L’anacronismo si presenta nelle immagini come un sintomo in contraddizione con la cronologia lineare del tempo. Nell’insieme delle immagini che comprende il fluire delle stimolazioni visive che attraversano la contemporaneità, l’imposizione di una catalogazione lineare di ordine cronologico si rivela inadeguata per le innumerevoli problematiche poste dalle immagini stesse, in quanto enti in movimento. Esse presentano anticipazioni del futuro e sopravvivenze dal passato: si tratta di legami che, attraversando il tempo, introducono obliquamente nella visione una frattura anacronistica capace di smontare ogni costruzione che osserva la logicità del prima e del poi. Questo meccanismo si rivela nel montaggio cinematografico: una tecnica adottata dalle ultime opere lasciate incompiute da Walter Benjamin e da Aby Warburg. Le moderne tecniche di produzione e di riproduzione delle immagini, mutanti anch’esse, richiedono una modalità di fruizione da creare nel presente, nel momento in cui l’immagine è dialettica come indicato da Benjamin. Si tratta della dinamica di uno sguardo in grado di elaborare un’attrezzatura concettuale adeguata ad ogni situazione che si presenta tecnicamente, socialmente e storicamente rinnovata. Una rivoluzionarietà di intenti che viene colta più recentemente da Georges Didi-Huberman. Le immagini, già predisposte alla movimentazione, rappresentano, paradossalmente, una strenua resistenza, pur nella mutazione. In un tale contesto, variegato e imprevedibile, tornerebbe utile rintracciare le modalità attraverso le quali si formano le coordinate teoretiche dell’analisi critica rivolta alle immagini nei vari campi, sia nella contemporaneità sia in un passato meno prossimo. Occorre perciò orientarsi tra queste costellazioni mobili che superano la linearità temporale, per affrontare la problematicità di un tempo che emerge dalla singolarità delle immagini. Si tratta di un tempo segnato dall’anacronismo che richiede di essere trattato come un soggetto di scavo e non come l’oggetto di una ricostruzione storica rimediata esteriormente sulle apparenze.

Costellazioni. Immagini in contrattempo: Benjamin, Warburg, Didi-Huberman

PERRELLI, MARIA ROSARIA
2024

Abstract

L’anacronismo si presenta nelle immagini come un sintomo in contraddizione con la cronologia lineare del tempo. Nell’insieme delle immagini che comprende il fluire delle stimolazioni visive che attraversano la contemporaneità, l’imposizione di una catalogazione lineare di ordine cronologico si rivela inadeguata per le innumerevoli problematiche poste dalle immagini stesse, in quanto enti in movimento. Esse presentano anticipazioni del futuro e sopravvivenze dal passato: si tratta di legami che, attraversando il tempo, introducono obliquamente nella visione una frattura anacronistica capace di smontare ogni costruzione che osserva la logicità del prima e del poi. Questo meccanismo si rivela nel montaggio cinematografico: una tecnica adottata dalle ultime opere lasciate incompiute da Walter Benjamin e da Aby Warburg. Le moderne tecniche di produzione e di riproduzione delle immagini, mutanti anch’esse, richiedono una modalità di fruizione da creare nel presente, nel momento in cui l’immagine è dialettica come indicato da Benjamin. Si tratta della dinamica di uno sguardo in grado di elaborare un’attrezzatura concettuale adeguata ad ogni situazione che si presenta tecnicamente, socialmente e storicamente rinnovata. Una rivoluzionarietà di intenti che viene colta più recentemente da Georges Didi-Huberman. Le immagini, già predisposte alla movimentazione, rappresentano, paradossalmente, una strenua resistenza, pur nella mutazione. In un tale contesto, variegato e imprevedibile, tornerebbe utile rintracciare le modalità attraverso le quali si formano le coordinate teoretiche dell’analisi critica rivolta alle immagini nei vari campi, sia nella contemporaneità sia in un passato meno prossimo. Occorre perciò orientarsi tra queste costellazioni mobili che superano la linearità temporale, per affrontare la problematicità di un tempo che emerge dalla singolarità delle immagini. Si tratta di un tempo segnato dall’anacronismo che richiede di essere trattato come un soggetto di scavo e non come l’oggetto di una ricostruzione storica rimediata esteriormente sulle apparenze.
2024
Italiano
221
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/161127
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIVR-161127