Gli scolitidi delle conifere sono insetti spesso associati ad un complesso di funghi con i quali possono instaurare differenti interazioni ecologiche. Alcuni di questi funghi, generalmente non fitopatogeni, sono coinvolti in un’interazione mutualistica diretta e vengono utilizzati come nutrimento per le larve del vettore. Altri funghi associati, invece, sono ritenuti coinvolti nel processo di esaurimento delle difese della pianta, che per l’insetto è uno dei passaggi necessari per superare la resistenza dell’ospite e poterlo quindi colonizzare. In quest’ultimo caso, i funghi associati sono di norma specie patogene appartenenti al gruppo morfologico dei funghi ophiostomatoidi, noti anche come ‘funghi di azzurramento’. Nonostante l’interesse che la simbiosi tra scolitidi e funghi ha riscosso nel tempo, molti degli aspetti fondamentali di questa interazione sono ancora discussi, come ad esempio il grado di dipendenza degli insetti vettori dai loro simbionti nelle fasi di colonizzazione della pianta ospite. In questa tesi è stata presa in considerazione la comunità fungina associata a Ips acuminatus (Gyll.), un piccolo scolitide che attacca di preferenza le parti del tronco del pino silvestre (Pinus sylvestris L.) con corteccia sottile, e che di recente ha causato numerose infestazioni in varie zone distribuite sull’arco alpino. Una delle specie che fanno parte della comunità fungina associata ad I. acuminatus è il simbionte alimentare Hyalorhinocladiella macrospora (Franke-Grosm.) Harr. Fa inoltre parte del complesso anche uno specifico fungo di azzurramento costantemente associato al vettore, ma la cui identità non è ancora ben definita. Le prime segnalazioni lo descrivono come Ophiostoma clavatum Math.-Käärik, mentre ricerche successive riportano O. brunneo-ciliatum Math. Gli obiettivi che questa tesi si è prefissa sono stati determinare l’effettiva identità del fungo di azzurramento associato ad I. acuminatus, ed indagare le interazioni del complesso fungino con la pianta ospite, al fine di definire meglio le relazioni che intercorrono tra scolitidi e fungi associati, e poter quindi contribuire ai tentativi di chiarire l’ecologia e la dinamica di popolazione di questo insetto dannoso. Nel primo lavoro sono stati descritti l’isolamento e l’identificazione di una specie fungina isolata da individui di I. acuminatus raccolti in Italia e in Svezia. L’identificazione della specie è avvenuta sia grazie all’osservazione delle caratteristiche morfologiche sia mediante un approccio di tipo molecolare. La specie è risultata essere O. clavatum, come era stato indicato nelle prime segnalazioni riguardanti i funghi associati ad I. acuminatus. Nel secondo lavoro sono stati descritti la messa punto e l’utilizzo di tre sonde molecolari per loop-mediated isothermal amplification (LAMP), con l’obiettivo di determinare quale delle due specie del genere Ophiostoma sopracitate fosse effettivamente il fungo maggiormente associato a I. acuminatus nell’arco alpino. I risultati, riguardanti sei popolazioni italiane dell’insetto, hanno confermato che la specie maggiormente presente è O. clavatum, mentre O. brunneo-ciliatum non è mai stata rilevata. I risultati di questo studio hanno mostrato anche che la frequenza di associazione di I. acuminatus con O. clavatum varia a seconda della fase epidemica, ed è minore nei nuclei di infestazione rispetto alle popolazioni endemiche. Nel terzo lavoro sono state caratterizzate le risposte sia locali sia sistemiche del pino silvestre alla colonizzazione da parte del simbionte alimentare e del fungo di azzurramento, identificando e quantificando alcuni metaboliti secondari, come terpeni, fenoli e lignina. I risultati hanno mostrato che il pino silvestre risponde in maniera generica anziché specifica all’induzione. Il fatto inoltre che il simbionte alimentare e il fungo di azzurramento abbiano stimolato una risposta simile di loro suggerisce che anche un fungo non patogeno possa partecipare al processo di esaurimento delle difese della pianta, assistendo quindi l’insetto nelle fasi di colonizzazione dell’ospite. Questo risultato contribuisce quindi allo sviluppo delle attuali teorie sul ruolo dei funghi associati nell’ecologia degli scolitidi. Nell’ultimo lavoro sono state studiate le correlazioni tra i metaboliti secondari delle difese costitutive del pino silvestre, e le correlazioni tra la concentrazione costitutiva e la variazione indotta dei singoli composti. I risultati hanno messo in evidenza una differenziazione di comportamento tra composti e l’assenza in generale di una correlazione inversa tra i tipi diversi di difese, al contrario di quanto previsto da alcune teorie. Nel complesso, i quattro contributi di questa tesi suggeriscono la rivalutazione di una delle attuali teorie sul ruolo dei funghi associati nella colonizzazione dell’ospite da parte degli scolitidi, e forniscono degli spunti per la comprensione del ruolo dei funghi associati nella dinamica di popolazione del vettore. Chiariscono inoltre alcuni degli aspetti dei meccanismi di difesa del pino silvestre, mettendo in evidenza la sua competitività.
