La presente ricerca mira a ricostruire con gli strumenti propri del metodo storico le vicende complessive della città di Foggia durante i primi vent’anni della cosiddetta “prima” Repubblica. A fronte della considerevole mole di documentazione primaria mai stata oggetto di indagine, è apparsa evidente l’urgenza di avviare ricerche approfondite a partire dallo spoglio e dall’analisi di tali fonti, di fonti orali, oltreché, come ovvio, dalla storiografia pregressa. La scelta del tema risente, altresì, della scarsità, nel panorama storiografico locale, di saggi e monografie che abbiano indagato, nel loro insieme, i vari aspetti della vita della città nel periodo preso in esame. L’aver intitolato la ricerca con specifico riferimento alla “prima” Repubblica denota l’intenzione di dare un taglio prevalentemente politico al progetto. Tale scelta è motivata dal ritenere che le trasformazioni, i fenomeni economici, sociali e culturali che attraversano la città in questi decenni, sono, in diversa misura, tutti influenzati dal clima politico locale e nazionale e soprattutto dal protagonismo dei partiti: la Democrazia cristiana, il Partito comunista, il Partito socialista e le destre. La scelta dei termini a quo e ad quem si deve poi ad alcune caratteristiche peculiari del territorio: le devastazioni causate dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, l’occupazione militare e la prolungata amministrazione alleata, che determinano un periodo ben circoscritto che estende il dopoguerra e ritarda il ritorno alla normalità; una certa omogeneità degli orientamenti politici dei foggiani in occasione delle elezioni amministrative, alla base di un predominio – non certo assoluto – della Democrazia cristiana locale. Si tratta, dunque, di decenni nei quali Foggia partecipa alle dinamiche nazionali e internazionali che ne segnano la storia, ma con peculiarità sue proprie, tra ricostruzione, rinascita, difficoltà dello sviluppo e della ripresa, anni della contestazione e dell’azione collettiva. La fine degli anni Sessanta rappresentano, infatti, anche per la città di Foggia, un momento di cesura, l’avvento di un’epoca in cui la mediazione dei partiti viene scavalcata dall’emergere di una giovane generazione che vuole divenire protagonista. Due decenni nei quali parte della popolazione foggiana si è vista costretta ad abitare nuovamente le grotte naturali che erano state chiuse, per la mancanza di alloggi, dando poi vita a una ricostruzione che Guido Piovene definirà «spettacolare»1 , nel suo celebre Viaggio in Italia. Anni di fermento culturale e intellettuale, grazie anche alla riapertura del Conservatorio, del teatro Giordano, del palazzetto dell’Arte, anni di speranze e attesa di una modernizzazione economica e industriale, spesso disattese per lasciar spazio a una insistente condizione di crisi che sembra non abbandonare mai, pur tra alti e bassi, la vita della città. Nel primo capitolo dello studio si analizza il periodo di transizione tra la caduta del regime e il consolidamento della democrazia. In particolare ci si è soffermati sulla ripresa dell’attività politico-amministrativa nel capoluogo foggiano all’indomani dell’8 settembre 1943, sulla partecipazione della comunità cittadina agli appuntamenti elettorali del 2 giugno 1946 e delle elezioni amministrative autunnali. L’analisi dei verbali dei consigli comunali, conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Foggia, ha consentito di ricostruire le vicende dell’Amministrazione Comunale dal periodo ciellino all’insediamento del primo sindaco democraticamente eletto (il comunista Giuseppe Imperiale). Lo studio delle relazioni prefettizie, conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato, della documentazione posseduta dagli istituti romani “A. Gramsci”, “L. Sturzo”, “L. e L. Basso” ha, invece, permesso di ricostruire la fisionomia, l’attività, gli ambiti di azione dei rinati partiti politici locali: il Pci, il Psi, la Dc, il Pli, il Pri, il Pd’a, il Pdl, l’Uq. Nel secondo capitolo, che analizza il periodo intercorso tra la rottura della coalizione antifascista e la fine del centrismo, attraverso l’analisi delle fonti già citate, ci si è dedicati a ricostruire la vita dell’Amministrazione Comunale. In particolar modo ci si è soffermati sui rapporti intercorsi tra i partiti dell’organo consiliare e sull’operato dei primi sindaci del dopoguerra. Particolare attenzione è stata data all’atteggiamento assunto dai partiti dinanzi agli epocali appuntamenti elettorali politici e amministrativi degli anni Cinquanta, in particolar modo a quello delle amministrative del 1962, che resero Foggia uno dei primi comuni d’Italia in cui fu possibile realizzare l’esperimento di centro-sinistra. In questa sezione della ricerca trova posto anche un’istantanea sui processi di febbrile ammodernamento urbanistico-edilizio che investì la città durante gli anni Cinquanta. Il terzo capitolo analizza il periodo che va dall’amministrazione Forcella, la prima di centro-sinistra, sino all’emergere delle prime forme di contestazione che caratterizzarono la fine degli anni Sessanta. In questa sezione dell’elaborato particolare attenzione è stata data, oltre che alle realizzazioni dei sindaci Dc Forcella e Salvatori, ai cambiamenti intervenuti nei tre grandi partiti di massa: Pci, Psi e Dc. Ci si è soffermati sul legame fra le segreterie locali e le direzioni nazionali e, soprattutto, risalto è stato dato all’analisi delle lotte interne che si generarono in questa fase, caratterizzata da un’acuta presenza del correntismo. Il capitolo si chiude con un’istantanea sulle forme di contestazione tipiche del movimento sessantottino che investirono anche la vita di una delle province più periferiche del Paese.

Foggia negli anni della “prima” Repubblica. Politica, amministrazione, territorio, 1944-1969.

