Sono ormai trascorsi oltre dieci anni dal D.M. 25 ottobre 2007 “Istituzione centri per l’istruzione degli adulti” e dal successivo DPR 63 del 29 ottobre 2012 che ne ha definito l’organizzazione su base provinciale. Articolati in reti territoriali di servizio, i CPIA rappresentano una tipologia di istituzione scolastica autonoma, con specifico organico e assetto didattico e organizzativo, della cui utenza, adulti in formazione, gli immigrati stranieri costituiscono la parte più numerosa. L’ordinamento italiano, infatti, prevede l’obbligo di apprendere la lingua e gli immigrati, recandosi agli Sportelli unici per l’immigrazione istituiti presso le Prefetture, attestano di essere in formazione, dichiarando il proprio livello di apprendimento linguistico. Il processo di inclusione linguistica e culturale degli immigrati passa soprattutto attraverso la riflessione sui processi educativi e sulle scelte metodologiche adottate dai docenti a cui si richiede alta professionalità: non a caso, nel 2016, è stata istituita la classe di concorso A023 “Italiano per discenti stranieri alloglotti” che ha posto l’accento sull’opportuna formazione dei docenti alfabetizzatori. A ciò si lega l’esigenza di un ripensamento del curricolo e dei percorsi linguistici di italiano L2 che tenga conto dei momenti topici dell’accoglienza e dell’elaborazione del patto formativo. Come è possibile potenziare l’offerta formativa in modo da garantire percorsi linguistici di successo capaci di ricadute sul territorio? Si tratta di ripartire, recuperandoli, da background e vissuti personali unici, singolari e, nello stesso tempo, di gestire gruppi classe multietnici, multiculturali e multilinguistici; di recepire il cambiamento sociale utilizzando tutti i canali di comunicazione possibili oltre che la pluralità dei linguaggi espressivi. Nel presente lavoro di ricerca si sostiene la tesi secondo cui la musica e l’apprendimento linguistico rappresentano un binomio inscindibile: perché ascoltare musica, cantare e suonare aiuta l’apprendimento della lingua L2 o LS? Si può ipotizzare di utilizzare la musica nell’ambito della didattica delle lingue moderne al fine di migliorare la comprensione e la memorizzazione testuale attraverso ”elementi guida” del linguaggio musicale (melodia, armonia e ritmo) e di indurre nel soggetto apprendente delle condizioni neurofisiologiche e psicologiche favorevoli all’apprendimento (approccio umanistico-affettivo) (Cadorna, 2009). Dunque, non si tratta di chiedersi se musica e lingua possano reciprocamente rafforzarsi ma piuttosto in che misura percorsi musicali strutturati possano intervenire a sostegno dell’apprendimento linguistico.
La musica nei CPIA: ripensare il processo di inclusione culturale e linguistica degli immigrati.
DORONZO, MARIANNA
2024
Abstract
Sono ormai trascorsi oltre dieci anni dal D.M. 25 ottobre 2007 “Istituzione centri per l’istruzione degli adulti” e dal successivo DPR 63 del 29 ottobre 2012 che ne ha definito l’organizzazione su base provinciale. Articolati in reti territoriali di servizio, i CPIA rappresentano una tipologia di istituzione scolastica autonoma, con specifico organico e assetto didattico e organizzativo, della cui utenza, adulti in formazione, gli immigrati stranieri costituiscono la parte più numerosa. L’ordinamento italiano, infatti, prevede l’obbligo di apprendere la lingua e gli immigrati, recandosi agli Sportelli unici per l’immigrazione istituiti presso le Prefetture, attestano di essere in formazione, dichiarando il proprio livello di apprendimento linguistico. Il processo di inclusione linguistica e culturale degli immigrati passa soprattutto attraverso la riflessione sui processi educativi e sulle scelte metodologiche adottate dai docenti a cui si richiede alta professionalità: non a caso, nel 2016, è stata istituita la classe di concorso A023 “Italiano per discenti stranieri alloglotti” che ha posto l’accento sull’opportuna formazione dei docenti alfabetizzatori. A ciò si lega l’esigenza di un ripensamento del curricolo e dei percorsi linguistici di italiano L2 che tenga conto dei momenti topici dell’accoglienza e dell’elaborazione del patto formativo. Come è possibile potenziare l’offerta formativa in modo da garantire percorsi linguistici di successo capaci di ricadute sul territorio? Si tratta di ripartire, recuperandoli, da background e vissuti personali unici, singolari e, nello stesso tempo, di gestire gruppi classe multietnici, multiculturali e multilinguistici; di recepire il cambiamento sociale utilizzando tutti i canali di comunicazione possibili oltre che la pluralità dei linguaggi espressivi. Nel presente lavoro di ricerca si sostiene la tesi secondo cui la musica e l’apprendimento linguistico rappresentano un binomio inscindibile: perché ascoltare musica, cantare e suonare aiuta l’apprendimento della lingua L2 o LS? Si può ipotizzare di utilizzare la musica nell’ambito della didattica delle lingue moderne al fine di migliorare la comprensione e la memorizzazione testuale attraverso ”elementi guida” del linguaggio musicale (melodia, armonia e ritmo) e di indurre nel soggetto apprendente delle condizioni neurofisiologiche e psicologiche favorevoli all’apprendimento (approccio umanistico-affettivo) (Cadorna, 2009). Dunque, non si tratta di chiedersi se musica e lingua possano reciprocamente rafforzarsi ma piuttosto in che misura percorsi musicali strutturati possano intervenire a sostegno dell’apprendimento linguistico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/165569
URN:NBN:IT:UNIFG-165569