Fungi associated with the pine engraver beetle Ips acuminatus and their interactions with the host tree
VILLARI, CATERINA
2012
Abstract
Gli scolitidi delle conifere sono insetti spesso associati ad un complesso di funghi con i quali possono instaurare differenti interazioni ecologiche. Alcuni di questi funghi, generalmente non fitopatogeni, sono coinvolti in un’interazione mutualistica diretta e vengono utilizzati come nutrimento per le larve del vettore. Altri funghi associati, invece, sono ritenuti coinvolti nel processo di esaurimento delle difese della pianta, che per l’insetto è uno dei passaggi necessari per superare la resistenza dell’ospite e poterlo quindi colonizzare. In quest’ultimo caso, i funghi associati sono di norma specie patogene appartenenti al gruppo morfologico dei funghi ophiostomatoidi, noti anche come ‘funghi di azzurramento’. Nonostante l’interesse che la simbiosi tra scolitidi e funghi ha riscosso nel tempo, molti degli aspetti fondamentali di questa interazione sono ancora discussi, come ad esempio il grado di dipendenza degli insetti vettori dai loro simbionti nelle fasi di colonizzazione della pianta ospite. In questa tesi è stata presa in considerazione la comunità fungina associata a Ips acuminatus (Gyll.), un piccolo scolitide che attacca di preferenza le parti del tronco del pino silvestre (Pinus sylvestris L.) con corteccia sottile, e che di recente ha causato numerose infestazioni in varie zone distribuite sull’arco alpino. Una delle specie che fanno parte della comunità fungina associata ad I. acuminatus è il simbionte alimentare Hyalorhinocladiella macrospora (Franke-Grosm.) Harr. Fa inoltre parte del complesso anche uno specifico fungo di azzurramento costantemente associato al vettore, ma la cui identità non è ancora ben definita. Le prime segnalazioni lo descrivono come Ophiostoma clavatum Math.-Käärik, mentre ricerche successive riportano O. brunneo-ciliatum Math. Gli obiettivi che questa tesi si è prefissa sono stati determinare l’effettiva identità del fungo di azzurramento associato ad I. acuminatus, ed indagare le interazioni del complesso fungino con la pianta ospite, al fine di definire meglio le relazioni che intercorrono tra scolitidi e fungi associati, e poter quindi contribuire ai tentativi di chiarire l’ecologia e la dinamica di popolazione di questo insetto dannoso. Nel primo lavoro sono stati descritti l’isolamento e l’identificazione di una specie fungina isolata da individui di I. acuminatus raccolti in Italia e in Svezia. L’identificazione della specie è avvenuta sia grazie all’osservazione delle caratteristiche morfologiche sia mediante un approccio di tipo molecolare. La specie è risultata essere O. clavatum, come era stato indicato nelle prime segnalazioni riguardanti i funghi associati ad I. acuminatus. Nel secondo lavoro sono stati descritti la messa punto e l’utilizzo di tre sonde molecolari per loop-mediated isothermal amplification (LAMP), con l’obiettivo di determinare quale delle due specie del genere Ophiostoma sopracitate fosse effettivamente il fungo maggiormente associato a I. acuminatus nell’arco alpino. I risultati, riguardanti sei popolazioni italiane dell’insetto, hanno confermato che la specie maggiormente presente è O. clavatum, mentre O. brunneo-ciliatum non è mai stata rilevata. I risultati di questo studio hanno mostrato anche che la frequenza di associazione di I. acuminatus con O. clavatum varia a seconda della fase epidemica, ed è minore nei nuclei di infestazione rispetto alle popolazioni endemiche. Nel terzo lavoro sono state caratterizzate le risposte sia locali sia sistemiche del pino silvestre alla colonizzazione da parte del simbionte alimentare e del fungo di azzurramento, identificando e quantificando alcuni metaboliti secondari, come terpeni, fenoli e lignina. I risultati hanno mostrato che il pino silvestre risponde in maniera generica anziché specifica all’induzione. Il fatto inoltre che il simbionte alimentare e il fungo di azzurramento abbiano stimolato una risposta simile di loro suggerisce che anche un fungo non patogeno possa partecipare al processo di esaurimento delle difese della pianta, assistendo quindi l’insetto nelle fasi di colonizzazione dell’ospite. Questo risultato contribuisce quindi allo sviluppo delle attuali teorie sul ruolo dei funghi associati nell’ecologia degli scolitidi. Nell’ultimo lavoro sono state studiate le correlazioni tra i metaboliti secondari delle difese costitutive del pino silvestre, e le correlazioni tra la concentrazione costitutiva e la variazione indotta dei singoli composti. I risultati hanno messo in evidenza una differenziazione di comportamento tra composti e l’assenza in generale di una correlazione inversa tra i tipi diversi di difese, al contrario di quanto previsto da alcune teorie. Nel complesso, i quattro contributi di questa tesi suggeriscono la rivalutazione di una delle attuali teorie sul ruolo dei funghi associati nella colonizzazione dell’ospite da parte degli scolitidi, e forniscono degli spunti per la comprensione del ruolo dei funghi associati nella dinamica di popolazione del vettore. Chiariscono inoltre alcuni degli aspetti dei meccanismi di difesa del pino silvestre, mettendo in evidenza la sua competitività.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
PhDthesis_Villari.pdf
accesso aperto
Dimensione
5.6 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.6 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/172007
URN:NBN:IT:UNIPD-172007