Le malattie autoinfiammatorie sistemiche (MAIS) comprendono un’ampia varietà di patologie caratterizzate da episodi ricorrenti di infiammazione, in cui risulta fondamentale il ruolo svolto dalle cellule dell’immunità innata. Fino ad ora sono state identificate più di 60 MAIS e con i progressi derivanti dall’espansione delle conoscenze genetiche sono state recentemente identificate nuove patologie. La maggior parte delle MAIS si presenta con episodi di febbre ricorrente, manifestazioni articolari/cutanee, coinvolgimento oculare e/o gastrointestinale o addirittura con quadri di immunodeficienza. Sono state riconosciute diverse classi di MAIS che spaziano dalle “inflammosomopatie”, caratterizzate da processi di disregolazione che coinvolgono i diversi tipi di inflammosoma (pirina, NLRP3, NLRC4, NLRP12…) e che comportano la produzione finale di citochine pro-infiammatorie quali IL-1β e IL-18, alle “interferonopatie” caratterizzate da un intenso rilascio di interferone (IFN)-I; un’altra classe include le patologie da stress del reticolo (sindrome infiammatoria associata al recettore del TNF), mentre altre malattie sono annoverate tra le forme multifattoriali come la malattia di Still ad esordio in età adulta o la recentemente descritta sindrome VEXAS caratterizzata da mutazioni somatiche. Nuove tecniche di analisi genetica come la Next generation sequencing e l'identificazione pannelli di geni sempre più ampi, hanno permesso di ottimizzare il processo diagnostico nella definizione delle malattie autoinfiammatorie sistemiche, nonostante le forme indifferenziate rappresentino ancora circa il 40-60 % dei pazienti con fenotipi compatibili con MAIS, seppur in assenza di mutazioni genetiche conosciute. Tuttavia, è ancora difficile prevedere se l’analisi genetica rileverà una mutazione patogenica basandosi solo sul fenotipo clinico e sull’anamnesi; per questo motivo gli studi funzionali di laboratorio e le tecniche di imaging di terzo livello come la tomografia a emissione di positroni (PET) con risonanza magnetica (RM) o con tomografia computerizzata (TC) stanno diventando esami fondamentali nel supportare il percorso diagnostico dei pazienti. L’obiettivo del presente lavoro è promuovere uno schema di supporto alla diagnosi della MAIS, attraverso l’integrazione di analisi genetica, test funzionali e imaging di terzo livello per poter inquadrare in maniera più precisa le forme autoinfiammatorie indifferenziate e tutti i quadri di infiammazione di origine indeterminata che entrano in diagnosi differenziale con malattie infettive, neoplastiche o linfoproliferative.

Dalla Next-Generation Sequencing alla tomografia a emissione di positroni con fluoro-18 fluorodeossiglucosio (18F-FDG) con risonanza magnetica o tomografia computerizzata: tecniche all’avanguardia per supportare la diagnosi delle malattie autoinfiammatorie sistemiche

BINDOLI, SARA
2024

Abstract

Le malattie autoinfiammatorie sistemiche (MAIS) comprendono un’ampia varietà di patologie caratterizzate da episodi ricorrenti di infiammazione, in cui risulta fondamentale il ruolo svolto dalle cellule dell’immunità innata. Fino ad ora sono state identificate più di 60 MAIS e con i progressi derivanti dall’espansione delle conoscenze genetiche sono state recentemente identificate nuove patologie. La maggior parte delle MAIS si presenta con episodi di febbre ricorrente, manifestazioni articolari/cutanee, coinvolgimento oculare e/o gastrointestinale o addirittura con quadri di immunodeficienza. Sono state riconosciute diverse classi di MAIS che spaziano dalle “inflammosomopatie”, caratterizzate da processi di disregolazione che coinvolgono i diversi tipi di inflammosoma (pirina, NLRP3, NLRC4, NLRP12…) e che comportano la produzione finale di citochine pro-infiammatorie quali IL-1β e IL-18, alle “interferonopatie” caratterizzate da un intenso rilascio di interferone (IFN)-I; un’altra classe include le patologie da stress del reticolo (sindrome infiammatoria associata al recettore del TNF), mentre altre malattie sono annoverate tra le forme multifattoriali come la malattia di Still ad esordio in età adulta o la recentemente descritta sindrome VEXAS caratterizzata da mutazioni somatiche. Nuove tecniche di analisi genetica come la Next generation sequencing e l'identificazione pannelli di geni sempre più ampi, hanno permesso di ottimizzare il processo diagnostico nella definizione delle malattie autoinfiammatorie sistemiche, nonostante le forme indifferenziate rappresentino ancora circa il 40-60 % dei pazienti con fenotipi compatibili con MAIS, seppur in assenza di mutazioni genetiche conosciute. Tuttavia, è ancora difficile prevedere se l’analisi genetica rileverà una mutazione patogenica basandosi solo sul fenotipo clinico e sull’anamnesi; per questo motivo gli studi funzionali di laboratorio e le tecniche di imaging di terzo livello come la tomografia a emissione di positroni (PET) con risonanza magnetica (RM) o con tomografia computerizzata (TC) stanno diventando esami fondamentali nel supportare il percorso diagnostico dei pazienti. L’obiettivo del presente lavoro è promuovere uno schema di supporto alla diagnosi della MAIS, attraverso l’integrazione di analisi genetica, test funzionali e imaging di terzo livello per poter inquadrare in maniera più precisa le forme autoinfiammatorie indifferenziate e tutti i quadri di infiammazione di origine indeterminata che entrano in diagnosi differenziale con malattie infettive, neoplastiche o linfoproliferative.
18-mar-2024
Inglese
SFRISO, PAOLO
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-161638