CIUFFREDA, GLORIA CHIARA
2024

Abstract

La presente ricerca mira a ricostruire con gli strumenti propri del metodo storico le vicende complessive della città di Foggia durante i primi vent’anni della cosiddetta “prima” Repubblica. A fronte della considerevole mole di documentazione primaria mai stata oggetto di indagine, è apparsa evidente l’urgenza di avviare ricerche approfondite a partire dallo spoglio e dall’analisi di tali fonti, di fonti orali, oltreché, come ovvio, dalla storiografia pregressa. La scelta del tema risente, altresì, della scarsità, nel panorama storiografico locale, di saggi e monografie che abbiano indagato, nel loro insieme, i vari aspetti della vita della città nel periodo preso in esame. L’aver intitolato la ricerca con specifico riferimento alla “prima” Repubblica denota l’intenzione di dare un taglio prevalentemente politico al progetto. Tale scelta è motivata dal ritenere che le trasformazioni, i fenomeni economici, sociali e culturali che attraversano la città in questi decenni, sono, in diversa misura, tutti influenzati dal clima politico locale e nazionale e soprattutto dal protagonismo dei partiti: la Democrazia cristiana, il Partito comunista, il Partito socialista e le destre. La scelta dei termini a quo e ad quem si deve poi ad alcune caratteristiche peculiari del territorio: le devastazioni causate dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, l’occupazione militare e la prolungata amministrazione alleata, che determinano un periodo ben circoscritto che estende il dopoguerra e ritarda il ritorno alla normalità; una certa omogeneità degli orientamenti politici dei foggiani in occasione delle elezioni amministrative, alla base di un predominio – non certo assoluto – della Democrazia cristiana locale. Si tratta, dunque, di decenni nei quali Foggia partecipa alle dinamiche nazionali e internazionali che ne segnano la storia, ma con peculiarità sue proprie, tra ricostruzione, rinascita, difficoltà dello sviluppo e della ripresa, anni della contestazione e dell’azione collettiva. La fine degli anni Sessanta rappresentano, infatti, anche per la città di Foggia, un momento di cesura, l’avvento di un’epoca in cui la mediazione dei partiti viene scavalcata dall’emergere di una giovane generazione che vuole divenire protagonista. Due decenni nei quali parte della popolazione foggiana si è vista costretta ad abitare nuovamente le grotte naturali che erano state chiuse, per la mancanza di alloggi, dando poi vita a una ricostruzione che Guido Piovene definirà «spettacolare»1 , nel suo celebre Viaggio in Italia. Anni di fermento culturale e intellettuale, grazie anche alla riapertura del Conservatorio, del teatro Giordano, del palazzetto dell’Arte, anni di speranze e attesa di una modernizzazione economica e industriale, spesso disattese per lasciar spazio a una insistente condizione di crisi che sembra non abbandonare mai, pur tra alti e bassi, la vita della città. Nel primo capitolo dello studio si analizza il periodo di transizione tra la caduta del regime e il consolidamento della democrazia. In particolare ci si è soffermati sulla ripresa dell’attività politico-amministrativa nel capoluogo foggiano all’indomani dell’8 settembre 1943, sulla partecipazione della comunità cittadina agli appuntamenti elettorali del 2 giugno 1946 e delle elezioni amministrative autunnali. L’analisi dei verbali dei consigli comunali, conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Foggia, ha consentito di ricostruire le vicende dell’Amministrazione Comunale dal periodo ciellino all’insediamento del primo sindaco democraticamente eletto (il comunista Giuseppe Imperiale). Lo studio delle relazioni prefettizie, conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato, della documentazione posseduta dagli istituti romani “A. Gramsci”, “L. Sturzo”, “L. e L. Basso” ha, invece, permesso di ricostruire la fisionomia, l’attività, gli ambiti di azione dei rinati partiti politici locali: il Pci, il Psi, la Dc, il Pli, il Pri, il Pd’a, il Pdl, l’Uq. Nel secondo capitolo, che analizza il periodo intercorso tra la rottura della coalizione antifascista e la fine del centrismo, attraverso l’analisi delle fonti già citate, ci si è dedicati a ricostruire la vita dell’Amministrazione Comunale. In particolar modo ci si è soffermati sui rapporti intercorsi tra i partiti dell’organo consiliare e sull’operato dei primi sindaci del dopoguerra. Particolare attenzione è stata data all’atteggiamento assunto dai partiti dinanzi agli epocali appuntamenti elettorali politici e amministrativi degli anni Cinquanta, in particolar modo a quello delle amministrative del 1962, che resero Foggia uno dei primi comuni d’Italia in cui fu possibile realizzare l’esperimento di centro-sinistra. In questa sezione della ricerca trova posto anche un’istantanea sui processi di febbrile ammodernamento urbanistico-edilizio che investì la città durante gli anni Cinquanta. Il terzo capitolo analizza il periodo che va dall’amministrazione Forcella, la prima di centro-sinistra, sino all’emergere delle prime forme di contestazione che caratterizzarono la fine degli anni Sessanta. In questa sezione dell’elaborato particolare attenzione è stata data, oltre che alle realizzazioni dei sindaci Dc Forcella e Salvatori, ai cambiamenti intervenuti nei tre grandi partiti di massa: Pci, Psi e Dc. Ci si è soffermati sul legame fra le segreterie locali e le direzioni nazionali e, soprattutto, risalto è stato dato all’analisi delle lotte interne che si generarono in questa fase, caratterizzata da un’acuta presenza del correntismo. Il capitolo si chiude con un’istantanea sulle forme di contestazione tipiche del movimento sessantottino che investirono anche la vita di una delle province più periferiche del Paese.
2024
Italiano
PICCIAREDDA, STEFANO
Università degli Studi di Foggia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/164941
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