Le preoccupazioni crescenti degli effetti delle modificazioni climatiche e l’incertezza dell’approvvigionamento energetico esprimono l’importanza cruciale della necessità di ridefinire il sistema di approvvigionamento energetico globale. L’urgenza della questione è legata ad un disaccoppiamento tra la prospettiva di una crescita costante della domanda di combustibili, ed il loro approvvigionamento, che ci si aspetta divenire sempre più incerto e costoso. Il fenomeno del cambiamento climatico è ampiamente riconosciuto essere una conseguenza dell’accresciuta concentrazione di gas serra in atmosfera dovuti all’attività antropogenica ed il trasporto ne è uno dei principali responsabili. Negli ultimi anni, l’interesse per le energie rinnovabili è aumentato notevolmente per rispondere alla crescita della domanda di energia e cercare allo stesso tempo sia di ridurre la dipendenza da combustibili fossili che di contribuire alla mitigazione del riscaldamento globale. Alla biomassa è stata attribuita una particolare attenzione perché può essere sfruttata non solo per produrre energia elettrica, meccanica e termica, ma anche come fonte primaria di biocombustibili liquidi per autotrazione. Allo scopo di realizzare un sistema di trasporti più sostenibile, l’Unione Europea ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione di biocombustibili fissando immissioni obbligatorie di fonti rinnovabili rispetto all’energia complessiva impiegata nei trasporti (5.75% entro il 2010 e 10% entro il 2020). I biocombustibili devono anche rispettare dei requisiti di sostenibilità ambientale nel loro impatto sul suolo, sull’acqua, sull’aria. Va tutelata, inoltre, la biodiversità e deve essere garantita una riduzione crescente delle emissioni di gas serra nella produzione di biocombustibili rispetto allo stesso quantitativo energetico di combustibile fossile che andranno a sostituire (35% dal 2009, 50% dal 2017 e 60% dal 2018). Tra le alternative possibili, il bioetanolo è generalmente considerato la soluzione più pratica e perseguibile nel breve-medio periodo per sostituire la benzina. Nonostante il suo impatto sul ciclo del carbonio (la cosiddetta carbon footprint) sia stato e sia attualmente argomento molto dibattuto, si riconosce che la produzione ed impiego di questo biocombustibile possa risultare in una riduzione netta delle emissioni di gas serra rispetto alla benzina. Questo genere di investimento su larga scala porterebbe, inoltre, una crescita delle economie rurali grazie all’aumento ed alla segmentazione dei filoni di mercato tipicamente ascritti all’agricoltura. L’attuale produzione di bioetanolo si basa sulla cosiddetta tecnologia di prima generazione, così chiamata perché sfrutta coltivazioni convenzionali come materie prime: si tratta di risorse ricche di sostanze amidacee, zuccherine od oleose, come mais, grano e canna da zucchero. Tuttavia l’iniziale entusiasmo di cui inizialmente godette questa tecnologia, si è recentemente affievolito a causa delle emergenti problematiche legate alla competizione della destinazione finale delle coltivazioni tra uso energetico ed alimentare. Inoltre, sono emerse preoccupazioni in merito al degrado ambientale per effetto di pratiche monocoltura e la deforestazione necessarie per lo sviluppo su larga scala di tale tecnologia. In generale, dubbi sulla sostenibilità energetica e sulla profittabilità economica del processo, troppo legata al costo di approvvigionamento della biomassa, hanno minato in parte lo sviluppo dell’industria del bioetanolo e la sua accettazione sociale. Alla luce di tutto questo, è emersa la convenienza a promuovere i cosiddetti biocombustibili di seconda generazione, ottenuti cioè a partire da materiale cellulosico e sostanzialmente privi di valore alimentare. Tuttavia, gli elevati costi di capitale e di produzione ostacolano attualmente lo sviluppo di tali tecnologie su scala commerciale, tanto che recentemente sono divenute operative solo strutture su scala di impianto pilota e dimostrativa. La complessità del contesto impone che la transizione verso un sistema di trasporti più sostenibile sia opportunamente guidata dall’adozione di efficaci strumenti quantitativi in grado di analizzare il problema esteso all’intera filiera produttiva (Supply Chain, SC). La ridefinizione del sistema di approvvigionamento energetico nel trasporto richiede un’analisi integrata il più comprensiva possibile delle intrecciate