Il presente progetto mira a far emergere il carattere plurale della ricezione delle culture materiali asiatiche in Italia, in un periodo compreso fra il 1876 e il 1936. La campionatura ha sondato sia le raccolte private degli amatori, poi confluite nel patrimonio pubblico italiano, sia il collezionismo di matrice missionaria, da cui derivano le realtà museali conventuali disseminate nella penisola. Sono state ricostruite le storie di tre raccolte finora mai studiate: la collezione di oggetti indiani, cinesi e giapponesi del padovano Giovanni Tomasoni, la raccolta d’arte birmana del medico lombardo Luigi Barbieri de Introini, e la collezione cinese dell’ex museo conventuale di San Rocco di Rovereto. Sono stati altresì tracciati i percorsi di risemantizzazione seguiti dalle raccolte: da memoria privata a testimonianza etnografica ed artistica, nel caso delle collezioni di Tomasoni e Barbieri de Introini; da memoria collettiva e polifonica a strumento didattico e pratica promozionale nel caso della collezione missionaria trentina. Oltre a riconsegnare alla Storia le vicende di formazione e la consistenza dei tre casi di studio, la ricerca ha riallacciato queste espressioni dell’orientalismo provinciale, collaterale ed amatoriale con la rete dell’orientalismo accademico, con gli ambienti storico artistici e con le manifestazioni politiche e religiose di calibro nazionale. Lavorare su queste collezioni ha dunque messo in discussione il concetto di marginalità: raccolte finora considerate ai margini del dibattito sull’orientalismo e sulla ricezione delle civiltà artistiche dell’Asia, si sono rivelate invece un’occasione per comprendere sguardi e attitudini differenti, in grado di riflettere le sfumature del fenomeno dell’orientalismo in Italia.

Forme dell’Orientalismo. Indagine sul collezionismo delle arti asiatiche in Italia (1876-1936)

BOSIO, FEDERICA
2024

Abstract

Il presente progetto mira a far emergere il carattere plurale della ricezione delle culture materiali asiatiche in Italia, in un periodo compreso fra il 1876 e il 1936. La campionatura ha sondato sia le raccolte private degli amatori, poi confluite nel patrimonio pubblico italiano, sia il collezionismo di matrice missionaria, da cui derivano le realtà museali conventuali disseminate nella penisola. Sono state ricostruite le storie di tre raccolte finora mai studiate: la collezione di oggetti indiani, cinesi e giapponesi del padovano Giovanni Tomasoni, la raccolta d’arte birmana del medico lombardo Luigi Barbieri de Introini, e la collezione cinese dell’ex museo conventuale di San Rocco di Rovereto. Sono stati altresì tracciati i percorsi di risemantizzazione seguiti dalle raccolte: da memoria privata a testimonianza etnografica ed artistica, nel caso delle collezioni di Tomasoni e Barbieri de Introini; da memoria collettiva e polifonica a strumento didattico e pratica promozionale nel caso della collezione missionaria trentina. Oltre a riconsegnare alla Storia le vicende di formazione e la consistenza dei tre casi di studio, la ricerca ha riallacciato queste espressioni dell’orientalismo provinciale, collaterale ed amatoriale con la rete dell’orientalismo accademico, con gli ambienti storico artistici e con le manifestazioni politiche e religiose di calibro nazionale. Lavorare su queste collezioni ha dunque messo in discussione il concetto di marginalità: raccolte finora considerate ai margini del dibattito sull’orientalismo e sulla ricezione delle civiltà artistiche dell’Asia, si sono rivelate invece un’occasione per comprendere sguardi e attitudini differenti, in grado di riflettere le sfumature del fenomeno dell’orientalismo in Italia.
12-giu-2024
Italiano
NEZZO, MARTA
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/157364
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-157364