Infanzia limitata: preoccupazioni genitoriali e libertà ridotta dei bambini. Un confronto tra Italia e Francia.

When it comes to Children's Independent Mobility (CIM), existing research has predominantly focused on the impact of environmental and social factors, as well as parents' fears. The potential influence of parenting style on CIM has received limited attention thus far. However, it appears that parenting style can play a significant role in determining CIM levels. Specifically, a positive parental relationship and attentiveness to a child's needs may lead to increased autonomy for the child. This research aims to explore this relationship as its primary objective. The secondary goal of this research is to gain insight into whether children's independent mobility translates into practical knowledge. “Emplaced knowledge” is the expression Christensen (2003) used to talk about skills that do not only include spatial knowledge but also about social and personal content. This is a body of knowledge that can be described as informal in the sense that it has been assimilated almost unconsciously and without premeditation by the children. The significant narrowing of the world of children implies a reduction in the opportunities for contact with people or places that are essential, so what are the consequences for the development of their attachment? To achieve this, a comparative study was conducted between two neighborhoods, one in France and one in Italy. This comparison provides an opportunity to investigate whether there are significant differences in parental approaches to education on both sides of the Alps or if decisions regarding CIM are made for similar reasons, such as concerns about urban safety. The choice to compare France and Italy was driven, in part, by the limited amount of research related to this theme in both countries, which underscores the need for further investigation. The methodology employed for this study involved several key steps. Initially, a diary was developed and completed over a period of seven days by fifth-year primary school children in each country. The diary collected information regarding the children's movements within the city, including details about their companions, locations, timings, and modes of transportation. Subsequently, the information gathered in these diaries served as the basis for individual interviews with the children's parents. These interviews aimed to delve into the parents' perspectives on their children's independent mobility and related decisions. Finally, an additional technique employed in this research involved taking walks in the neighborhood with the children. These walks were conducted either individually or in groups and were designed to capture the children's viewpoints, recognizing their unique knowledge and skills regarding independent mobility within their respective neighborhoods. This was done individually or in groups and aims to take into account the children's point of view and to recognise their knowledge and skills. This research has therefore adopted this constructivist model of the child appropriating the social, it is about looking at children not as dominated by their environment but as actors who interact and also play a role in the evolution of both that environment and parental practices.

Quando si parla di mobilità autonoma dei bambini (CIM), la ricerca esistente si è concentrata prevalentemente sull'impatto dei fattori ambientali e sociali, nonché sulle paure dei genitori. La potenziale influenza dello stile genitoriale sulla CIM ha ricevuto finora un'attenzione limitata. Tuttavia, sembra che lo stile genitoriale possa svolgere un ruolo significativo nel determinare i livelli di CIM. In particolare, una relazione genitoriale positiva e l'attenzione ai bisogni del bambino possono portare a una maggiore autonomia del bambino. La presente ricerca si propone come obiettivo primario di esplorare questa relazione. L'obiettivo secondario di questa ricerca è capire se la mobilità autonoma dei bambini si traduce in conoscenze pratiche. "Conoscenza collocata" è l'espressione usata da Christensen (2003) per parlare di competenze che non includono solo conoscenze spaziali, ma anche contenuti sociali e personali. Si tratta di un insieme di conoscenze che possono essere descritte come informali, nel senso che sono state assimilate quasi inconsciamente e senza premeditazione dai bambini. Il restringimento significativo del mondo dei bambini implica una riduzione delle opportunità di contatto con persone o luoghi essenziali, quindi quali sono le conseguenze per lo sviluppo del loro attaccamento? A tal fine, è stato condotto uno studio comparativo tra due quartieri, uno in Francia e uno in Italia. Questo confronto offre l'opportunità di indagare se ci sono differenze significative nell'approccio dei genitori all'istruzione su entrambi i versanti delle Alpi o se le decisioni relative alla CIM sono prese per ragioni simili, come le preoccupazioni per la sicurezza urbana. La scelta di confrontare Francia e Italia è stata dettata, in parte, dalla scarsa quantità di ricerche relative a questo tema in entrambi i Paesi, che sottolinea la necessità di ulteriori indagini.La metodologia utilizzata per questo studio ha comportato diverse fasi chiave.Inizialmente, è stato sviluppato un diario che è stato compilato per un periodo di sette giorni dai bambini del quinto anno della scuola primaria di ciascun Paese.Il diario ha raccolto informazioni sugli spostamenti dei bambini all'interno della città, compresi i dettagli sui loro compagni, i luoghi, gli orari e i modi di trasporto. Successivamente, le informazioni raccolte in questi diari sono servite come base per le interviste individuali con i genitori dei bambini.Queste interviste hanno avuto lo scopo di approfondire le prospettive dei genitori sulla mobilità indipendente dei figli e sulle relative decisioni. Infine, un'ulteriore tecnica impiegata in questa ricerca consisteva nel fare passeggiate nel quartiere con i bambini. Queste passeggiate sono state condotte individualmente o in gruppo e sono state concepite per cogliere il punto di vista dei bambini, riconoscendo le loro conoscenze e abilità uniche in materia di mobilità indipendente all'interno dei rispettivi quartieri. Queste passeggiate sono state condotte individualmente o in gruppo e hanno avuto lo scopo di prendere in considerazione il punto di vista dei bambini e di riconoscere le loro conoscenze e abilità. Questa ricerca ha quindi adottato il modello costruttivista del bambino che si appropria del sociale; si tratta di guardare ai bambini non come dominati dal loro ambiente, ma come attori che interagiscono e giocano un ruolo nell'evoluzione dell'ambiente e delle pratiche dei genitori.