problematiche coinvolte nella produzione di biocombustibili. Le strategie d’investimento richiedono complessi processi decisionali, per i quali la modellazione analitica risulta essere una delle migliori opzioni metodologiche per garantire l’ottimizzazione delle scelte che coinvolgono l’intero sistema produttivo. I modelli a variabili miste lineari e intere (Mixed Integer Linear Programming, MILP), in particolare, costituiscono uno degli strumenti più adatti nel determinare le soluzioni ottimali a complessi problemi di ottimizzazione tipicamente legati alla progettazione di filiere produttive in cui vengano prese in considerazione configurazioni alternative ed esclusive. La ricerca bibliografica ha evidenziato alcune lacune nella letteratura in merito alle questioni di progettazione strategica di filiere produttive di biocombustibili, nonostante il concetto di bioraffineria costituisca già un argomento ampiamente trattato ed i biocombustibili stiano riscuotendo un interesse sempre crescente. Tutto ciò ha dato l’impulso per lo svolgimento di questa Tesi. Nel contesto generale dello sviluppo di sistemi bioenergetici, lo scopo generale di questo lavoro è quello di fornire degli opportuni strumenti decisionali per affrontare la transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile, muovendo dalla prima alla seconda generazione di bioetanolo. Le metodologie adottate devono essere in grado di abbracciare l’intero problema analizzando tutti gli stadi della filiera, evidenziando aspetti positivi e negativi che provengono da un’ottimizzazione sia di tipo economico che ambientale. I modelli MILP proposti mirano ad essere strumenti di progettazione e pianificazione industriale nel settore dei biocombustibili in grado di contemperare aspetti economici ed ambientali. In effetti, essendo le infrastrutture produttive di biocombustibili ancora ad uno stadio immaturo, un loro studio preliminare rappresenta un’opportunità importante per analizzare la configurazione della filiera prima del suo sviluppo organico, consentendo di individuare gli investimenti ottimali e le opportune scelte di natura politica nazionale ed internazionale. Gli stadi della filiera di biocombustibili (produzione e distribuzione della biomassa; produzione e trasporto del bioetanolo) sono analizzati ed inseriti in modo integrato all’interno della modellazione matematica MILP proposta. L’attenzione è stata focalizzata in particolare sull’identificazione delle strategie opportune atte a favorire lo sviluppo delle più sostenibili tecnologie di produzione del bioetanolo. Innanzitutto, è stata considerata un’ampia gamma di processi, sia di prima che di seconda generazione, ed è stata altresì inclusa la possibilità di integrare opportunamente le due tecnologie all’interno di strutture ibride che ricevano sia materia prima amidacea che cellulosica. Infine, l’analisi si è focalizzata sull’interazione tra le politiche di mercato e lo sviluppo del mercato del bioetanolo, con particolare riguardo alle potenzialità di promuoverne una produzione sostenibile. Sono stati pertanto analizzati meccanismi di mercato cosiddetti flessibili, previsti dal Protocollo di Kyoto, come il carbon trading, ovvero lo scambio di permessi ad emettere gas serra, e potenziali effetti legati all’introduzione di sussidi pubblici. In generale, l’analisi delle filiere (Supply Chain Analysis, SCA) di biocombustibili affrontata in questo lavoro di Tesi mira a fornire una valutazione integrata di aspetti economici, finanziari ed ambientali valutati lungo l’intera rete produttiva. Questo approccio alla progettazione valuta la responsabilità ambientale come un obiettivo della modellazione e non semplicemente come vincolo, secondo l’approccio della cosiddetta Green Supply Chain Management (GrSCM). L’approccio integra i principi del Life Cycle Assessment (LCA) con le tecniche SCA per ottenere una valutazione quantitativa dell’impatto ambientale arrecato da ogni singola fase della filiera. L’analisi finanziaria inoltre necessita di essere integrata attraverso l’introduzione di opportune misure di rischio finanziario in grado di descrivere il compromesso tra profittabilità e rischio che l’investitore decide di accettare. Per affrontare queste questioni, sono introdotte tecniche di programmazione multi-obbiettivo (Multi-objective Mathematical Programming, moMP), capaci di includere aspetti ambientali, finanziari ed economici nella progettazione di