Il soggetto della tesi “Evaluating Public Policies: Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis” nasce dall’interesse verso le politiche pubbliche e la loro costruzione; e più precisamente dal problema di come valutare tali politiche pubbliche. La tesi, dopo un preliminare studio degli strumenti e dei meccanismi distributivi dei fondi relativi alle politiche pubbliche europee (App. A), si è avvicinata al tema dell’Evidence-Based Policy-Making (EBPM). Tale avvicinamento ha portato allo studio dei concetti e degli obiettivi dell’EBPM (Cap. 2) e pertanto alla ricerca delle caratteristiche che rendono una politica legittima, ma anche quelle caratteristiche che rendono una politica pubblica una decisione di investimento “unica”, ovvero diversa rispetto a tutte le altre tipologie di decisione. Tali peculiarità sono state quindi analizzate e sintetizzate in 4 punti: - orizzonti temporali medio-lunghi o molto lunghi; - fonti di incertezza numerose e di diversa natura legate al decisore; - grande importanza dell’aspetto economico; - grande importanza della flessibilità. Lo studio di queste caratteristiche ha spinto la tesi e la nostra ricerca verso lo studio degli strumenti e dei meccanismi necessari alla loro formazione, gestione e monitoraggio. Da questo ampio quadro di riferimento la tesi si è quindi focalizzata sullo studio degli strumenti normativi di valutazione e gestione a disposizione del legislatore, ovvero: - l’Analisi Costi Benefici (CBA); - la Teoria Decisionale e dell’Utilità attesa (DT); - la Teoria delle Opzioni Reali. (ROT). Nella prima parte della tesi abbiamo quindi presentato lo studio di questi tre strumenti in relazione alle politiche pubbliche e alle decisioni del legislatore. Da questo studio è emersa chiaramente l’inadeguatezza dei tre strumenti nel fronteggiare i vari aspetti caratterizzanti le politiche pubbliche. La CBA, nonostante sia lo strumento in assoluto più utilizzato e riconosciuto come legittimo, non riesce a tener conto e gestire uno dei quattro aspetti fondamentali, ovvero la flessibilità del legislatore nel gestire la politica in tutto il suo orizzonte temporale (Cap. 3). Dall’altro lato, lo studio della DT ha messo in evidenza l’inadeguatezza dello strumento principe di questo settore, ovvero gli alberi decisionali, di considerare e gestire le politiche pubbliche negli orizzonti temporali concreti (Cap. 4). Infine, lo studio della ROT ha esplicitato come nonostante lo strumento sia un’importante evoluzione della CBA, essendo fortemente legato alla finanza, non riesca a tener conto della soggettività del decisore (legislatore) (Cap. 5). Nella seconda parte della tesi, partendo dalle conclusioni a cui siamo giunti in merito alla pertinenza dell’uso della CBA, DT e ROT nel campo delle politiche pubbliche, proponiamo e mostriamo un “nuovo strumento” (Cap. 6). Tale strumento può essere considerato un’evoluzione degli alberi decisionali, in quanto pur essendo costruito come un normale albero tiene conto del tempo in maniera concreta: non solamente attraverso una costruzione della politica e della decisione nel tempo, ma anche attraverso l’inserimento di un tasso di sconto soggettivo. Il tasso di sconto soggettivo ricavato mediante la funzione di utilità del decisore (legislatore) è in grado di tener conto delle sue personali preferenze sia sul tempo che sull’incertezza. La tesi termina poi con un confronto critico tra il nuovo albero decisionale temporale proposto e la teoria delle opzioni reali. Tale confronto critico mostra che i due strumenti si differenziano sotto il profilo formale per vari aspetti: 1. Le opzioni reali si basano sull’esistenza di un asset sottostante, che permette una serie di semplificazioni. Partendo dall’ipotesi che l’asset sottostante replichi perfettamente l’investimento e la decisione d’investimento, si passa poi all’utilizzo del tasso di sconto risk free e quindi all’uso di probabilità neutrali al rischio, ed è sempre sull’esistenza dell’asset sottostante che si basa il condizionamento delle probabilità successive. 