Arrigo Boito (1842-1918) lavorò strenuamente alla tragedia lirica Nerone per oltre cinquant’anni (dal 1862 al 1916), senza riuscire a dare una veste definitiva alla sua creazione: l’opera fu infatti rappresentata alla Scala il 1° maggio del 1924, solo dopo che il materiale lasciato dall’autore fu sottoposto a revisione da Arturo Toscanini, Antonio Smareglia e Vincenzo Tommasini. Fino ad oggi gli studi sul Nerone non sono stati numerosi, e, soprattutto a causa di una documentazione parziale fino ad anni molto recenti, non hanno preso in considerazione tutte le fonti che adesso sono invece disponibili. Sono rimasti pertanto in ombra aspetti importanti relativi sia allo stato in cui Boito lasciò l’opera, sia all’entità del lavoro coordinato da Toscanini, dal momento che le fonti primarie della sua revisione non sono mai state studiate. Dall’analisi condotta sulla partitura autografa di Boito e i materiali preparatori ad essa connessi, sull’edizione Ricordi (1925) postuma alla revisione e sugli appunti della ri-orchestrazione di mano dei revisori, emerge una nutrita quantità di divergenze fra la versione di Boito – tutt’altro che così incompiuta e frammentaria come invece generalmente affermato – e quella dei revisori. Sulla base del mio studio sulle fonti citate sopra, questa trattazione offre una descrizione del materiale d’autore su Nerone e del suo stato di elaborazione. Si concentra, poi, sull’analisi di diversi esempi specifici, per osservare il tipo di interventi operati da Toscanini e i suoi collaboratori, e come questi siano funzionali alla costruzione storiografica di Arrigo Boito come compositore nel contesto della cultura musicale italiana degli anni Venti del Novecento.

"Nerone" di Arrigo Boito: i materiali d’autore e la ricostruzione di Arturo Toscanini

QUATTROCCHI, MATTEO
2024

Abstract

Arrigo Boito (1842-1918) lavorò strenuamente alla tragedia lirica Nerone per oltre cinquant’anni (dal 1862 al 1916), senza riuscire a dare una veste definitiva alla sua creazione: l’opera fu infatti rappresentata alla Scala il 1° maggio del 1924, solo dopo che il materiale lasciato dall’autore fu sottoposto a revisione da Arturo Toscanini, Antonio Smareglia e Vincenzo Tommasini. Fino ad oggi gli studi sul Nerone non sono stati numerosi, e, soprattutto a causa di una documentazione parziale fino ad anni molto recenti, non hanno preso in considerazione tutte le fonti che adesso sono invece disponibili. Sono rimasti pertanto in ombra aspetti importanti relativi sia allo stato in cui Boito lasciò l’opera, sia all’entità del lavoro coordinato da Toscanini, dal momento che le fonti primarie della sua revisione non sono mai state studiate. Dall’analisi condotta sulla partitura autografa di Boito e i materiali preparatori ad essa connessi, sull’edizione Ricordi (1925) postuma alla revisione e sugli appunti della ri-orchestrazione di mano dei revisori, emerge una nutrita quantità di divergenze fra la versione di Boito – tutt’altro che così incompiuta e frammentaria come invece generalmente affermato – e quella dei revisori. Sulla base del mio studio sulle fonti citate sopra, questa trattazione offre una descrizione del materiale d’autore su Nerone e del suo stato di elaborazione. Si concentra, poi, sull’analisi di diversi esempi specifici, per osservare il tipo di interventi operati da Toscanini e i suoi collaboratori, e come questi siano funzionali alla costruzione storiografica di Arrigo Boito come compositore nel contesto della cultura musicale italiana degli anni Venti del Novecento.
2024
Italiano
527
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/160804
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIVR-160804