, nel corso della loro frequenza ai vari cicli di studio, avranno la possibilità di acquisire conoscenze e competenze spendibili nel futuro mercato del lavoro. In questo senso la Ricerca ha cercato di interpretare al meglio le finalità con cui nasce “La Buona Scuola”, in particolare rispetto ai Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’orientamento, proponendo un percorso strutturato di alternanza scuola-lavoro, guidato dalla scuola, che possa produrre risultati interessanti sul fronte dell’apprendimento e della costruzione di conoscenze e competenze. Il processo ha lavorato sul potenziamento delle soft skills, in particolare sulla comunicazione e sulla capacità relazionale, sulla cittadinanza attiva attraverso la promozione e la valorizzazione del territorio, sulla costruzione di una visione futura rispetto ad un mercato del lavoro in continuo mutamento e sull’orientamento finalizzato ad un progetto di prospettiva personalizzato. Attraverso questo tipo di progettualità, riteniamo di aver raggiunto l’obiettivo della nostra sperimentazione: favorire l’apprendimento situazionale e promuovere l’autoriflessione, intesa come ricerca della dimensione del Sé. In questa prospettiva, gli studenti hanno partecipato ad un ciclo di esperienze significative, integrate in un percorso co-progettato da scuola-studente-stakeholder e supportato da un network sociale, che ha consentito a tutti loro di essere al centro della propria esperienza educativa. Su questo presupposto si è lavorato per integrare i ragazzi coinvolti nella sperimentazione non solo nel territorio in cui ha sede la loro scuola ma li si è coinvolti, in attività organizzate presso contesti situati sia nella zona centrale di Torino che nella periferia sud della città, dove ha sede l’istituto professionale presso il quale le studentesse del liceo di scienze umane hanno svolto una parte delle loro attività. Mettere al “Centro” due realtà scolastiche delle due periferie storiche più importanti della città, Barriera di Milano e Mirafiori sud, ha consentito allo studio di approfondire aspetti che riguardano le nuove generazioni di studenti e alcune delle problematiche che incontrano frequentando la scuola di oggi; dai focus group e dai momenti di rielaborazione dei contenuti prodotti dalle attività è emersa la necessità di approcciarsi agli studenti con una didattica, anche del fare, che ha privilegiato l’uso di metodologie educative di carattere operativo, piuttosto che solo trasmissivo, che ha sviluppato una proposta formativa partendo dai bisogni e dagli interessi dei discenti. Un’azione che ha incentivato la “problematizzazione” del contesto sociale e ambientale in cui gli studenti vivono quotidianamente, che ha dato valore alle esperienze da loro vissute, fornendogli chiavi di lettura rispetto ai fatti della vita quotidiana. Il sapere interdisciplinare visto come integrazione dei diversi saperi, attraverso l’utilizzo della conoscenza in forma esperienziale, a volte anche attraverso la formulazione di unità didattiche di apprendimento (UDA), è stato promotore di attività di lavoro-studio di gruppo durante le quali gli studenti hanno scoperto la dimensione sociale dell’apprendimento. La piattaforma multimediale è stata pensata al fine di poter socializzare le esperienze di PCTO realizzate da ciascuno studente con i compagni della propria scuola o di altre scuole, anche di indirizzo diverso, oltreché nel voler essere fonte di informazione e di formazione sul tema dell’alternanza e Repository di buone pratiche realizzate nelle varie scuole. In ultimo, lo studio ha consentito di rilevare i risultati conseguiti dagli studenti in termini di acquisizione di soft skills e di life skills e della capacità nell’orientarsi rispetto alle scelte future scolastiche e/o professionali, come risultato di un processo di attività di tipo esperienziali integrate e finalizzate a un Percorso per l’acquisizione di Competenze Trasversali e per l’Orientamento.
2020
Italiano
Università degli Studi di Macerata
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/147018
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMC-147018