processi chimici. I modelli sviluppati sono stati applicati ad un caso studio reale che affronta la possibile organizzazione della produzione di bioetanolo in Nord Italia sfruttando la disponibilità di molteplici biomasse sia di prima che di seconda generazione. Il lavoro di Tesi è organizzato secondo il seguente schema concettuale. Nel capitolo 1, dopo aver descritto il panorama bibliografico di riferimento, vengono illustrati gli approcci metodologici e modellistici alla base del lavoro, che prevedono l’integrazione di tecniche LCA ed SCA in analisi multi obiettivo secondo tecniche MILP. Nel capitolo 2 viene trattato l’approccio modellistico alla base della descrizione tecnologica e dell’analisi economica per i sistemi di produzione considerati. Vengono studiati processi di prima e seconda generazione, che ottengono bioetanolo a partire rispettivamente da materiale amidaceo (mais) e lignocellulosico (residui e biomasse coltivate a scopo energetico, energy crops). L’aspetto peculiare della trattazione riguarda, inoltre, la modellazione di un processo di tecnologie ibride che utilizzano sia la parte amidacea che il residuo cellulosico del mais per la produzione di biocombustibili. Nel capitolo 3 viene condotta la progettazione di filiera di bioetanolo attraverso la formulazione di un problema di ottimizzazione bi-obbiettivo (simultanea minimizzazione delle emissioni di gas serra e massimizzazione del profitto) con lo sviluppo di un modello MILP multi-periodo e georeferenziato. Il modello MILP formulato sfrutta tecniche moMP per l’implementazione di criteri di ottimizzazione ambientale ed economico. Sono considerate diverse configurazioni tecnologiche e vengono prese in esame più soluzioni per lo sfruttamento dei sotto-prodotti del processo di produzione di bioetanolo come possibili alternative tecnologiche per l’abbattimento di costi ed emissioni. Il modello costruito viene poi applicato all’analisi di una possibile filiera di bioetanolo in Nord Italia. Nel capitolo 4 si studiano gli effetti dell’applicazione di strumenti finanziari sul design di filiere bioenergetiche nelle loro capacità di promuovere tecnologie più sostenibili per la produzione di bioetanolo. Nel modello viene implementato un meccanismo di carbon trading che prevede la commercializzazione di permessi ad emettere gas serra (CO2-equivalenti) rispetto a dei valori soglia stabiliti secondo la normativa ambientale per la sostenibilità dei biocombustibili. La trattazione modellistica esamina anche le dinamiche dei fattori d’incertezza del mercato di riferimento con particolare riguardo all’acquisto della biomassa utilizzata. In questo caso, sono stati ignorati gli aspetti legati alla georeferenziazione, per esaltare invece la questione rilevante legata alla scelta tecnologica sulle prestazioni della filiera. Si descrive, pertanto, lo sviluppo di un modello MILP multi-periodo con un approccio stocastico per la pianificazione della produzione di bioetanolo. La filiera viene progettata seguendo l’ottimizzazione di indici finanziari di investimento nel quale un ulteriore termine di profitto/perdita proviene dalla commercializzazione di permessi di emissione. Il capitolo 5 estende la trattazione del modello descritto nel capitolo 4, inglobando una più ampia modellazione della pianificazione d’investimento in condizioni di incertezza che abbraccia il processo decisionale con considerazioni di gestione del rischio d’investimento. In particolare, il modello MILP stocastico viene esteso secondo una formulazione multi-obbiettivo permettendo la simultanea ottimizzazione di profitto ed emissione di gas serra. Sono inoltre inclusi dei vincoli sul livello massimo di rischio finanziario sostenibile nell’investimento. Si mostra in questo modo come la diversa attitudine al rischio dell’investitore (propensione o avversione) modifichi la strategia d’investimento in termini di scelte tecnologiche e biomasse trattate, anche alla luce di vincoli ambientali e di profittabilità economica. Il capitolo 6 conclude la discussione della ricerca sviluppata con la presentazione dei principali risultati conseguiti e l’analisi di alcuni dei potenziali sviluppi futuri per proseguire la ricerca sull’argomento
Sustainable design of biofuel systems: a modelling approach for the financial and environmental optimisation of first and second generation ethanol supply chains
GIAROLA, SARA
2012
Abstract
