Introduzione. Il ripristino di una funzione neurosensoriale negli anziani può consentire un significativo miglioramento del loro stato cognitivo. Anche se condizioni cliniche specifiche possono compromettere la gestione e ridurre drasticamente il raggiungimento di risultati accettabili, la riabilitazione uditiva con impianti cocleari o apparecchi acustici resta ad oggi uno dei mezzi più efficaci. I progressi della ricerca e della tecnologia suggeriscono un "adattamento" funzionale nei processi centrali che potrebbe influenzare le altre attività connesse o meno strettamente correlate con la funzione uditiva, come la memoria di lavoro, processi frontale e pre-frontali, orientamento, calcolo, logica e funzioni esecutive. Dal momento che il legame tra la perdita dell'udito e il declino cognitivo è stato chiarito, la comunità scientifica è ora alla ricerca dell’evidenza scientifica mancante dell’efficacia della riabilitazione uditiva nel ridurre o contrastare il declino cognitivo. Materiali e Metodi. Soggetti con deficit uditivo con più di 65 anni di età, affetti da sordità lieve-profonda sono stati arruolati in questo studio; la valutazione audiologica completa e la valutazione dello stato cognitivo sono stati effettuati al fine di definire punteggi personali per il confronto longitudinale dopo la riabilitazione uditiva. Un gruppo di controllo di 20 soggetti è stato creato a fini statistici e realizzato con soggetti normo-udenti senza declino cognitive, omogenei per età e condizioni cliniche. Diversi sottogruppi sono stati creati per ridurre l'eterogeneità in termini di entità della perdita di udito, di durata della deprivazione neurosensoriale, del tipo di riabilitazione e di training uditivo. Un follow up di 6-12 mesi è stata effettuato, ove possibile per pazienti selezionati. Risultati. Ad oggi, 77 soggetti sono stati inclusi nel presente studio e divisi in 5 gruppi diversi in base ai tipi e gradi di perdita dell'udito. Non tutti i soggetti sono riusciti a completare la batteria di test previsti, tuttavia le analisi statistiche con t-student e fisher test e chi quadro, quando possibile applicarli, hanno mostrato una differenza significativa nei punteggi di depressione e stato cognitivo, prima e dopo la riabilitazione uditiva. Non sono risultate differenze significative tra il gruppo di controllo ed i pazienti con buon esito della riabilitazione. Discussione. La riabilitazione uditiva presenta una significativa efficacia anche tra gli adulti più anziani con diversi gradi di perdita di udito e miglioramenti positivi sono rilevabili in termini di isolamento sociale, depressione e le prestazioni cognitive. Nella ricerca futura, sarà di fondamentale importanza svelare come le capacità neurosensoriali siano legate al funzionamento cognitivo nell'invecchiamento. Oggi, l’approccio medico convenzionale spesso non è sufficiente per valutare le persone più anziane con comorbidità. In definitiva, un approccio multidisciplinare rimane ancora l'opzione migliore, ed il geriatra dovrebbe includere specifiche indagini neurosensoriali per gestire i pazienti anziani che sono generalmente a rischio di declino cognitivo e perdita di udito.
Aging, cognitive decline and hearing loss: outcomes of auditory rehabilitation in older adults.
CASTIGLIONE, ALESSANDRO
2016
Abstract
Introduzione. Il ripristino di una funzione neurosensoriale negli anziani può consentire un significativo miglioramento del loro stato cognitivo. Anche se condizioni cliniche specifiche possono compromettere la gestione e ridurre drasticamente il raggiungimento di risultati accettabili, la riabilitazione uditiva con impianti cocleari o apparecchi acustici resta ad oggi uno dei mezzi più efficaci. I progressi della ricerca e della tecnologia suggeriscono un "adattamento" funzionale nei processi centrali che potrebbe influenzare le altre attività connesse o meno strettamente correlate con la funzione uditiva, come la memoria di lavoro, processi frontale e pre-frontali, orientamento, calcolo, logica e funzioni esecutive. Dal momento che il legame tra la perdita dell'udito e il declino cognitivo è stato chiarito, la comunità scientifica è ora alla ricerca dell’evidenza scientifica mancante dell’efficacia della riabilitazione uditiva nel ridurre o contrastare il declino cognitivo. Materiali e Metodi. Soggetti con deficit uditivo con più di 65 anni di età, affetti da sordità lieve-profonda sono stati arruolati in questo studio; la valutazione audiologica completa e la valutazione dello stato cognitivo sono stati effettuati al fine di definire punteggi personali per il confronto longitudinale dopo la riabilitazione uditiva. Un gruppo di controllo di 20 soggetti è stato creato a fini statistici e realizzato con soggetti normo-udenti senza declino cognitive, omogenei per età e condizioni cliniche. Diversi sottogruppi sono stati creati per ridurre l'eterogeneità in termini di entità della perdita di udito, di durata della deprivazione neurosensoriale, del tipo di riabilitazione e di training uditivo. Un follow up di 6-12 mesi è stata effettuato, ove possibile per pazienti selezionati. Risultati. Ad oggi, 77 soggetti sono stati inclusi nel presente studio e divisi in 5 gruppi diversi in base ai tipi e gradi di perdita dell'udito. Non tutti i soggetti sono riusciti a completare la batteria di test previsti, tuttavia le analisi statistiche con t-student e fisher test e chi quadro, quando possibile applicarli, hanno mostrato una differenza significativa nei punteggi di depressione e stato cognitivo, prima e dopo la riabilitazione uditiva. Non sono risultate differenze significative tra il gruppo di controllo ed i pazienti con buon esito della riabilitazione. Discussione. La riabilitazione uditiva presenta una significativa efficacia anche tra gli adulti più anziani con diversi gradi di perdita di udito e miglioramenti positivi sono rilevabili in termini di isolamento sociale, depressione e le prestazioni cognitive. Nella ricerca futura, sarà di fondamentale importanza svelare come le capacità neurosensoriali siano legate al funzionamento cognitivo nell'invecchiamento. Oggi, l’approccio medico convenzionale spesso non è sufficiente per valutare le persone più anziane con comorbidità. In definitiva, un approccio multidisciplinare rimane ancora l'opzione migliore, ed il geriatra dovrebbe includere specifiche indagini neurosensoriali per gestire i pazienti anziani che sono generalmente a rischio di declino cognitivo e perdita di udito.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/171558
URN:NBN:IT:UNIPD-171558