2. Gli alberi decisionali temporali al contrario non fanno nessuna di queste ipotesi. Non esiste nulla che possa replicare l’investimento, la decisione ed il decisore, le probabilità condizionate dipendono dall’oracolo e tutta la costruzione formale ruota attorno alla soggettività e alle preferenze del decisore. Concludendo possiamo dire che, partendo dallo studio delle politiche pubbliche e delle loro caratteristiche intrinseche, gli strumenti di valutazione attualmente a disposizione del legislatore (CBA, DT, ROT) sono incompleti. Ovvero, non riescono a considerare e gestire adeguatamente e contemporaneamente le 4 caratteristiche fondamentali considerate. Superare questo problema è fondamentale per dotare il legislatore di uno strumento completo di valutazione e di aiuto alla decisione, pertanto abbiamo pensato di costruire un albero decisionale ad hoc per le politiche pubbliche. Tale albero decisionale è stato quindi costruito seguendo il modello del tradizionale, ma aggiungendo sia la dimensione temporale sia il concetto economico di costi e benefici. Inoltre, sono state anche rielaborate ed integrate alcune idee legate alla flessibilità manageriale provenienti dalla teoria delle opzioni reali. In questo modo, il risultante “albero decisionale temporale” è in grado di considerare e gestire le specifiche esigenze della decisione pubblica, rimanendo sia nell’ambito della razionalità normativa attraverso i concetti di valutazione economica, sia nell’ambito della razionalità costruttiva, poiché lo strumento ingloba e ruota attorno alle preferenze soggettive del decisore e di coloro che legittimamente rappresenta

Evaluating Public Policies. Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis

LUCERTINI, GIULIA
2012

Abstract

Il soggetto della tesi “Evaluating Public Policies: Normative Models Beyond Cost Benefit Analysis” nasce dall’interesse verso le politiche pubbliche e la loro costruzione; e più precisamente dal problema di come valutare tali politiche pubbliche. La tesi, dopo un preliminare studio degli strumenti e dei meccanismi distributivi dei fondi relativi alle politiche pubbliche europee (App. A), si è avvicinata al tema dell’Evidence-Based Policy-Making (EBPM). Tale avvicinamento ha portato allo studio dei concetti e degli obiettivi dell’EBPM (Cap. 2) e pertanto alla ricerca delle caratteristiche che rendono una politica legittima, ma anche quelle caratteristiche che rendono una politica pubblica una decisione di investimento “unica”, ovvero diversa rispetto a tutte le altre tipologie di decisione. Tali peculiarità sono state quindi analizzate e sintetizzate in 4 punti: - orizzonti temporali medio-lunghi o molto lunghi; - fonti di incertezza numerose e di diversa natura legate al decisore; - grande importanza dell’aspetto economico; - grande importanza della flessibilità. Lo studio di queste caratteristiche ha spinto la tesi e la nostra ricerca verso lo studio degli strumenti e dei meccanismi necessari alla loro formazione, gestione e monitoraggio. Da questo ampio quadro di riferimento la tesi si è quindi focalizzata sullo studio degli strumenti normativi di valutazione e gestione a disposizione del legislatore, ovvero: - l’Analisi Costi Benefici (CBA); - la Teoria Decisionale e dell’Utilità attesa (DT); - la Teoria delle Opzioni Reali. (ROT). Nella prima parte della tesi abbiamo quindi presentato lo studio di questi tre strumenti in relazione alle politiche pubbliche e alle decisioni del legislatore. Da questo studio è emersa chiaramente l’inadeguatezza dei tre strumenti nel fronteggiare i vari aspetti caratterizzanti le politiche pubbliche. La CBA, nonostante sia lo strumento in assoluto più utilizzato e riconosciuto come legittimo, non riesce a tener conto e gestire uno dei quattro aspetti