Le preoccupazioni crescenti degli effetti delle modificazioni climatiche e l’incertezza dell’approvvigionamento energetico esprimono l’importanza cruciale della necessità di ridefinire il sistema di approvvigionamento energetico globale. L’urgenza della questione è legata ad un disaccoppiamento tra la prospettiva di una crescita costante della domanda di combustibili, ed il loro approvvigionamento, che ci si aspetta divenire sempre più incerto e costoso. Il fenomeno del cambiamento climatico è ampiamente riconosciuto essere una conseguenza dell’accresciuta concentrazione di gas serra in atmosfera dovuti all’attività antropogenica ed il trasporto ne è uno dei principali responsabili. Negli ultimi anni, l’interesse per le energie rinnovabili è aumentato notevolmente per rispondere alla crescita della domanda di energia e cercare allo stesso tempo sia di ridurre la dipendenza da combustibili fossili che di contribuire alla mitigazione del riscaldamento globale. Alla biomassa è stata attribuita una particolare attenzione perché può essere sfruttata non solo per produrre energia elettrica, meccanica e termica, ma anche come fonte primaria di biocombustibili liquidi per autotrazione. Allo scopo di realizzare un sistema di trasporti più sostenibile, l’Unione Europea ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione di biocombustibili fissando immissioni obbligatorie di fonti rinnovabili rispetto all’energia complessiva impiegata nei trasporti (5.75% entro il 2010 e 10% entro il 2020). I biocombustibili devono anche rispettare dei requisiti di sostenibilità ambientale nel loro impatto sul suolo, sull’acqua, sull’aria. Va tutelata, inoltre, la biodiversità e deve essere garantita una riduzione crescente delle emissioni di gas serra nella produzione di biocombustibili rispetto allo stesso quantitativo energetico di combustibile fossile che andranno a sostituire (35% dal 2009, 50% dal 2017 e 60% dal 2018). Tra le alternative possibili, il bioetanolo è generalmente considerato la soluzione più pratica e perseguibile nel breve-medio periodo per sostituire la benzina. Nonostante il suo impatto sul ciclo del carbonio (la cosiddetta carbon footprint) sia stato e sia attualmente argomento molto dibattuto, si riconosce che la produzione ed impiego di questo biocombustibile possa risultare in una riduzione netta delle emissioni di gas serra rispetto alla benzina. Questo genere di investimento su larga scala porterebbe, inoltre, una crescita delle economie rurali grazie all’aumento ed alla segmentazione dei filoni di mercato tipicamente ascritti all’agricoltura. L’attuale produzione di bioetanolo si basa sulla cosiddetta tecnologia di prima generazione, così chiamata perché sfrutta coltivazioni convenzionali come materie prime: si tratta di risorse ricche di sostanze amidacee, zuccherine od oleose, come mais, grano e canna da zucchero. Tuttavia l’iniziale entusiasmo di cui inizialmente godette questa tecnologia, si è recentemente affievolito a causa delle emergenti problematiche legate alla competizione della destinazione finale delle coltivazioni tra uso energetico ed alimentare. Inoltre, sono emerse preoccupazioni in merito al degrado ambientale per effetto di pratiche monocoltura e la deforestazione necessarie per lo sviluppo su larga scala di tale tecnologia. In generale, dubbi sulla sostenibilità energetica e sulla profittabilità economica del processo, troppo legata al costo di approvvigionamento della biomassa, hanno minato in parte lo sviluppo dell’industria del bioetanolo e la sua accettazione sociale. Alla luce di tutto questo, è emersa la convenienza a promuovere i cosiddetti biocombustibili di seconda generazione, ottenuti cioè a partire da materiale cellulosico e sostanzialmente privi di valore alimentare. Tuttavia, gli elevati costi di capitale e di produzione ostacolano attualmente lo sviluppo di tali tecnologie su scala commerciale, tanto che recentemente sono divenute operative solo strutture su scala di impianto pilota e dimostrativa. La complessità del contesto impone che la transizione verso un sistema di trasporti più sostenibile sia opportunamente guidata dall’adozione di efficaci strumenti quantitativi in grado di analizzare il problema esteso all’intera filiera produttiva (Supply Chain, SC). La ridefinizione del sistema di approvvigionamento energetico nel trasporto richiede un’analisi integrata il più comprensiva possibile delle intrecciate problematiche coinvolte nella produzione di biocombustibili. Le strategie d’investimento richiedono complessi processi decisionali, per i quali la modellazione analitica risulta essere una delle migliori opzioni metodologiche per garantire l’ottimizzazione delle scelte che coinvolgono l’intero sistema produttivo. I modelli a variabili miste lineari e intere (Mixed Integer Linear Programming, MILP), in particolare, costituiscono uno degli strumenti più adatti nel determinare le soluzioni ottimali a complessi problemi di ottimizzazione tipicamente legati alla progettazione di filiere produttive in cui vengano prese in considerazione configurazioni alternative ed esclusive. La ricerca bibliografica ha evidenziato alcune lacune nella letteratura in merito alle questioni di progettazione strategica di filiere produttive di biocombustibili, nonostante il concetto di bioraffineria costituisca già un argomento ampiamente trattato ed i biocombustibili stiano riscuotendo un interesse sempre crescente. Tutto ciò ha dato l’impulso per lo svolgimento di questa Tesi. Nel contesto generale dello sviluppo di sistemi bioenergetici, lo scopo generale di questo lavoro è quello di fornire degli opportuni strumenti decisionali per affrontare la transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile, muovendo dalla prima alla seconda generazione di bioetanolo. Le metodologie adottate devono essere in grado di abbracciare l’intero problema analizzando tutti gli stadi della filiera, evidenziando aspetti positivi e negativi che provengono da un’ottimizzazione sia di tipo economico che ambientale. I modelli MILP proposti mirano ad essere strumenti di progettazione e pianificazione industriale nel settore dei biocombustibili in grado di contemperare aspetti economici ed ambientali. In effetti, essendo le infrastrutture produttive di biocombustibili ancora ad uno stadio immaturo, un loro studio preliminare rappresenta un’opportunità importante per analizzare la configurazione della filiera prima del suo sviluppo organico, consentendo di individuare gli investimenti ottimali e le opportune scelte di natura politica nazionale ed internazionale. Gli stadi della filiera di biocombustibili (produzione e distribuzione della biomassa; produzione e trasporto del bioetanolo) sono analizzati ed inseriti in modo integrato all’interno della modellazione matematica MILP proposta. L’attenzione è stata focalizzata in particolare sull’identificazione delle strategie opportune atte a favorire lo sviluppo delle più sostenibili tecnologie di produzione del bioetanolo. Innanzitutto, è stata considerata un’ampia gamma di processi, sia di prima che di seconda generazione, ed è stata altresì inclusa la possibilità di integrare opportunamente le due tecnologie all’interno di strutture ibride che ricevano sia materia prima amidacea che cellulosica. Infine, l’analisi si è focalizzata sull’interazione tra le politiche di mercato e lo sviluppo del mercato del bioetanolo, con particolare riguardo alle potenzialità di promuoverne una produzione sostenibile. Sono stati pertanto analizzati meccanismi di mercato cosiddetti flessibili, previsti dal Protocollo di Kyoto, come il carbon trading, ovvero lo scambio di permessi ad emettere gas serra, e potenziali effetti legati all’introduzione di sussidi pubblici. In generale, l’analisi delle filiere (Supply Chain Analysis, SCA) di biocombustibili affrontata in questo lavoro di Tesi mira a fornire una valutazione integrata di aspetti economici, finanziari ed ambientali valutati lungo l’intera rete produttiva. Questo approccio alla progettazione valuta la responsabilità ambientale come un obiettivo della modellazione e non semplicemente come vincolo, secondo l’approccio della cosiddetta Green Supply Chain Management (GrSCM). L’approccio integra i principi del Life Cycle Assessment (LCA) con le tecniche SCA per ottenere una valutazione quantitativa dell’impatto ambientale arrecato da ogni singola fase della filiera. L’analisi finanziaria inoltre necessita di essere integrata attraverso l’introduzione di opportune misure di rischio finanziario in grado di descrivere il compromesso tra profittabilità e rischio che l’investitore decide di accettare. Per affrontare queste questioni, sono introdotte tecniche di programmazione multi-obbiettivo (Multi-objective Mathematical Programming, moMP), capaci di includere aspetti ambientali, finanziari ed economici nella progettazione di processi chimici. I modelli