fondamentali, ovvero la flessibilità del legislatore nel gestire la politica in tutto il suo orizzonte temporale (Cap. 3). Dall’altro lato, lo studio della DT ha messo in evidenza l’inadeguatezza dello strumento principe di questo settore, ovvero gli alberi decisionali, di considerare e gestire le politiche pubbliche negli orizzonti temporali concreti (Cap. 4). Infine, lo studio della ROT ha esplicitato come nonostante lo strumento sia un’importante evoluzione della CBA, essendo fortemente legato alla finanza, non riesca a tener conto della soggettività del decisore (legislatore) (Cap. 5). Nella seconda parte della tesi, partendo dalle conclusioni a cui siamo giunti in merito alla pertinenza dell’uso della CBA, DT e ROT nel campo delle politiche pubbliche, proponiamo e mostriamo un “nuovo strumento” (Cap. 6). Tale strumento può essere considerato un’evoluzione degli alberi decisionali, in quanto pur essendo costruito come un normale albero tiene conto del tempo in maniera concreta: non solamente attraverso una costruzione della politica e della decisione nel tempo, ma anche attraverso l’inserimento di un tasso di sconto soggettivo. Il tasso di sconto soggettivo ricavato mediante la funzione di utilità del decisore (legislatore) è in grado di tener conto delle sue personali preferenze sia sul tempo che sull’incertezza. La tesi termina poi con un confronto critico tra il nuovo albero decisionale temporale proposto e la teoria delle opzioni reali. Tale confronto critico mostra che i due strumenti si differenziano sotto il profilo formale per vari aspetti: 1. Le opzioni reali si basano sull’esistenza di un asset sottostante, che permette una serie di semplificazioni. Partendo dall’ipotesi che l’asset sottostante replichi perfettamente l’investimento e la decisione d’investimento, si passa poi all’utilizzo del tasso di sconto risk free e quindi all’uso di probabilità neutrali al rischio, ed è sempre sull’esistenza dell’asset sottostante che si basa il condizionamento delle probabilità successive. 2. Gli alberi decisionali temporali al contrario non fanno nessuna di queste ipotesi. Non esiste nulla che possa replicare l’investimento, la decisione ed il decisore, le probabilità condizionate dipendono dall’oracolo e tutta la costruzione formale ruota attorno alla soggettività e alle preferenze del decisore. Concludendo possiamo dire che, partendo dallo studio delle politiche pubbliche e delle loro caratteristiche intrinseche, gli strumenti di valutazione attualmente a disposizione del legislatore (CBA, DT, ROT) sono incompleti. Ovvero, non riescono a considerare e gestire adeguatamente e contemporaneamente le 4 caratteristiche fondamentali considerate. Superare questo problema è fondamentale per dotare il legislatore di uno strumento completo di valutazione e di aiuto alla decisione, pertanto abbiamo pensato di costruire un albero decisionale ad hoc per le politiche pubbliche. Tale albero decisionale è stato quindi costruito seguendo il modello del tradizionale, ma aggiungendo sia la dimensione temporale sia il concetto economico di costi e benefici. Inoltre, sono state anche rielaborate ed integrate alcune idee legate alla flessibilità manageriale provenienti dalla teoria delle opzioni reali. In questo modo, il risultante “albero decisionale temporale” è in grado di considerare e gestire le specifiche esigenze della decisione pubblica, rimanendo sia nell’ambito della razionalità normativa attraverso i concetti di valutazione economica, sia nell’ambito della razionalità costruttiva, poiché lo strumento ingloba e ruota attorno alle preferenze soggettive del decisore e di coloro che legittimamente rappresenta
31-gen-2012
Inglese
Public Policies, Decision Aiding, Decision Theory, Cost-Benefit Analysis, Real Options Analysis
D'ALPAOS, CHIARA
STELLIN, GIUSEPPE
Università degli studi di Padova
200
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-171663