sviluppati sono stati applicati ad un caso studio reale che affronta la possibile organizzazione della produzione di bioetanolo in Nord Italia sfruttando la disponibilità di molteplici biomasse sia di prima che di seconda generazione. Il lavoro di Tesi è organizzato secondo il seguente schema concettuale. Nel capitolo 1, dopo aver descritto il panorama bibliografico di riferimento, vengono illustrati gli approcci metodologici e modellistici alla base del lavoro, che prevedono l’integrazione di tecniche LCA ed SCA in analisi multi obiettivo secondo tecniche MILP. Nel capitolo 2 viene trattato l’approccio modellistico alla base della descrizione tecnologica e dell’analisi economica per i sistemi di produzione considerati. Vengono studiati processi di prima e seconda generazione, che ottengono bioetanolo a partire rispettivamente da materiale amidaceo (mais) e lignocellulosico (residui e biomasse coltivate a scopo energetico, energy crops). L’aspetto peculiare della trattazione riguarda, inoltre, la modellazione di un processo di tecnologie ibride che utilizzano sia la parte amidacea che il residuo cellulosico del mais per la produzione di biocombustibili. Nel capitolo 3 viene condotta la progettazione di filiera di bioetanolo attraverso la formulazione di un problema di ottimizzazione bi-obbiettivo (simultanea minimizzazione delle emissioni di gas serra e massimizzazione del profitto) con lo sviluppo di un modello MILP multi-periodo e georeferenziato. Il modello MILP formulato sfrutta tecniche moMP per l’implementazione di criteri di ottimizzazione ambientale ed economico. Sono considerate diverse configurazioni tecnologiche e vengono prese in esame più soluzioni per lo sfruttamento dei sotto-prodotti del processo di produzione di bioetanolo come possibili alternative tecnologiche per l’abbattimento di costi ed emissioni. Il modello costruito viene poi applicato all’analisi di una possibile filiera di bioetanolo in Nord Italia. Nel capitolo 4 si studiano gli effetti dell’applicazione di strumenti finanziari sul design di filiere bioenergetiche nelle loro capacità di promuovere tecnologie più sostenibili per la produzione di bioetanolo. Nel modello viene implementato un meccanismo di carbon trading che prevede la commercializzazione di permessi ad emettere gas serra (CO2-equivalenti) rispetto a dei valori soglia stabiliti secondo la normativa ambientale per la sostenibilità dei biocombustibili. La trattazione modellistica esamina anche le dinamiche dei fattori d’incertezza del mercato di riferimento con particolare riguardo all’acquisto della biomassa utilizzata. In questo caso, sono stati ignorati gli aspetti legati alla georeferenziazione, per esaltare invece la questione rilevante legata alla scelta tecnologica sulle prestazioni della filiera. Si descrive, pertanto, lo sviluppo di un modello MILP multi-periodo con un approccio stocastico per la pianificazione della produzione di bioetanolo. La filiera viene progettata seguendo l’ottimizzazione di indici finanziari di investimento nel quale un ulteriore termine di profitto/perdita proviene dalla commercializzazione di permessi di emissione. Il capitolo 5 estende la trattazione del modello descritto nel capitolo 4, inglobando una più ampia modellazione della pianificazione d’investimento in condizioni di incertezza che abbraccia il processo decisionale con considerazioni di gestione del rischio d’investimento. In particolare, il modello MILP stocastico viene esteso secondo una formulazione multi-obbiettivo permettendo la simultanea ottimizzazione di profitto ed emissione di gas serra. Sono inoltre inclusi dei vincoli sul livello massimo di rischio finanziario sostenibile nell’investimento. Si mostra in questo modo come la diversa attitudine al rischio dell’investitore (propensione o avversione) modifichi la strategia d’investimento in termini di scelte tecnologiche e biomasse trattate, anche alla luce di vincoli ambientali e di profittabilità economica. Il capitolo 6 conclude la discussione della ricerca sviluppata con la presentazione dei principali risultati conseguiti e l’analisi di alcuni dei potenziali sviluppi futuri per proseguire la ricerca sull’argomentoFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Giarola_Sara_phd_thesis.pdf
accesso aperto
Dimensione
2.55 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.55 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/172174
URN:NBN:IT:UNIPD-172174